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In questo periodo politico complesso, i brasiliani temono che il diritto a manifestare nelle università sia in pericolo

Categorie: America Latina, Brasile, Attivismo, Censorship, Citizen Media, Diritti umani, Elezioni, Giovani, Guerra & conflitti, Idee, Istruzione, Libertà d'espressione, Politica, Protesta, Relazioni internazionali

Nel corso delle azioni nelle università di Paraíba, lo striscione con la frase “Più libri, meno armi” è stato sequestrato | Foto: Riproduzione/GloboNews.

Nel primo giorno dopo l’elezione del candidato di estrema destra Jair Bolsonaro [1] [pt, come tutti i link seguenti] del Partito Social-Liberale, le università sono diventate il principale palcoscenico delle manifestazioni contro e in favore del nuovo Presidente del Brasile. E hanno sintetizzato la divisione che sta attraversando il Paese.

All’Università di San Paolo [2], un evento che prevedeva di riunire 2.800 simpatizzanti di Bolsonaro ha invece riunito soltanto 20 persone. La sospetta invasione dell'istituzione, alla fine ha mobilitato la polizia. All'Università di Brasilia, una manifestazione iniziata “contro il comunismo” è finita per diventare una “marcia contro il fascismo”, quale reazione di altri studenti. A Juiz de Fora, nello stato di Minas Gerais, la polizia locale è intervenuta dopo che uno studente universitario [3] aveva inviato un audio Whatsapp in cui affermava che avrebbe “attaccato chiunque l’avesse fatto arrabbiare”.

La settimana prima delle elezioni, gli Atenei del Paese erano già stati al centro di controversi procedimenti giudiziari [4] autorizzati dalla Giunta Elettorale. In diverse università pubbliche in tutto il paese sono stati confiscati materiali quali nastri e bandiere, oltre ad essere proibite attività in difesa della democrazia e contro il fascismo. La giustificazione era quella di arginare la propaganda politica irregolare, dal momento che i giudici elettorali avevano già capito che il contenuto delle manifestazioni era pregiudizievole per Bolsonaro.

Mentre era candidato, il Presidente eletto è giunto a dire in una trasmissione in diretta sui social network che “l’Università non è un luogo adatto alle manifestazioni”, come indicato da Folha de São Paulo [5]:

“A universidade não é lugar disso mas, se querem fazer um ato desse, os dois lados têm que ter o direito de fazer”, disse, acusando que seus apoiadores não sejam autorizados a protestar.

(…)

Há relatos de ao menos 30 instituições de ensino alvos de operações desde o início da semana, a maioria sob a justificativa de coibir propaganda eleitoral irregular. Os críticos da atuação dos órgãos oficiais apontam censura.

“L'Università non è un posto per questo, ma se vogliono fare un atto del genere, entrambe le parti devono avere il diritto di farlo”, ha detto, insinuando che i suoi sostenitori non siano autorizzati a protestare.

(…)

Ci sono state segnalazioni di almeno 30 istituzioni educative che sono stati obiettivo di operazioni dall’inizio della settimana, per lo più con la giustificazione di limitare la propaganda elettorale irregolare. Ma i critici dell'azione degli organi ufficiali evidenziano che si tratti di censura.

Le azioni

A Rio de Janeiro, le operazioni si sono svolte in tre università. Nell'Università federale Fluminense (UFF) e nell'Università federale di Rio de Janeiro (UERJ), la ragione è stata la rimozione degli striscioni con la scritta “antifascismo” per ordine del Tribunale Elettorale Regionale di Rio de Janeiro (TRE-RJ).

Il Rettore della Facoltà di Diritto della UFF potrebbe essere arrestato, se non ritira dall'Università la bandiera contro il fascismo.

Presso l’Università federale di Campina Grande [9] (UFCG), nello stato di Pernambuco, la polizia federale ha ha confiscato opuscoli con il titolo di “Manifesto in difesa della democrazia e dell'università pubblica”. Presso l'Università federale di Grande Dourados [10] (UFGD) e l’Università federale del Rio Grande do Sul [11] (UFRGS), due attività che avrebbero riguardato il “fascismo” e “la difesa della democrazia” sono state proibite dai giudici.

