Il 1 agosto 2018, l'Assemblea nazionale francese ha approvato all'unanimità una legge a sostegno della lotta contro le violenze sessuali e sessiste. Uno degli elementi chiave della legge [fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], proposta dalla Ministra per le Pari Opportunità Marlène Schiappa, è l'introduzione di misure contro le molestie sessuali in strada, o “aggressioni sessiste”, così definite:
Imposer à une personne tout propos ou comportements à connotation sexuelle ou sexiste qui soit porte atteinte à sa dignité en raison de son caractère dégradant ou humiliant, soit créé à son encontre une situation intimidante, hostile ou offensante (Art. 621-1.-I.)
Imporre a una persona osservazioni o comportamenti di natura sessuale o sessista che ledano la dignità di tale persona in ragione del loro carattere degradante o umiliante, o che creino situazioni intimidatorie, ostili o offensive. (Art. 621-1.-I.)
Le “aggressioni sessiste” sono ora punibili con multe di quarta classe (90-750 euro) e con multe di quinta classe (fino a 3000 euro) nel caso di offese gravi o ripetute. Tali aggressioni si differenziano dalle molestie sessuali, che sono invece punibili con due anni di carcere e una multa di 30.000 euro.
Una legge applaudita all'estero
Nel Regno Unito, la giornalista Libby Brooks, corrispondente del Guardian dalla Scozia, ha accolto così l'approvazione della legge:
New French law to outlaw street harassment sets the bar. Shame that @PoliceChiefs chose not to record misogynist hate crime across the UK earlier this month, but perhaps its time for Westminster to act now? https://t.co/FYrrDsTgZh
— Libby Brooks (@libby_brooks) 31 juillet 2018
La nuova legge francese stabilisce standard elevati nella lotta alle molestie in strada. È una vergogna che la polizia nazionale inglese abbia deciso di non registrare i crimini d'odio a sfondo misogino avvenuti nel Regno Unito in questo mese, forse è ora che intervenga il Parlamento?
Manal Faheem Khan, giornalista pakistana e fondatrice della piattaforma femminista Laraka Larki [en], ha chiesto l'approvazione di una legge analoga anche in Pakistan:
France just passed a law in which catcallers can face on-the-spot fines upto $870! Can we please have something like this in Pakistan? Why isn't catcalling a crime here ?
— Manal Faheem Khan (@ManalFaheemKhan) 3 août 2018
La Francia ha appena approvato una legge che prevede multe immediate fino a 870 dollari per chi fa apprezzamenti e commenti volgari in strada. Si può avere qualcosa del genere anche in Pakistan, per favore? Perché qui comportamenti simili non sono un crimine? ?
El Desconcierto, un sito di informazione indipendente cileno, ha scritto su Twitter [es]:
¿Y Chile cuándo? Francia ya tiene ley contra el acoso callejero tras viralizado video de agresión contra universitaria https://t.co/1GzV0WOSTJ pic.twitter.com/lAR91tWyF0
— El Desconcierto (@eldesconcierto) 3 août 2018
Quando toccherà al Cile? La Francia ora ha una legge contro le molestie in strada, dopo il video virale di un'aggressione contro una studentessa universitaria.
In Francia, la legge è messa in discussione
Nel frattempo in Francia molti hanno mosso critiche alla legge, evidenziandone lacune e problemi.
Durante il programma radiofonico Vrai-Faux, la giornalista Geraldine Woessner ha parlato dell'inefficacia di leggi analoghe adottate in altri paesi europei: in Portogallo ad esempio, dove la legge è in vigore dal 2015, non ci sono ancora state condanne nonostante l'elevato numero di segnalazioni. In Finlandia invece, su 550 casi registrati in un anno, sono state inflitte solo 31 multe.
La polizia ha inoltre sollevato dubbi riguardo all'applicabilità della legge. In un'intervista a Le Figaro, l'agente di polizia e rappresentante sindacale Linda Kebbab si chiede come faranno i poliziotti, “già sommersi di lavoro”, a cogliere in flagrante chi fa apprezzamenti e commenti sessisti [en]:
The idea that we will be able to patrol for this kind of offense is totally idealistic.
Pensare che saremo in grado di controllare che questo tipo di reati non vengano commessi è un'utopia.
Il sito Madmoizelle.com ha invece sottolineato che la polizia in realtà è parte del problema, come rivela Paye Ta Police, un blog su Tumblr che raccoglie testimonianze di molestie sessuali:
[testo dell'immagine:] “Non sconvolgerti per questo – anch'io quando vedo un bel paio di chiappe, lo dico alla signorina.”
Di ritorno da un festival a Bruxelles con il mio ragazzo e un suo amico. Passiamo accanto a un gruppo di ragazzini, uno di loro fa un commento su di me e il mio ragazzo reagisce. Arrivano due poliziotti, il mio ragazzo spiega la situazione, al che uno dei due agenti se ne esce con questa frase.
