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In Yemen, la guerra, la cattiva gestione e il cambiamento climatico sono le cause della gravissima scarsità d'acqua

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Yemen, Citizen Media, Guerra & conflitti, Salute

Screenshot di una ragazzina circondata da recipienti vuoti, tratta da un video di Positive Yemen [1].

Lo Yemen, teatro di  [2][en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] una delle peggiori crisi umanitarie nel mondo, sta fronteggiando una grave emergenza idrica: secondo l'UNICEF, 16 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile [3] nel Paese.

“Cosa c'è di peggio della mancanza del più basilare dei diritti dell'uomo, cioè l'acqua?” è la domanda di Shoushou, giovane attivista [4] della capitale Sana'a, in una conversazione con Global Voices.

Sana’a è tra le 10 città più povere di risorse idriche al mondo e rischia di prosciugarsi in pochi anni [5]. Gli yemeniti consumano il 95% in meno di acqua rispetto al residente medio degli Stati Uniti.

Tre anni di guerra hanno indubbiamente influito sulle risorse idriche, dato che serbatoi e condotte erano un regolare obiettivo. Nel febbraio 2016, ci furono segnalazioni [6] su degli aerei sauditi che avevano bombardato e distrutto un bacino idrico che forniva acqua potabile a 30.000 yemeniti. Ciò avvenne subito dopo il bombardamento di un importante impianto di desalinizzazione nella città di Mokha [7], presumibilmente anch'esso opera della coalizione guidata dai sauditi.

Tuttavia, il deteriorarsi della situazione è attribuibile anche ad una cattiva amministrazione. La trivellazione di quantità limitate di acque sotterranee ha rappresentato a lungo la norma per il governo yemenita ed è improbabile che le autorità implementino strategie più sostenibili proprio mentre la guerra infuria.

“Me la prendo con il governo per non aver gestito e sorvegliato l'emergenza idrica. A nessuno importa dei cittadini”, dice Shoushou a Global Voices.

Mentre le acque sotterranee si sono esaurite drasticamente, il clima dello Yemen sembra essere diventato più secco. Nel 2009, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) stimò che lo Yemen sarebbe stata la prima nazione al mondo [8] ad esaurire la totalità delle proprie risorse idriche sotterranee.

L'acqua è già molto costosa nel Paese: il normale cittadino paga più del 30% del proprio reddito solo per la fornitura idrica domestica. [9] Si tratta del tasso più alto al mondo.

Con l'aggravarsi della crisi, i combattenti considerano questa risorsa una vera e propria arma. Sia le forze Huthi che quelle appoggiate dai sauditi hanno ripetutamente impedito la consegna [10] di aiuti umanitari costituiti da cibo e acqua, lasciando molti yemeniti senza altra scelta se non quella di conservare quanta più acqua possibile, la maggior parte delle volte in condizioni non igieniche.

Anche andare a prendere l'acqua rappresenta una sfida. La responsabilità della raccolta dell'acqua, quando le risorse sono ubicate lontano dagli insediamenti umani, tende a ricadere su donne e ragazze. Il lungo tragitto le espone a molestie sessuali. Rischiano di annegare nei bacini d'acqua aperti o di subire un aborto, a causa del trasporto di recipienti pesanti.

Le ragazze più giovani, le quali non sono in grado di trasportare carichi pesanti, spesso devono fare più di un viaggio. Il compito può durare un'intera giornata, facendogli saltare la scuola.

Epidemia di colera

L'inadeguato stoccaggio dell'acqua ha provocato un'epidemia di colera in Yemen, la maggiore epidemia e quella a più rapida diffusione mai registrata. [11] Oltre 1,1 milioni di casi sospetti [12] di colera, registrati da aprile del 2017, con oltre 2.300 morti annesse.

Uno yemenita ogni 62 [13] è sospettato di aver contratto il colera. Molti di loro sono bambini sotto i 7 anni. Secondo quanto riferito, gli ospedali ricevono all'incirca dai 60 ai 70 casi sospetti [14] ogni giorno.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità avverte della possibilità di una terza ondata di colera [15], dopo due importanti ondate negli ultimi anni.

Fortunatamente, curare il colera è relativamente semplice, grazie alla combinazione di antibiotici e fluidi endovenosi, che di solito sono sufficienti a contrastare anche i casi più gravi. Però, è necessario iniziare la terapia subito dopo che i sintomi si manifestano, per evitare fatalità.

Lo scarso accesso all'assistenza sanitaria rappresenta una sfida per la cura: nel 2017, quasi 17 milioni di persone in Yemen non avevano accesso [16] ai servizi sanitari di base. Attualmente, soltanto il 45% delle strutture sanitarie della nazione sono operative.

Nonostante gli sforzi dei programmi internazionali sui diritti umani, come l'UNICEF e l'OMS, questa scarsità lascia molti yemeniti senza cure. Gli attacchi aerei di agosto 2018 non solo hanno ucciso una dozzina di yemeniti, ma hanno anche danneggiato l'ospedale Al Thawra a Hudaydah.

Infinite condoglianze alla popolazione dello Yemen per l'attacco all'ospedale Al-Thawra a Hudaydah. Le stime iniziali delle vittime sono di 14 morti e 30 feriti (questi numeri sono destinati ad aumentare con l'evolversi della situazione).

L'ospedale conta in media circa 50.000 visite al mese, ed è un importante centro per il trattamento del colera. Dopo l'attacco, i casi di colera a Hudaydah sono aumentati di quasi un terzo.

Progetto dal basso

Il progetto #سقيا_1000 [20]‬⁩ (irrigazione 1000) ha l'obiettivo di fornire gratuitamente acqua ai più bisognosi. Partito nel novembre del 2017, mira a riempire un migliaio di cisterne d'acqua nella capitale Sana'a e dintorni. L'obiettivo è stato raggiunto a febbraio del 2018. Attualmente, beneficiano del progetto 6.194 famiglie, ovvero 39.789 individui.

Gli attivisti si occupano anche di installare nuove cisterne e di fornire periodicamente pulizia e manutenzione, sia alle nuove che alle vecchie cisterne. Finora, hanno installato 14 nuove cisterne, riempite 74 e assistito alla manutenzione di 21 delle esistenti. L'intero progetto si fonda sulle donazioni da parte di alcune persone in Yemen e all'estero. Si tratta della loro unica fonte di finanziamento.

Omar Mohamad, un attivista yemenita [21] coinvolto nel progetto, ha dichiarato a Global Voices:

The project started on social media. We got the support of people from inside and outside Yemen. Their support was the main reason we were able to succeed.  We did not receive support from any political party. Alhamdulillah, we reached our goal in February 2018. After that, the movement turned into a project that regularly ensures reservoirs are filled. In the first half of this year, the project was working perfectly and according to the plan. But recently there’s a lack of support, and the shortage is increasing day by day. Therefore we seek alternative sources from traders or donors to support the project.

Il progetto è nato sui social media. Abbiamo avuto il sostegno di persone sia all'interno che al di fuori dello Yemen. Il loro supporto è la ragione principale del nostro successo. Non abbiamo ricevuto il sostegno da parte di nessun partito politico. Grazie a Dio, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo a febbraio del 2018. Dopo di allora, il movimento è diventato un progetto che assicura il regolare riempimento delle cisterne. Nella prima metà di quest'anno, il progetto funzionava perfettamente e secondo i piani. Ma, di recente, mancano gli aiuti, e la scarsità aumenta giorno dopo giorno. Pertanto, siamo in cerca di fonti alternative nelle figure di commercianti o donatori per sostenere il progetto.