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Un compito di storia crea indignazione sui social in Giamaica: come dovrebbe essere insegnata la schiavitù a scuola?

Categorie: Caraibi, Giamaica, Citizen Media, Etnia, Giovani, Istruzione, Storia
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Liberazione di uno schiavo dal collare di legno, Giamaica, ca. 1875-1940. Immagine di Wikimedia Commons; foto caricata da Ashley Van Haeften, CC BY 2.0.

La Hillel Academy [2] [en, come i link seguenti], una scuola privata in una zona lussuosa di Kingston, è stata protagonista di un recente dibattito riguardante un compito di storia assegnato agli studenti della classe nona (studenti di 14 anni n.d.t.), che richiedeva loro di creare un modello per la punizione di uno schiavo.

L’ondata di rabbia è iniziata online su Facebook, poi si è spostata velocemente su Twitter, dove è iniziata una discussione breve ma animata – sulla storia, la schiavitù, la razza e la classe – che ha lasciato dietro di sé più domande che risposte sul modo in cui si dovrebbe insegnare un periodo della storia della Giamaica che è stato profondamente traumatico.

Il compito richiedeva anche agli studenti di “discutere il [loro] tipo di punizione scelta in quanto esempio di civiltà europea” poiché “una giustificazione per lo schiavismo degli africani è stata la loro mancanza di civiltà”. Alcuni dettagli del compito di storia sono stati condivisi in un post  [3]su Facebook, assieme al commento:

So Hillel Academy Jamaica is allegedly asking children to use their creativity to re-create the harm that was done during slavery in written form. The mission is to expand student’s perspective on situations. So if this is really the case
1) Stop this lesson now.
2) Healing, truth and reconciliation is what you should be teaching the affluent and privileged children of a former plantation society, not recount and imaginative wickedness.
3) You are teaching children to be Slave masters. While this may be useful to a white man’s world capitalist society in 1764, it affects the collective esteem of a progressive and civil society in 2018.
4) Ask the directors of the No Violence In love campaign to come speak to your students about the effects of violent narratives in impressionable minds and the need to replace them with new ideas of harmony and empathy.

E così la Hillel Academy Jamaica sta presumibilmente chiedendo ai bambini di usare la loro creatività per ricreare in forma scritta il male che è stato commesso durante lo schiavismo. Lo scopo è di ampliare le prospettive degli studenti su queste situazioni. Se è così:
1) Terminate questa lezione adesso.
2) Ripresa, verità e riconciliazione sono ciò che dovreste insegnare ai bambini ricchi e privilegiati di una società basata sulle piantagioni, non racconti e cattiverie fantasiose.
3) State insegnando ai bambini a diventare dei padroni di schiavi. Se ciò poteva essere utile in una società capitalista del 1764 dominata dai bianchi, colpisce la civiltà civile e progressista del 2018.
4) Chiedete ai direttori della campagna No Violence In love (No alla violenza, si all'amore) di venire a parlare ai vostri studenti degli effetti prodotti da testimonianze violente su delle menti impressionabili e del bisogno di rimpiazzarle con nuove idee di armonia ed empatia.

L’utente Facebook che ha condiviso il compito ha aggiunto [3] il feedback della scuola sulla questione:

I have hard copy of test and got soft copy of school response:

‘There is some overreaction and I will explain why. The project is based on putting history into perspective. When older kids were at Hillel learning this the method of teaching slavery was largely rote, i.e. just simply regurgitating the facts. Today the methods of teaching history has (sic) changed. The sensitivity of the subject has not changed it is the way it's being taught that has. Students are encouraged to have balanced perspectives wherever possible.’

Ho una copia cartacea del testo e una copia digitale della risposta della scuola:

‘C’è stata una reazione smisurata e vi spiegherò il perché. Il progetto si basa sul porre la storia in prospettiva. Quando gli alunni più grandi erano alla Hillel e apprendevano l’argomento, il metodo di insegnamento dello schiavismo era basato soprattutto sulla ripetizione, era cioè un mero rigurgito di fatti. Oggi i metodi d’insegnamento della storia sono (sic) cambiati. La delicatezza della materia non è mutata, ma lo è il modo in cui è insegnata. Gli studenti sono incoraggiati ad avere delle prospettive bilanciate, dove è possibile.’

