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Artista cinese racconta di essere stato censurato per aver provato a vendere delle magliette di Ai Weiwei

Categorie: Asia orientale, Cina, Censorship, Citizen Media, Cyber-attivismo, Economia & Business, Libertà d'espressione, Advox
La maglietta disegnata da Wu Tun, disponibile per l'acquisto su corlectionstore.com [1]

La maglietta disegnata da Wu Tun, disponibile per l'acquisto su corlectionstore.com

Questa è la prima parte di una versione abbreviata di un'intervista a Wu Tun, il proprietario di un negozio online sulla piattaforma Taobao, il quale è stato costretto a chiudere nel novembre 2014. L'intervista è stata condotta da Yi Que Tang e pubblicata originariamente in cinese su pao-pao.net [2] [zh] il 10 febbraio 2015. La versione inglese è stata tradotta da Mandy Wong e viene ripubblicata qui come parte di un accordo per la condivisione di contenuti con Global Voices.

(Nota di contesto – Agosto 2018: L'articolo si riferisce al periodo di detenzione a Pechino [3] [it] dell'artista cinese Ai Weiwei, che veniva costantemente controllato da polizia e telecamere fuori da casa e dal suo studio. Nel 2011, non gli era permesso viaggiare fuori dalla Cina poichè il suo passaporto era in mano alle autorità cinesi. Ai ha ottenuto di nuovo il suo passaporto nel luglio del 2015 [4] [it] e attualmente risiede a Berlino, pur continuando a spostarsi in vari paesi del mondo per il suo lavoro documentaristico e le sue mostre d'arte).

A novembre 2014, mentre gli altri venditori si preparavano a celebrare i numeri da record delle vendite sulla piattaforma cinese di shopping online Taobao, l'artista ventottenne Wu Tun è stato costretto a “chiudere definitivamente” il suo negozio di magliette su Taobao. Dopo solo quattro giorni di attività e con 10 magliette vendute, l'impresa di Wu è stata chiusa bruscamente a causa di una particolare maglietta, che mostra un muro di mattoni con scritto a grandi lettere: “爱 Can't Be Here” [“Ai non può stare qui”]. Il carattere cinese significa “amore” e si legge “Ai”.

La creazione di Wu consisteva in una maglietta dal design semplice come parte di Ai (Love) Can’t Be Here [5] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] una campagna online a sostegno di Ai Weiwei, il famoso artista dissidente messo agli arresti domiciliari in Cina dal 2011. “Ho deciso di sostenerlo e partecipare a questa campagna appena l'ho saputo” ha detto Wu, “Pensavo che fosse un modo sottile per supportare Ai Weiwei, e non mi aspettavo che le autorità addette alla censura mi trovassero. Questo ambiente politico rende impossibile l'esistenza sia di Ai (Ai Weiwei) che di “ai 爱” (l'amore).

Tuttavia Wu non ha abbandonato l'idea di sostenere Ai Weiwei, era determinato a portare avanti il suo progetto.

Ai’s passport has been held by police officers since 2011, so he can’t travel abroad. I wish my effort could raise more people’s awareness about his status. I am also doing this for myself. My online shop was forced to shut down because of the t-shirt. I still want to re-produce the t-shirts and am searching for shops that are willing to sell them.

Il passaporto di Ai è trattenuto dagli agenti di polizia dal 2011, quindi non gli è permesso di andare all'estero. Spero che la mia impresa contribuisca ad aumentare il più possibile la consapevolezza delle persone circa la sua condizione. Ho dovuto chiudere il mio negozio online a causa di questa maglietta, ma intendo proseguire nella vendita e sono alla ricerca di negozi disposti a venderle.

Wu ha creato una pagina su Indiegogo, la seconda più grande piattaforma di crowdfunding negli Stati Uniti, con una descrizione del progetto ed un video promozionale. Il Great Firewall [6] [it] non ha bloccato il sito, quindi il contenuto è accessibile in Cina. Ma il video pubblicato su Youtube, non può essere visualizzato.

Wu spera che il suo video venga visto dal maggior numero di utenti cinesi possibile, perchè spiega la sua preoccupazione ed il suo sostegno ad Ai Weiwei e critica le pratiche di censura di internet nella Cina continentale. All'inizio di febbraio 2014, una sera molto tardi, ha caricato il video su Youku, una versione cinese di Youtube, sperando che il video sarebbe rimasto più a lungo se pubblicato durante la notte e che quindi avrebbe raggiunto un numero maggiore di persone. Ma il mattino successivo ha scoperto che il video era già stato rimosso.

Wu era furioso, dopo aver assistito nuovamente alle operazioni di censura che stavano diventando sempre più severe:

Among the post-1985 generation, I began using the Internet a bit earlier than others. I started searching stuff online when I was a junior secondary school student in 1999. At that time, I searched for things like music, fashion, games, and other things young people are interested in. Suddenly, many websites were blocked for unknown reasons. Later, I learned that Fang Binxing [7] (lead developer or “Father” of China’s Great Firewall) and his GFW were working behind the scenes. Imagine having to use a VPN to break the “wall” just to watch a video. The shutdown of my Taobao shop is a similar story. While we realized that “Ai Weiwei” is a forbidden term in China, I changed Ai's Surname to Love, but the authorities still shut down my shop. Friends from overseas asked me the reason and I didn’t know how to explain…

Tra la generezione post 1985, ho iniziato a navigare su internet un po’ prima rispetto agli altri. Quando ero uno studente della scuola secondaria nel 1999, cercavo notizie su musica, moda, giochi e altri argomenti di interesse per i giovani. Improvvisamente, molti siti web sono stati bloccati per ragioni sconosciute. In seguito, ho scoperto che Fang Binxing [7] (il principale ideatore o il “Padre” del Great Firewall della Cina) e il suo team, si stavano dando da fare dietro le quinte. Immaginate di dovervi servire di un VPN per sfondare il “muro” solo per vedere un video. La chiusura del mio negozio su Taobao è una storia molto simile. Nel momento in cui ho realizzato che “Ai Weiwei” era un termine proibito in Cina, ho cambiato il nome in “Ai's Surname to Love”, ma le autorità hanno comunque chiuso il mio negozio. Gli amici oltreoceano mi hanno chiesto spiegazioni, ma io non sapevo veramente cosa dire.

Wu ha iniziato ad usare un VPN per aggirare la censura, ma le nuove restrizioni sull'uso dei VPN in Cina hanno reso anche questo tentativo molto faticoso. “Ho bisogno di accedere a Twitter, il VPN è necessario per utenti cinesi,” ha dichiarato Wu, “Pubblicare una foto di gattini su Twitter è un vero e proprio lusso. Se il tuo smartphone riesce a connettersi ad un VPN, ti senti come se tu fossi il fortunato vincitore di una lotteria”.