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“Dovevo essere nera cubana!” Intervista su cyberfemminismo, questioni di genere, omofobia e immigrazione in prima persona

Categorie: America Latina, Europa occidentale, Cuba, Germania, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti gay (LGBT), Donne & Genere, Etnia, Migrazioni

Sandra Abd’Allah-Alvarez. Fotografia utilizzata con permesso.

Sandra Abd’Allah-Alvarez Ramírez è nata a L'Avana. La sua formazione è varia: psicologia, genere e comunicazione; come il suo attivismo: LGTBI, femminista e antirazzista. La sua vita, in quanto donna nera dei Caraibi e cubana, si è concretizzata 12 anni fa con il su un blog intitolato Negra cubana tenía que ser (Dovevo essere nera cubana). Sul blog, tra le altre cose, si parla di razza, razzismo, genere, omofobia e migrazione in prima persona, ma si va ben oltre.

Sandra fa inoltre parte della nostra comunità come autrice di Global Voices [1] [es, come i link seguenti] facendo in parte riferimento a conversazioni e a comunità di attiviste che hanno a che fare con la tecnologia.

Il blog gioca con la lingua e il doppio significato, creando uno stile unico e una maniera di evidenziare i lati ironici e le complessità delle tematiche trattate, senza nessuna dissimulazione. In un momento in cui i blog personali sembrano aver perso slancio, Negra cubana tenía que ser mantiene vivo l'attivismo e la riflessione collettiva attraverso gli strumenti del cyberfemminismo.

In questa chiacchierata con Global Voices, Sandra sottolinea le disuguaglianze che crediamo nascoste e che definiscono le identità, che cambiano in contesti differenti, inclusa Cuba da cui proviene, e la Germania dove vive oggi. 

GV: Che differenze sostanziali trovi tra Cuba e la Germania riguardo alle tematiche di razza/razzismo? 

SA: Creo que en Cuba la gente no tiene miedo ni siente vergüenza por reconocerse racista, o por no saber qué pasa fuera de la isla. Si alguien te grita en la calle “negra cochina”, no dejará de haber quien piense que tienen razón. No existe una legislación específica contra el racismo ni la discriminación racial que te ayude a lidiar con ciertos episodios. Todo queda en el ámbito de la “autovictimización”, la “suceptibilidad” y el “complejo”.

En Alemania yo diría que el racismo está íntimamente ligado a la xenofobia. Por eso las personas que no son “blancas”, según lo que significa ser blanco aquí, son percibidas como extranjeras. Diría también que aquí está mal visto ser racista y, aunque probablemente no vivas episodios notables de racismo, sí verás expresiones diversas y constantes de microrracismo. Por lo demás, la discriminación racial no solo está mal vista, sino que hay instrumentos legales para defenderse.

SA: Credo che a Cuba la gente non abbia paura nè si vergogni di riconoscersi razzista, o di non sapere che succede al di fuori dell'isola. Se qualcuno ti urla per strada “sporca negra”, ci sarà sempre chi pensa che abbia ragione. Non esiste una legislazione specifica contro il razzismo nè contro la discriminazione razziale che ti aiuti ad affrontare certi episodi. Tutto rimane nell'ambito dell’ “autovittimismo”, della “suscettibilità” e del “complesso”.

In Germania, direi che il razzismo è intimamente legato alla xenofobia. Per questo le persone che sono “bianche”, secondo il significato che ha qui essere bianco, sono considerate straniere. Direi anche essere razzista qui è deplorevole e, anche se non lo vivrai, probabilmente, episodi evidenti di razzismo li vedrai in espressioni diverse e costanti di microrazzismo. Per il resto, la discriminazione razziale non è solo disapprovata, ma esistono strumenti legali per difendersi.

GV: In un testo racconti che essere nera in Germania vuol dire essere automaticamente migrante, che tu sia nata nel paese o no. In cosa si traduce ciò per le comunità nere di lì?

SA: No habiendo nacido aquí solo puedo darte mi visión (sesgada) del asunto: creo que es un reto para la identidad ser una persona negra y haber nacido aquí. La gente negra aquí no la tiene nada fácil. Constantemente tienen que estar explicando que no hablan sino alemán y que no conocen otra cultura que no sea esta.

SA: Non essendo nata qui posso solo darti la mia visione (distorta) della questione: credo che sia una sfida per l'identità essere una persona nera ed essere nata qui. I neri qui non hanno vita facile. Devono spiegare continuamente che non parlano altro che tedesco e non conoscono un'altra cultura al di fuori di questa.