Fondata nel 1969 dalla United Congregation of Israelites [4] (Congregazione Unita degli Israeliti) in Giamaica, la Hillel è un’istituzione aconfessionale no-profit che va dalla scuola materna sino alla superiore. È considerata una scuola per l’élite giamaicana; il suo gruppo, che conta ben 750 persone, include anche una grande rappresentanza di studenti internazionali. I costi sono ben più alti di quelli delle scuole statali e, oltre agli esami giamaicani, la scuola offre dei corsi per conseguire la Maturità Internazionale ed è accreditata presso la Southern Association of Colleges and Schools/Ed Avanzato. Caratterizzata da un approccio meno convenzionale per quanto riguarda l’insegnamento, il suo motto è: “Apprendere per vivere”. Secondo il suo sito web [5], lo scopo della scuola è quello di creare uno studente che sia più “di larghe vedute, amante del rischio, indagatore, bilanciato, pensatore”.

‘Gli studenti più bravi a cui è stato assegnato il compito hanno scritto che non esiste nessuna giustificazione per lo schiavismo’.

Tuttavia la spiegazione della scuola riguardo al compito assegnato ha fatto ben poco per mitigare la rabbia degli utenti di Twitter, particolarmente offesi dall’uso del termine “giustificazione”:

Ciò che mi è sempre piaciuto del modo in cui la storia veniva insegnata nelle scuole giamaicane è che non provava mai a giustificare le azioni dei colonizzatori. Soprattutto ai giorni nostri con la rinascita del nazismo, è vergognoso chiedere a una maggioranza di studenti bianchi di giustificare lo schiavismo.

Come volesse rispondere, una stazione radio ha trasmesso poco dopo dei commenti fatti da un ben noto professore di storia:

NEWS: la professoressa di storia sociale della UWI Verene Shepherd afferma che dei bravi studenti ai cui era stato assegnato il compito della Hillel Academy riguardante la giustificazione per lo schiavismo hanno scritto che ‘non esiste nessuna giustificazione per lo schiavismo’.

Un utente di Twitter ha suggerito che i “padroni bakra” (il termine indica un padrone di schiavi bianco) della scuola stavano imponendo la loro visione sullo schiavismo:

La nostra storia viene insegnata attraverso gli occhi del padrone di schiavi e ha la propria ‘genesi’ nella tratta transatlantica degli schiavi. I padroni bakra ci stanno incoraggiando ora non solo ad apprendere la storia dal loro punto di vista, ma anche a pensare a come lo hanno fatto. È vergognoso.

Vi sono stati molti attacchi alla scuola e agli studenti. Tuttavia, un utente di un social media ha contestato il pensiero comune che la scuola sia prevalentemente bianca:

Ehi ragazzi. La Hillel è in realtà una scuola molto diversa che ha perlopiù studenti neri e misti. Se vogliamo criticare, cerchiamo per cortesia di attenerci ai fatti.

Un altro utente di Twitter ha condiviso un’immagine di una citazione di Martin Luther King per lodare l’armonia razziale percepita in Giamaica durante una visita del 1965 all’isola, facendo notare che:

Il premio Asino dell'anno va alla Hillel Academy per aver approffittato del loro ruolo di educatori di alcune nostre giovani menti giamaicane. Insensibili! – Non si insegna l'empatia chiedendo agli studenti di giustificare lo schiavismo e descrivendo le punizioni che userebbero.

Un tentativo di ‘analizzare la mentalità distorta usato per giustificare lo schiavismo?’

Dopo aver realizzato la portata delle conseguenze negative, la scuola si è scusata con una dichiarazione fatta dal Consiglio di Direzione, condivisa sia online che tramite i principali mezzi mediatici, ma il dibattito si era già spostato verso la perenne questione della razza e della classe in Giamaica:

Non sono il più brillante tra noi ma: il razzismo non è il fondamento del classismo in Giamaica? Siamo prevalentemente neri, così il fondamento della nostra segregazione ha dovuto affrontare un nuovo concetto che è la classe sociale. Cosa penso però?