A Pará, nel nord del paese, il professor Mário Brasil Xavier ha affrontato degli agenti armati nel campus dell'Università statale di Pará (UEPA), dopo che una studenteSSA, figlia di un poliziotto, ha riferito che il professore stava parlando di notizie false. L'insegnante è stato minacciato di detenzione.

Almeno 20 azioni si sono verificate nello stesso giorno, sollevando il sospetto di operazioni orchestrate. In un reportage, The Intercept Brazil [12] dice:

Um levantamento inédito feito pelo Intercept revela que, desde 2011, pelo menos 181 professores universitários se tornaram alvo de ações como fiscalização de aulas, censura, investigações criminais, conduções coercitivas, ações judiciais, sindicâncias, demissões, perseguições, exposição na internet até ameaças de morte. Foram 12 ocorrências em instituições particulares, 54 em estaduais e 115 em federais envolvendo 101 homens e 80 mulheres. Com as eleições, no entanto, a perseguição atingiu outro patamar.

Em uma ação aparentemente orquestrada, pelo menos outras 20 universidades passaram por situações parecidas nesta quinta-feira – a justiça eleitoral, em conjunto com a polícia, determinou a apreensão de materiais supostamente ligados à campanha eleitoral,ainda que não mencionassem partidos, siglas ou candidatos.

Una relazione inedita realizzata da Intercept rivela che dal 2011, almeno 181 professori universitari sono diventati bersagli di azioni quali controlli nelle aule, censura, indagini penali, comportamenti coercitivi, azioni giudiziarie, verifiche, dimissioni, soprusi, e perfino minacce di morte in Internet. Ci sono stati 12 incidenti in istituzioni private, 54 in quelle statali e 115 in quelle federali, che hanno coinvolto 101 uomini e 80 donne. Con le elezioni, la persecuzione ha raggiunto un altro livello.

In un'azione apparentemente orchestrata, almeno altre 20 università hanno attraversato situazioni simili il 25 ottobre – la Giunta Elettorale, insieme alla polizia, ha determinato il sequestro di materiale apparentemente legato alla campagna elettorale, sebbene questo non menzionasse né partiti, né acronimi, né candidati.

Le reazioni

Il Procuratore Generale della Repubblica ha fatto in modo che il Tribunale Federale Supremo (STF) garantisse la libertà di espressione nelle università. Il ministro Marco Aurélio de Mello ha definito l'ingerenza “inaccettabile [13]“.

Un giorno prima delle elezioni, l’attuale giudice ed ex presidente del Tribunale Federale Supremo, Carmen Lúcia, ha sospeso le decisioni giudiziarie o amministrative atte a impedire le manifestazioni nelle università. Nel corso della decisione [14], ha sottolineato:

Daí ali ser expressamente assegurado pela Constituição da República a liberdade de aprender e de ensinar e de divulgar livremente o pensamento, porque sem a manifestação garantida o pensamento é ideia engaiolada.
Também o pluralismo de ideias está na base da autonomia universitária como extensão do princípio fundante da democracia brasileira, que é exposta no inc. V do art. 1o. da Constituição do Brasil.
Pensamento único é para ditadores. Verdade absoluta é para tiranos. A democracia é plural em sua essência. E é esse princípio que assegura a igualdade de direitos individuais na diversidade dos indivíduos.

È espressamente garantita dalla Costituzione della Repubblica la libertà di imparare e di insegnare e di diffondere liberamente il pensiero, perché senza la manifestazione garantita il pensiero è un'idea ingabbiata.

Anche il pluralismo delle idee è alla base dell'autonomia universitaria come estensione del principio fondatore della democrazia brasiliana, enunciato nella sottosezione V dell'articolo 10 della Costituzione brasiliana. Un pensiero unico è per i dittatori. La verità assoluta è per i tiranni. La democrazia è plurale nella sua essenza. Ed è questo principio che garantisce l'uguaglianza dei diritti individuali, nella diversità delle persone.