GV: Cosa non ti aspettavi di vivere e di cosa ti sei liberata lasciando Cuba?

SA: No esperaba la gran autonomía que gané, ni la posibilidad de relacionarme y aprender de gente muy diversa. Cuba es una isla dentro de una isla, dada su condición de pedazo de tierra en el mar y también por su sistema político.

SA: Non mi aspettavo la grande autonomia che ho guadagnato, nè la possibilità di relazionarmi ed imparare da gente molto diversa. Cuba è un'isola dentro un'isola, data la sua condizione di pezzo di terra sul mare e anche per il suo sistema politico.

GV: E sulle questioni riguardanti l'orientamento sessuale? 

SA: En Cuba estamos aún en pañales. Aunque se haya hecho mucho, queda muchísimo por hacer. Alemania, como sociedad capitalista, piensa más en los derechos individuales. Por eso aquí, a excepción de la adopción, las personas LGTBTQI gozan de los mismos derechos que el resto de la población. 

SA: A Cuba siamo ancora all'inizio. Sebbene si sia fatto molto, resta moltissimo da fare. La Germania, come società capitalista, pensa più ai diritti individuali. Per questo motivo, ad eccezione dell'adozione, le persone LGTBTQI godono degli stessi diritti del resto della popolazione.

Tra i momenti che più hanno segnato la vita di Sandra c'è il fatto di aver abbandonato, per amore, Cuba per andare a vivere in Germania. Con questo si aggiunge un altro margine ad una biografia piena di intersezioni, affermazioni e battaglie. Un tessuto che ha molta influenza sul suo lavoro. 

GV: Perdoni a Cuba il fatto che tu abbia dovuto lasciare la tua terra per sposarti con la donna che amavi?

SA: Sí, claro, fue una decisión personal. Lo que no le perdono es que cinco años después de mi salida aún tengamos que continuar luchando por los derechos de las personas LGBTQI.  

SA: Sì, certo, è stata una decisione personale. Ciò che non le perdono è che cinque anni dopo la mia partenza, dobbiamo ancora continuare a combattere per i diritti delle persone LGBTQI.

[2]

Logo originale del Directorio de Afro-Cubanas. Preso dalla pagina del progetto e utilizzato con permesso.

GV: E per quanto riguarda le questioni di genere? Vedete cambiamenti?

SA: Lamentablemente la respuesta es no. En este artículo [3] denuncio cómo, a pesar de la ley de maternidad tan progresista que tiene Cuba, existen mujeres obligadas a abortar para conservar su trabajo. Ese sector ha construido sus propias maneras de hacer, algunas de ellas al margen o incluso paralelamente de las leyes del país.

SA: Sfortunatamente la risposta è no. In questo articolo [3] denuncio che, nonostante la tanto progressista legge di maternità che ha Cuba, esistono donne obbligate ad abortire per tenersi il lavoro. Quel settore ha costruito i propri modi di fare, alcuni di loro al margine o addirittura in parallelo con le leggi del paese.

Inoltre, tra tutti i suoi testi di riflessione, Sandra ha portato a termine tutto un lavoro di ricerca e riconoscimento delle donne afrocubane con la creazione di un consiglio di amministrazione nel quale raccoglie i loro profili e le loro storie. Così, il Consiglio delle Afrocubane [2] è uno strumento digitale con schede di donne cubane di origine africana che hanno contribuito in maniera significativa alla cultura e alla storia del paese:

SA: La necesidad surge de la histórica invisibilidad que ha tenido lugar en Cuba con los aportes de las mujeres afrodescendientes. También se busca acercar a las afrocubanas al público en general. Siempre y cuando sea posible, en las fichas aparecen los datos de contacto de la persona en cuestión.

De alguna manera el Directorio es también mi tributo a estas mujeres y una forma de devolverles lo que ellas han dejado en mí. Honrar, honra.

SA: La necessità nasce dall'invisibilità storica che si è verificata a Cuba con l'apporto delle donne di origine africana. Si cerca inoltre di avvicinare le afrocubane al grande pubblico. Sempre e quando è possibile, nelle schede sono presenti i dati per contattare le persone in questione.

In un certo senso il Consiglio di amministrazione è anche il mio tributo a queste donne, e una maniera per dare loro quello che hanno lasciato dentro me. Onorare, onore.