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Sex worker macedoni rivendicano la decriminalizzazione come antidoto contro la violenza

Categorie: Europa centrale & orientale, Macedonia, Citizen Media, Diritti umani, Economia & Business, Idee, Lavoro, Legge, Politica, Protesta, Salute
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Protesta degli ombrelli rossi a Skopje, 17 dicembre 2018. Foto di Vančo Džambaski, CC BY-NC-SA. Parte di un album di 186 foto [2] con licenza Creative Commons.

Il 17 dicembre, sex worker, stripper, operatrici di hotline e attivisti dei diritti umani hanno organizzato l’undicesima annuale “Protesta degli ombrelli rossi” a Skopje [3][it] in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle e sui lavoratori del sesso.

Il 17 dicembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sui sex workers a cui prendono parte i sex workers stessi, i loro sostenitori, amici e familiari. Questa giornata richiama l'attenzione sui crimini d'odio [4] [it] commessi nei confronti dei sex workers in tutto il mondo, così come sul bisogno di eradicare lo stigma sociale [5] [it] e combattere la discriminazione [6][it], elementi che hanno contribuito a provocare violenze nei confronti dei sex workers e l'indifferenza nei confronti delle comunità di cui essi fanno parte.

La protesta in Macedonia è stata organizzata da STAR-STAR [7][mk, come i link seguenti], il primo collettivo di sex workers nei Balcani, come parte di una manifestazione globale di solidarietà nei confronti di questo gruppo sociale che sta combattendo contro la violenza e la discriminazione. I partecipanti hanno dichiarato:

Со пораката: “ДЕКРИМИНАЛИЗАЦИЈА СЕГА!“ ги охрабруваме институциите и стручната јавност да го отворат прашањето за регулација на сексуалната работа. Ние и сексуалните работници сметаме дека декриминализацијата на сексуалната работа претставува најдобра политика за унапредување на здравјето, благосостојбата и човековите права на сексуалните работници. Овие заложби се засноваат врз потребите на сексуалните работници за заштита на нивните права, за создавање на безбедните услови за живот и работа, како и превенција од насилство и експлоатација.

Vogliamo mandare il messaggio: “DECRIMINALIZZAZIONE, ORA!” e incoraggiare le istituzioni e l’opinione pubblica ad affrontare la questione della regolazione del sex work. I sex workers pensano che la decriminalizzazione del loro mestiere sia la politica migliore per migliorare le condizioni di salute, il benessere e rafforzare i loro diritti umani. Questi sforzi si basano sul bisogno dei sex workers di assicurare i loro diritti, creare un ambiente e condizioni di lavoro sicuri, prevenire la violenza e lo sfruttamento.

La manifestazione ha avuto luogo nel centro della capitale macedone. Alcuni dei sex workers che ne hanno preso parte indossavano maschere e abiti provocanti, gridando slogan come  “sex work is work” (“il lavoro sessuale è lavoro”). Questa frase è diventata un hashtag internazionale (#SexWorkIsWork [8]), promosso dal Sex Workers Outreach Project USA [9][en]:

I sex workers sono tra le persone più creative, forti e adorabili che abbia mai conosciuto.

In questa Giornata internazionale contro la violenza sui sex workers, è triste che il mio istinto sia quello di chiedervi di vedere i sex workers come esseri umani.

La strada è ancora lunga, molto lunga. #IDEVASW [11] #SexWorkIsWork [12]

La rappresentante della Protesta degli ombrelli rossi a Skopje del 2018, che per mantenere l’anonimato ha indossato una maschera, ha espresso [13] di voler umanizzare i bisogni di questa categoria emarginata:

„Знаете ли колку пати сексуалните работници продавале љубов, а добиле ќотек? Колку им ги земале парите? Колку пати сакале да повикаат полиција, а им ги земале телефоните? Колку пати продавале љубов, а ги возеле на Водно, ги оставале боси и голи да се враќаат дома? Колку пати имале потреба од полициска и социјална заштита, а си легнувале со затворени усти? Нашата порака за декриминализација – не е легализација! Декриминализација значи уредување на правата на сексуалните работници и уредување на социјалната и здравствената грижа. Она што општеството го создава, системот има одговорност да го згрижи“.

