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WordFrames: ‘Migranti’ e ‘rifugiati’ nei media francesi

Categorie: Francia, Citizen Media, Migrazioni, Rifugiati, NewsFrames
Atelier convention: chiffres

Workshop sui richiedenti asilo al 1° Congresso francese sull'accoglienza dei migranti, Grande-Synthe, 1 marzo 2018. Photo: Suzanne Lehn. Uso su licenza.

La serie di WordFrames esplora le conversazioni nei media attorno a gruppi di parole correlati, confrontandone e mostrandone le differenze nell'uso e nel possibile significato che rivestono nelle discussioni pubbliche [fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

La crise des migrants en Europe compromet la survie de l'espace Schengen”
– Christine Lagarde, directrice générale du FMI [IMF], Davos, 23 janvier 2016

Nous ne pouvons pas accueillir plus de réfugiés
– Manuel Valls, Premier ministre français, Munich, 12 février 2016

(from the Asylum Seekers Workshop slide in the image above)

“La crisi dei migranti in Europa compromette la sopravvivenza dell'area di Schengen”
– Christine Lagarde, Direttore Esecutivo del FMI, Davos, 23 gennaio 2016

Non possiamo accogliere altri rifugiati.
– Manuel Valls, Primo Ministro Francese, Monaco, 12 Febbraio 2016

(diapositiva del workshop sui richiedenti asilo nell'immagine soprastante)

Come possiamo intuire dalle soprastanti citazioni, molte persone parlano più frequentemente di “crisi” dell'immigrazione. Tuttavia, la verità è che il fenomeno dell'immigrazione non è affatto una novità [1] [en] per la Francia. Quindi, abbiamo voluto farci un'idea di come questo grosso problema sia attualmente inquadrato nei media francesi.

La nostra indagine ci ha portato inizialmente al termine immigrato, ovvero una persona che entra in un paese o in un'area per un soggiorno di lungo termine o con l'intento di stabilirvisi. Successivamente, abbiamo esaminato i termini di migrante e migrazione che descrivono il movimento di individui o gruppi da un luogo ad un altro: fenomeno quest'ultimo, vecchio come l'umanità stessa. Infine, abbiamo esaminato anche le parole richiedenti asilo e rifugiati. 

Mentre approfondivamo questo argomento, ci siamo chiesti: possiamo scoprire qualcosa di più su questa cosiddetta crisi andando a esaminare in che modo i media discutono di immigrati, migranti, richiedenti asilo e rifugiati?

Una panoramica più ampia sull'immigrazione in Francia

In termini generali, la Francia è diventata un paese che accoglieva l'immigrazione dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Durante gli anni della ricostruzione post-bellica, la Francia ha conosciuto una grave carenza di manodopera e il governo ha tentato in ogni modo di attrarre lavoratori da tutto il mondo.

Prima e dopo l'indipendenza dell'Algeria dalla Francia, i lavoratori algerini hanno favorito la crescita dell'economia francese ed hanno potuto portare con sé le loro famiglie, contribuendo così alla crescita di una fiorente comunità musulmana. Alla fine degli anni '70, la Francia ha anche manifestato a favore dell'accoglienza di oltre 100.000 boat people [2] [it] vietnamiti, fuggiti dai loro paesi dopo il crollo del regime sudvietnamita sostenuto dagli Stati Uniti.

Tuttavia, nella sua storia più recente, alcuni pensano che le statistiche sull'immigrazione pubblicate [3] [en] in Francia siano prive di dettagli e trasparenza. Il governo sembra riluttante a fornire statistiche elaborate e ci sono continue dispute sul numero reale degli espatriati (elemento quest'ultimo che il governo considera come un indicatore significativo dell'efficacia delle sue politiche migratorie). Alcuni di essi ritornano ripetutamente, come nel caso dei rumeni (che sono cittadini UE). Tuttavia, ad un esame più attento del fenomeno dell'immigrazione in Francia, notiamo alcuni elementi sorprendenti (ad esempio, l'Albania è stato il primo paese di origine dei richiedenti asilo nel 2017 [4]). Questa difficile relazione con i fatti [5] ha creato un persistente divario tra retorica e realtà alimentando sospetti, sfiducia e sfruttamento di sentimenti xenofobi. Tutto questo, sfortunatamente, si riflette nel linguaggio di certi politici quando discutono di argomenti riguardanti l'immigrazione.

