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Ancora manifestazioni contro la violenza a Belgrado, dopo il tentato assassinio di un giornalista che è sopravvissuto

Categorie: Europa centrale & orientale, Serbia, Censorship, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta, Advox

La manifestazione del 15 dicembre scorso contro la violenza a Belgrado, in Serbia. Foto di Vesna Radojević, usata con permesso.

Le manifestazioni con lo slogan “Basta con le camicie insanguinate” sono continuate a Belgrado il 15 dicembre scorso, con circa 20.000 persone che chiedono al governo serbo di fermare la violenza verbale e fisica contro le sue voci critiche.

Le manifestazioni, organizzate dai partiti di opposizione, ha rispecchiato la prima marcia contro la violenza [1] [en] avvenuta una settimana prima e provocata da un recente attacco [2] [en] contro un critico del governo, la cui camicia era letteralmente insanguinata dopo essere stato aggredito da teppisti filo-governativi. Ma questa volta, quasi il doppio delle persone ha marciato pacificamente attraverso il centro della capitale, galvanizzate da numerosi eventi avvenuti durante la settimana precedente.

Questo video di 2 minuti di Bojan Dzodan mostra la manifestazione da terra:

La notte dell'11 dicembre scorso, degli sconosciuti hanno tentato di assassinare il celebre giornalista Milan Jovanović nel comune di Grocka, alla periferia di Belgrado. Gli aggressori hanno lanciato prima bottiglie molotov a casa sua e poi aprirono il fuoco contro la sua porta, tentando di intrappolare Jovanovic e la sua famiglia all'interno. Jovanović ha quasi 70 anni ed è malato.

Jovanović e sua moglie sono fuggiti attraverso una finestra sul retro della loro residenza, mentre i loro effetti personali sono andati in fiamme. I vicini sono riusciti a portarli in ospedale e sono fuori pericolo.

Jovanovic aveva ricevuto minacce a causa della sua copertura giornalistica dei casi di corruzione locale, ma le autorità non hanno fatto nulla per intervenire.

“Non smetterò di scrivere dei ladri, anche se mi uccideranno”, ha dichiarato [3][hr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] Milan Jovanović subito dopo l'attacco:

[Il primo ministro Ana] Brnabić ha dichiarato: “I media in Serbia sono liberi, chiunque può criticare il governo”.

Sicuro. Qualcuno ci ha provato e la sua casa è stata bruciata.

La Fondazione Slavko Ćuruvuja, chiamata cosi in onore di un giornalista critico del governo e assassinato nel 1999 [5] [it], ha avviato una campagna di crowdfunding [6] per aiutare la famiglia Jovanović, dalle attrezzature mediche per lui a beni di prima necessità, come cibo e vestiti:

Invitiamo i cittadini e le ONG a donare per raccogliere almeno 100.000 dinari (circa 950 dollari) per l'aiuto più urgente a Milan Jovanović, un giornalista del portale Žig info, la cui casa è stata presa di mira da bombe molotov nella notte tra martedì e mercoledì. Passate parola!

Molti cittadini hanno reagito prontamente, condividendo la richiesta di una nuova protesta. Finora, la campagna ha raccolto l'equivalente di quasi 13.000 dollari.

La risposta delle autorità alle richieste dei manifestanti dell'8 dicembre ha incluso una profusione di disinformazione, di calunnie, e una dichiarazione del presidente Aleksandar Vučić che ha detto [11]: “Camminate quanto volete, non soddisfarò mai nessuna delle vostre richieste. Anche se 5 milioni di voi si radunassero.”

Molti hanno percepito una connessione diretta tra l'atmosfera di beneplacito del governo per l'uso della violenza, la risposta del presidente e l'attacco a Grocka.

Alla manifestazione svoltasi sabato scorso, i cittadini hanno chiesto la fine delle violenze. Il Presidente della Repubblica ha detto che non soddisferà le richieste anche se si riunissero 5 milioni di persone. Alcune persone hanno capito il suo messaggio in questo modo.

Tweet citato con video: tentato omicidio del giornalista Milan Jovanović.
La casa è bruciata, colpi sono stati sparati contro la porta d'ingresso, così nessuno sarebbe uscito. Jovanović: “Non smetterò di scrivere dei ladri e della mafia, anche se mi uccidono …” #Serbia #AttaccoAiGiornalisti

La gente ha espresso sostegno alla manifestazione usando lo slogan “Sono 1 di 5 milioni” (con lo hashtag #1od5miliona [14]) in riferimento diretto all'osservazione del presidente. La Serbia ha circa 6 milioni di abitanti.

Dopo la manifestazione, molti manifestanti e i loro sostenitori hanno condiviso una foto aerea della protesta nella notte nevosa, illuminata dalle luci natalizie nelle strade della città.

Il presidente della Serbia (ormai) famigerato, ha detto che anche se 5 milioni di persone protestassero contro di lui non gliene importerebbe
Ricordandomi la parola per questa forma di governo?
Prima volta 10.000, la seconda volta (ieri) 20-25.000 persone, il prossimo sabato #1od5miliona [16](1 su 5 milioni)

La manifestazione successiva si è svolta il 22 dicembre 2018.