Molti aspetti problematici
Nel settembre del 2017, Anais Bourdet, fondatrice di Paye Ta Shnek (una pagina Facebook che raccoglie testimonianze di molestie sessuali), ha evidenziato diversi aspetti problematici del disegno di legge all'epoca ancora in fase di discussione. Tra questi, vi sono la difficoltà di provare le avvenute aggressioni, la paura del confronto tra la vittima e l'aggressore, il fornire una formazione adeguata alle forze dell'ordine e il rischio di schedatura razziale.
Quindici ricercatori hanno espresso una posizione contraria in merito alla criminalizzazione delle molestie in strada in un articolo d'opinione pubblicato su Libération, sostenendo che una legge specifica su tale fenomeno sottrae energie alla più ampia lotta contro gli stupri e le violenze sessuali.
L'associazione Stop harcèlement de rue (Basta molestie in strada) ha criticato l'approvazione della legge, definendola una mancata occasione per lavorare su “misure di prevenzione, educazione e formazione volte a restituire alle donne lo spazio pubblico.”
Schedatura razziale?
Sul quotidiano online Slate [en], la giornalista americana Christina Cauterucci avverte [en]:
In France, as in the U.S., police forces have brutalized and killed black men with impunity, making communities of color wary of giving officers of the law more reasons to make arrests. In all likelihood, police officers and prosecutors will disproportionately enforce any street-harassment law against men of color, as they do with every other civil and criminal offense.
In Francia, così come negli Stati Uniti, le forze di polizia hanno brutalizzato e ucciso i neri, tanto che le loro comunità ora temono di offrire agli agenti ulteriori ragioni per arrestare persone. Con tutta probabilità, gli agenti di polizia e i pubblici ministeri applicheranno la legge sulle molestie in strada soprattutto contro gli uomini di colore, in maniera sproporzionata, come avviene per tutti gli altri reati civili e penali.
Nell'ottobre del 2017, la piattaforma femminista musulmana Lallab ha pubblicato un articolo intitolato “8 ragioni per opporsi alla criminalizzazione delle molestie in strada”, includendo tra queste il pericolo di schedatura razziale.
L'articolo sottolinea che le molestie di strada sono spesso associate a minoranze razziali che dispongono di bassi redditi e che sono già duramente “criminalizzate, sorvegliate e brutalizzate dalla polizia”. Si teme inoltre che la legge possa scatenare un dispiegamento di forze di polizia con il compito di applicare la legge “nei quartieri popolari, aumentando così la sorveglianza degli agenti sulle persone che ci abitano [en]:
We refuse to let feminism be used to reinforce the French government’s tendencies toward racism and over-policing.
Siamo contro l'uso del femminismo come scusa per rafforzare le tendenze razziste e di controllo dello stato francese.
Anche il gruppo Queer & Trans Révolutionnaires (QTR) e il collettivo afro-femminista Mwasi hanno espresso la loro opposizione, osservando che spesso la polizia non prende in considerazione le testimonianze di donne che hanno subito stupri o violenze sessuali. I due gruppi hanno contestato il fatto che agenti di polizia “profondamente sessisti, razzisti, omofobici e transfobici” saranno incaricati di “sanzionare le molestie in strada”.
Una legge deludente
Vari gruppi femministi si sono opposti anche ad altre misure stabilite dalla legge, in particolare quelle relative ai reati sessuali contro i minori e alla limitazione dei periodi entro i quali denunciare casi di stupro.
Il Groupe F (Gruppo F) ha pubblicato una lista di questioni e misure che non compaiono nel testo di legge:
Aujourd'hui est adopté à l'Assemblée Nationale le projet de loi contre les violences sexuelles. Bilan. #PJLVSS pic.twitter.com/X9LPoLk1fX
— Le Groupe F (@LeGroupe_F) 1 août 2018
Disegno di legge contro le violenze sessuali. Bilancio.
– Limite di età per proteggere i bambini vittime di violenze.
– Formazione obbligatoria per tutte le categorie professionali (sanità, giustizia, polizia).
– Educazione alla non-violenza fin da giovani.
– Misure contro le molestie sul lavoro.
– Misure contro la violenza domestica (la forma di violenza più comune).
– Obbligo per i dottori di denunciare le violenze subite dai bambini.Oggi l'Assemblea nazionale francese ha approvato una legge contro le violenze sessuali. Ecco un bilancio. #PJLVSS
Il verdetto finale del gruppo [en]:
[T]he text of the law, accompanied by large amounts of communication, turns out to be empty.
Il testo di legge, accompagnato da numerose iniziative di comunicazione, risulta vuoto.
La Fondation des Femmes (Fondazione delle Donne) si è associata a tale sentimento e in un comunicato stampa ha definito la legge “un testo sostanzialmente deludente“.
Alcuni attivisti, preoccupati per la questione, hanno lanciato sui social il movimento #NousToutes (Noi Tutte) e pianificano un’ “ondata femminista” il prossimo 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.