Confrontate ad esempio le mutevoli dichiarazioni dell'ex Primo Ministro Manuel Valls, ora parlamentare indipendente che sostiene il partito al governo del Presidente Macron.

Nel settembre 2016, l'allora Primo Ministro Valls aveva rilasciato la seguente dichiarazione: [6]

Manuel Valls a appelé jeudi à “éviter toute déclaration à l'emporte-pièce” sur la question des migrants [7], estimant que si la France doit prendre sa part dans leur accueil, elle est “loin d'être submergée”.

Manuel Valls ha chiesto giovedì di “evitare dichiarazioni frammentarie” sulla questione dei migranti, sostenendo che mentre la Francia deve fare la sua parte nell'accoglierli, il Paese è “lungi dall'essere sopraffatto”.

Dopo aver assunto nuovamente la carica di parlamentare, il 21 gennaio 2018 Valls ha rilasciato la seguente dichiarazione ad una stazione radio:

“Non abbiamo bisogno di altri immigrati”

Alcuni potrebbero vedere nel passaggio della Francia da “lungi dall'essere sopraffatta” al “non abbiamo bisogno di altri immigrati” una testimonianza del cambiamento della retorica da parte di molti settori della sfera politica verso una posizione più dura nei confronti dell'immigrazione.

Tuttavia, questo atteggiamento di chiusura non è nuovo, come possiamo capire da un discorso al Parlamento del 1989 [12] dell'ex Primo Ministro socialista Michel Rocard:

Il y a, en effet, dans le monde trop de drames, de pauvreté, de famine pour que l’Europe et la France puissent accueillir tous ceux que la misère pousse vers elles.

Al mondo ci sono in realtà troppe tragedie, povertà e carestie perché l'Europa e la Francia possano accogliere tutti quelli che la miseria spinge verso di esse.

Le sue parole furono successivamente semplificate nel mantra “la Francia (e l'Europa) non possono accogliere tutti i poveri del mondo”, uno slogan che è stato successivamente riutilizzato da politici di ogni nazionalità per affermare che il limite di tolleranza nei confronti degli immigrati è stato raggiunto. o addirittura, superato. Persino il Presidente francese Emmanuel Macron, che nel novembre 2017 difendeva le sue politiche di asilo, ha fatto riferimento al commento di Rocard [13]:

“La France est un pays généreux, mais elle ne peut pas prendre toute la misère du monde, comme disait Michel Rocard. Je ne peux pas tenir un discours démagogiquement dangereux sur ce sujet.”

“La Francia è un paese generoso ma non può accogliere tutta la miseria del mondo, come ha detto Michel Rocard. Non posso usare un linguaggio demagogicamente pericoloso su questo argomento.”

Negli ultimi anni, la questione dell'immigrazione e dei migranti ha acquistato una visibilità sempre più clamorosa (si pensi all'ignobile “Giungla” di Calais [14][en]), alimentando il crescente successo elettorale dei partiti populisti di destra in tutta Europa e altrove.

La retorica divide: richiedenti asilo “accettati” contro migranti economici “respinti”

Cos'è Media Cloud?

Media Cloud [15] [en] è una piattaforma open source sviluppata dal MIT Center for Civic Media e l'Harvard Berkman Klein Center for Internet and Society. Media Cloud è progettato per aggregare, analizzare, consegnare e visualizzare informazioni, rispondendo a complesse domande quantitative e qualitative sul contenuto dei media online.

