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Moltissime usanze stravaganti e tradizioni popolari del Giappone condivise su Twitter

Categorie: Asia orientale, Giappone, Arte & Cultura, Citizen Media, Idee, Religione, Storia

buddha statues in obama [1]

Statue Jizo [1] [en] dipinte a mano a Obama, nella prefettura di Fukui. Foto di Nevin Thompson.

Se siete interessati a saperne di più su alcune delle tradizioni folcloristiche più insolite del Giappone, l'account di Twitter Unusual Festivals of Japan Club [2] [jp, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] (club dei festival giapponesi insoliti oppure ‘KFC’ in breve, la ‘K’ nell'acronimo sta per 奇 祭, kisai, o ‘insolito’) è una lettura da non perdere. Pubblicando tweet più volte al giorno, KFC documenta la miriade di tradizioni locali presenti in Giappone, alcune delle quali risalgono a più di un migliaio di anni fa.

In questo festival che si svolge nella remota penisola di Noto, uomini ubriachi urlano intorno a giganteschi santuari portatili per segnare la fine del raccolto.

Ogni anno, il 20 settembre, il santuario Kumakabuto Arakashihiko a Nanao, Ishikawa organizza il festival “Okuma Kabuto”. Santuari portatili del peso di una tonnellata, con pennoni di 20 metri chiamati “wakuhato”, sostengono Sarutahiko Okami (uno dei “sei grandi kami” dello Shinto [5] [en]). Il culmine della giornata è guardare i portatori correre su per la collina per consegnare il dio alla sala principale del Santuario.

Le immagini del festival, come molte altre documentate da KFC, si possono trovare su YouTube:

Un altro festival commemora Sugawara no Michizane, una divinità custodita nei Tenman-gu [6] [en], santuari molto comuni che si trovano in numerosi luoghi in Giappone. In questa località nel nord del paese, i partecipanti al festival ricordano Sugawara no Michizane bevendo con il volto coperto:

“Festival bestiale” Yamagata (Bakemono no Matsuri, 25 maggio ogni anno): festival di Sugawara no Michizane [9] [it], Santuario Tenman a Tsuruoka, Prefettura di Yamagata. Dopo l'esilio di Sugawara no Michizane (a seguito di un intrigo di corte circa 1000 anni fa), si dice che i suoi seguaci, temendo di essere associati a lui, si coprissero il volto quando bevevano insieme. In questo festival, i partecipanti bevono silenziosamente sake o succo di frutta mentre ballano.

I santuari portatili, chiamati mikoshi, svolgono un ruolo importante nei festival giapponesi. Questo festival a Uji, nella Prefettura di Kyoto, presenta un mikoshi che trasporta Brahma-Deva, un'importante divinità protettrice del buddismo giapponese.

Kyoto Agata matsuri: ogni anno, dal 5 giugno fino alla fine del mese (anche conosciuto come il kurayami kisai o “il rito oscuro”). I partecipanti al festival trasportano un “Brahma-Deva” (bonten, 梵天), un palo di bambù con in cima una sfera di carta che funge da santuario portatile. Scuotono il palo da sinistra a destra mentre camminano per tutta la notte.

Il sito Green Shinto [12][en], sempre una buona fonte di informazioni sulle tradizioni popolari giapponesi, spiega cosa accade durante la processione del festival:

 

There were two floats, both borne on the shoulders of men in happi. One had a fierce looking shishsi (Chinese lion) and the men yelled ‘yoiya, yoiya’. The other represented Bonten, a kami protector of Buddhism represented by a pole with white paper streamers. (According to the shrine office at Agata Shrine, when the deity there is transferred to the float, it mutates into Bonten.) Here the men were shouting, ‘Washoi, washoi.’ As the float was carried around, one of the men stood on top and grasped the pole with one hand, his head buried in the paper streamers, with the other hand stretched out in protective manner […]

C'erano due carri allegorici, entrambi trasportati sulle spalle di uomini che indossavano happi [13] [it]. Uno rappresentava un feroce shishsi (leone cinese) e gli uomini urlavano ‘yoiya, yoiya’. L'altro rappresentava Bonten, un kami protettore del Buddhismo rappresentato da un palo con delle stelle filanti di carta bianca. (Secondo l'ufficio del santuario presso il Santuario Agata, quando la divinità viene trasferita al carro, si trasforma in Bonten.) Qui gli uomini stavano urlando ‘Washoi, washoi.’ Mentre il carro veniva portato in giro, uno degli uomini si mette in piedi sulla cima; con una mano afferra il palo, la testa affondata nelle stelle filanti, l'altra mano protesa in gesto protettivo […]

