Giamaica: un imprenditore sociale sta sfidando con la sua ‘minuscola idea’ il Golia dell'inquinamento da plastica

Il figlio di Scheed Cole seduto su una panca di 360 Recycle. Cole ha fondato l'impresa sociale nell'impegno di pensare diversamente, aiutare le persone bisognose e affrontare le questioni ambientali. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

Il tema [en, come i link seguenti] della Giornata Mondiale dell'Ambiente 2018 (il 5 giugno) è #BeatPlasticPollution (sconfiggi l'inquinamento da plastica) e in Giamaica si sono intensificate le discussioni sulla gestione dei rifiuti — in particolare su come affrontare meglio la sua marea di plastica.

Il senatore Matthew Samuda, che ha presentato una mozione parlamentare nel 2017 per vietare i sacchi di plastica e polistirolo, ha promesso di agire a febbraio 2018, ma non sono state introdotte misure antiplastica. Samuda ha inviato recentemente un tweet da una spiaggia di Kingston Harbour:

Immaginate, abbiamo pulito questa spiaggia il 21 aprile, è bastata una pioggia e guardatela, PEGGIO di prima. Stiamo flirtando con il disastro. NON può esserci economia blu se continuiamo a gestire i nostri rifiuti solidi in questo modo. Dobbiamo agire urgentemente adesso.

A prescindere dal risultato delle deliberazioni governative, il settore privato che include gruppi come Recycling Partners of Jamaica sta compiendo progressi con iniziative di pulitura e riciclaggio.

Fondatore e CEO di 360 Recycle, Scheed Cole lavora su un modello. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

In particolare, un giovane imprenditore ha inventato un modo creativo per riutilizzare e riciclare la plastica. Scheed Cole e l'azienda che ha fondato, 360 Recycle, occupano circa 20 giovani della comunità circostante e, insieme, costruiscono parchi giochi innovativi, sculture, arredi acquatici, vasi per piante, materiali da costruzione e altro, tutto utilizzando bottiglie di plastica e polistirolo. L'azienda sta anche costruendo un diorama per il nuovo padiglione espositivo del Museo di Storia Naturale della Giamaica.

Global Voices ha recentemente visitato il laboratorio di 360 Recycle nel centro città di Kingstone e ha parlato con Cole. Era impegnato con la scultura di un piccolo modello, mentre sua moglie Keisha (che è anche l'amministratore dell'azienda) teneva d'occhio il lavoro nel cortile all'esterno e, inoltre, i loro bambini, che avevano una pausa scolastica. Mentre il suono delle martellate e dei colpi fluttuava attraverso la finestra, Cole ha parlato della sua visione.

?Global Voices (GV): Che cosa la motiva

Scheed Cole (SC): I am very drawn to people in need, and how I can play a part to help them. That's where the empathy comes from. That is one of the main reasons I made 360 Recycle into a social enterprise. I am a lover of science, and I am a lover of materials, as a sculptor. A lot of the material I used was recycled. I turned to plastics while looking for lighter materials. It became then intentional to tackle the environmental issues. I started to use more recyclables and that is how 360 Recycle came to life. It became the core of the business.

Scheed Cole (SC): Mi attraggono molto le persone bisognose, e come posso giocare una parte per aiutarle. Ecco da dove proviene l'empatia. È una delle ragioni principali per cui ho trasformato 360 Recycle in un'impresa sociale. Sono un appassionato di scienza, e sono un amante dei materiali, come scultore. Molto del materiale che uso è stato riciclato. Sono arrivato alla plastica mentre cercavo materiali più leggeri. Poi è diventato intenzionale affrontare le questioni ambientali. Ho iniziato a usare più materiali riciclabili e così ho creato 360 Recycle. È diventato il nucleo della mia attività.

Una lavoratrice della comunità Rousseau Road/Lyndhurst realizza una ciotola. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Lei si considera un creativo o un produttore?

SC: We are both [Cole and his wife] trained teachers. I spent some years teaching visual arts in inner city schools. I wanted to be a scientist, but there's a lot of science in art. I do mostly applied arts — the use of industrial sciences merged with fine arts.