Per cominciare la nostra indagine, abbiamo utilizzato lo strumento di analisi dei dati Media Cloud [15] [en] (vedi riquadro) per cercare argomenti legati alle parole immigrazione e migrazione in diverse raccolte di media francesi.

Per cercare di capire come i media francesi rappresentino le questioni relative alla Francia, la nostra prima ricerca ha esaminato l'uso di immigrazione (e il termine associato di immigrati) e quello di migrazione (con il termine associato di migranti) in frasi dove troviamo queste parole accanto alla parola “Francia” nelle raccolte di media francesi.

Abbiamo iniziato nel novembre 2017, ma abbiamo finito per restringere l'arco temporale di riferimento dal 1° gennaio 2018 al 21 marzo 2018, che ci ha restituito 146 storie relative all'immigrazione e agli immigrati, e 707 storie relative alla migrazione e ai migranti.

Nella seguente nuvola di parole è possibile notare le parole chiave associate (in ordine di prevalenza) in comune con il termine “immigrazione”:

Risultati della ricerca [16] Word Cloud utilizzando il termine “immigrazione” dal 1° gennaio 2018 al 21 marzo 2018. Traduzione dei termini evidenziati: legge, progetto di legge; asilo; tollerante; realtà; dovrebbe; asilo-immigrazione; trafficanti; anti-immigrazione; Europa (e europeo).

Sotto, si possono vedere le parole chiave visualizzate in un grafico a barre. Le parole chiave più frequentemente associate ai termini di ricerca “immigrazione” e “migrazione” sono legge, progetto di legge, ministro, asilo, presentazione, migranti, diritto (in senso giuridico), musulmani e accogliere:

Word Nb 1

Termini più frequentemente associati alla parola “immigrazione”. Traduzione delle parole: legge, progetto di legge, ministro, asilo, presentazione, migranti, diritto (senso giuridico), musulmani, accoglienza.

I risultati della ricerca mostrano che alcuni temi chiave fanno riferimento a legge, asilo, migranti e musulmani. Iniziando ad approfondire ed analizzare gli articoli associati alle parole, un esempio in particolare si è distinto: il disegno di legge in materia di asilo ed immigrazione.

Le principali disposizioni contenute nel disegno di legge in materia di diritto d'asilo e immigrazione [17], presentato al governo nel febbraio 2018, intendono estendere il periodo di detenzione massima e restringere le possibilità di ricorso. Per “bilanciare” l'obiettivo, il governo ha previsto misure di “integrazione”, incluse alcune disposizioni che potrebbero essere aggiunte in un secondo tempo al disegno di legge.

Come possiamo vedere dagli articoli che seguono, questo disegno di legge è una questione controversa in Francia che solleva aspre contestazioni sia sul fronte dei sostenitori sia su quello degli oppositori alla sua implementazione. I fautori sono per lo più rappresentanti del governo o del partito di governo, mentre tra gli avversari figurano principalmente ONG e gruppi a sostegno dei diritti umani:

Asile et immigration : “Il faut être ferme parce que l'on ne peut pas accueillir tout le monde” Europe1, 19 février 2018 [18] : Interview de la députée LREM qui sera rapportrice du texte à l'Assemblée Nationale :

“Je crois qu'il était important d'avoir ce texte qui nous permet de mieux accueillir, de mieux intégrer […] et puis aussi d'être plus efficace, d'être plus ferme sur les reconduites”, développe l'élue. “L'objectif est de montrer que l'on a une identité en France, qui est celle du droit d'asile. On va la préserver et l'améliorer”, assure-t-elle.

“Occorre essere risoluti perché non è possibile accogliere tutti”, radio Europe1, 19 Febbraio 2018:  [18]intervista alla deputata LREM che presenterà il disegno di legge all'Assemblea Nazionale:

“Credo che questo testo sia importante in quanto ci permette di migliorare l'accoglienza e l'integrazione […] e poi anche di essere più efficaci e più risoluti sui riaccompagnamenti”, spiega la parlamentare. “L'obiettivo è di mostrare che la Francia ha una propria identità, che è quella del diritto di asilo. Noi lo conserveremo e lo miglioreremo,” rassicura.

