Fayzinisso Vohidova, una importante avvocatessa tagika famosa per la sua attenta difesa di persone arrestate per motivi politici e per le sue continue critiche al sistema autoritario del Tagikistan, è deceduta il 4 gennaio.
Su Facebook, dove è sempre più raro che vengano criticate apertamente le autorità di questo paese dell'Asia centrale, le manifestazioni di dolore sono anche servite a raccontare questa storia.
Vohidova aveva tre figli e veniva spesso chiamata dai suoi ammiratori “Gurdofarid”, facendo riferimento alla coraggiosa eroina dell'antichità persiana raccontata nel poema persiano Shāh-Nāmeh [it].
È morta per una polmonite solo una settimana dopo aver compiuto 55 anni.
Negli ultimi anni, Vohidova veniva regolarmente importunata dalle autorità tagike, attaccata verbalmente dai sostenitori del regime e limitata nella sua attività professionale.
Nonostante sia riuscita a evitare l'arresto, alla Vohidova era stata sospesa la licenza per praticare la professione e al momento della morte non poteva lasciare il paese [en].
Steve Swerdlow del gruppo Human Rights Watch ha scritto un messaggio su Twitter, toccante e condiviso ampiamente, in onore della donna che considerava amica e collega.
Early this morning the world lost a wonderful person, #humanrights hero, a fearless lawyer, an opposition figure, a fighter for women's rights and for basic human dignity: #Tajik human rights lawyer Fayziniso Vohidova, who died in Khujand from complications due to pneumonia (.) pic.twitter.com/Bc6JRHzRhC
— Steve Swerdlow (@steveswerdlow) 4 gennaio 2019
Questa mattina il mondo ha perso una persona meravigliosa, un'eroina dei diritti umani, un avvocatessa coraggiosa, un personaggio dell'opposizione, una combattente per i diritti delle donne e per i diritti umani fondamentali: Fayziniso Vohidova, avvocatessa tagika per i diritti umani, è deceduta a Khujand in seguito a complicazioni di una polmonite.
“Madre coraggio”
Vohidova era nata in una remota regione nel nord del Tagikistan e aveva studiato giurisprudenza alla prestigiosa Università statale di Mosca.
Era membro del partito d'opposizione tagiko Partito Social Democratico, e si era fatta conoscere difendendo i giovani che rischiavano la prigione con accuse di estremismo, ampiamente usate dalle autorità laiche.
Quando nel 2011 fu arrestato Urinboy Usmonov, giornalista della BBC [en] con accuse simili, fu soltanto logico che la Vohidova avrebbe preso in carico il caso. Usmonov venne condannato ma fu lasciato libero quando il paese finì sotto i riflettori dei media di tutto il mondo.
Darius Rajabian, un altro giornalista della BBC di base a Londra, ha scritto su Facebook [tg, come i link seguenti] che la reazione online per la morte della sostenitrice dei diritti civili non ha precedenti [tg]:
Ҳаргиз Файзбуки Тоҷикистон ин ҳама сӯгвор набуд ва ин ҳама файз намеборид, ки ҳоло меборад. Рафтанаш ҳам дарсе буд…
Le pagine Facebook tagike non sono mai state così in lutto come ora. Anche lasciandoci ci ha dato una lezione.
Ancora un'altra giornalista, Anora Sarkorova, ha descritto Vohidova nei seguenti termini: “onore e coscienza della nazione tagika”.
“Non rimaneva in silenzio quando altri nascondevano la testa sotto la sabbia. Rischiava la sua vita tutti i giorni e conosceva il valore di questo rischio”, ha aggiunto Sarkorova.
La bacheca di Facebook della Vohidova, piena di auguri di compleanno soltanto due settimane fa, ora è stracolma di condoglianze.
Gli utenti tagiki dei social media, che negli ultimi anni erano stati messi a tacere da uno Stato che prendeva a bersaglio le voci critiche in rete, hanno rotto il silenzio per esprimere il loro profondo dispiacere per la scomparsa della Vohidova e il loro essere privati di molti diritti.
In un paese amante della poesia, forse non sorprende che alcuni utenti abbiamo espresso la proprio sofferenza in versi.
L'utente di Facebook Abduqodir Rustam ha scritto:
Боли мурғи озоди адолат шикаст! Модари ҷасорат мурд! Дар ин чанд соли охир худро боре ҳам чунин танҳо эҳсос накарда будам, агарчи боре ҳам ӯро надида ва рӯ ба рӯ суҳбат накарда будем……. Алвидоъ Файзинисо!
Un'ala dell'uccello della libertà e della giustizia si è rotta! Madre coraggio è morta! Non mi sono mai sentito così solo negli ultimi anni come adesso, anche se non l'ho mai incontrata né ho parlato con lei (Fayzinisso). Riposa in pace, Fayzinisso!
Il 9 dicembre, nel suo ultimissimo post su Facebook, Vohidova ha scritto di due donne che ammirava in modo particolare: la cancelliera tedesca Angela Merkel e la ben conosciuta sostenitrice dei diritti civili russa Lyudmila Alexeyeva, morta il giorno prima.
Scriveva di ammirare la Merkel per la sua semplicità e per la recente decisione di allontanarsi dal potere, mentre della Alexeyeva celebrava la sua volontà di “difendere chi è a terra, chi soffre e i poveri”.
“In ogni modo, c'è solo una via (che porta a Dio)! E questa via dovrebbe essere la via dell'onore, della buona volontà e delle buone azioni, con dignità umana, pura e modesta. Preghiamo il Signore che chieda alla gente di piangere per gli altri con lacrime di gratitudine” scriveva Vohidova.