SC: Siamo entrambi [Cole e sua moglie] insegnanti qualificati. Ho trascorso alcuni anni insegnando arti visuali nelle scuole del centro città. Volevo essere uno scienziato, ma c'è molta scienza nell'arte. Faccio soprattutto arti applicate — l'uso delle scienze industriali congiunto con le arti figurative.

Un parco giochi in costruzione a Rose Town, Kingston, alcuni anni fa, usando prodotti di 360 Recycle. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Creativamente, dunque, che cosa l'ha ispirata?

SC: From the moment I became self-aware — age four — I was aware of myself drawing. I took waste and found objects such as copper wires, plastic bottles, corks…making robots and laser guns and cars, even attaching electronic parts to them, while I was still in primary school. I wasn't focused on school. I had attention deficit disorder and I was dyslexic. My stepmother was a secretary, and loved word games — like that wicked game, Scrabble! But it was, ‘Scheed will have to learn a trade; he isn't good at academics.’ I went on to St. Andrew Technical High School. It was upstream from that point. I think schools teach the kids academics too early — they don't become creative, but geared to pass exams. I realised that something that was a hobby became something that could support me financially. My art teacher, Marlon Jones, was very instrumental. He entered me in competitions. I won prizes in a United Nations anti-pollution global competition in 1992. I went to the Jamaica Pegasus Hotel for the awards ceremony. I got to dress up in a blazer. I was celebrated at the school. I walked with my head held high.

I left high school with seven subjects, studying on a hungry belly. I did some construction work to pay my school fees. I worked for six months as an unpaid intern at a graphics agency, then I went to teachers’ college.

SC: Dal momento in cui sono diventato auto-cosciente —  all'età di quattro anni — ero cosciente di me stesso quando disegnavo. Prendevo rifiuti e trovavo oggetti come fili di rame, bottiglie di plastica, tappi di sughero… realizzavo robot e fucili laser e automobili, persino attaccandovi parti elettroniche, mentre ero ancora nella scuola elementare. Non ero concentrato sulla scuola. Avevo il disturbo da deficit dell'attenzione ed ero dislessico. La mia matrigna era una segretaria e amava i giochi di parole — come quel gioco perfido, Scrabble! Ma diceva: ‘Scheed dovrà imparare un mestiere; non è bravo nel campo accademico.’ Ho frequentato l'istituto tecnico di St. Andrew. Le cose sono migliorate da quel momento. Penso che le scuole insegnino ai bambini le materie accademiche troppo presto — non diventano creativi, ma orientati a superare gli esami. Mi resi conto che qualcosa che era un hobby era diventato qualcosa che poteva sostenermi a livello finanziario. Il mio insegnante di educazione artistica, Marlon Jones, era molto strumentale. Mi iscrisse alle competizioni. Vinsi premi in una competizione globale anti-inquinamento delle Nazioni Unite nel 1992. Andai al Pegasus Hotel in Giamaica per la cerimonia di premiazione. Indossai una giacca. Fui festeggiato a scuola. Camminavo con orgoglio e a testa alta.

Terminai la scuola con sette materie, studiando con la pancia affamata. Feci dei lavori edili per pagarmi le tasse scolastiche. Lavorai per sei mesi come stagista non retribuito in un'agenzia grafica, poi andai all’ istituto per insegnanti.

Un cartello davanti all'officina di 360 Recycle dice: “Trasformando l'ambiente, trasformiamo la vita”. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Secondo lei, qual è l'importanza del riciclo e della salvaguardia ambientale?

SC: It's about being aware and ‘awake’ — becoming sensitive to environmental impacts. The thing is, we are detached from nature; we are no longer a part of the ecosystem. It's a national problem. We need to bring people back to a love and respect for nature. Respecting the trees, respecting the rivers, respecting the seas. We have detached from it because we have placed more emphasis on academics. We have short-changed ourselves.