Loi asile et immigration : “Une logique de contrôle, de tri et d'expulsion” Europe1 20 février 2018 [19], Interview du président de la CIMADE, ONG de défense des droits des migrants:

“[…] le projet qui sera présenté demain est un projet de loi résolument répressif, dont le centre de gravité penche considérablement vers une logique de contrôle, de tri et d'expulsion des personnes migrantes”, déplore le responsable associatif. “Il serait tout à l'honneur du gouvernement d'assumer cette logique répressive et de ne pas nous enfumer avec, soi-disant, des textes équilibrés”

Disegno di legge su diritto di asilo e immigrazione: “Una logica di controllo, smistamento ed espulsione”, r [19]adio Europe1 [19], 20 febbraio 2018, [19]intervista al presidente dell'ONG Cimade, difensore dei diritti dei migranti:

“La bozza che verrà presentata domani è un disegno di legge decisamente repressivo, il cui centro di gravità pende considerevolmente dalla parte del controllo, dello smistamento e dell'espulsione dei migranti”, condanna il presidente dell'associazione.

E qui arriviamo al nocciolo della questione, ovvero se sia o non sia corretto smistare i migranti in arrivo, creando distinzioni tra i tipi di migranti che verranno accolti nel paese.

Le tensioni diventano più chiare quando vengono raggruppati i temi dominanti:

3 words Immigration

Combinazioni di 3 parole associate a “immigrazione”. Traduzione dei termini, dall'alto verso il basso: può/deve  accogliere i rifugiati; tutti i migranti economici; comunità musulmana Europa; legge-asilo-immigrazione

La traduzione delle combinazioni di tre parole dall'altro verso il basso è la seguente: può/deve accogliere i rifugiati; tutti i migrati economici; combinazioni comunità musulmana Europa; combinazioni legge-asilo-immigrazione. Queste combinazioni ci aiutano a comprendere le parole-chiave nel contesto poiché mostrano i termini che più frequentemente precedono o seguono la parola chiave in una frase.

Osservando le combinazioni stesse, possiamo notare interessanti punti di conflitto: “può/deve accogliere rifugiati” potrebbe essere interpretata come elemento di tensione tra la Francia soprannominata stato umanista e sostenitore dei diritti umani e la sua attuale politica di chiusura nei confronti dell'immigrazione; e “tutti i migranti economici” potrebbe essere visto come elemento di attrito tra i rifugiati “accettati” e tutti gli altri ai quali deve essere invece negato l'ingresso.

L'idea che la Francia debba accettare o meno più migranti che cercano di cambiare il loro futuro economico ritorna anche nella difesa del nuovo disegno di legge sul “diritto di asilo e l'immigrazione” da parte del Ministro degli Interni Gérard Collomb:

Collomb se dit “obligé de faire” un tri entre les migrants
L'Express, 11 février 2018

“On ne peut faire de manière exponentielle un accueil vis-à-vis de tout le monde, comme un certain nombre de gens le voudraient. Ils disent ‘on n'a pas besoin de faire un tri, on ne doit pas choisir entre ceux qui ont besoin de l'asile et les migrants économiques’ . Si ! On est obligé de le faire parce qu'à un moment donné, nous ne pourrons pas donner un avenir à tout le monde

Collomb si dice “costretto” a operare una selezione tra i migranti
L'Express, 11 febbraio 2018

“Non possiamo accettare esponenzialmente chiunque, come alcuni vorrebbero che noi facessimo. Costoro sostengono che “noi non dobbiamo fare una selezione, non dobbiamo scegliere tra quelli in cerca di asilo e migranti economici”. E invece sì, dobbiamo farlo perché ad un certo punto non saremo più in grado di offrire a tutti un futuro.”

