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“Perché siamo qui ed esistiamo”: Nofi , il sito che sfida la rappresentazione della cultura nera nei media francesi

Categorie: Africa sub-sahariana, Europa occidentale, Costa d'avorio, Francia, Arte & Cultura, Citizen Media, Etnia, Media & Giornalismi, Storia

Foto di Christian Dzellat di Sophie Palmier usata con permesso

Nofi è un media, un sito web innanzitutto e una pagina Facebook, che si presenta come “il primo sito sulla cultura nera”, a partire dalla sua fondazione, nel 2014. Il suo creatore, Christian Dzellat, rivendica il suo “parlare in modo diretto” per rivolgersi af una comunità che soffre di un significativo deficit nei mezzi di comunicazione generalisti in Francia. La pagina Facebook [1] di Nofi presenta più di 1,8 milioni di follower e il sito web attira in media 500.000 visitatori al mese. Una “piccola” comunità sta nascendo anche su Instagram [2]: ci sono gìà 83.000 membri. I contenuti editoriali raggruppano attualità, lifestyle e storia della cultura nera. Criticato [3] talvolta, come nel caso dell’uscita del suo giornale cartaceo Negus [4], il media possiede il merito di adoperarsi per porre la questione della rappresentanza nel seno di una società, quella francese, che è particolarmente fredda quando si tratta di parlare di comunità. Ne parliamo allora con Christian Dzellat.

Global Voices GV: Perché avete deciso di fare un sito web, oltre alla pagina Facebook, creata prima?

Christian Dzellat CD : L’idée c’était d’aller plus loin. « Nofi » c’est la contraction de « noir et fier », ça vient d’un t shirt du même nom que j’ai créé en 2004. A l’époque le seul réseau social que j’avais à emmener avec moi c’était la rue. L’idée avec ce t shirt c’était de connecter les gens, de créer une émulation et plus de solidarité entre gens de la communauté noire. Il y a les noirs d’Afrique, les noirs des Antilles, les Maliens, les Sénégalais, les Congolais… Pour moi, à 22 ans, il fallait essayer d’unifier un peu tout ça sous une même bannière. Dans la foulée nous avons créé la page Facebook « noir et fier », et l’impact a été rapide car nous sommes arrivés tôt, dès 2008-2009. On parlait de tout ce qui avait trait à la communauté noire, en termes d’actualités et de divertissement. Puis on a voulu aller plus loin, parce que Facebook… c’est Facebook, quoi. On voulait créer un vrai média. On a commencé à faire un travail de rédaction de contenus plutôt que seulement du partage. C’est de là qu’est né Nofi le 21 février 2014 : le jour anniversaire de la date de l’assassinat de Malcolm X. On voulait un symbole fort. On est donc dedans depuis 4 ans, avec des rédacteurs et des journalistes. Et on développe parallèlement une activité d’agence en travaillant avec des marques comme Netflix et Orange.

Christian Dzellat CD: L’idea era di andare più in là. «Nofi» è la contrazione di «nero e fiero», e ha origine da una t-shirt con lo stesso nome che ho creato nel 2004. All’epoca, il solo social network che potessi portare con me era la strada. L’idea della maglietta era di mettere in contatto le persone, di creare un’emulazione e più solidarietà tra i membri della comunità nera. Ci sono i neri d’Africa, delle Antille, del Mali, i senegalesi, i congolesi… Per quanto mi riguarda, a 22 anni, si trattava di cercare di unire tutti sotto un’unica bandiera. In seguito abbiamo creato la pagina Facebook «nero e fiero», e l’impatto è stato rapido, poiché siamo arrivati presto, dal 2008-2009. Parlavamo di tutto ciò che aveva a che fare con la comunità nera, per quanto riguardava l’attualità e il divertimento. Poi abbiamo voluto andare più in là, perché Facebook è Facebook. Volevamo creare un vero mezzo mediatico. Abbiamo iniziato a fare un lavoro di redazione di contenuto, piuttosto che solo condivisione. Da questo è sorto Nofi il 21 febbraio 2014: l’anniversario della data dell’omicidio di Malcolm X. Volevamo un simbolo forte. Ci siamo dunque da 4 anni, con dei redattori e giornalisti. E svolgiamo in modo parallelo un’attività in qualità di agenzia, lavorando con dei marchi come Netflix e Orange.