It is the sensitivity of humanity that we have lost. We have put the arts on the periphery. But these are the things that make us feel. What happens if we lose the trees, the birds, the insects? They are nationals of Jamaica as wellv  the butterflies, the crocodiles, are Jamaican nationals. One thing with nature is it kicks back all the time. Human beings are the ones who cannot recover quickly.

360 Recycle is saying, ‘Put the environment first. Put aside greed.’ We [Jamaicans] are trying to compete, not realising what our true resources are. Those resources are ‘wood and water’ — the foundation — but still, we are chasing after the dream of First World countries. We have become so blind and so desensitised.

SC: È una questione di coscienza e di ‘svegliarsi’ — diventare sensibili agli impatti ambientali. Il fatto è che siamo indifferenti alla natura; non siamo più parte di un ecosistema. È un problema nazionale. Dobbiamo riportare la gente a un amore e rispetto per la natura. Rispettare gli alberi, rispettare i fiumi, rispettare i mari. Siamo diventati indifferenti a ciò, perché abbiamo messo più enfasi in ambito accademico. Siamo diventati miopi.

Abbiamo perso la sensibilità dell'umanità. Abbiamo messo le arti in periferia. Tuttavia queste sono le cose che ci fanno sentire. Che cosa succede se perdiamo gli alberi, gli uccelli, gli insetti? Anche loro sono cittadini della Giamaica — le farfalle e i coccodrilli sono cittadini giamaicani. Una cosa con la natura è che ci colpisce in continuazione. Gli esseri umani sono coloro che non possono riprendersi rapidamente.

360 Recycle dice: ‘Mettiamo l'ambiente al primo posto. Mettiamo da parte l'avidità.’ Noi [giamaicani] stiamo tentando di competere, senza comprendere quali sono le nostre vere risorse. Quelle risorse sono ‘legno e acqua’ — le fondamenta — ma, tuttavia, stiamo rincorrendo il sogno delle nazioni industrializzate. Siamo diventati così ciechi e così desensibilizzati.

Vasi di fiori realizzati da 360 Recycle con bottiglie di plastica. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Qual è la sua opinione sul problema della gestione dei rifiuti in Giamaica?

SC: There is no waste. Waste is created by lazy people. People think the only way to deal with styrofoam and plastic is to ban it. There is no mental discipline to find a use for a raw material that was really created by the earth, not man [fossil fuel]. So how can we reduce its use, keep it ‘in the loop’, create a zero-waste environment? We can find a purpose in everything. But modern society is fast. The quickest thing to do, rather than put it back in the cycle, is to use it once and take it straight to the dump.

The landfill may never have to exist. Nature reuses everything; it is a constant cycle. Transporting your waste to another country is not natural either. For 360 Recycle, we ask why can't we reuse our waste here? We are proof of this. We can reutilise all the waste in Jamaica. We just need to build our capacity.

Banning plastic is not going to help deal with the ‘nastiness’ of our people; their attitude. They are going to throw away something else. It's so short-sighted. We need to resolve the overall relationship of our people to our environment — and not just one element. People will still be throwing garbage out of their cars onto the street. People will still be dumping things into the rivers. If we really mean business, we have to come up with a solution to the whole problem, not just one aspect.

Why don't we spend our money on more units to collect recyclables and establish a sorting system, and incentivise people to do so?

SC: Non ci sono rifiuti. I rifiuti sono creati dalla gente pigra. La gente pensa che l'unico modo di affrontare la questione di plastica e polistirolo sia di vietarli. Non c'è una disciplina mentale per trovare un impiego per una materia prima che era stata creata davvero dalla Terra, non dall'uomo [il combustibile fossile]. Come possiamo quindi ridurne l'uso, mantenerla nel circuito, mantenerla ‘nel circuito’, creare un ambiente con zero-rifiuti? Possiamo trovare un obiettivo in qualsiasi cosa. Tuttavia la società moderna è veloce. La cosa più rapida da fare, piuttosto che rimetterla nel ciclo, è di usarla una volta e [poi] portarla direttamente in discarica.