Il conflitto tra le due parti che dividono il Brasile potrebbe essere tutt’altro che concluso. Jair Bolsonaro è un appassionato [15] del progetto chiamato “Scuola senza partito” che, con il pretesto di proibire un presunto indottrinamento ideologico della sinistra nell'educazione, impone una sorta di manuale conservatore alla destra.

Uno dei casi più famosi di accusa contro gli insegnanti, utilizzando il progetto come base, è stato ricordato il giorno dopo la sua vittoria. Ana Campagnolo, neo-eletta deputata per lo stato di Santa Catarina, ha chiamato gli studenti a denunciare i professori, trasmettendo “il nome dell'insegnante, la scuola e la città”. Il quotidiano Estado de São Paulo [16] spiega:

Na publicação deste domingo, Campagnolo diz que “amanhã é o dia em que os professores e doutrinadores estarão inconformados e revoltados”. “Muitos deles não conterão sua ira e farão da sala de aula um auditório cativo para suas queixas político partidárias em virtude da vitória de Bolsonaro. Filme ou grave todas as manifestações político-partidárias ou ideológica”, diz a imagem.
Na legenda, ela afirma ainda que “professores éticos e competentes não precisam se preocupar”. E faz uma ponderação para que vídeos de outros Estados não sejam mais enviados para o seu número, alegando que isso já estava sendo feito na noite de domingo. “Não temos como administrar tantos conteúdos. Alunos que sentirem seu direitos violados podem usar gravadores ou câmeras para registrar os fatos”, orienta.

Nella pubblicazione di questa domenica, Campagnolo afferma che “domani è il giorno in cui insegnanti e professori saranno scontenti e arrabbiati”. “Molti di loro non freneranno la loro rabbia e renderanno l’aula un auditorium per le loro lamentele politico-partigiane, in virtù della vittoria di Bolsonaro. Riprendi o registra tutte le manifestazioni politico-partigiane o ideologiche”, suggerisce l’immagine.

Nella leggenda, afferma che i “professori etici e competenti non hanno di che preoccuparsi”, lanciando un appello affinché non si continuasse a inviare video provenienti da altri stati al suo numero, come sostiene sia successo nella notte di domenica. “Non possiamo gestire così tanti contenuti: gli studenti che ritengono violati i loro diritti possono utilizzare registratori o telecamere per registrare i fatti”, segnala.

Nel 2017, Campagnolo ha denunciato una professoressa del suo Master per aver tenuto lezioni sul femminismo, dichiarando poi di essersi sentita “in imbarazzo [17]” in quanto cristiana. L’insegnante ha ricevuto parole di appoggio da diverse istituzioni e il processo è stato dichiarato inammissibile dal tribunale. La futura deputata ha poi impugnato la decisione.

In un’intervista per Nexo [18], prima delle elezioni, il professor Luiz Araújo, della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Brasilia, ha affermato che “la gente ha paura” e che questo potrebbe essere il “peggior nemico”:

Em Pernambuco, um bispo católico foi notificado para que se abstivesse de fazer propaganda eleitoral na Igreja. O poder público não pode dizer o que ele pode ou não falar na igreja. E tem de ter isonomia nesse tratamento, pois não vi nenhuma igreja evangélica recebendo esse tratamento, apesar das campanhas ostensivas que elas têm feito. Nenhuma delas foi fechada. Então há também uma escolha de alvos, não é uma repressão generalizada. (…) São dois pesos e duas medidas. Tem um empoderamento das visões conservadoras dentro do aparato do Estado muito, muito perigosa.

A Pernambuco, un vescovo cattolico è stato informato di astenersi dalla propaganda elettorale in chiesa. Il potere pubblico non può dire ciò di cui si può o non si può parlare in una chiesa. E deve esserci un trattamento equo, perché non ho visto nessuna chiesa evangelica ricevere un trattamento simile, nonostante le vistose campagne che hanno fatto. Nessuna è stata chiusa. Quindi c’è anche una scelta di bersagli, non è una repressione generalizzata. (…) Si usano due pesi e due misure. C'è un rafforzamento delle opinioni conservatrici all'interno dell'apparato statale, che è molto pericoloso.