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Modella nera americana – CC0 Creative Commons

GV : A chi vi rivolgete con Nofi?

CD : On s’adresse majoritairement aux Noirs, mais aussi aux amoureux des cultures afro, de la culture noire dans son ensemble. Et puis finalement, au même titre que Le Monde ou Le Figaro, on s’adresse à tous. L’idée étant que chacun puisse y trouver son bonheur.

CD: Ci rivolgiamo soprattutto ai neri, ma anche agli amanti delle culture africane, della cultura nera nel suo insieme. E infine, come Le Monde oppure Le Figaro, ci rivolgiamo a tutti. L’idea è che sia gradito a tutti.

GV: Un’iniziativa come quella di Nofi può aiutare a far smuovere dei passi, per quanto riguarda la rappresentazione, nei media più generalisti?

CD : J’ai compris que lorsqu’on commence à être visible, qu’on a une audience, les gens – et du même coup les médias, nos confrères – commencent à nous regarder plus. Pour vous donner un exemple : la rédaction d’AJ+ [6] regarde régulièrement Nofi, ils ont déjà écrit pour nous demander de les aider à partager certains contenus qui pourraient toucher notre audience. Et quand je regarde aujourd’hui ce qu’ils produisent, je constate que nous les inspirons: ils ont un langage plus direct qu’il y a 1 ou 2 ans, ils parlent « noir », sans détour. Et puis certaines questions ne peuvent être traitées que par les personnes concernées. Trop souvent certains sujets en France sont abordés dans les rédactions sans être maitrisés.Je ne vais pas me mettre à parler de l’histoire de la ville de Paris si je n’ai pas fait des recherches ou que je ne suis pas historien.

CD: Ho capito che quando si inizia a essere visibili e si ha un pubblico, le persone, e allo stesso tempo – i media, i nostri confratelli – iniziano a considerarci di più. Per farvi un esempio: la redazione di AJ+ [6] segue Nofi in modo regolare; ci hanno già scritto per chiederci di aiutarli a condividere dei contenuti che potrebbero riguardare il nostro pubblico. E oggi, quando guardo ciò che producono, rilevo che li ispiriamo: hanno un linguaggio più diretto di 1 o 2 anni fa, parlano «nero», senza deviare. Inoltre, alcuni temi possono essere trattati solo dalle persone in questione. Accade troppo spesso in Francia che alcune questioni siano trattate dalle redazioni senza averne la giusta padronanza. Non parlo della storia di Parigi senza aver fatto prima delle ricerche, a meno che io non sia uno storico.

GV: Questa iniziativa potrebbe, di conseguenza, contribuire a creare un maggior numero di giornalisti e di redattori neri nelle redazioni in generale… 

CD : Tout à fait. C’est très important. Je suis content qu’on puisse contribuer à donner leurs chances à des gens qui sortent d’école de journalisme. Par exemple notre rédactrice en chef a commencé par faire un stage à Nofi. 3 ans plus tard elle était rédactrice en chef, et peut-être qu’après elle continuera son chemin ailleurs. Tant mieux. Il faut qu’on soit à l’avant-garde pour qu’après les choses se normalisent.

CD: Infatti. È molto importante. Sono felice che possiamo contribuire a dare delle possibilità alle persone uscite dalla scuola di giornalismo. La nostra caporedattrice, per esempio, ha iniziato facendo uno stage presso Nofi. Tre anni dopo era caporedattrice, e forse in futuro continuerà il suo percorso altrove. Meglio così. Bisogna essere aggiornati, in modo che le questioni raggiungano poi la normalità.

GV: Tenete d'occhio i blogger che potrebbero interessarvi per fornire più contenuti a Nofi?

