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‘Siamo vittime che assistono altre vittime': la documentazione delle violazioni dei diritti umani in Nicaragua

Categorie: America Latina, Nicaragua, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Politica, Protesta
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Screenshot del video #SOSNicaragua condiviso dalla testata The Nicaragua Press sul suo canale YouTube.

Nei due mesi successivi al 18 aprile 2018, i nicaraguensi sono passati dalle semplici proteste [2] [en] contro varie decisioni impopolari del governo a quella che oggi sembra essere una vera e propria rivolta basata sulla resistenza pacifista. Sono state occupate università [3] [es, come i link seguenti, salvo dove diversamente indicato], bloccate autostrade, [4] organizzati scioperi [5] generali. Quartieri interi sono stati circondati da barricate improvvisate, [6] erette dai cittadini per impedire alle forze “paramilitari” filo-governative di entrare [7].

Secondo i dimostranti, [8] la rapida evoluzione di questo movimento popolare è stata accelerata dalla profonda indignazione [9] per le violente repressioni governative delle manifestazioni. Al momento della pubblicazione di questo articolo, il bilancio delle azioni repressive del governo era di 178 morti [10] e altri 1.400 feriti.

La maggior parte delle morti accertate (il numero effettivo potrebbe essere più alto) sono state causate da ferite di armi da fuoco alla testa, al collo e al corpo. [11] I gruppi di difesa dei diritti umani, come il Centro per la Difesa dei Diritti Umani del Nicaragua e Amnesty International, hanno definito queste morti come “esecuzioni extragiudiziarie [12]“.

Gli eventi sono rapidamente deteriorati e online circolano molte accuse. Da parti diverse del paese, sono stati condivisi video e rapporti su Facebook e Twitter [13] che mostrano gruppi armati nell'atto di intimidire e attaccare i dimostranti o persone che si rifiutano di collaborare con loro.

Durante un weekend, una famiglia con due bambini è stata arsa viva in una casa data alle fiamme da gruppi armati. Le accuse volano, ma familiari e testimoni affermano che i responsabili sono gruppi paramilitari legati al governo del Presidente Daniel Ortega e al Vicepresidente Rosario Murillo.

Il Nicaragua inviterà le organizzazione dei diritti umani a indagare sulle violenze commesse (accordo).

Il punto di vista dei difensori di diritti umani: “Tutto è capovolto”

Mentre i media sono concentrati sul raccontare ciò che accade nelle strade, e sui tentativi di creare un dialogo nazionale che sembra puntare verso un cambio di governo [18], Global Voices ha contattato un gruppo di attivisti che in mezzo al caos sta lavorano all'unisono per documentare meglio le accuse di violazioni dei diritti umani che si sono verificate nel paese.

Per meglio comprendere il loro lavoro e la dimensione di questo conflitto, abbiamo intervistato “Marina” (il cui nome è stato cambiato per motivi di sicurezza). È una femminista, cyberattivista, avvocato, esperta in problemi di genere e nello sviluppo.

Attualmente, collabora con il Centro per i Diritti Umani del Nicaragua (CENIDH in spagnolo), nella città di León. CENIDH è un'organizzazione che promuove e protegge i diritti umani, costituita dalla società civile del Nicaragua nel 1990, ossia nel periodo post bellico, [19] durante il quale il paese si stava avviando verso un governo democratico.

All'indomani della crisi politica che ha avuto inizio il 18 aprile 2018, e a seguito delle diffuse repressioni in tutto il paese, CENIDH si è unito a femministe come Marina a León per iniziare a documentare le accuse dei cittadini che vivono nella metà occidentale del paese.

Global Voices (GV): in che contesto avete iniziato a documentare le accuse di violazioni dei diritti umani a León? [en]

Marina: At this time, there is a profound dismantling of institutions of order and justice, and of basic rule of law. A climate of threat and terror exists in society. Everything is upside down. The National Police have abandoned their duty to protect the people, and are instead repressing and assassinating citizens. The Institute of Forensic Medicine has foregone forensic exams and falsified reports. The Public Ministry is dedicated to making up charges against innocent citizens to cover up crimes committed by the National Police.

Victims and their families continue to be under siege. Several of them have been forced to withdraw their accusations. And for us, it is even more complex, because human rights defenders are also subjected to persecution and intimidation.

Marina: in questo momento stiamo assistendo ad un radicale smantellamento delle istituzioni dell'ordine, della giustizia e delle norme legali di base. Nella società si è diffuso un clima di minaccia e terrore. Tutto è capovolto. La Polizia Nazionale sta trascurando il suo dovere di proteggere le persone e si occupa invece di reprimere e assassinare i cittadini. L'Istituto di medicina forense ha perso esami forensi e falsificato rapporti. Il Pubblico Ministero sembra essere più occupato a fabbricare accuse contro gli onesti cittadini per coprire i reati commessi dalla Polizia nazionale.

Le vittime e le loro famiglie continuano a essere sotto assedio. Molti di loro sono stati obbligati a ritirare le loro accuse. Per noi, la situazione è ancora più complessa, perché i difensori dei diritti umani sono oggetto di persecuzioni e intimidazioni.

GV: quando ricevete un accusa, come procedete e come gestite il carico di lavoro? [en]

Marina: We don't have an office. We work from our homes and in other communities in the western half of the country, in places such as churches, hospitals, locations that similar organizations let us use, cafes, etc. In several cases, and out of fear of reprisal, the victims send us recordings of their accusations. [In those cases] we don't get to see them in person. We transcribe the recordings and send their case file back to them via email for verification or to add more details.

