Ribelli e ribellione nella letteratura cinese classica

Disegno di Utagawa Kuniyoshi (1798-1861): Li Kui, un ribelle di “I Briganti”. Immagine di dominio pubblico da Creative Commons.

Mentre la Cina si prepara a rimuovere [it, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] il limite di due mandati sulla presidenza dalla sua costituzione, ci si chiede se il paese tornerà all'era delle dinastie, in cui l'impero era governato da potenti famiglie.

La natura autoritaria delle dinastie ha portato alla costruzione dello stereotipo che vede il popolo cinese come ubbidiente e sottomesso. Tale stereotipo non tiene conto del fatto che, benchè gran parte della storia cinese sia stata dominata dal ciclo dinastico, esso in realtà è stato caratterizzato dal rovesciamento di potenti imperatori da parte di rivoluzioni popolari o colpi di stato militari, che hanno finito per lasciare il paese nel caos prima che si insediasse un'altra dinastia.

La prima rivoluzione di cui si hanno notizie nella storia cinese ebbe luogo nel 221 a.C. Liu Bang, che prestò servizio come ufficiale minore di pattuglia e guidò la rivoluzione, finì col fondare la dinastia Han. Liu non fu l'unico imperatore civile. Anche il fondatore della dinastia Ming, Zhu Yuanzhang, proveniva da una povera famiglia di contadini. Wu Zetian, l'imperatrice più famosa della storia cinese, era figlia di un uomo d'affari ed entrò a far parte della famiglia reale come concubina.

Lo spirito ribelle dei cavalieri erranti

In altre parole, la storia delle dinastie in Cina è anche una storia di ribellioni, e questo spirito ribelle è rappresentato, nella letteratura cinese classica, dallo spirito del cavaliere errante. Tra le figure letterarie che hanno abbracciato lo spirito ribelle, troviamo Sima Qian e Li Bai.

Sima Qian fu uno storico della prima dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.). Ha dedicato un capitolo delle sue famose “Memorie di uno storico” ai cavalieri erranti, che ha descritto come civili degni di fiducia per le loro promesse, pronti ad agire per i bisogni della gente e dotati di un proprio sistema di giustizia. Ha espresso la sua ammirazione per i cavalieri erranti anche quando agivano contro la legge, poichè essi aderivano ad una forma di giustizia sostenuta dalla gente comune.

LiBai

Disegno di Liang Kai (1140-1210): Li Bai, il genio poeta. Immagine di pubblico dominio da Creative Commons

Li Bai era un poeta ampiamente acclamato come genio, ed anche un sedicente cavaliere errante. Fu a servizio dell'imperatore per un breve periodo, ma passava la maggior parte del tempo a girovagare e a fare amicizie. Nella sua celebre poesia (una canzonetta conviviale), “Portate il vino” [en] ha espresso il suo amore per la libertà e l'amicizia, e il disprezzo per il denaro e lo status quo sociale [en]:

When we are happy,
Shan't we fully enjoy ourselves?
Drink up the golden chalices, my friends
[Bring in the wine]
Never let them empty to the moon
Life has its own meaning
[So never worry about money]
No matter how much I spend [on the wine]
It will eventually come back to me[…]
A luxury life is not my dream
My dream is to drink and drink and never wake up
All men of virtue are lonely
Only the drinkers are remembered”

“Quando siam lieti,
Non ci dilettiamo pienamente?
Alziamo i calici d'oro, amici miei
[Portate il vino!]
Non lasciamoli mai vuoti alla luna
La vita ha il suo senso
[Quindi non preoccupatevi mai del denaro]
Non importa quanto [spendo per il vino]
Alla fine tornerà da me […]
Una vita di lusso non è ciò che sogno
Bere e bere è il mio sogno mio, e di non svegliarmi mai
Tutti gli uomini di virtù sono soli
Solo chi beve non viene dimenticato”

Il fim pluripremiato di Ang Lee, “La tigre e il dragone” è stato classificato in Occidente come un film di arti marziali. Nel mondo sinofono, tuttavia, viene considerato un film “Wu-Xia” – dove “wu” indica le arti marziali o il Kung Fu, e “xia” si riferisce allo spirito dei cavalieri erranti. Alla luce di ciò, è possibile apprezzare il film da una prospettiva culturale, oltre che per le sue straordinarie scene di arti marziali.