CD : On essaie, mais ce n’est pas évident. Comme aujourd’hui nous avons une visibilité importante, lorsque nous avons des besoins nous faisons une annonce sur le réseau. Cela se passe aussi souvent par bouche à oreille ou via des candidatures spontanées. Mais la veille est rare, ça ne marche que pour les trucs vraiment dingues.

CD: Ci proviamo, ma non è così evidente. Siccome ora abbiamo una visibilità importante, in caso di necessità mettiamo un annuncio sul network. Avviene per passaparola o attraverso delle candidature spontanee. Ma il tener d’occhio avviene raramente e funziona solo nei casi più interessanti.

GV: Qual'è il vostro modello economico? 

CD : Comme pour beaucoup de rédactions, nous avons un modèle économique très compliqué de rémunération à travers la publicité. Mais ça ne suffit pas. C’est pour ça que nous avons créé notre agence : aujourd’hui on fait du consulting, on produit du contenu, comme on a pu le faire récemment pour Orange. On doit aller chercher toujours plus loin. On fait aussi un peu de merchandising, comme on l’avait fait au début avec le t shirt « noir et fier ». Et de l'édition : nous avons sorti un livre récemment. On se diversifie en restant dans la même dynamique et le même environnement pour garder une cohérence d'ensemble.

CD: Come avviene in molte redazioni, abbiamo un modello economico di sovvenzionamento molto complicato, che avviene tramite la pubblicità. Ma non basta. Per questo abbiamo creato la nostra agenzia: ora facciamo delle consulenze, produciamo contenuti, come nel recente caso avvenuto per Orange. Dobbiamo andare a cercare sempre più lontano. Facciamo anche un po’ di merchandising, come all’inizio con la t-shirt «nero e fiero». E delle pubblicazioni: è uscito un libro in tempi recenti. Ci diversifichiamo restando nella stessa dinamica e nello stesso ambiente, per mantenere una coerenza di insieme.

GV: Cosa desiderate rispondere a coloro che potrebbero considerare un «media nero» esclusivo solo di un certo contenuto?

CD : Prenons Elle [7], par exemple, pour l’avoir déjà ouvert, dedans, il n’y a que des femmes blanches. Ça ne me dérange pas. Mais c’est pour ça aussi que nous avons appelé le média « Nofi », parce qu’on voulait sortir un peu du message « noir et fier » dans lequel je peux comprendre qu’on puisse voir « noir, donc pas les autres ». Avec « Nofi » on est dans quelque chose de plus simple, efficace, plus doux aussi, et beaucoup plus ouvert. Si des gens pensent qu’on les exclue, c’est parce qu’eux-mêmes veulent s’exclure. Moi je rêve d’aller au Japon, j’aime la culture japonaise et je ne me sens pas exclu. Le Japon n’est pas réservé qu’aux Japonais.

CD: Prendiamo Elle [7], per esempio, che è già conosciuto; dentro ci sono solo donne bianche. Non mi disturba. Ma è per questo che abbiamo chiamato il media «Nofi», perché volevamo allontanarci un po’ dal messaggio «nero e fiero», nel quale comprendo si possa vedere «nero, dunque non per gli altri». Con «Nofi» siamo un qualcosa di più semplice, efficace, anche più dolce e molto più aperto. Se qualcuno pensa di essere escluso, è perché è lui stesso che si esclude. Sogno di andare in Giappone, amo la cultura giapponese e non mi sento escluso. Il Giappone non è riservato solo ai giapponesi.

GV: Mi è parso di capire che aprirete un ufficio in Africa: quali sono gli obiettivi di questo ufficio per Nofi?

CD : Nous voulons êtres plus en phase avec le terrain, là où les choses se passent. En France, la communauté noire a une réalité, avec ses problématiques et ses modes de vie. En Afrique, il y a d’autres réalités. Aujourd’hui on peut parler de certaines choses mais si on les vit pas au quotidien ce n’est pas évident. Il est important de donner cette voix à des gens qui savent écrire, et qui ont envie de dire et de montrer des choses. Ne serait-ce que la beauté de ce merveilleux continent.

