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Il decesso e l'eredità politica di Afonso Dhlakama, il leggendario politico ed ex-guerrigliero del Mozambico

Categorie: Africa sub-sahariana, Mozambico, Citizen Media, Guerra & conflitti, Politica, Storia

Afonso Dhlakama durante la campagna elettorale per la Resistenza Nazionale Monzabicana a Maputo, Mozambico, durante le elezioni del 2014. Foto: Adrien Berbier/Flickr CC BY-SA 2.0

Il 3 maggio 2018, il Mozambico e il mondo intero hanno ricevuto la notizia del decesso di Afonso Dhlakama, uno dei politici più influenti del paese.

L'ex-guerrigliero e leader della Resistenza Nazionale Monzabicana (noto con il suo acronimo portoghese RENAMO), il più grande partito di opposizione, è deceduto [1] [pt, come tutti i link seguenti] a causa di complicazioni di salute durante uno dei momenti più cruciali della storia del paese: i negoziati di pace.

Per oltre quarant'anni, Dhlakama ha guidato la RENAMO, un'organizzazione militante fondata nel 1977 e sostenuta da governi anticomunisti e appartenenti alle minoranze bianche della limitrofa Rhodesia (ora Zimbabwe) e del Sudafrica, che combatterono in una guerra civile che ha devastato il Mozambico per 16 anni.

Nel 1992, gran parte del gruppo si disarmò diventando un partito politico, ma finora non è mai riuscito a conquistare una maggioranza parlamentare all'Assemblea della Repubblica o a battere il Fronte di Liberazione del Monzambico (FRELIMO) per la carica di Presidente.

Nel 2012, l'intensificarsi delle tensioni con il governo ha portato RENAMO a riprendere le armi e spostarsi nelle foreste della catena montuosa di Gorongosa (nella provincia di Sofala), dove Dhakama si era rifugiato dal 2015.

Tra le principali richieste della RENAMO c'è il decentramento del potere che richiede, tra l'altro, l'elezione dei governatori provinciali, attualmente nominati dal Presidente. Il progetto è stato portato avanti con l'approvazione della revisione costituzionale in vista della proposta della RENAMO.

Nel dicembre 2017 è stato annunciato un cessate il fuoco, ma la morte del leader della RENAMO ha lasciato il futuro del paese incerto, dato che è stato l'unico a negoziare direttamente con il Presidente Filipe Jacinto Nyusi.

La mancanza di un evidente successore aleggia nel partito, una conseguenza dello stile di leadership autoritario del defunto leader. Il generale Ossufo Momade, deputato parlamentare e attuale capo del Dipartimento della Difesa della RENAMO, ha recentemente assunto la guida.

Sia RENAMO che FRELIMO sembrano impegnati a continuare i processi di pace. Il Presidente Nyusi ha chiarito che tutto continuerà come previsto nei negoziati di pace. Momade ha dichiarato che il modo migliore di onorare Dhlakama [2] sarebbe quello di concludere i negoziati e decentrare il governo.

Il giorno della morte di Dhlakama, il messaggio del Presidente Nyusi riferiva che aveva fatto tutto il possibile per prolungare la vita di Afonso Dhlakama, incluso chiedere ai paesi limitrofi di Sudafrica e Zimbabwe di aiutarli con un possibile viaggio per ricevere cure mediche.

Nel suo elogio funebre [3] del 9 maggio nella città di Beira, Nyusi ha dichiarato:

Que fique claro que irei dar continuidade a todo processo da paz juntamente com a nova liderança do partido de Dhlakama respeitando sempre o quadro legal e constitucional. Estaremos honrando a sua memória se soubermos concluir de forma responsavel e célere o diálogo político que agora se centra sobre no processo de descentralização desmobilização e reintegração social dos militares da Renamo.

Deve essere chiaro che continuerò il processo di pace insieme ai nuovi dirigenti del partito di Dhlakama, sempre nel rispetto del quadro giuridico e costituzionale. Onoreremo la sua memoria se riusciremo a concludere in modo responsabile e rapido il dialogo politico che è ora incentrato sul processo di decentramento e la smobilitazione e il reinserimento sociale dei combattenti della RENAMO.

La presenza del Presidente della Repubblica ai funerali di Dhlakama e l'organizzazione di una cerimonia ufficiale ha ricevuto elogi da vari ambienti, come quello di Manuel de Araújo [4], membro della terza forza politica del Mozambico (MDM):

O seu discurso foi impecavel, respeitoso e dignificante nao so para ele como pessoa, mas também para a função que desempenha. Saiu a ganhar Moçambique a nossa pátria comum. Perante uma audiencia hostil, Nyusi soube arrancar, se a memória nçao me trai tres momentos de aplausos, todos referentes ao Grande Homem e patriota que era Afosno Dhlakama!

Il suo discorso è stato impeccabile, rispettoso e dignitoso, non solo per lui individualmente, ma anche per il ruolo che svolge. Il Mozambico, la nostra patria comune, ne è uscito vincitore. Di fronte a un pubblico ostile, Nyusi è riuscito a ottenere, se la mia memoria non mi tradisce, tre applausi, tutti riferiti al Grande Uomo e al patriota che era Afonso Dhlakama!

Eroe o criminale?

