- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

L'espulsione di un giornalista da un ristorante accende il dibattito sul razzismo in Angola

Categorie: Africa sub-sahariana, Angola, Censorship, Citizen Media, Diritti umani
Vestimentas de Hossi Sonjamba no dia do acto | Foto usada com permissão por Hossi [1]

Cosa indossava Hossi Sonjamba quel giorno | Foto concessa da Hossi – 26 Agosto 2018.

La presunta aggressione ed espulsione di un giornalista da un ristorante esclusivo in Luanda [2] [it] accende una controversia sul web: si affronta il tema del razzismo e della discriminazione in Angola.

Il 26 agosto, il giornalista e attivista Simão Hossi, insieme a degli amici aveva deciso di provare il ristorante Cafè del Mar. Su ordine del direttore, due dipendenti avrebbero seguito Hossi mentre quest'ultimo si recava in bagno. I due avrebbero picchiato ed espulso il giornalista dal ristorante con la scusa dell’ abbigliamento poco consono all'ambiente.

In seguito all'accaduto, Hossi ha pubblicato la propria versione dei fatti in un post [3] [pt, come i link seguenti] su Facebook:

Ontem, domingo 26 de Agosto, desloquei-me a Ilha de Luanda, em companhia de 3 amigos sendo um deles um Cidadão Norte Americano que esteve em Angola a trabalho, trata-se de Jeremias Dito Dalí, Massilon Chindombe, e o Rudy Massamba que veio de Washington DC.

(…) enquanto procurava-se pelo lugar para sentarmos decidi ir ao banheiro e, como não conhecia a casa perguntei a uma atendente, esta indicou que fosse sempre em frente por estar apresada, como não achava, perguntei a uma funcionária de limpeza, está por sua vez questionou-me logo de onde vinha, eu respondi a ela no caso a funcionária que estava no interior do restaurante e que precisava do banheiro, ela indicou-me e fui usar o mesmo.

Tão logo saí do banheiro deparo-me com mais ou menos 4 a 5 seguranças internos vulgos Caenches que abordaram a minha pessoa com as questões, o que estava aí a fazer, de onde vinha e, estes por sua vez obrigavam a segui-los eu questionei para onde eles queriam levar-me se estava acompanhado. Foi assim que eles a força, um deles pegou me a força como se um bebê até fora do recinto do restaurante onde fui atirado ao chão, este mesmo que carregou deu-me bofetadas, para além destes em conjunto terem preferidos palavras de que, aquele não era o local para mim, mesmo eu tendo insistentemente afirmado que estava acompanhando com mais 3 pessoas.

Quanto a questão das minhas vestimentas, eu estava de chinelas de facto, estava com uma calça e camisola normal, havia pessoas com calções e chinelas mas fui mesmo o alvo.
Para mim o pessoal da segurança não agiu isoladamento, tiveram cobertura da gerência do restaurante.

Ieri, 26 agosto, ho visitato l'isola di Luanda in compagnia di tre amici, tutti cittadini americani che si trovavano in Angola per lavoro: Jeremias Dito Dalí, Massilon Chindombe e Rudy Massamba da Washington DC.

(…) mentre cercavamo un posto dove sederci, decido di andare al bagno e, poiché non conoscevo il locale, chiedo indicazioni a un cameriere. Mi dice che il bagno si trovava esattamente di fronte, ma che era occupato. Continuo a non trovarlo, così chiedo ad un'addetta delle pulizie. Voleva sapere da dove venissi, rispondo come avevo fatto all'addetto precedente e ribadisco di avere urgentemente bisogno del bagno. Seguo le sue indicazioni e finalmente arrivo a destinazione.

Appena uscito dal bagno mi imbatto in 4 o 5 addetti alla sicurezza che iniziano a chiedermi cosa stessi facendo lì, da dove venissi, per poi costringermi a seguirli. Chiedo dove mi stessero portando. In quel momento hanno cominciato a usare la forza. Uno di loro mi ha trascinato come un bambino fuori dal ristorante, gettandomi a terra. Mi ha picchiato, dicendo che quello non era il posto per uno come me. Non è servito a niente ribadire di essere accompagnato da altre tre persone.

Per quanto riguarda l'abbigliamento, indossavo delle infradito, dei normalissimi pantaloni e una maglietta lunga, come tanti altri in quel ristorante.Il bersaglio ero io.

Penso che gli addetti alla sicurezza non abbiano agito da soli, ma siano stati incaricati dal gestore.

La storia è stata ampiamente condivisa [4] sui social e molti hanno criticato e protestato contro il ristorante – tra di loro anche dei clienti abituali. Hossi è stato invitato da TV Zimbo [5], uno dei canali più seguiti in Angola, per raccontare l'accaduto.

In un post su Facebook, condiviso successivamente dal giornale O Paìs [6], il consigliere presidenziale Ismael Mateus ha dichiarato che questo episodio di razzismo contro Simão Hossi sia uno dei tanti che avvengono nel Paese.

