Algeria: blogger condannato a 10 anni di carcere, un altro colpo alla libertà di espressione nel paese

Merzoug Touati. Foto condivisa sulla pagina Facebook del suo blog Alhogra

Il 24 maggio scorso, un tribunale algerino della città di Bejaja ha condannato [en, come tutti i link a seguire] il blogger Merzoug Touati a dieci anni di carcere. Il suo crimine? Scrivere online degli articoli sugli scioperi anti austerity, sulle proteste dei lavoratori e le violazioni dei diritti umani commesse dalle autorità algerine.

Touati, in prigione dal gennaio 2017, venne accusato di fornire “informazioni ad agenti di forze politiche straniere per danneggiare la posizione diplomatica e militare algerina e gli interessi economici del paese”, dopo aver condiviso online una sua intervista ad un ufficiale israeliano.

Il 9 gennaio 2017, Touati postò su YouTube e sul suo blog Alhogra, un’intervista a Hassan Kaabia, il portavoce di lingua araba del Ministero degli Esteri israeliano. Il video non è più online. L'intervista era focalizzata sulle proteste e gli scioperi che scoppiarono a nord nella provincia di Bejaja e in altre parti del paese, con gli algerini che protestavano contro le misure di austerity che includevano una aumento dell’Iva e delle tasse sulle entrate e sulle proprietà, e anche una diminuzione dei sussidi per il carburante.

Nell’intervista Touati chiede a Kaabia di parlare delle dichiarazioni di un Ministro algerino, che ha affermato che forze straniere si sono intromesse negli affari interni del paese orchestrando le proteste. Kaabia nega qualsiasi coinvolgimento israeliano.

Kaabia inoltre racconta a Touati che prima del 2000 c’era “comunicazione” tra il governo algerino e quello israeliano, ma non può confermare se l’Algeria abbia mai avuto un ufficio di rappresentanza israeliano.

L’Algeria e altri governi arabi, ad eccezione di Egitto e Giordania, non riconoscono ufficialmente Israele e non trattengono relazioni diplomatiche con il paese a causa dell'occupazione dei territori palestinesi. Tuttavia alcuni paesi sia ora che in passato hanno mantenuto dei canali di comunicazione con Israele o hanno ospitato degli uffici che lo rappresentano. Queste relazioni sono spesso tenute segrete a causa del popolare supporto alla causa palestinese nella regione.

È probabile che Touti faccia ricorso alla sentenza nelle prossime settimane.

In un comunicato stampa Heba Morayef, direttrice regionale di Amnesty International per il Medio Oriente e Nordafrica dichiara:

Merzoug Touati’s arrest, trial and sentence is further proof that freedom of expression remains under threat in Algeria, where the authorities continue to use a range of repressive laws to quell dissent.

L’arresto di Merzoug Touati, il suo processo e la sua condanna sono una ulteriore prova che la libertà di espressione continua a essere minacciata in Algeria, dove le autorità continuano a usare delle leggi repressive per sedare i dissidenti.

La libertà di espressione è sotto assedio in Algeria, e la condanna di Touati è solo l’ultimo episodio di una serie di minacce legali che prendono di mira le persone che superano una certa linea rossa. Molti utenti social, blogger e giornalisti che hanno criticato il Presidente Abdelaziz Bouteflika (al comando del paese dal 1999) la polizia, il sistema giudiziario o le istituzioni religiose sono stati oggetto di minacce legali dalle autorità statali.

Il blogger Slimane Bouhafs sta scontando tre anni di carcere per dei post ritenuti offensivi per l’Islam. Saïd Chitour, collaboratore freelance che ha lavorato per media internazionali come la BBC e il Washington Post, è in prigione da un anno. Le autorità algerine lo accusano di “complicità con una forza straniera”.

Nonostante le minacce e le restrizioni, un numero di attivisti è sceso in strada la sera del 6 giugno per richiedere il rilascio di Merzoug Touati.

Manifestazione in questo momento in piazza Said Mekbel a Bejaja per la liberazione di MerzougTouati.

Le loro voci verranno ascoltate? O ancora una volta saranno captate da orecchie sorde?

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