In questo passaggio, vediamo Collomb discutere sulla necessità di selezionare le persone, distinguendo tra quelle che fuggono da guerre e minacce (che possono dimostrare) e quelli che invece stanno tentando di trovare un lavoro migliore.

Quindi, la libertà di movimento delle persone risiederebbe interamente nel nome che diamo loro?

Da ‘migranti’ a ‘esuli': la dimensione umana

Al fine di cancellare la distinzione retorica tra richiedenti asilo “accettati” e migranti economici “respinti”, e promuovere in generale una visione umana di individui con dei nomi e un destino, diverse ONG e gruppi per i diritti umani stanno facendo pressione per introdurre l'uso della parola “esuli” al posto di “migranti”.

Un esule [20] [it] è una persona che per una qualsiasi ragione (libera scelta o coercizione) è stata costretta a lasciare il proprio paese d'origine e a stabilirsi in un paese straniero. Abbiamo aggiunto questo termine nella nostra seconda ricerca a fianco del termine “migrante” per vedere se il termine “esule” poteva fornire qualche spunto interessante nella percezione dei migranti nel contesto francese.

Nuvola di parole per “Esilio* [21] Traduzione: [Presidente della Catalogna destituito] Puigdemont ; [avvelentato] russa [ex-spia]; Belgio; morto; Londra; migranti

Esilio* [21] richiama parole chiave che compaiono nelle recenti notizie relative all'ex presidente catalano Carles Puigdemont (203 menzioni in 2 mesi e mezzo), sfuggito all'arresto in Spagna e rifugiatosi in Belgio; e un'ex spia russa trovata presumibilmente avvelenata in Gran Bretagna (89 menzioni per ‘Londra’ e 84 menzioni per ‘morte’), mentre per “migranti” si contano 56 menzioni.

[21]

Nuvola di parole per “migranti* [21] Traduzione dei termini evidenziati: Calais, tra; ONG/organizzazioni benefiche; Macron; accogliere; Libia; morti; africani; feriti; violenze

La nuvola di parole per Migranti* produce: Calais; associazioni (disaccordi nelle politiche statali e violenza della polizia); Macron e molti riferimenti al vocabolario giuridico e pratiche legali/burocratiche istituite dallo stato.

Questa nuvola di parole riflette il fatto che, durante il periodo di riferimento della nostra ricerca, la città di Calais (prevalentemente area di transito per migranti diretti verso la Gran Bretagna) è stata ripetutamente sotto i riflettori principalmente a causa delle “rixes” (risse) e della violenza “entre” (tra) migranti/rifugiati che si trovano “entre la vie et la mort” (tra la vita e la morte), provocando diversi “mort” (morti) e “blessés” (feriti). I trafficanti sono alla base di queste lotte territoriali per il controllo dei parcheggi dove i migranti, con il loro aiuto, salgono e si nascondono nei camion diretti verso il Regno Unito:

France: cinq migrants entre la vie et la mort à Calais après des affrontements RFI, 1er février 2018

« Le conflit entre Afghans et Africains a toujours été sous-jacent. C'est malheureusement un schéma classique » de voir des affrontements entre eux, a commenté une source préfectorale.

Francia: cinque migranti fra la vita e la morte a Calais dopo gli scontri, RFI, 1 febbraio 2018

“Alla base c'è sempre stato il conflitto tra afgani e africani. Purtroppo è un classico” assistere a scontri tra di loro, ha commentato una fonte della prefettura.

Anche il rapporto tra governo e associazioni (enti di beneficienza e ONG) si è inasprito:

Migrants à Calais : Macron dénonce les “mensonges” de certaines associations L'OBS 16 janvier 2018 [22]:

La rupture entre le milieu associatif et l'exécutif est consommée depuis plusieurs semaines, notamment après la décision du ministère de l'Intérieur d'autoriser des équipes à vérifier la situation légale des migrants dans les centres d'hébergement.