CD: Vogliamo essere più in linea con il luogo dove avvengono i fatti. In Francia, la comunità nera ha una realtà, con le sue problematiche e i modi di vivere. In Africa, ci sono altre realtà. Oggi si può parlare di alcune cose, ma se non le viviamo quotidianamente, non è evidente. È importante dar voce a delle persone che sappiano scrivere, e che abbiano voglia di dire e di mostrare dei fatti. Non si tratterebbe solo della bellezza di questo meraviglioso continente.

GV: Dove aprireste questo ufficio? E quando? 

CD : Idéalement ce sera en Côte d’Ivoire, ou au Sénégal peut-être. Structurellement la Côte d’Ivoire serait plus équipée pour un lancement. Il y aurait plus de liens évidents avec notre bureau à Paris. L’ouverture devrait se faire en septembre de cette année.

CD: Il luogo ideale sarebbe in Costa d’Avorio, o forse in Senegal. Strutturalmente la Costa d’Avorio sarebbe più adatta per l’apertura. Ci sarebbero più legami con il nostro ufficio di Parigi. L’apertura dovrebbe aver luogo a settembre di quest'anno.

GV: Quali sono i temi che vanno meglio su Nofi?

CD : Ce qui marche vraiment bien, c’est tout ce qui concerne l’histoire et la culture, de façon constante. Les gens en veulent toujours plus. Il y a une vraie soif d’apprendre et de découvrir. Nous avons une approche de l’actualité avec le paradigme de la culture afro. Un exemple : quand il y a a eu l’affaire avec Antoine Griezmann et son « blackface » [8]. Nous ne réagissons pas à chaud, mais nous faisons un devoir de mémoire pour expliquer [9] ce qu’est le « blackface ». C’est une pédagogie nécessaire du réel qui permet de mieux appréhender l’actualité. Un autre exemple, sur une note plus positive : nous avons travaillé avec Netflix sur la nouvelle saison de “Luke Cage”. Nous sommes allés au-delà de la célébration d’avoir un super-héros noir [10], pour aller explorer tous les codes qui dans la série rappellent la « blaxploitation [11] » et les engagements de la communauté noire aux États-Unis par rapport à la ségrégation. Les retours que nous avons eu de Netflix est que cela leur donnait de nouveaux éclairages sur leur propre série.

CD: Va alla grande tutto quello che riguarda la storia e la cultura, in modo costante. Le persone ne vogliono sempre di più. C’è una vera sete di apprendere e di scoprire. Abbiamo un approccio dell’attualità con il paradigma della cultura africana. Un esempio: quando c’è stato il fatto di  Antoine Griezmann e del suo «blackface».  [12]Non reagiamo a caldo, ma ci siamo imposti di studiare il passato per spiegare che cos’è il «blackface». È un modo pedagogico di studiare la realtà che permette di apprendere meglio l’attualità. Un altro esempio, più positivo: abbiamo lavorato con Netflix sulla nuova stagione di “Luke Cage”. Siamo andati oltre il fatto di celebrare un nuovo super eroe nero, per esplorare tutti i codici che nella serie ricordano il genere «blaxploitation [11]» e gli impegni della comunità nera degli Stati Uniti in rapporto alla segregazione. Netflix ha riscontrato che tutto ciò le forniva dei chiarimenti sulla propria serie.

GV: Il fatto di produrre molti articoli di storia permette di ricreare questa idea di una base comune?

CD : C’est sur. Lorsqu’on va parler de ségrégation aux États-Unis [13], tous les Noirs vont se sentir concernés. De près ou de loin. Et c’est pareil quand on parle des grandes figures d’Afrique : on parle d'un pays [14] mais tout le monde se sent concerné quand même. Ou quand on parle d’un ancien esclave qui a découvert la technique de la culture de la vanille à la Réunion. On se sent tous concernés parce qu’on parle de Noirs.

CD: Certamente. Quando parliamo di segregazione negli Stati Uniti [13], tutti i neri si sentono coinvolti. Da vicino o da lontano. Ed è lo stesso quando parliamo delle grandi figure africane: si parla di uno stato, [14] ma tutti si sentono coinvolti allo stesso modo. O quando parliamo di un vecchio schiavo che ha scoperto la tecnica della coltivazione della vaniglia nell'isola della Réunion. Ci si sente tutti coinvolti perché si parla di neri.