Un breve video del festival si può trovare su YouTube:

Le volpi svolgono un ruolo importante nel folclore giapponese. Inari, il dio volpe, una delle divinità più popolari in Giappone, rappresenta la buona fortuna e la fecondità:

Festival di Yamaguchi Inari: ogni anno il 3 novembre, un “matrimonio delle volpi” (kitsune no yomeiri) si svolge per la volpe (dio) custodita nel santuario Hanafukutoku Inari, nella speranza di un raccolto eccezionale e di prosperità. I ruoli della sposa e dello sposo sono interpretati da residenti locali. A causa del buon auspicio dell'evento, si crede che la ragazza che interpreta la sposa sia una candidata adatta per il matrimonio. Tuttavia, l'identità della sposa e dello sposo rimane segreta.

Alcuni dei festival portati in evidenza da KFC hanno origini alquanto antiche. Questo festival nella Prefettura di Nara meridionale risale a oltre mille anni fa e ha legami con il culto regionale della montagna [16][en].

Festival della Rana Saltellante (kaeru tobi) di Nara, 7 luglio: uno dei numerosi eventi che ogni anno commemorano il rito annuale rengekai al tempio Kimpusen di Nara. Un uomo calunniò una divinità locale [19] [en] e, di conseguenza, una grande aquila lo impiccò ad una rupe in montagna. Trovando l'uomo e avendo pietà di lui, un sacerdote del tempio Kinpusen lo trasformò in una rana in modo che potesse scendere giù dalla rupe, per poi tornare di nuovo un essere umano.

Questo video offre uno sguardo più dettagliato a questo festival dedicato alle rane saltellanti.

L'account Twitter di KFC evidenzia anche tradizioni popolari comuni nel Giappone rurale, come “il sumo dei tori” o lotta dei tori [20][en].

Uwajima, sumo dei tori (ushi-zumo) Ehime: tenuto più volte all'anno, i tori si affrontano in un ring per il sumo in una competizione uno contro uno. I tori sono inseriti in una classifica e non c'è alcun limite di tempo fissato per gli incontri. I tori che perdono energia e cercano di scappare sono considerati i perdenti. Per consolazione, i tori che perdono rivendicano il premio in denaro.

Un'altra interessante tradizione popolare descritta dall'account KFC è, a Okinawa, l'antica pratica di hajichi o tatuaggi tradizionali.

“Hachiji” di Okinawa: come parte di una tradizione mantenuta dalle donne di Okinawa, nel Giappone sudoccidentale, tra l'età di 12 e 13 anni, le mani vengono tatuate per confermare il passaggio all'età adulta e (negli anni successivi) come prova del matrimonio. I tatuaggi erano considerati chic e alla moda e l'occasione del primo tatuaggio veniva commemorata con una festa di famiglia.

La pratica è svanita dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma Lex McClellan, scrivendo su Medium, fornisce alcuni interessanti retroscena sull’hachiji [25] [en].

Un'altra consuetudine regionale descritta dall'account KFC è la pratica del Yomeburi, che avviene lungo la costa del Mar del Giappone [26] ovunque venga pescato il buri, un pesce comunemente consumato nei mesi invernali. L'immagine nel tweet proviene dalla serie manga e anime My Bride is a Mermaid [27] [en] (La mia sposa è una sirena) (瀬戸の花嫁 [28]).

(L'immagine del fumetto mostra una giovane donna con la faccia da pesce)

Festival Toyama Yomeburi: in questo festival, quando una figlia lascia la casa paterna per diventare moglie, come regalo di fine anno la famiglia della sposa invia un buri (una specie appartenente alla famiglia dei carangidi [31] [it]) alla famiglia dello sposo, nella speranza di successo nella vita. Il buri dovrebbe essere il più grande e splendido possibile. Al porto peschereccio in Himi, Toyama, si dice che i buri siano così grassi da respingere la salsa di soia.

L’account Twitter di KFC [2] pubblica più volte al giorno post riguardanti le pratiche folcloristiche giapponesi. I tweet sono quasi sempre in giapponese, ma anche solo le immagini offrono uno assaggio intrigante sulla vita in Giappone.