Secondo Mateus, il razzismo in Angola non è una novità, ma la gente fa finta di nulla. In alcune aziende, spiega, avere la pelle chiara è fondamentale per ottenere un lavoro o per avere un trattamento di favore:

Acontece nas nossas barbas e enquanto não tomarmos consciência disso, as coisas vão continuar. Um dia, quando alguém perder a cabeça e acontecer um incidente grave, ninguém se irá lembrar das pessoas que andam há anos a dizer que precisamos de discutir o racismo contra a grande maioria negra.

Succede sotto i nostri occhi, non ci facciamo caso e le cose continuano in questo modo. Un giorno, quando qualcuno perderà la testa e accadrà qualcosa di grave, nessuno ricorderà coloro che si sono prodigati per affrontare il tema del razzismo contro la stragrande maggioranza della popolazione di colore.

La reazione del ristorante

A sua difesa, il ristorante ha scritto [7] che Simão Hossi era vestito in maniera inadeguata. Secondo la versione del gestore, Hossi sarebbe stato rimproverato da un'addetta alle pulizie per il suo abbigliamento indecente. Lo staff del ristorante avrebbe dunque avvertito il capo della sicurezza, che ha chiesto ad Hossi di lasciare il locale poiché metteva a disagio gli altri clienti.

Fuori dall'edificio, gli agenti di polizia erano pronti a intervenire a nome di Simão Hossi, che aveva dichiarato di essere stato aggredito. L'uomo non è stato creduto, in quando non riportava alcun segno di aggressione.

Il web si divide

In un post di Facebook, Joaquim Lunda [8], un amico di Hossi, non si spiega come possa essere accaduto un fatto del genere:

…várias vezes eu já estive neste local em que mencionas, de calções e chinelos e ainda hoje estive lá de calções e chinelos, mas tive um bom tratamento pelos funcionários…será que discutiste com algum funcionário, coisa parecida? Acho mesmo muito estranho isso que acabas de mencionar.

…Sono stato diverse volte in quel locale, sempre in infradito e pantaloncini, anche oggi ci vado così e lo staff mi ha sempre trattato bene… sarà cambiato qualcuno tra il personale, potrebbe essere? Tutto ciò è molto strano.

Miguel Quimbenze [9] incolpa Hossi di aver maltrattato la donna delle pulizie:
Mano tu provocaste esta situação, trataste mal a funcionária auxiliar de limpeza, os seguranças apareceram em função da informação dada pela Sra. Penso que a pergunta que lhe foi feita pela Sra era normal.

Te la sei cercata amico, hai maltrattato l'addetta alle pulizie, la sicurezza è intervenuta sulla base delle informazioni fornite dalla donna. Penso che la domanda che ti ha rivolto la signora fosse lecita.

Intanto, André Mfumu Kivuandinga [10], un utente che ha seguito la vicenda, ha incoraggiato Hossi a andare avanti:
Mano tens que ir mesmo adiante com isso. Não se pode tolerar injustiças ou discriminações. Estou consigo, se precisar de minha ajuda, sabes onde me localizar. Aliás, posso fazer um trabalho sobre isso.

Vai avanti amico, questa situazione non si può tollerare. Sono con te, se hai bisogno del mio aiuto sai dove trovarmi. Posso aiutarti in qualche modo.

Il presentatore Salgueiro Vincente [11], a sostegno di Hossi, ha organizzato su Facebook una protesta nei pressi del ristorante, così come dibattiti, canzoni e poesie.

[12]

Action taken in support of the activist and journalist Hossi Sonjamba | Foto usata con permesso.

In risposta alle proteste organizzate da Vincente, Elísio dos Santos Magalhães [13]ha sottolineato l'importanza di un sentimento di unione contro il razzismo:

Estamos todos ligados nesta causa o racismo divisionismo, tribalismo, perconceito racial basts chega, chega, chega, chega Angola sem racismo todos somos um só! E muitos felizes ,chega de perconceito de cor da pele chega, um dia eu ja sofri isto ando muito magoado pelo os meus ex sogros e depois de vinte anos tiraram-me a mulher por eu ser mistiço abaixo o racismo nas familias ja destruiram muitas familias em Angola chega chega basta…

Siamo tutti coinvolti nella causa, il razzismo che divide, il tribalismo, il pregiudizio razziale, basta, basta, basta, basta, basta. Fuori il razzismo dall’ Angola, restiamo uniti! E felici, stanchi dei pregiudizi sul colore della pelle; un giorno ho subito questa sofferenza da parte dei miei ex suoceri che dopo vent'anni mi hanno portato via mia moglie solo perché sono mulatto. È per colpa del razzismo insito nelle famiglie, le famiglie in Angola si stanno sgretolando. Basta, basta, basta!

Il 9 settembre, giorno dell'evento, i manifestanti hanno pubblicato delle foto di fronte al ristorante:

Concentração de fronte ao restaurante | Foto usada com permissão - Hossi Sonjamba (09.08.2018) [14]

Manifestazione di fronte al ristorante | Foto concessa da Hossi Sonjamba (09.09.2018).

Concentração de fronte ao restaurante | Foto usada com permissão - Hossi Sonjamba (09.08.2018) [15]

Manifestazione di fronte al ristorante | Foto concessa da Hossi Sonjamba (09.09.2018).

Secondo il post di Hossi [16], le autorità dell’ Angola stanno ancora indagando sul caso.