- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

In Madagascar, le costose campagne presidenziali non contribuiscono a migliorare la vita dei cittadini

Categorie: Africa sub-sahariana, Madagascar, Citizen Media, Elezioni, Governance, Politica, Ultim'ora

Screenshot di un dibattito presidenziale in televisione tra i candidati Marc Ravalomanana (a destra) e Andry Rajoelina (a sinistra) tramite il canale Youtube di TVM.

Le elezioni presidenziali in Madagascar del 2018 potrebbero rivelarsi tra le più costose [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] per abitante della sua storia. I critici sottolineano che la colossale quantità di denaro speso dalle varie campagne dei candidati contrasta con l'enorme problema della piccola nazione insulare di estrema povertà [1] causata dall'instabilità politica e climatica.

Il 7 novembre 2018, il primo turno delle elezioni ha rivelato due candidati principali, Andry Rajoelina e Marc Ravalomanana, che hanno beneficiato enormemente del fatto di essere persone facoltose e indipendenti, rispetto agli altri candidati. Ravalomanana era al timone di un'azienda casearia prima di entrare in politica, mentre Rajoelina era un organizzatore di eventi e ha lavorato nella pubblicità prima della sua prima campagna elettorale. Entrambi hanno anche beneficiato del sostegno di investitori nazionali e stranieri durante le loro attuali campagne presidenziali.

Dopo il primo turno [2], Rajoelina e Ravalomanana hanno vinto rispettivamente il 39,19% (1,949,851) e il 35,29% (1,755,855) dei voti. Ora si contenderanno la presidenza in un secondo turno programmato per il 19 dicembre 2018.

Nel frattempo, i malgasci sono più poveri che mai [3]. Secondo la Banca Mondiale [4], quasi l'80% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e metà dei bambini sotto i 5 anni soffre di ritardo nella crescita. Solo il 13% dei malgasci ha accesso all'elettricità, una delle percentuali più basse al mondo. Gran parte delle infrastrutture, comprese strade, ospedali, cliniche e scuole sono in condizioni di totale degrado.

Per prevenire l'influenza di finanziamenti occulti e del finanziamento delle campagne elettorali sui risultati delle elezioni presidenziali del 2018, l'organizzazione non governativa Transparency International ha chiesto ai candidati [5] di rendere note al pubblico le loro fonti di finanziamento, nonché il loro budget pre-campagna e per la campagna. Molti candidati si sono lamentati [6] della difficoltà di competere con i candidati principali, a causa del limite finanziario fissato per le spese elettorali.

Una risoluzione del Parlamento europeo del 2017 ha dichiarato [7] che “un grande stock di palissandro illegale e inspiegabile è stato trovato nel palazzo presidenziale alla fine del mandato di Rajoelina nel 2013″, suggerendo una massiccia corruzione ai massimi livelli.

La combinazione di questo finanziamento segreto e della corruzione è una vera minaccia alla legittimità di queste elezioni. Marcus Schneider, rappresentante residente della Fondazione Friedrich Ebert in Madagascar, ha spiegato dove si trova il problema per il futuro della democrazia [8] [fr] in Madagascar [fr]:

Le problème qu’on a actuellement, c’est qu’on peut supposer qu’une partie de ces dépenses-là [NDLA: dépenses de campagne] sont financées par de l’argent qui n’est pas légal, par de l’argent sale et bien-sûr, on ne peut pas s’attendre à une politique propre qui est financée par de l’argent pourri.

Il problema che abbiamo adesso è che possiamo assumere che parte di queste spese [per la campagna elettorale] siano finanziate da denaro che non è legale, soldi sporchi e, naturalmente, non ci si può aspettare una politica pulita che sia finanziata da denaro sporco.

La direttrice esecutiva di Transparency International, Ketakandriana Rafitoson, espone la sua valutazione sul pericolo imminente per il Madagascar [fr]:

Ce n'est pas l'argent qui doit dominer, ce sont les idées. Malheureusement, avec les distributions de goodies à tout va, on voit depuis les cinq jours de campagne électorale que les pratiques n'ont pas changé. Si on attend que la campagne soit terminée pour révéler les fraudes, les malversations, le choix de l'électeur sera fait : il sera trop tard

Non sono i soldi che dovrebbero governare, ma le idee. Sfortunatamente, con le molteplici distribuzioni di “caramelle”, abbiamo visto in cinque giorni di campagna elettorale che i metodi non sono cambiati. Se aspettiamo che la campagna finisca di rivelare le frodi, l'appropriazione indebita, sarà troppo tardi.

Nonostante l'alta posta in gioco nelle prossime elezioni, la corruzione in Madagascar ha trasformato i cittadini malgasci in attori molto impegnati nel processo elettorale. Due terzi dei malgasci hanno meno di 25 anni, ma finora i giovani hanno mostrato scarso interesse. Il Madagascar è ora classificato 155 dei 175 paesi presi in considerazione dallo studio sulla corruzione di Corruption Watch.

Una mancanza di controllo da parte del governo, a partire dal colpo di stato [9] militare del 2009, ha portato al saccheggio di tutte le risorse naturali e ciò ha causato danni al fragile ecosistema costiero di Madagascar.

Gli ex leader hanno stabilito un precedente per le spese importanti in politica: durante le elezioni presidenziali del 2013, l'allora presidente eletto Hery Rajaonarimampianina aveva speso 43 milioni di dollari [10] [fr] – l'equivalente di 21,3 dollari per elettore – il doppio dell'importo [8] [fr] speso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel 2016 durante la sua campagna elettorale. Questa è di gran lunga la maggior quantità di denaro speso per persona in uno dei paesi più poveri [11]del mondo.

Molti malgasci hanno notato che la spesa eccessiva durante le campagne presidenziali potrebbe essere spesa meglio per affrontare la povertà estrema.