Vi sono opinioni divergenti sull'eroismo di Dhlakama, in un dibattito amplificato dal fatto che quasi tutti gli eroi nazionali attuali provengono dal FRELIMO, il partito al governo.

Questo fatto è stato evidenziato dalla giornalista e commentatrice politica Fátima Mimbire [5]:

O líder da Renamo, Afonso Dhlakama foi herói para uns e um vilão e se calhar o diabo para outros. As razões para ser considerado como um ou outro são justas.

Uns o odeiam porque ele desencadeou uma guerra que matou milhares de moçambicanos. Alguns viram suas casas serem detruídas, outros seus familiares serem mortos. Eu inclusive, tive familiares mortos, primas violadas. São situações que acontecem numa guerra, onde há suspensão de direitos. Uns ainda guardam essas máguas e é justo. Outros colocaram uma pedra sobre elas e entregaram a Deus o julgamento de tudo.

Outros amam, admiram e o têm como herói, não pelas armas que ele empunhou, mas pela capacidade que ele teve de afrontar o sistema opressor da Frelimo. Sim, opressor. Ele conseguiu colocar a Frelimo de joelhos muitas vezes e se calhar não vivemos pior neste país por causa dessa capacidade que ele teve de desafiar o establisment.

Il leader della RENAMO, Afonso Dhlakama, era un eroe per alcuni e un criminale, se non addirittura il diavolo, per altri. I motivi per considerarlo come uno o l'altro sono entrambi giusti.

Alcuni lo odiavano perché ha scatenato una guerra che ha ucciso migliaia di mozambicani. Alcuni hanno visto le loro case distrutte, altri i loro parenti uccisi. Io stessa avevo una famiglia ormai defunta, i cugini violentati. Sono cose che accadono in guerra, dove i diritti sono sospesi. Alcuni sentono ancora questo dolore ed è giusto. Altri hanno deciso di porci una pietra sopra e lasciare tutto al giudizio di Dio.

Altri lo hanno amato e ammirato, vedendolo come un eroe, non per le armi che ha utilizzato, ma per la capacità con cui ha dovuto affrontare il sistema oppressivo del FRELIMO. Sì, oppressivo. È riuscito molte volte a mettere in ginocchio il FRELIMO e se forse in questo paese non stiamo vivendo peggio è dovuto proprio al fatto che lui abbia sfidato l'establishment.

Juma Aiuba [6], un influente commentatore di Facebook, ha affermato che Dhlakama rimarrà negli annali della storia del Mozambico:

Dizer que a morte de Afonso Dhlakama é um retrocesso à democracia é uma grande ingratidão. Dhlakama já semeou, regou e a planta cresceu. Se amanhã a planta morrer, a culpa não será dele. É agora que a verdadeira liderança de Dhlakama virá à tona, porque, afinal de contas, os verdadeiros líderes se fazem desnecessários. Ou seja, a obra de um grande líder se manifesta quando ele se ausenta. Isto é, a obra de um grande líder não morre com o líder. Morre o “obreiro”, mas a obra fica e continua. Morre o mensageiro, mas a mensagem fica e se alastra.

Dire che la morte di Afonso Dhlakama è una regressione per la democrazia è molto ingrato. Dhlakama ha già seminato [il seme], [lo] ha annaffiato e la pianta è cresciuta. Se domani la pianta muore, la colpa non sarà sua. È ora che la vera leadership di Dhlakama si mostrerà, perché, dopo tutto, i veri leader si vedono quando non sono più necessari. Cioè, il lavoro di un grande leader si manifesta quando diventa assente. Oppure, il lavoro di un grande leader non muore con il leader stesso. Il “creatore” muore, ma la sua opera rimane e continua. Il messaggero muore, ma il messaggio rimane e si diffonde.

Bitone Viage [7], studente e opinionista sui social media, ha sostenuto l'idea che Dhlakama meriti lo status di eroe nazionale:

Dlhakama foi vítima de uma história narrada pelos pseudos-historiadores.

Dlhakama foi uma lenda, os maiores criminosos foram os que escreveram a nossa história, estes foram os culpados pelo branqueamento dos fatos como forma de salvaguardar os interesses de quem os ordenou a narrarem os fatos a luz dos seus interesses. Os pseudos- historiadores deturparam a nossa história e com a morte de Dlhakama ficou mais difícil saber quem realmente merece o estatuto de herói.

A heroicidade de Dlhakama foi negada por conta da forma que a nossa história foi narrada e consequentemente a definição da heroicidade foi para acomodar os interesses daqueles que foram exaltados vencedores por uma história mal narrada.

Dhlakama è stato vittima di una storia raccontata da pseudo-storici.

Dhlakama era una leggenda, i più grandi criminali erano quelli che hanno scritto la nostra storia, sono stati i colpevoli di aver imbiancato i fatti come un modo per salvaguardare gli interessi di coloro che hanno voluto un racconto di parte. Gli pseudo-storici hanno travisato la nostra storia e con la morte di Dhlakama è diventato più difficile sapere chi merita davvero lo status di eroe.

L'eroismo di Dhlakama è stato negato dal modo in cui è stata raccontata la nostra storia e, di conseguenza, la definizione di eroismo è stata fatta per soddisfare gli interessi di coloro che sono stati glorificati come vincitori da una storia mal raccontata.