- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

I gruppi ambientalisti cantano vittoria: il Giappone esce dalla IWC e termina la caccia alla balena nell'Atlantico

Categorie: Asia orientale, Giappone, Ambiente, Citizen Media, Economia & Business, Good News, Relazioni internazionali
japan pulls out of iwc

“Porta la potenza della balena sulla tua tavola per cena.” Un poster promuove un grossista distributore di carne di balena nella città di Kochi in Giappone. Foto di Nevin Thompson.

Il 26 dicembre 2018 il Giappone ha annunciato il ritiro dalla Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene (IWC) e che riprenderà la caccia commerciale delle balene nel luglio 2019. Benché questa ultima mossa vedrà il Giappone come una delle poche nazioni che si muovono ufficialmente contro la moratorie di IWC del 1982 sulla caccia alle balene, uno dei maggiori antagonisti dell'industria della caccia giapponese alla balena si è detto “deliziato [1]” [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] dalle ultime notizie, poiché permetterà all’ IWC di approvare una mozione che istituisce il Santuario delle balene nell'Oceano Atlantico meridionale [2] – una mossa che dichiarerà sostanzialmente fuori legge e fermerà per sempre la caccia alla balena nelle acque internazionali dell'Emisfero Meridionale.

La Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene, un organo internazionale il cui obiettivo originario era la regolazione della caccia alle balene per salvaguardare gli stock di balene, ha istituito una moratoria sulla caccia alle balene negli oceani di tutto il mondo nel 1982. La moratoria esclude [3] parzialmente la caccia aborigena alla balena e quella di sussistenza, e la cattura di alcune piccole specie nelle acque costiere. È esclusa dalla moratoria anche la “caccia alla balena a scopo scientifico [4],” che il Giappone conduce per lo più nell’ Oceano Meridionale intorno all'Antartide.

Nell'ambito del suo piano di ricerca più recente [5], il Giappone prevedeva di catturare 4.000 balenottere minori nelle acque dell'Antartide in un periodo di dodici anni e ne ha uccise 333 durante la stagione del 2016. Circa 122 balene sono state uccise – potenzialmente illegalmente [6] – nel 2018. Pur non essendoci virtualmente una domanda interna in Giappone per la carne, finché il Giappone è uscito dall’ IWC nel dicembre 2018, la finalità della caccia alla balena a scopo scientifico era dimostrare la fattibilità del ricominciare una pesca commerciale della balena. Le organizzazioni come la società di salvaguardia Sea Shepherd Conservation Society hanno condannato da tempo la ricerca del Giappone nell'Oceano Meridionale come una facciata per catturare le balenottere minori [7].

Adesso che il Giappone ha promesso di terminare il suo programma scientifico di caccia alla balena, non sarà più coperto dal permesso di ricerca speciale di IWC, rilegando così il suo progetto di pesca commerciale alla balena verso le acque costiere della sua Zona Economica Esclusiva (EEZ).

In base al comunicato stampa [8] di Sea Shepherd:

If Japan decides to withdraw from the International Whaling Commission [9] (IWC) it will allow the IWC to pass the motion to establish the South Atlantic Whale Sanctuary thus effectively ending whaling in the Southern Hemisphere. Japan will now join Norway and Iceland as rogue outlaw whaling nations in the North Pacific and the North Atlantic. The Whale Wars (sic) in the Southern Ocean will soon be over. The focus now must be the Northern Hemisphere.

Se il Giappone decide di ritirarsi dalla Commissione Internazionale per la Caccia alle Balene [9] (IWC), questo permetterà alla IWC di approvare la mozione per istituire il Santuario delle balene nell'Oceano Atlantico meridionale, fermando così efficacemente la caccia alla balena nell'Emisfero Meridionale. Il Giappone si unirà adesso a Norvegia e Islanda come fuorilegge disonesto nella caccia alla balena, nel Nord Pacifico settentrionale e nel Nord Atlantico. La Guerra alle Baleniere (Whale Wars) nell'Oceano meridionale sarà presto finita. È opportuno concentrarsi ora sull'Emisfero Settentrionale.

Contemporaneamente, i governi di Australia e Nuova Zelanda si sono opposti [10] alla decisione del Giappone di ritirarsi da IWC, e anche al suo piano di ricominciare la caccia commerciale alla balena.

La caccia commerciale alla balena nelle acque costiere giapponesi si concentrerà su tre specie

La decisione del Giappone di ritirarsi da IWC è stata parzialmente innescata dalla “Dichiarazione di Florianopolis [11]” nel settembre 2018, dove i membri della commissione hanno votato [12] per continuare la moratoria di lunga data sulla caccia alla balena, respingendo contemporaneamente la proposta del Giappone di ricominciare una caccia commerciale con limiti di cattura “sostenibili” delle balenottere minori, relativamente abbondanti in Antartide.