Sapete quante volte i sex workers hanno venduto amore e in compenso hanno ricevuto botte? Quante volte è stato rubato loro il denaro? Quante volte avrebbero voluto chiamare la polizia ma era stato rubato loro il telefono? Quante volte hanno venduto amore ma sono stati portati fuori città in macchina e lasciati sul monte Vodno nudi e scalzi? Quante volte hanno avuto bisogno della polizia e di protezione sociale, ma sono dovuti andare a dormire tenendo la bocca chiusa? Il nostro messaggio a favore della decriminalizzazione non riguarda la legalizzazione! Decriminalizzare significa regolarizzare i diritti dei professionisti del sesso e regolarizzare la loro assistenza sociale e sanitaria. Il lavoro sessuale è un prodotto di questa società e il sistema è responsabile di fornire assistenza [a tutti i suoi membri].

La scelta dell’abbigliamento è intenzionale, come parte della filosofia dei sostenitori dei diritti umani dei sex workers che confronta la rappresentazione stereotipata di queste persone nei media. Questa campagna di difesa, così come la precedente, si basa sulla riappropriazione della propria immagine per attirare l’attenzione.

Lasciatevi ispirare dal nostro ultimo post: sostenitori dei diritti umani dei sex workers in Macedonia reclamano l’uso della propria immagine come parte della loro campagna di difesa.

Queste campagne di difesa sono mirate principalmente alle istituzioni, in particolare la branca legislativa. I partecipanti richiedono delle modifiche al Codice Penale che è rimasto immutato per tre decenni dalla caduta del Comunismo, così come lo è rimasta la Legge sul Mantenimento dell’Ordine Pubblico e della Pace, ad eccezione delle sanzioni per i sex workers, sempre in aumento.

I protestanti hanno sollecitato le autorità macedoni a considerare il modello neozelandese per la decriminalizzazione, modello che riconosce il lavoro e i diritti umani dei sex workers.

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“Appello ai rappresentanti delle istituzioni: ‘La nostra speranza è nelle vostre mani.'” cartello tenuto da una partecipante della “Protesta degli ombrelli rossi” davanti alla Caasa e Memorialde di Madre Teresa a Skopje, in Macedonia. Foto di Vančo Džambaski, CC BY-NC-SA. Parte di un album di 186 foto [2] con licenza CC.

Durante la manifestazione, il direttore esecutivo di STAR-STAR, Borče Božinov, ha riportato un sondaggio della ONG HOPS – Healthy Options Project Skopje [22], che ha raccolto le risposte di 310 sex workers. 211 hanno affermato di essere stati soggetti a varie forme di violenza, comprese violenza sessuale, fisica e psicologica. 87% dei sex workers ha subito violenza dai propri clienti, 43% ha ammesso di aver subito molestie e umiliazioni da parte della polizia, mentre il 28% ha subito maltrattamenti da parte dei propri familiari.

STAR-STAR sostiene che il numero di persone coinvolte nel sex work è “aumentato enormemente” nei precedenti 15 anni, mentre “lo Stato non ha introdotto un chiaro sistema normativo che regoli queste attività e si occupi di integrare i sex workers nel sistema sociale, sanitario e legale…”

Decriminalizzare la prostituzione potrebbe ridurre drasticamente la violenza sessuale e le infezioni sessualmente trasmesse, secondo uno studio pubblicato su Review of Economic Studies nel 2017, come riportato dall’Independent [23][en]. È stato osservato che quando la prostituzione era decriminalizzata a Rhode Island, la violenza sessuale è diminuita del 30%, mentre l’incidenza della gonorrea femminile si è ridotta di più del 40%.

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“Abbiamo diritto alla vita, alla sicurezza, alla libertà di parola, proprio come gli altri cittadini.” cartello tenuto da una partecipante della “Protesta degli ombrelli rossi” a Skopje, in Macedonia. Foto by Vančo Džambaski, CC BY-NC-SA. Parte di un album di 186 foto [25] con licenza Creative Commons.

Le autorità macedoni hanno ignorato le richieste degli attivisti della Protesta degli ombrelli rossi per 11 anni, da quando le proteste sono iniziate, e, per il momento, non c’è traccia di alcun cambiamento nelle reazioni da parte delle istituzioni statali.