Quale destino per la diversità in Afghanistan? Il caso delle comunità sikh e hindu

Sikh afgano nel suo negozio a Kabul. Foto di koldo hormaza da Madrid, Spagna. CC 2.0.

Se un singolo attacco quest'anno ha messo in evidenza l'intensificarsi dell'insicurezza in Afghanistan, è stato l'attentato suicida che a luglio ha ucciso 19 persone e ne ha ferite 10, mentre i rappresentanti sikh e hindu stavano raggiungendo il Presidente afgano Ashraf Ghani per un incontro.

Per il gruppo dell'ISIS che ha rivendicato l’ attentato suicida mirato [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] a Jalalabad, si è trattato di un colpo da maestro. Non solo il gruppo è riuscito a creare un'esplosione mortale in un'area che avrebbe dovuto essere stata messa in sicurezza per l'arrivo del Presidente Ashraf Ghani, ma è riuscito anche ad uccidere Awtar Singh Khalsa, colui che sarebbe dovuto diventare il primo rappresentante della comunità sikh nella camera bassa afgana, direttamente eletta dal popolo. Anche un prominente attivista sikh, Rawail Singh, è rimasto ucciso.

Foto di Eliatroz.com, utilizzo autorizzato.

In totale l'attacco ha provocato la morte di 17 persone tra sikh e hindu. Per questo, molti utenti dei social media lo hanno descritto come un attacco alla diversità che essi amano, e che l'ISIS è nota odiare [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Mi trovo davvero a corto di parole nel dover esprimere il nostro shock e la tristezza per la perdita dei nostri più patriottici afgani a Jalalabad – il minimo che posso dire è che si è trattato appunto di un attacco al patriottismo afgano, alla libertà religiosa, alla diversità, alla democrazia, all'amicizia indo-afgana e ai valori condivisi!

Rawail Singh e Avtar Singh erano la voce dei sikh in Afghanistan. La loro uccisione, assieme ad altri 17 sikh a Jalalabad in un attentato dell'ISIS, ha creato un vuoto. Spero che la pace ritorni in Afghanistan.

La costituzione afgana prevede che il Presidente dell'Afghanistan sia un musulmano. Ma la legislazione elettorale supporta la partecipazione politica dei sikh, che ammontano a più di un migliaio nel paese, e degli hindu, dei quali ne rimane solo qualche dozzina.

Secondo gli emendamenti apportati alla legge elettorale nel 2016, un seggio su 249 nella camera bassa è riservato ad un rappresentante della comunità sikh o di quella hindu. L'attivista per i diritti delle donne Anarkali Honaryar ha mantenuto il suo seggio nella camera alta dal 2010, seguendo un decreto presidenziale dell'ex Presidente Hamid Karzai, ed è emersa come una voce influente in favore delle minoranze.

Awtar Singh Khalsa sarebbe stato il primo rappresentante delle due comunità nella camera bassa, se non fosse stato ucciso nell'attacco. Ora suo figlio, Narinder Singh Khalsa, prenderà il suo posto, assecondando la richiesta [dari] della comunità, sapendo di avere un bersaglio sulla propria schiena.

Messi al margine della società

Nonostante più di 300 famiglie hindu e sikh vivano attualmente in Afghanistan, il numero di sikh e hindu che accedono ad istituti di istruzione superiore [dari] è pari a zero.

Rawail Singh e la figlia Komal, dalla pagina Facebook di Rawail Singh

I sikh e gli hindu in larghissima parte terminano la loro educazione durante le scuole medie, una tendenza motivata dal bullismo (sia da parte degli insegnanti che dei compagni di scuola) e dalle pressioni economiche.

Ricerche condotte nel 2009 dalla Commissione degli Stati Uniti sulla libertà religiosa nel mondo, mostrano che sikh e hindu sono efficacemente esclusi dalla maggior parte delle posizioni governative e subiscono una discriminazione sociale ad ampio raggio.

Molti si sono stabiliti a Kabul, dopo essere stati trasferiti nel corso dei conflitti nelle province di Kandahar e Helmand. Sono soliti gestire negozi di alimentari.
Dati del 2016 lasciano intendere che il 99% dei cittadini sikh e hindu afgani ha lasciato il paese negli ultimi tre decenni.

Negli anni '80, quando ammontavano a più di 220.000, potevano trovare lavoro in politica ed avere un ruolo più rilevante nella società. Gli intellettuali delle comunità sikh e hindu sostengono che in un paese rovinato dalla guerra, molti afgani hanno dimenticato il ruolo che le loro comunità avevano in passato.

L'attacco del 2 luglio è stato prontamente seguito da una protesta dei sikh a Nuova Dehli, a cui ha partecipato anche l'ambasciatore afgano in India, Dr. Shaida Abdali.

Ma all'indomani della violenza molti dei sikh afgani rimasti vedono il loro futuro nel grande vicino dell'Afghanistan, nel quale hanno maggiori legami culturali e religiosi. Un totale di 25 famiglie sikh risulta aver fatto richiesta di cittadinanza indiana immediatamente dopo l'attentato.

Molti afgani provano tristezza nel vedere i loro concittadini lasciare il paese:

Che tristezza! Non riesco ad immaginare la loro sofferenza e il loro dolore nel lasciare il paese, specialmente la famiglia di Avtar Singh, le cui ferite sono ancora fresche! Dobbiamo rendere questo paese sicuro per chiunque a prescindere dal suo credo o dalla sua etnia. Altrimenti perirà del tutto!

Per i sikh e gli hindu che rimangono, il patriottismo e il senso di comunità incarnato in Rawail Singh e Awtar Singh Khalsa sono le ragioni principali per rimanere in Afghanistan.

Signor Presidente Ashraf Ghani, deve rivedere il suo metodo per il processo di pace. Oggi abbiamo perso uno degli afgani più patriottici, Rawail Singh. Sono certa che lei ricorda la ragazza in queste foto, i suoi occhi proteggono la sua capitale dalla corruzione. Ora i suoi occhi staranno chiedendo dov'è il suo papà.

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