La Corte di Giustizia Caraibica perde ancora, questa volta per l'apatia e la sfiducia degli elettori
Sia Grenada che lo stato insulare gemello di Antigua e Barbuda hanno affrontato un importante referendum sulla scelta di adottare la Corte di Giustizia Caraibica (CCJ) [en, come i link seguenti] come loro corte d'appello finale – il che richiederebbe un emendamento costituzionale – o di tenere l'attuale Commissione Giuridica del Consiglio della Corona, la corte d'appello finale per i territori oltremare del Regno Unito (così come di svariati paesi del Commonwealth britannico).
In entrambe le giurisdizioni, l'affluenza alle urne è stata bassa, ma la maggior parte degli elettori che si sono presentati hanno respinto la Corte di Giustizia Caraibica. La Commissione Elettorale Antigua e Barbuda ha pubblicato i risultati ufficiali online, con il 48% dei voti a favore della CCJ. A Grenada, dove si è presentato il 28% degli elettori idonei, il supporto per la Corte di Giustizia Caraibica era poco sotto il 45%.
Questa è stata la seconda volta nei passati due anni che Grenada ha messo questa questione ai voti, con lo stesso risultato.
La Corte di Giustizia Caraibica fu stabilita con un accordo firmato dai 12 stati membri della Comunità Caraibica (CARICOM) e fu inaugurata ufficialmente nel 2005. L'organo presta servizio come tribunale, interpretando il Trattato Rivisto di Chaguaramas che governa il CARICOM.
Sebbene abbia sede a Trinidad e Tobago, può operare in ogni paese membro del CARICOM. Tuttavia, ha guadagnato poca popolarità come corto d'appello finale nei paesi caraibici che parlano inglese. Soltanto quattro dei territori del CARICOM - Barbados, Belize, Dominica e Guyana (circa un terzo dei paesi firmatari originali) – usano la CCJ come corte d'appello finale in materia civile e penale.
I media hanno definito l'inadeguata campagna di sensibilizzazione pubblica della Corte di Giustizia Caraibica uno dei fattori dietro lo spento risultato, anche se la corte ha promosso la sua presenza sui social media e adesso mostra in diretta le udienze al pubblico.
Nel frattempo, il Comitato di Coordinamento Nazionale di Antigua e Barbuda per la Corte di Giustizia Caraibica è stato accusato di aver condotto una campagna di sensibilizzazione pubblica a senso unico in favore della CCJ. È stato poi riconosciuto: “La gente ha parlato”. L'ex presidente della CCJ, il signor Dennis Byron, come altri, ha ammesso che c'è bisogno di più sensibilizzazione pubblica e un più ampio coinvolgimento della società civile.
Le politiche locali possono aver avuto un'influenza negativa sul referendum; in entrambe le nazioni si sono svolte le elezioni generali a marzo 2018, a poche settimane di distanza l'una dall'altra, con le loro rispettive amministrazioni in carica che ne sono uscite vittoriose.
A Grenada, dove il partito del Primo Ministro Keith Mitchell ha dato una bella ripulita per la terza volta, il partito d'opposizione del paese non ha più posti nella sua Camera dei Rappresentanti. Mitchell ha quindi fatto sapere che non considererà un altro referendum sulla questione, lasciando l’opposizione “rattristata e depressa”.
Ad Antigua e Barbuda, dove l'affluenza alle urne è stata del 33.5% dei votanti, il Primo Ministro Gaston Browne ha espresso il suo “massimo disappunto” al voto per il “no”, mentre lui e il leader dell'opposizione si facevano la guerra riguardo i risultati del referendum.
La CCJ stessa ha cercato di dare una spinta positiva ai risultati, notando che “si rimane devoti alla regione”. Il terzo presidente della corte, Justice Adrian Saunders di Saint Vincent e Grenadines, ha evidenziato nella sua dichiarazione del 7 novembre:
While the news is not what we hoped for, we respect the people of both nations and their decision. The court will naturally continue ongoing initiatives with justice sector bodies in each of these countries, and the wider Caribbean…”
Anche se la notizia non è quella che ci aspettavamo, rispettiamo la gente di entrambe le nazioni e le loro decisioni. La corte continuerà naturalmente le iniziative in corso con gli organismi del settore della giustizia in ognuno di questi paesi, e più generalmente con i Caraibi…”
In Giamaica la reazione è stata mista. L'avvocato Mark Wignall risponde a una domanda pubblicata su Facebook, chiedendosi quali fossero stati i risultati se la Giamaica avesse votato per la sostituzione del Consiglio della Corona del Regno Unito con la corte di Giustizia Caraibica:
At this moment, I would vote against the CCJ. Why? We tend to believe the regional judiciary is free from corruption and is incorruptible. Big laugh. Judges in the region know each other and must at times, exchange social and political views with each other. They form factions with each other. Scary! The Privy Council is far away and it has nothing invested in us, one way or the other in regional matters. In that understanding I trust the outsider [Privy Council], not because they are better jurists than our people, but because dem way ova dey so [they are way over there].
