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L'account Weibo di un noto gruppo femminista cinese censurato durante la Giornata internazionale delle donne

Categorie: Asia orientale, Cina, Censorship, Citizen Media, Donne & Genere, Libertà d'espressione, Advox
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Una foto pubblicata da Lu Pin sul suo profilo personale. Il cartello recita: “Giornata della donna: invece di regalarmi un buono sconto, perché non combattete le molestie sessuali insieme a me?”

Questo articolo è stato scritto da Catherine Lai e pubblicato originalmente da Hong Kong Free Press (HKFP) [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] il 9 marzo 2018. La versione che state leggendo viene pubblicata da Global Voices come parte di un accordo di collaborazione.

Il profilo Weibo di un noto gruppo femminista cinese è stato chiuso forzatamente lo scorso 8 marzo, Giornata internazionale della donna.

L'account di Feminist Voices, che era ospitato sulla piattaforma Sina Weibo, uno dei social media più popolari in Cina, ha ricevuto un avviso di sospensione a causa di alcune “irregolarità” riscontrate martedì sera.

Prima della sospensione, Feminist Voices aveva più di 180.000 follower sulla piattaforma di microblogging ed era uno degli spazi di sensibilizzazione femminista più seguiti in Cina. Pubblicava di frequente articoli di stampo femminista e sponsorizzava raduni e manifestazioni a supporto di diverse cause. L'account era già stato sospeso durante la Giornata internazionale della donna del 2017, ma gli amministratori erano stati in grado di ottenerne la riattivazione.

Lu Pin, fondatrice del gruppo sul social, ha raccontato a HKFP di aver contattato Sina Weibo insieme alla sua squadra il 9 marzo, venerdì mattina, chiedendo chiarimenti a proposito della sospensione:

They said it was because we distributed sensitive content that was in violation of regulations…But they didn’t tell us exactly which content it was… and they said they could not reactivate the account for us.

Hanno detto che avevamo distribuito contenuti sensibili che violavano le regole… Ma non ci hanno detto esattamente quali contenuti… E hanno detto di non poter riattivare l'account.

Lu ha aggiunto di aver fatto ricorso a Sina Weibo per ottenere la riattivazione dell'account.

Lo scorso 6 marzo, Feminist Voices aveva lanciato una campagna contro le molestie sessuali, chiedendo ai suoi follower di pubblicare foto e prendere posizione per combattere le molestie sessuali con l'hashtag #March8againstharassment. L'account aveva poi pubblicato le risposte al suo appello nei giorni precedenti alla Giornata della donna.

Aveva pubblicato numerosi contenuti che criticavano le campagne pubblicitarie delle grandi aziende, a loro detta discriminatorie, puntando il dito contro la commercializzazione della Giornata internazionale della donna e i manifesti sessisti comparsi nei campus.

Lu aveva spiegato le posizioni del gruppo su Twitter:

Durante la Giornata della donna 2018, Feminist Voices aveva incoraggiato le persone ad annunciare le loro “dichiarazioni contro le molestie sessuali” in risonanza con il movimento #MeToo. Avevamo anche criticato le campagne pubblicitarie delle grandi aziende e gli slogan sessisti nei campus universitari che strumentalizzavano il senso della Giornata della donna.

Lu ha dichiarato a HKFP di non aver mai considerato il femminismo come un argomento particolarmente sensibile, ma che potrebbe essere stato il grande seguito del gruppo ad attirare l'attenzione di Sina Weibo:

Our topic isn’t really related to the core of politics, but we have a big power to rally supporters… so that might be the problem, because a lot of people follow us.

I nostri argomenti non erano collegati alla politica in sé, ma abbiamo il potere di mobilitare molte persone… penso che sia questo il problema, che un sacco di persone ci seguono.

Nel febbraio dell'anno scorso, l'account era stato sospeso quando gli amministratori avevano pubblicato un messaggio in difesa dello sciopero delle donne, Day without a Woman [4], negli Stati Uniti, ma in quell'occasione erano riusciti ad ottenere la riattivazione dell'account, ha detto Lu.

La famosa attivista femminista Ye Haiyan ha pubblicato la sua reazione alla chiusura forzata dell'account su Sina Weibo:

I think, the Chinese government does not understand feminism, does not understand what feminists are doing, and does not understand what they are advocating. But they are prejudiced against feminists, and have not truly communicated with them.

People have no way to know where the boundaries of speech are, and don’t know the standards that relevant departments use to block speech. That means, regarding the control of speech, the relevant departments do not have a very clear decree. They can only go by feeling right now.

Penso che il governo cinese non riesca a comprendere il femminismo, non capisca quello che stanno facendo le femministe e quello per cui stanno lottando. Ma il governo possiede forti pregiudizi nei confronti del femminismo, e non ha realmente tentato di comunicare con le sue figure di spicco.

Le persone non hanno idea di quali siano i limiti della libertà di parola, e non sanno quali sono le linee guida che i dipartimenti incaricati utilizzano per censurarla. Il che vuol dire che, per quanto riguarda la libertà di parola, i dipartimenti incaricati non possiedono un decreto chiaro ed univoco. Al momento, stanno semplicemente andando per tentativi.

Non è chiaro se la censura dell'account sia stata originariamente imposta dalle autorità cinesi o se sia stata una scelta di Sina Weibo.

Le autorità cinesi avevano arrestato cinque femministe nel 2015, per aver pianificato di commemorare la Giornata internazionale della donna distribuendo adesivi contro le molestie sessuali. Da quando il movimento #MeToo è stato lanciato l'anno scorso, gli addetti alla censura hanno individuato centinaia di messaggi sui social network nei quali figurava l'hashtag #MeTooInChina [5] [it] e censurato ogni discussione collegata.

Ad oggi, l'account di Feminist Voices rimane sospeso. HKFP ha contattato Sina Weibo nel tentativo di ottenere un commento.

Il 9 marzo, il blocco è stato esteso al profilo pubblico del gruppo su WeChat, la piattaforma di social media più popolare in Cina:

Aggiornamento: l'account di Feminist Voices su WeChat è stato censurato questa mattina. Ogni traccia del nostro gruppo è stata cancellata dai social media cinesi. Siamo ancora sconvolti. Si tratta del momento più buio per il femminismo in Cina dal 2015.