Gli accordi di pace in Colombia vacillano e decine di attivisti per i diritti umani sono stati uccisi

Screenshot del video “No están solos” (Non siete soli) che mostra delle immagini della protesta in difesa degli attivisti in Colombia. Video e immagini sono stati diffusi da Contagio Radio, una radio locale indipendente che difende i diritti umani.

La Colombia, uno dei paesi più pericolosi per gli attivisti per i diritti umani [en], ha tentato di frenare il conflitto armato [it] che ormai affligge il Paese da oltre 50 anni attraverso un complesso processo di pace [en] che ha avuto inizio nel 2012.

Poiché le trattative vacillano, molti attivisti nel sociale tra cui leader locali, difensori del territorio, promotori dei diritti di sessualità e di genere, insegnanti e giornalisti sono stati presi di mira e uccisi in gran numero. Le vittime sono in aumento.

Il recente governo del Presidente Ivan Duque non risponde in modo adeguato [en] all'emergenza, negando spesso la natura sistematica della violenza [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]. In questo modo, diventa molto difficile seguire e monitorare i singoli casi.

In un articolo del giornale El Tiempo è stata pubblicata una mappa in cui sono indicate le aree più vulnerabili in cui il conflitto armato è più attivo. L'organizzazione non governativa Indepaz (“Istituto di Pace e Sviluppo”) ha calcolato che, solo nel 2018, siano stati assassinati circa 124 attivisti, e che altri 300 siano stati uccisi a partire dal 2012, quando è iniziata la trattativa di pace.

Se non c'è terra, non c'è pace

La lotta per il possesso delle terre [en], così radicata in Colombia, deriva da una iniqua distribuzione dei terreni [en]. Questa violenza crescente è il risultato di complicazioni scaturite da accordi di pace molto deboli, che avrebbero dovuto garantire un'equa distribuzione dei diritti sul territorio.

La Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC), il principale gruppo di ribelli, ha accettato di deporre le armi lasciando un vuoto di potere che è stato subito colmato da ex membri del FARC che sono ancora attivi nel conflitto. Probabilmente molti sono motivati da interessi economici, mentre altri rifiutano le insicurezze di una vita civile. Infatti, molti ex membri del FARC sono stati presi di mira [en] e uccisi nel momento in cui hanno cercato di reinserirsi nella società. Altri gruppi armati illegali [en] come il Clan del Golfo (Autodefensas Gaitanistas de Colombia- AGC), stanno prendendo il controllo delle ex roccaforti delle FARC.

Alcuni gruppi civili sono certi del fatto che questi attacchi siano manovrati da alcune entità aziendali, non solo dai gruppi armati [en]. I piani del Presidente Duque circa lo sviluppo di un’ economia estrattiva fa tremare gli attivisti per la propria incolumità, poiché sono tante le aziende internazionali che nutrono un forte interesse nelle terre contese.

Nel dicembre 2017, alcuni leader di Bajo Atrato, una delle regioni più pericolose del paese situata a nord della Colombia, ha fatto irruzione al Congresso con i volti coperti da maschere bianche per protestare contro l'uccisione di due loro leader, colpiti mentre proteggevano le proprie terre dagli investitori delle industrie di olio di palma e di produzione di banane: 

Somos familiares de líderes asesinados en la región y todos estamos amenazados de muerte por una estrategia determinada por empresarios que han sido señalados en diferentes instancias judiciales y por empresarios que han sido denunciados. ¿Hasta cuándo y cuántos más?

Siamo i familiari dei leader uccisi nella nostra regione. Abbiamo ricevuto delle minacce di morte per una strategia decisa a tavolino da imprese e imprenditori che sono già stati segnalati e denunciati alle autorità. Per quanto tempo [deve andare avanti questa storia] e quanti ancora [devono morire per questo]?

“Sta succedendo sotto i nostri occhi…”

La Pulla, un canale opinionista su Youtube, ha prodotto una serie di video intitolata  “Me acabo de enterar” (L'ho appena saputo) per spiegare, in stile dark humor, il contesto in cui avvengono queste uccisioni. Descrivono gli attivisti come coloro che “hanno chiesto alcune semplici cose: un terreno, scuole, ospedali, acqua potabile, strade e…oh, la pace…”

Il presentatore continua dicendo: 

Estas personas son la piedra en el zapato para los intereses de los grupos armados, que son el control sobre el territorio, la minería ilegal y las rutas del narcotráfico.Y esto no tiene pocas consecuencias: cuando matan a un líder social están matando las posibilidades de cambio de una comunidad, porque los proyectos que dirigía quedan en el aire y a la gente le da miedo continuarlos. Muchas veces se van por miedo a que les pase lo mismo o porque ya están amenazados. El mensaje se entiende. Así eliminan cualquier oposición y todo sigue como estaba, los jodidos más jodidos y los señores de la guerra, dueños de todo. Esto pasa frente a nuestros ojos, mientras el gobierno nos lanza pañitos de agua tibia e incluso se atreve a sugerir que algunas de esas víctimas son criminales.

Queste persone sono una spina nel fianco per gli interessi dei gruppi armati: il controllo delle terre, l'estrazione mineraria illegale e il traffico di droga. Ciò comporta numerose conseguenze: quando un attivista viene assassinato, una possibilità di cambiamento muore con lui. La gente ha paura di perseguire la giusta causa. Spesso la gente abbandona la città, per paura di subire lo stesso destino o per aver ricevuto della minacce. Il messaggio è ben recepito. In questo modo, ogni opposizione viene messa a tacere e tutto rimane invariato. La gente è sempre più rovinata, mentre i signori della guerra restano i padroni indiscussi. Tutto questo succede sotto i nostri occhi, il governo sa solo dare soluzioni momentanee e alimenta persino l'idea che alcune vittime siano dei criminali.

Padre Alberto Franco, membro della Commissione Interconfessionale per la Giustizia e la Pace, è molto preoccupato per queste nuove incertezze, affermando che il presidente Duque:

… representa al grupo que históricamente se ha opuesto al proceso de paz, a la restitución de las tierras […] a que la democracia colombiana se modernice.

…è il rappresentante di un gruppo che si è sempre schierato contro la pace, contro la restituzione delle terre […] e la modernizzazione della democrazia colombiana.

Nel luglio 2018, migliaia di cittadini colombiani sono scesi in strada per sostenere gli attivisti e i difensori dei diritti umani, con la consapevolezza di dover protestare in modo sempre più insistente contro queste ingiustizie.

Molte delle loro attività, petizioni, documentari, e aggiornamenti possono essere seguiti tramite #NosEstánMatando (#CiStannoUccidendo) e #NoEstánSolos (#NonSieteSoli). Questi hashtag sono utilizzati per denunciare le uccisioni e raccontare le testimonianze delle vittime, al fine di mantenere viva la loro memoria e il loro impegno nella società.

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