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Breve selezione dei film del regista giapponese Hirokazu Kore'eda, Palma d'oro a Cannes nel 2018

Categorie: Asia orientale, Giappone, Arte & Cultura, Citizen Media

万引き [1]

Didascalia: “(Regista Hirokazu Kore'eda), vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes.”  Screenshot dal canale YouTube ufficiale di GAGA [1] [jp] (distributore e promotore di ‘Un affare di famiglia’).

Nel maggio 2018 Hirokazu Kore'eda divenne il primo regista giapponese da più di venti anni a vincere il premio Palma d'oro [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] al Festival del cinema di Cannes. Era la sesta volta [3] che Kore'eda veniva nominato per un premio a Cannes; nel 2013 il regista giapponese aveva vinto il Premio della giuria [4] [it] per il film ‘Father and Son’ [5] (titolo internazionale ‘Like Father, Like Son’).

Il Festival di Cannes [6] è un festival del cinema annuale che si tiene a Cannes, in Francia, sulla Costa Azzurra. Considerato da molti il più prestigioso festival di cinema del mondo, ogni anno Cannes presenta una ristretta, esclusiva selezione di film [7] per la competizione. Il festival ha fatto da trampolino di lancio per la carriera di molti influenti cineasti, e tra le pellicole che hanno vinto [8] [it] la Palma d'oro nelle passate edizioni figurano [9] ‘Lezioni di piano’ di Jane Campion, ‘Pulp Fiction’ di Quentin Tarantino e ‘Il terzo uomo’ di Carol Reed.

L'ultimo regista giapponese a vincere la Palma d'oro prima del 2018 era stato Shohei Imamura [10] [it], appartenente alla corrente della nouvelle vague giapponese [11], per il suo film L'anguilla [12].

Nel 2018 Kore'eda ha vinto la Palma d'oro per il suo film ‘Un affare di famiglia [13]’ [jp] (titolo originale 万引き家族 ‘Una famiglia di taccheggiatori’, titolo internazionale ‘Shoplifters’, ndt). Il film, che Kore'eda ha detto essere basato su fatti reali [14], con Lily Franky [15] [it] e Kirin Kiki [16] [it] (scomparsa nello stesso anno, ndt), che hanno collaborato spesso con Kore'eda, racconta la storia di una famiglia di taccheggiatori che vive a Tokyo sulla soglia della povertà, faticando ad arrivare a fine mese .

I film di Kore'eda generalmente esplorano le relazioni familiari, documentando al tempo stesso le esperienze umane. Anche se Kore'da è spesso paragonato al regista giapponese di metà novecento Yasujiro Ozu [17], lo stesso Kore'eda ha dichiarato che come regista sente di avere più in comune con Ken Loach [18], il regista del socialismo realista britannico il cui naturalismo tenta di “catturare la verità del momento [19]“.

Alcuni hanno suggerito [20] che ‘Un affare di famiglia’ voglia essere una visione critica su un Giappone in difficoltà economica in cui negli ultimi due decenni l'ineguaglianza economica è cresciuta [21] e i salari sono rimasti stagnanti [22].

‘Un affare di famiglia’ indubbiamente causò diverse reazioni [23] in Giappone. Per esempio, il tristemente noto commentatore di destra e mogol della rinoplastica [24] Takasu Katsuya criticò il film di Kore'eda, dicendo:

Non è forse una vergogna su scala globale che un giapponese abbia vinto un premio con una ‘famiglia di taccheggiatori’ giapponesi?
Un altro esempio di un paese in declino.

In risposta alle frecciate di Takasu e altri, in un’intervista [23] a The Foreign Correspondents Club of Japan Kore'eda disse:

A film is not a vehicle to accuse, or to relay a specific message. If we reduce a film to this, we lose all hope for cinema to ignite a richer conversation. I have never made a film to praise or to criticize something. That kind of filmmaking is nothing but propaganda.

Un film non è un mezzo per accusare o trasmettere un messaggio specifico. Se riduciamo un film a questo, perdiamo ogni speranza che il cinema possa innescare una conversazione più profonda. Non ho mai girato un film per elogiare o criticare qualcuno. Quel tipo di cinema non è altro che propaganda.

Dopo aver vinto la Palma d'oro nel maggio 2018, Kore'eda rifiutò un invito a incontrare e ricevere un riconoscimento al Ministero della cultura giapponese, spiegando [27]:

Reflecting on the past where the film industry became united with ‘national interest’ and ‘national policy,’ I tend to think that keeping a clear distance from government authority is the right thing to do.