“È razzismo, non classismo”.

Un altro stimato insegnante ha presentato una critica bilanciata ma severa, condivisa [14] su Twitter con un’immagine. L'insegnante inglese ha concluso così:

Teacher, you have erred big time, and I suspect it's primarily because you did not manipulate the English language well enough to structure your question in such a way that the students examine critically the arguments for and against slavery, without leaving your class thinking that there were merits in the enslavement of blacks.

Insegnante, Lei ha commesso un grosso errore, e ho il presentimento che la causa sia principalmente il fatto che non abbia una conoscenza della lingua inglese tale da poter strutturare la domanda, in modo da permettere agli studenti di esaminare criticamente gli argomenti a favore e contro lo schiavismo, e di non lasciare che la Sua classe pensasse che ci siano delle fondatezze nello schiavismo dei neri.

Alcuni hanno fatto notare che la storia dello – e “giustificazione” per lo – schiavismo è stata insegnata regolarmente nelle scuole giamaicane, non solo in questo modo. Una signora ha ricordato di aver studiato storia caraibica alla scuola superiore, facendo notare che assegnare un compito del genere non era un fatto insolito.

Non so proprio quale sia il problema con questo compito di storia della Hillel. La questione è il compito oppure la scuola che lo ha assegnato? Ho studiato storia caraibica e dovevo scrivere temi riguardanti la logica alla base delle giustificazioni per lo schiavismo e le punizioni utilizzate.

e non c'era indignazione quando lo facevamo lol. È importante imparare tutti gli aspetti dello schiavismo. Non solamente le rivolte che ci riempono d'orgoglio quando pensiamo ai nostri antenati, ma anche e innanzitutto la linea di pensiero che li ha messi in catene.

Un avvocato dei diritti umani, che tratta i risarcimenti per lo schiavismo, ha cercato di analizzare il compito assegnato:

Sembra che questo compito della Hillel abbia provato a far analizzare la mentalità distorta che è stata usata per giustificare lo schiavismo per più di 400 anni. Molti di questi padroni di schiavi andavano in chiesa ogni domenica e si consideravano cristiani, però erano in grado di giustificare tutto ciò nella propria mente.

‘Alle scuole private è permesso insegnare qualsiasi cosa vogliano?’

Sarebbe stato un compito accettabile in altri contesti? Molti utenti di Twitter hanno chiesto:

Ora con l'argomento in questione, la Hillel avrebbe associato un compito sulla Seconda Guerra Mondiale a dei modi con cui la Germania nazista avrebbe potuto eliminare gli ebrei?

Cosa è stato sbagliato dunque alla Hillel? I netizen hanno iniziato a parlare di responsabilità nella pianificazione del programma scolastico. Una celebrità dei media ha twittato:

Mi sono spostato dalla Hillel. Chiedo: chi pianifica le lezioni nelle scuole? Le scuole private possono insegnare qualsiasi cosa vogliono? Alle scuole non viene dato il permesso di operare in Giamaica sotto certe linee guida, in accordo con il nostro sistema nazionale di insegnamento? Lo chiedo.

Altri hanno dimostrato una visione più ampia del confronto, riflettendo sullo schiavismo ai giorni nostri:

Ai giorni nostri abbiamo decine di migliaia di bambini in Africa che lavorano in condizioni abominevoli estraendo il cobalto per le batterie degli iPhone oppure raccogliendo i semi del cacao per il cioccolato e, proprio come gli europei colonialisti del XVIII secolo che si godevano lo zucchero nel proprio tè, a troppi consumatori non importa nulla.

Dopo l’indignazione dei social media, il problema persiste: come dovrebbe essere insegnata alle generazioni più giovani del luogo la dolorosa storia dei Caraibi, compresi la colonizzazione e lo schiavismo? A giudicare dalle ripercussioni, questo recente tentativo di “innovazione”, anche se ben intenzionato, potrebbe aver fatto più male che bene.