The citizens only trust in human rights institutions. For us, this is a tremendous responsibility and commitment. We believe that at the present time, after the Catholic Church, institutions that defend and promote human rights have the most credibility.

Marina: non abbiamo un ufficio. Lavoriamo dalle nostre abitazioni e in altre comunità, nella metà occidentale del paese. Lavoriamo in luoghi come chiese, ospedali e organizzazioni simili alla nostra che ci permettono di utilizzare il loro spazio, nei café, ecc. In molti casi e per paura di repressioni, le vittime ci mandano registrazioni delle loro accuse. In questi casi non li incontriamo di persona. Trascriviamo la registrazione e rimandiamo loro un fascicolo per e-mail, perché possano verificare che sia corretto o se hanno qualcosa da aggiungere.

I cittadini si fidano solo delle organizzazioni di difesa dei diritti umani. Per noi, è una terribile responsabilità e al tempo stesso un grande impegno. Attualmente, solo le organizzazioni che difendono e promuovono i diritti umani sono quelle più credibili dopo la Chiesa Cattolica.

GV: che tipo di testimonianze raccogliete? Quali sono le accuse più comuni per le quali vi contattano le persone? [en]

Marina: The most serious testimonies have been a report of a heinous murder and sexual violence, and accusations of murder. The most frequent are physical aggression, serious aggression by the police, cases of young people bring shot, repression of the right to protest, death threats, intimidation, coercion of public employees who have come to us to make accusations, torture… We cannot speak a lot about the particular cases, only of general characterizations, to maintain confidentiality. 

Marina: le testimonianze più gravi sono quelle relative a resoconti di atroci assassini e violenze sessuali, e anche accuse di omicidi. I casi più frequenti sono aggressioni fisiche, gravi aggressioni, uccisioni di giovani colpiti da armi da fuoco, repressione del diritto a manifestare, minacce di morte, intimidazioni, coercizioni nei confronti di pubblici dipendenti che si sono rivolti a noi per presentare accuse, denunciare torture… Per motivi di riservatezza, non possiamo dare dati di casi particolari, ma solo fornire informazioni di carattere generale.

“Il linguaggio giuridico non sana i traumi”

Il lavoro dei difensori dei diritti umani è prevalentemente orientato a condannare le violenze e sostenere le persone che hanno vissuto questi traumi. Allo stesso tempo, è altrettanto importante raccogliere le testimonianze, documentare le accuse e predisporre i casi. Uno sforzo che è difficile da capire da lontano e nel breve termine, ma sarà fondamentale nei futuri processi di riconciliazione, perché consentiranno di ricreare la memoria e rivitalizzare le istituzioni.

Il governo nicaraguense ha accettato di invitare le organizzazioni dei diritti umani [per indagare].

GV: al momento, quali possibilità legali hanno le vittime? [en]

Marina: The legal possibilities are next to none. The act of making an accusation is a gesture of symbolic justice. It is the first step in facing the trauma. And we know that legal language does not address trauma.

We believe that the importance of our work is based on the creation of a case file. Right now, there is very little that can be done. My colleague tells me that her dream is for us to create a ‘National Registry of Victims of State Terrorism’, such as one recently created in Guatemala with the historical sentence in the Molina Thiessen case [23]. Guatemala, in these areas, and among these winds of change, has been an important example in Central America.

We want to help tell this story together so that it never happens again. It is incredible that only 39 years ago on these same dates [24], we were on the eve of defeating one of the longest and cruelest dynastic dictatorships [25] seen on the American continent.

Marina: Sono praticamente inesistenti. L'atto di presentare un'accusa è un gesto di giustizia simbolico. È il primo atto per affrontare il trauma. E sappiamo che il linguaggio legale non sana i traumi.

Riteniamo che l'importanza del nostro lavoro risieda nella creazione di fascicoli. Ora come ora, c'è poco che si possa fare. Una delle mie colleghe mi ha detto che il suo sogno sarebbe quello di creare un ‘Registro nazionale delle vittime del terrorismo’, come quello recentemente creato in Guatemala con la storica sentenza del caso di Molina Thiessen [23] [en]. In queste aree e in mezzo a questi venti di cambiamento, il Guatemala è un importante esempio che il Centro America può seguire.

Vogliamo aiutare a raccontare questa storia, in modo che non possa più ripetersi. Ha dell'incredibile che intorno alle stesse date di 39 anni fa [26] [it], eravamo sul punto di abbattere una delle più lunghe e crudeli dittature dinastiche [27] [it] del continente americano.

GV: cosa significa per te questo lavoro? Come riesci a gestirlo emotivamente e quali sono le tue motivazioni? [en]

Marina: The testimonies are difficult. We process them, listen to them, and digest them. It is the most Christian thing I have done in my life: “love your neighbor as yourself”. It is a dangerous and risky job. We don't have the necessary resources and funds. The defenders of human rights are the last ones to listen to our own bodies and grievances. There are victims of this system on all levels. We are victims who assist victims.

Marina: ascoltare le testimonianze è difficile. Le elaboriamo, le ascoltiamo e le digeriamo. È ciò di più cristiano che abbia mai fatto nella mia vita: “ama il prossimo tuo come te stesso”. È un lavoro pericoloso e rischioso. Non abbiamo le risorse e i fondi necessari. I difensori dei diritti umani sono gli ultimi ad ascoltare i propri corpi e le proprie lamentele. Questo sistema ha causato vittime a tutti i livelli. Noi siamo vittime che assistono altre vittime.