GV: Pensate che le cose si stiano muovendo in rapporto alle rappresentazioni nella cultura corrente in Francia, nei media, ma anche nella cultura, nei film e nelle serie TV?

CD : On peut avoir l’impression que ça bouge, mais en fait, dès qu’il y a une pénétration de la culture noire dans la culture mainstream, je trouve qu’elle est gommée : on la remplace par des mots. Généralement on est plus présents, mais pas forcément plus représentés. Et ce n’est pas la même chose. On est pas représentés si les personnes présentes n’ont pas le droit de s’exprimer en notre nom. C’est la même chose dans l’entrepreneuriat: c’est fou le nombre d’entreprises créées par de Noirs dans les 5-10 dernières années ! C’est génial, et dans des domaines qui vont bien au-delà des clichés de la musique et du sport. Mais il y a comme un plafond de verre qui gomme tout quand on arrive à un certain niveau, pour que ça reste blanc.

CD: Si potrebbe avere l’impressione che si muovano, ma, a dire il vero, penso che quando accade che la cultura nera penetra nella cultura corrente, risulta attenuata: la si rimpiazza con delle parole. Siamo più presenti in modo generale, ma non per forza più rappresentati. E non si tratta della stessa cosa. Non siamo più rappresentati se i presenti non hanno il diritto di esprimersi a nostro nome. È la stessa cosa dell’imprenditoria: è incredibile il numero di imprese create da dei neri negli ultimi 5-10 anni! È incredibile, e nei campi che vanno al di là dei chiché della musica e dello sport. Ma c’è come un soffitto di vetro che attenua tutto quando si arriva a un certo livello, in modo da farlo rimanere bianco.

GV: Ho l’impressione che ci sia una somiglianza in questo soffitto di vetro, tra la sotto rappresentanza dei neri e quella delle donne.

CD : Les choses se rejoignent, ça c’est clair. Surtout quand on parle de représentativité.

CD: Le realtà si sovrappongono, è chiaro. Soprattutto quando si parla di rappresentanza.

GV : Qual'è il posto delle donne a Nofi?

CD : La femme noire a une place centrale dans la culture africaine. Au Congo, certaines ethnies sont culturellement matriarcales. C’est important pour nous, et nous faisons la promotion de beaucoup d’héroïnes, femmes et noires [15], sur le site. Qu’elles soient du passé ou actuelles [16]. Des femmes qui font des choses, qui écrivent des bouquins, qui entreprennent. On a besoin d’en découvrir toujours plus.

CD: La donna nera occupa un posto centrale nella cultura africana. Nel Congo, alcune etnie sono per la cultura matriarcale. Per noi è importante, e promuoviamo molte eroine, donne e nere [15], sul sito. Del passato o della società attuale [16]. Donne che creano delle cose, che scrivono dei libri, che sono imprenditrici. Abbiamo bisogno di scoprirne sempre di più.

GV: Come immaginate il futuro tra 10 anni?

Je veux qu’on soit incontournables. Pour qu’on puisse offrir une réponse à cette question de la représentativité. Parce qu’on est là, qu’on existe, qu’on est réels et qu’il y a un besoin. On doit aller au-delà de la fois dans l’année où on va parler des Noirs pour la sortie de « Black Panther 2 ». On a envie de répondre au quotidien, avec un site internet, des réseaux sociaux, des magazines, et pourquoi pas une chaine de télé. Un groupe média fort et puissant qui serait le reflet de la communauté.

Mi piacerebbe che fossimo indispensabili. In modo da offrire una risposta alla questione della rappresentanza. Perché ci siamo, esistiamo, siamo reali e c’è una necessità. Dobbiamo superare la singola volta in un anno in cui si parla dei neri, per l’uscita di «Black Panther 2». Abbiamo voglia di rispondere al quotidianità, con un sito internet, dei social network, dei giornali e, perché no, un canale televisivo. Un gruppo mediatico forte e potente, riflesso della comunità.