Il gigante russo dei social media elude le domande scomode sulla mancata tutela della privacy

Screenshot della pagina 404 del social network russo Vkontakte.

Dopo lo scandalo degli utenti di VKontakte multati e incarcerati per aver diffuso meme [en] , il gigante russo dei social media [it] ha annunciato alcuni cambiamenti nella propria privacy policy. Tuttavia, le critiche ricevute dalla società per aver prontamente fornito alle autorità russe informazioni sui propri utenti [ru, come i link seguenti] quando richieste, mantengono gli attivisti scettici a riguardo.

Lo scorso 13 agosto, annunciando le nuove misure sulla privacy, l'amministratore delegato di Vkontakte Andrey Rogozov ha risposto alle proteste garantendo l'introduzione da parte della società di nuove misure finalizzate alla tutela della privacy dei propri utenti, affermando: 

ВКонтакте как крупнейшая коммуникационная платформа обязана выполнять российские законы и содействовать поиску настоящих преступников, но мы решительно выступаем против необоснованных преследований за публикации в Интернете

Essendo la più grande piattaforma di comunicazione, noi di VKontakte siamo obbligati al rispetto delle leggi russe nonché a favorire l'identificazione di veri criminali, ma ci schieriamo categoricamente contro ogni persecuzione infondata per la pubblicazione di contenuti sul web.

Allo stato attuale, ogni utente può condividere post che figurano nel proprio news feed aumentandone la visibilità. Questo stesso principio ha dato luogo a diversi procedimenti penali ben noti per la condivisione di meme — condividere il meme offensivo creato da qualcun altro ha costituito terreno sufficiente per intraprendere un'azione penale. Una volta che un post viene condiviso, un elenco mostra gli utenti che l'hanno condiviso. Come affermato da Rogozov, tale elenco verrà presto reso visibile unicamente all'autore del post originale.

Questo fa pensare che le autorità russe stessero utilizzando tali elenchi per tracciare i post di ciascun utente. Tuttavia, vista la volontà dimostrata da VKontakte nel far circolare tali informazioni, resta da capire in che modo tale misura tutelerà gli utenti da azioni penali. 

Un ulteriore cambiamento proposto riguarda la possibilità di rendere il proprio profilo privato e accessibile soltanto ai propri amici. Attualmente, qualunque utente attivo su VKontake può visualizzare diverse sezioni del profilo di altri utenti, come la bacheca, indipendentemente dalle impostazioni sulla privacy.

Se da alcuni utenti tali modifiche sono ben accolte, altri le considerano minime, tardive nonché elusive della questione inerente i dati personali forniti sottobanco alle autorità. I commenti su VKontakte e Twitter si sono scatenati all'annuncio di Rogozov:

“VKontakte” ha annunciato “le più importanti riforme in materia di privacy degli ultimi anni”, pronte ad essere rilasciate nel giro di un mese. Sarà possibile limitare la visualizzazione dei profili soltanto ad amici e forze di polizia.

I dipendenti di VKontakte non sono stati risparmiati dagli attacchi. Quando uno dei suoi progettisti ha condiviso su Twitter un aneddoto innocuo riguardante sua madre, gli utenti non si sono lasciati sfuggire l'occasione per biasimarlo per il fatto di lavorare presso la società. 

Maksim Kats, rappresentante dell'opposizione russa, si è gettato nella mischia, affermando che fosse vergognoso lavorare per una società che opera attivamente per incarcerare gli utenti. L'account Twitter ufficiale di VKontakte è intervenuto, con l'obiettivo di distogliere l'attenzione degli utenti dagli attacchi ai propri progettisti: 

Non tollereremo un comportamento prepotente nei confronti dei nostri dipendenti. Chiunque avesse domande per VKontakte è pregato di scrivere a questo account, non abbiamo nulla da nascondere e risponderemo ai vostri interrogativi.

Kats ha immediatamente colto la loro offerta ponendo diverse domande via Twitter circa le relazioni private della società con i servizi di sicurezza russi.

Una di tali domande faceva riferimento a dichiarazioni rilasciate su Telegram, ben nota app di messaggistica e social media, riguardanti il modo in cui i dipendenti di Mail.Ru Group, società madre di VKontakte, non solo hanno condiviso informazioni degli utenti, ma hanno anche testimoniato contro di essi in tribunale.

L'account Twitter di VKontakte ha risposto dichiarando che gli autori del post su Telegram in questione sono stati fraintesi. Kats ha proseguito con una seconda domanda:

Domanda numero due: Quante volte avete presentato ricorso in tribunale contro i servizi di sicurezza alla loro richiesta di informazioni sugli utenti? È un vostro diritto.

VKontakte ha evitato la domanda, affermando che avrebbero reso l'intero processo più trasparente in futuro.

La terza domanda riguardava un indirizzo e-mail ufficiale di VKontakte che compariva in documenti del tribunale che mostravano comunicazioni tra la società e gli ufficiali dei servizi di sicurezza. La richiesta di Kats riguardava un eventuale utilizzo di tale e-mail in maniera informale, per il passaggio di informazioni alle autorità.

VKontakte ha confutato tali affermazioni affermando il bisogno di ricevere una documentazione ufficiale successiva alle richieste effettuate dalle autorità per e-mail. Senza tale documentazione – hanno aggiunto – la richiesta rimane insoluta.

Kats ha fatto ulteriori pressioni, chiedendo quante di tali richieste siano rimaste insolute, e l'account di VKontakte ha affermato che le statistiche sarebbero state rese disponibili a breve in un rapporto. Kats ha continuato insoddisfatto, spingendoli a rendere tali informazioni disponibili immediatamente. Cosa che non è stata fatta. 

Come ultima domanda, ha chiesto come mai gli utenti non siano stati informati della richiesta dei loro dati da parte delle autorità.

VKontakte ha risposto citando l'Articolo 161 del Codice Penale russo, che vieta la condivisione di qualunque materiale relativo a indagini penali preliminari. Kats e altri utenti si sono appellati contro la terminologia legale utilizzata da VKontakte, facendo notare che la maggior parte delle richieste relative a casi di condivisione di meme costituivano in realtà parte di indagini pre-investigative e dunque non soggette alla privacy di cui all'Articolo 161.

L'account Twitter di VKontakte non ha più dato alcuna risposta.

Questo pubblico scambio al limite della tensione ha lasciato molti indifferenti. Lentach, un aggregatore di notizie russo, ha riassunto lo scambio di Tweet come

“VKontakte” risponde alle questioni insolute sulla collaborazione con gli investigatori, ma senza chiarire nulla.

Note al meme: “Domande scomode” sul braccio, logo di VKontakte sul cane.

Con il vacillare dell'immagine pubblica della società, le statistiche fornite da Liveinternet, un analizzatore del traffico sul web, mostrano che il traffico su VKontakte ha subito un costante declino a partire dalla fine del 2016. Le statistiche per il 2018 annullano il modesto aumento dell'anno precedente. Vkontakte nega l'attendibilità di tali statistiche. L'utente che le ha per primo scoperte ha in seguito riportato non fossero più accessibili in quanto VKontakte ne avrebbe apparentemente bloccato l'accesso con una password.

Il gigante dei social media è in piena modalità di controllo dei danni, e resta da vedere se tali aperture verso la trasparenza si tradurranno in misure reali. A loro difesa, una presa di posizione evasiva indica il contrario. 

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