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In Amazzonia il popolo matsé ha scritto un'enciclopedia di medicina tradizionale di 500 pagine

Categorie: America Latina, Brasile, Perù, Ambiente, Citizen Media, Good News, Istruzione, Salute

I popoli matsé del Brasile e del Perù—hanno creato un'enciclopedia di 500 pagine sulla loro medicina tradizionale!

In Amazzonia, la foresta pluviale ospita milioni di piante che potrebbero essere ingredienti fondamentali in medicinali ancora sconosciuti. Per questo motivo, molte aziende farmaceutiche e persino il governo USA finanziano attualmente progetti per studiare la conoscenza delle piante indigene, che hanno gli sciamani e i guaritori nativi della zona, e per sviluppare nuovi farmaci.

Il popolo matsé, che vive in Perù e in Brasile, ha creato un'enciclopedia medica di oltre 500 pagine, che cataloga le sue pratiche di medicina tradizionale e conserva le conoscenze ancestrali per le generazioni più giovani. La maggioranza degli sciamani sono anziani e non hanno apprendisti. E quando moriranno, si perderanno anche le loro immense conoscenze.

Senza dubbio, per evitare la bio-pirateria, questa informazione sarà custodita dal popolo matsé; sarà disponibile solo nella lingua nativa e sarà distribuita soltanto fra i villaggi della tribù. Le misure protettive [3] [en, come i link seguenti] includono anche la raccomandazione: “Non si usano nomi scientifici per identificare le specie di piante locali e, inoltre, nessuna pianta sarà illustrata nei dettagli, affinché non sia identificabile dai forestieri”.

“[L'enciclopedia di medicina tradizionale matsé] costituisce la prima volta che gli sciamani della tribù amazzonica hanno creato una trascrizione integrale e completa delle loro conoscenze sui medicinali, scritta nella loro lingua e con le loro parole”, come Christopher Herndon, presidente e co-fondatore di Acaté, ha detto a Mongabay in un'intervista [4].

Pachamama Alliance, una comunità globale il cui obiettivo è quello di creare un futuro sostenibile, ritiene che la salute e il benessere del mondo occidentale comporti spesso un prezzo alto per i popoli indigeni. Da quando le aziende farmaceutiche hanno compreso che la loro ricerca genera risultati migliori se c'è collaborazione con i popoli indigeni e sfruttano la loro sapienza, le tribù delle foreste pluviali rischiano di perdere il controllo sulle loro risorse.

Once the pharmaceutical companies have developed the drug, they file patents claiming exclusive rights to the medical use of the plant – hence limiting or even denying access to the plants that indigenous peoples have relied upon for centuries.

Le aziende farmaceutiche, dopo aver sviluppato un farmaco, presentano brevetti che reclamano diritti esclusivi sull'uso medico della pianta – limitando conseguentemente, o persino impedendo l'accesso alle piante su cui i popoli indigeni hanno fatto affidamento per secoli.

Ecco perché, nel 2010, la decima Conferenza delle Parti (COP) del Convegno sulla Diversità Biologica [5] ha adottato il Protocollo Nagoya sull'Accesso e la Partecipazione nei Benefici [6]. Riguarda specificatamente la questione della bio-prospezione e dei diritti dei popoli indigeni ad accedere alle risorse forestali, alla proprietà intellettuale e a una remunerazione adeguata.

Acaté, un'organizzazione senza fine di lucro di San Francisco, ha assistito i cinque sciamani che hanno compilato l'enciclopedia. Nell'enciclopedia, ogni lemma è classificato con il nome di una malattia e include le spiegazioni su come riconoscere la malattia in base ai sintomi, comprendere le cause all'origine della malattia e sapere come preparare medicinali da specifiche piante per usarle come trattamento. I lemmi informano i lettori anche su opzioni terapeutiche alternative.

L'idea alla base del progetto è quella di rendere le tribù meno dipendenti dai medici convenzionali e dai farmaci occidentali, mantenendo anche la loro autosufficienza.