Migranti a Calais: Macron denuncia le “menzogne” di alcune associazioni L'OBS, 16 gennaio 2018 [22]

La rottura tra il settore dei volontari e l'esecutivo si è consumata da diverse settimane, in particolare dopo la decisione del Ministro degli Interni di consentire alle sue squadre di controllare lo status legale dei migranti all'interno dei centri di accoglienza di emergenza.

Osserviamo che i riferimenti a Calais non appaiono nella nostra ricerca per “esuli”. Questo può far sembrare che i media non considerino “esuli” le persone a Calais, ma piuttosto dei migranti o delle persone in movimento. Questo concetto di migranti o nomadi spesso implica la necessità di prendere misure per impedire “l’insediamento [23]” e l'effetto “ventata d'aria fresca [24]” o i raggiri che apparentemente attirano un numero crescente di nuovi arrivi.

Questo grafico di combinazioni di tre parole ci fornisce interessanti spunti sui “migranti”, mostrando la prevalenza delle preoccupazioni di carattere amministrativo/burocratico:

Trigrams Migrants

Combinazioni di 3 parole associate a “Migranti”. Traduzione delle parole, dall'alto al basso: deve, può accogliere tutti; intollerabile negazione di umanità; disegno di legge/legge su diritto di asilo-immigrazione; scontri/risse tra migranti; tutti i migranti economici; pasti migranti Calais; tra la vita e la morte; non-profit che aiutano i migranti; censimento dei rifugi dei migranti; rifugi di emergenza.

Riassumendo brevemente i risultati della ricerca, le parole più note che inquadrano la questione dell'immigrazione e dei migranti possono essere generalmente descritte come negative. Abbonda l'uso di termini che implicano crisi, restrizioni legislative o pericolo sia per i paesi di destinazione sopraffatti che per i migranti stessi.

Considerazioni conclusive

Ripensando alla scena globale [25][en], sembra esserci una crisi quando siamo di fronte a sfollamenti forzati e la tendenza è probabilmente destinata a confermarsi ora che si prevede un incremento del numero dei profughi ambientali. Ma la Francia sta facendo abbastanza per usare a pieno il potenziale di accoglienza del paese?

Per alcuni media,  [26]personaggi pubblici ed esperti, la risposta è “no”. In effetti, alcuni lavorano instancabilmente per chiarire i fatti, [27]favorire la sensibilizzazione sulle violazioni dei diritti dei migranti e denunciare la violenza di stato contro popolazioni vulnerabili. Alcuni cominciano a riconoscere che la copertura mediatica dell'immigrazione e dei migranti presenta alcune lacune sostanziali che cercano di colmare. È quello che possiamo osservare nella recente Convenzione Nazionale francese sull'accoglienza e le migrazioni [28], del marzo 2018, dove si sono incontrati vari attori a sostegno dei diritti dei migranti.

Per alcuni, il punto è il seguente: “migranti” è un modo di descrivere persone che si spostano frequentemente e che dovrebbero continuare a spostarsi. Persone, quindi, che non appartengono al “nostro” territorio.

Il sociologo e blogger Eric Fassin spiega il potere che rivestono nel constesto dell'immigrazione le definizioni con le quali etichettiamo le persone:

“L’émigré, c'est celui qui est parti, l'immigré, c'est celui qui est arrivé, le migrant c’est celui qui n’a pas ‘vocation’ à être ici, ni nulle part : il ne fait que se déplacer”

“L'emigrante è colui che è partito. L'immigrato colui che è arrivato. Il migrante è invece colui che non ha come ‘fine’ quello di restare né qui né da nessun'altra parte, in quanto si sposta spesso.”

In questo caso, le soluzioni del problema ci impongono di modificare i termini stessi con i quali affrontiamo la questione. Sarà difficile prevedere validi rimedi alla crisi finchè per inquadrare la situazione continueremo a utilizzare la parola “migranti”, priva di ogni significato legale e contro la quale Nazioni Unite [29] e ONG [30] ci hanno messo in guardia.