Le discariche non dovrebbero neanche esistere. La natura riutilizza tutto; è un ciclo costante. Neanche trasportare i nostri rifiuti in un'altra nazione è naturale. Perciò noi di 360 Recycle chiediamo: perché non possiamo riutilizzare i nostri rifiuti qui? Ne siamo la prova. Possiamo riutilizzare tutti i rifiuti in Giamaica. Dobbiamo solo costruire la nostra capacità.

Vietare la plastica non aiuterà ad affrontare la ‘nefandezza’ della nostra popolazione; la loro mentalità. Butteranno via qualcos'altro. È una mentalità così miope. Dobbiamo risolvere il rapporto complessivo della nostra popolazione con il nostro ambiente — e non solo un elemento. La gente continuerà a buttare la spazzatura in strada dalle loro macchine. La gente continuerà a gettare le cose nei fiumi. Se vogliamo prendere la questione sul serio, dobbiamo escogitare una soluzione per l'intero problema, non solo un aspetto.

Perché non spendiamo i nostri soldi per più unità di raccolta di materiali riciclabili, realizzando un sistema di raccolta differenziata e incentivando la gente a utilizzarlo?

Un dettaglio dell'interno della scultura di un elefante, realizzato da 360 Recycle in polistirolo. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Quale ritiene che sia il ruolo di 360?

SC: The thing is, 360 Recycle is not a government initiative, although it is seen as a solution to a national problem if it were scaled up to a national level — but the government is not taking it up. We have collaborated with others in the past. If we could only look at it as not ‘my thing’, but as something that works —  and put all our efforts behind it. If it is a good idea, let's rally behind it together. Unity is strength.

SC: Il fatto è che 360 Recycle non è un'iniziativa governativa, nonostante sia vista come una soluzione a un problema nazionale, se fosse estesa a livello nazionale — ma il governo non la sta adottando. Abbiamo collaborato con altri in passato. Se solo potessimo considerarla non ‘roba mia’, ma come qualcosa che funziona — e dedicarvi tutti i nostri sforzi. Se è una buona idea, mobilitiamoci in suo favore. L'unione fa la forza.

Alcuni vasi decorativi per piante, realizzati da 360 Recycle. Foto di Emma Lewis, usata con autorizzazione.

GV: Come vede 360 Recycle — e la Giamaica — fra 10 anni?

SC: I see us making Jamaica a zero-waste country — at least between 80% and 100% zero waste — with every raw material, whether organic or man-made, repurposed and brought back into the cycle. We see 360 Recycle developing products that will be utilised globally. Like Sweden, we would run out of waste here in Jamaica. Sweden was a government initiative, but we can make this a private sector effort and move past the naysayers.

We are David. We have a pebble of an idea, and it is making a big impact. The Goliath is the improper waste disposal; the lack of waste management systems that are not working; the lack of awareness among our people; the lack of initiative. We are taking on that giant head-on, and we are not backing down.

This is bigger than me. It's for my generation; generations to come. As long as the earth exists.

SC: Prevedo che trasformeremo la Giamaica in una nazione a zero-rifiuti — almeno tra l’ 80% e il 100% zero rifiuti — con tutte le materie prime, sia organiche sia quelle create dall'uomo, riutilizzate e riportate nel ciclo. Prevedo che 360 Recycle realizzerà prodotti che saranno utilizzati a livello globale. Come in Svezia, esauriremo i rifiuti qui in Giamaica. In Svezia c'è stata un'iniziativa governativa, ma possiamo renderlo un impegno del settore privato e passare oltre ai bastian contrari.

Noi siamo Davide. Abbiamo un'idea minuscola, e [tuttavia] sta creando un grande impatto. Il Golia è lo smaltimento inadeguato dei rifiuti; l'assenza di sistemi di gestione dei rifiuti che non stanno funzionando; la scarsa consapevolezza fra la gente; la mancanza [di spirito] di iniziativa. Stiamo affrontando di petto quel gigante, e non facciamo marcia indietro.

È un'idea più grande di me. È per la mia generazione; le generazioni che verranno. Finché esisterà la Terra.

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