In questo momento, avrei votato contro la CCJ. Perchè? Abbiamo la tendenza a credere che il sistema giudiziario regionale sia libero dalla corruzione e sia incorruttibile. Grande risata. I giudici nella regione si conoscono tra di loro, e a volte devono scambiarsi opinioni politiche e sociali. Formano delle fazioni tra di loro. Spaventoso! Il Consiglio della Corona è lontano e non ha investito nulla in noi, da una parte o dall'altra delle questioni regionali. In questo frangente, mi fido dell'estraneo [il Consiglio della Corona], non perchè abbia giudici migliori della nostra gente, ma perchè si trovano laggiù.
L'avvocato giamaicano dei diritti umani Bert Samuels, che supporta la CCJ, ha riconosciuto una diffusa mancanza di fiducia e percezione di interferenza politica e clientelismo nei suoi commenti a una stazione radiofonica locale. Ha aggiunto che “c'è tanto lavoro da fare” prima che i caraibici possano essere persuasi ad abbandonare il Consiglio della Corona, che lui chiama “corte coloniale”. Un altro schietto avvocato, Clyde Williams, ha osservato durante una discussione in una stazione radiofonica giamaicana che il CCJ è un “argomento delicato”:
People do not trust the power institutions, the hierarchies in the region. People think that persons can pick up their phones and call judges and have judges make decisions to favour them…right across the region, people are concerned that the courts are being impacted upon through persons with power, prestige and wealth – and that's not going to change for a long time to come.
La gente non si fida delle istituzioni al potere, delle gerarchie nella regione. Loro pensano che le persone possano prendere i propri telefoni, chiamare giudici e farli decidere in loro favore… proprio dall'altra parte della regione, la gente è preoccupata che le corti stiano subendo l'influenza delle persone con potere, prestigio e ricchezza – e questo non cambierà per un bel pò di tempo.
Intanto, gli accademici del Regno Unito e la loro associazione giuridica hanno dato segno di fiducia nel sistema giudiziario caraibico. Un giovane avvocato giamaicano ha condiviso su Twitter:
In a book written by UCL professors examining how judges are chosen for international courts, the CCJ is praised for its process of selecting independent, high quality judges. #CCJ https://t.co/O8S0QCNU11
— Alethia Lambert (@lethiaa) November 9, 2018
In un libro scritto da professori dell'UCL che prendono in esame come vengono scelti i giudici per le corti internazionali, la CCJ è elogiata per il suo processo di selezione indipendente, con giudici di alta qualità.
Un altro avvocato ha replicato:
CCJ president perplexed at Caribbean people still finding “excuses” to support Privy Council. But they may be justified! Too much political interference to begin with! #CARICOM #CCJ https://t.co/PxDDDaWeqM
— Gerald La Touche MA (@OneCaribbean) November 6, 2018
Il presidente della CCJ è perplesso davanti ai caraibici che trovano ancora “scuse” per sostenere il Consiglio della Corona. Ma possono essere giustificati! C'è troppa interferenza politica dall'inizio!
Eppure, la CCJ mantiene una presenza regionale attiva. L’Accademia di Legge del tribunale terrà la sua quinta conferenza biennale in Giamaica a dicembre 2018. La CCJ ha anche intenzione di continuare a collaborare su progetti di riforma giuridica, incluso un tribunale modello per i reati a sfondo sessuale che ricade nel JURIST Project fondato dal Canada, che sarà ospitato dalla Corte Suprema di Antigua e Barbuda nel 2019.
La CCJ sta attualmente riflettendo su alcuni casi significativi, incluso il prossimo appello di quattro donne transessuali contro la loro condanna per essere uomini che indossano abbigliamento femminile in pubblico a “fine improprio”, che è un reato in Guyana.
In alcune parti dei Caraibi in cui si parla inglese, le persone sembrano abbastanza felici con lo status quo delle cose – a prescindere dei desideri dei loro leader politici. Mentre avvocati in tutta la regione ne dibattono i pro e i contro, il concetto di una corte d'appello regionale non sembra trovare favore.
A meno che le norme regionali sulla corruzione non cambino drasticamente, una corte d'appello regionale non sembra intravedersi nell'immediato futuro.