Tenendo conto del passato in cui l'industria cinematografica venne a coincidere con ‘l'interesse nazionale’ e ‘le politiche nazionali’, tendo a pensare che mantenere una distanza netta dalle autorità governative sia la cosa giusta da fare.

Una breve selezione dei film di Hirokazu Kore'eda

Dal 1991, Hirokazu Kore'eda ha realizzato 18 film e documentari per la televisione. Quasi tutti utilizzano uno stile realistico per esplorare le esperienze umane, spesso nel contesto della famiglia.

Maborosi (幻の光, 1995)

Basato sul libro del romanziere Teru Miyamoto [28], ‘Maborosi’ [29] (‘miraggio’ o ‘illusione’) racconta la storia di una giovane madre, rimasta vedova in seguito all'inspiegabile suicidio del marito, che si risposa e si trasferisce nella remota penisola di Noto [30]. Secondo una recensione sul New York Times [31]:

Watching the film, which has little dialogue and many lingering shots of the Japanese landscape, one has an uncanny sense of entering the consciousness of the main character and seeing through her eyes, all without really knowing her.

Guardando il film, che ha pochi dialoghi e molte inquadrature lente, si ha la perturbante sensazione di entrare nella coscienza della protagonista e di vedere attraverso i suoi occhi, senza però conoscerla davvero.

Le ‘scene di tatami [32]‘ interne che Kore'eda impiega come regista di questo film, insieme alla sua attenzione sul personaggio e sulla vita familiare hanno portato a paragoni con il regista Yasujiro Ozu [33].

Wandāfuru raifu (ワンダフルライフ, 1998)

In questo film del 1998 [34] (titolo in inglese: After Life), le persone recentemente decedute vanno in paradiso scegliendo il loro ricordo più felice — ricordare questo momento felice è il modo in cui trascorreranno l'eternità. Coloro che non riescono a sceglierne una vengono invece assunti come burocrati che offrono consigli ai nuovi morti mentre ricordano il passato. Mentre scriveva la sceneggiatura per questo film, Kore'eda Hirokazu ha realmente intervistato 500 persone, chiedendo loro di scegliere un ricordo che vorrebbero portare con sé fino alla fine del tempo.

Scrivendone nel 1999, Roger Ebert disse [35]:

Kore-eda, with this film and the 1997 masterpiece ‘Maborosi [36],’ has earned the right to be considered with Kurosawa, Bergman and other great humanists of the cinema. His films embrace the mystery of life, and encourage us to think about why we are here, and what makes us truly happy.

Kore-eda, con questo film e il suo capolavoro del 1997 ‘Maborosi [36]‘, ha guadagnato il diritto ad essere considerato al pari di Kurosawa, Bergman e gli altri grandi umanisti del cinema. I suoi film abbracciano il mistero della vita, e ci incoraggiano a pensare perché siamo qui, e cosa ci rende veramente felici.

Nessuno lo sa (誰も知らない, 2004)

Basato su fatti realmente accaduti [37], ‘Nessuno lo sa’ racconta la storia di quattro bambini abbandonati dalla madre — il padre è completamente assente — in un appartamento di Tokyo. Con nessun genitore o adulto, i bambini ricreano una propria famiglia mentre lottano per sopravvivere, mentre il film ci mostra come i legami sociali siano stati ormai troncati nel Giappone contemporaneo [38].

Aruitemo aruitemo (歩いても 歩いても, 2008)

Con le sue inquadrature basse, le ambientazioni interne, e le scene di vita familiare, anche il film del 2008 ‘Aruitemo aruitemo [39]‘ (titolo internazionale ‘Still walking’) ha portato al confronto con Ozu. Il film, che si svolge nell'arco di un fine settimana in cui una famiglia si riunisce per commemorare una persona defunta, esamina come le famiglie comunicano — o scelgono di non farlo.

Nella sua recensione Peter Bradshaw [39] scrive:

Unlike family dramas as conceived of in British or American drama, there are no crockery-smashing rows. ­Resentments and anger are contained within the conventions of politeness and respect. But this, I think, reflects the truth about the quiet, undramatic real lives of all families anywhere […]

A differenza dei drammi familiari così come concepiti nel contesto britannico o statunitense, non ci sono scene di lanci di piatti. I risentimenti e la rabbia sono contenuti dalle convenzioni di cortesia e rispetto. Ma questo, credo, riflette la verità sulle vite reali, discrete e senza drammi, di tutte le famiglie di ogni luogo […]

Per scoprire di più sui film di Hirokazu Kore'eda, si consiglia l'ottima guida introduttiva [40] (in inglese) del British Film Institute (BFI).