Si pensa che gli imperatori dinastici cinesi detenessero il potere assoluto ma, in realtà, non era così. Gli imperatori cinesi governavano per volontà di Dio, ma quella di “Dio” è un'idea vaga in un paese come la Cina, che non ha mai avuto un'unica religione nazionale.

Tale idea è anche racchiusa in un proverbio cinese, “l'acqua regge la barca, l'acqua affonda la barca”, che è tratta da un importante documento storico. La “barca” nel proverbio indica l'imperatore, e “acqua” si riferisce ai suoi sudditi. Quando l'imperatore perdeva il favore del popolo, dice il proverbio, quest'ultimo e i cavalieri erranti erano la stessa forza che poteva insorgere e ribellarsi.

Ribelli dalla letteratura cinese classica

Il più famoso romanzo di ribellione della Cina è “I Briganti”, attribuito a Shi Nai'an. Racconta la storia di 108 ribelli, tra cui 3 donne, di diversa estrazione, che si riuniscono nel monte Liang per affrontare il governo corrotto. I ribelli sono cavalieri erranti, tutti molto prestanti e coraggiosi. La loro missione è quella di affrontare la dinastia, il che li rende più romantici ed eroici di Robin Hood. È una storia molto amata dalla classe operia cinese per il suo spirito di ribellione: non sorprende che il romanzo sia stato bandito sia dalla dinastia Ming che da quella Qing, l'ultima dinastia imperiale della Cina.

Mao Zedong, che guidò il Partito Comunista Cinese alla vittoria della Guerra Civile e che divenne il padre fondatore della Repubblica Popolare Cinese, era noto [en] per aver molto apprezzato “I Briganti”. Era solito dire che lui ed i suoi compagni erano stati costretti dal Kuomintang corrotto ad andare al monte Liang, proprio come i 108 ribelli del romanzo.

wukon

Disegno di Yashima Gakutei (1786-1868): Sun Wukong, protagonista di “Viaggio in Occidente. Immagine di dominio pubblico da Creative Commons.

Un'altra famosa figura di ribellione nella letteratura cinese è il Re Scimmia, Sun Wukong, protagonista del romanzo di Wu Cheng'enViaggio in Occidente“. Wukong è una scimmia nata, però, da una pietra.

Non è soggetto alle regole della società e possiede una forza fisica che rivaleggia con quella della Cosa della Marvel Comics, malgrado l'atteggiamento scimmiesco. Di solito, Wukong simboleggia la mente aperta, la forza e la volontà di fronteggiare gli dei.

Di questo romanzo è stato poi fatto un adattamento cinematografico diretto da Derek Kwok [en]. La critica [zh] ha considerato il film come una favola per la post-Rivoluzione degli ombrelli di Hong Kong, una storia in cui degli uomini non si sottomettono mai al destino e lottano sempre per la propria libertà.

Fa Mulan è un altro coraggioso e indipendente personaggio leggendario cinese, ed è anche conosciuto da molti occidentali grazie al film d'animazione Disney “Mulan”. Mulan si traveste da uomo per combattere in guerra. Grazie ai suoi successi sul campo di battaglia, l'imperatore la invita a lavorare per il governo, ma questa rifiuta l'offerta e ritorna dalla sua famiglia.

Anche se la figura di Mulan sfida il ruolo delle donne nella società patriarcale della Cina, essa rimane tutt'oggi un personaggio molto amato nel suo paese – forse perchè sceglie di obbedire all'imperatore e diventare un guerriero e, soprattutto, perché non aspira al potere.

Poche opere letterarie e leggende cinesi sulla ribellione si concludono in maniera pacifica come quella di Mulan. Il cavaliere errante in assoluto più straordinario e rispettabile in “Memorie di uno storico”, viene giustiziato dalla dinastia. I ribelli in “I Briganti” finiscono per arrendersi alla dinastia e morire in guerra. In “Viaggio in Occidente”, Wukong viene catturato dagli dei e in seguito controllato da un anello d'oro sulla testa, simile ai copricapi della serie “I Tripodi”. Persino l'imperatrice Wu Zetian veniva diffamata e additata come una sgualdrina, ed i suoi successi sono stati ignorati per lungo tempo poiché aveva osato esercitare il suo potere sugli uomini.

Tuttavia queste storie hanno continuato ad essere tramandate di generazione in generazione nonostante i loro tragici finali perché incarnano uno spirito di disobbedienza e ribellione, un'eterna fonte di ispirazione per il popolo cinese.

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