In seguito all'incontro e alle votazioni di IWC a settembre, l'interlocutore del governo giapponese Suga Yoshihide ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che, mentre “l'evidenza scientifica” dimostra che certe specie di balene sono abbondanti, i membri di IWC si focalizzano ancora esclusivamente sulla salvaguardia delle balene, rifiutando di compiere “alcuni passi tangibili” verso la facilitazione di un ritorno alla “caccia sostenibile alla balena,” l'obiettivo originario dell'organizzazione.

Di conseguenza, il Giappone ha deciso di uscire da IWC alla fine del 2018, e di sospendere completamente il suo programma di caccia alla balena a scopo scientifico. Il Giappone catturerà invece le balene nella sua Zona Economica Esclusiva (EEZ), una vasta superficie di territorio oceanico [13] che si estende dal sud delle isole principali dell'arcipelago giapponese.

Il governo giapponese ha dichiarato [14] che la caccia si concentrerà su tre specie, tutte misticeti: la balenottera rostrata (minke), la balenottera boreale (sei) e la balenottera di Bryde. La nuova caccia continuerà a seguire i limiti di caccia calcolati “in conformità con il metodo adottato da IWC per evitare un impatto negativo sulle risorse di cetacei.”

Le specie minori di balene includono i delfini e le balene pilota che, diversamente dai cetacei più grandi come i misticeti, non sono coperte dalle linee guida della cattura di IWC, e continueranno ad essere cacciate nella Zona Economica Esclusiva (EEZ) del Giappone.

Il commentatore Michael Cucek ha registrato [15] che il numero di balene uccise ogni anno dal Giappone diminuirà, per uno spostamento dell'attenzione sulla caccia di specie più grandi di balene che possano soddisfare la domanda di mercato. Cucek ha tuttavia evidenziato anche che la pesca costiera esistente in Giappone non ha generalmente rispettato le quote prestabilite, presentando l'interrogativo se il ritirarsi o meno da IWC aumenterà significativamente il numero di balene catturato (il numero a sinistra è la quota del 2016, il numero a destra è il numero attuale delle balene sbarcate):

3) La pesca costiera delle balene è stata prevalentemente aspirazionale negli ultimi anni:
Anno 2016 Contingente Sbarcato
Pseudorca crassidens 20 0
Berardius bairdii 66 61
Globicephala macrorhynchus 72 5

Note: ‘Pseudorca crassidens’ is commonly known as the false killer whale; ‘Berardius bairdii’ is known as Baird's beaked whale; ‘Globicephala macrorhynchus’ is commonly known as the pilot whale.

Nota: ‘Pseudorca crassidens’ è comunemente conosciuta come la falsa orca assassina; ‘Berardius bairdii’ è nota come berardio boreale a becco di Baird; ‘Globicephala macrorhynchus’ è nota comunemente come la balena pilota.

Cucek ha notato [17] anche che il governo giapponese ha annunciato che sette comunità in Giappone parteciperanno al nuovo piano di caccia commerciale alla balena. Le città sono situate lungo il litorale giapponese del Pacifico, da Hokkaido a Honshu. Molte delle comunità, come Taiji, che ospitano una controversa caccia al delfino [18], già partecipano in qualche modo alla caccia alla balena su minore scala. Una delle sette comunità inclusa nel nuovo piano è Shimonoseki, situata nell'estremità sud occidentale del Giappone.

Rappresentata nella Dieta Giapponese [19] dal Primo Ministro Abe Shinzo, Shimonoseki è la sede della flotta pelagica di baleniere del Giappone, ed era la base delle operazioni per le spedizioni nazionali di caccia alla balena per scopo scientifico nei mari intorno all'Antartide.

Shimonoseki è anche il porto di origine della Nisshin Maru [20], l'unica nave fabbrica della flotta baleniera. Costruita oltre trenta anni fa, la Nisshin Maru non è conforme [20] agli standard ambientali internazionali relativamente recenti adottati per le acque dell'Antartide e deve essere sostituita. Le spese complessive per sostituire il vascello, sommate alla non redditività economica [21] della caccia alla balena nell'industria giapponese, potrebbero anche aver spinto il Giappone ad usare il ritiro da IWC come un pretesto [22] per terminare in modo pragmatico una costosa caccia sovvenzionata alla balena per scopo scientifico in Antartide.

La pressione degli ambientalisti ha reso troppo oneroso per il Giappone continuare la caccia in Antartide

Sea Shepherd Conservation Society si attribuisce anche il merito per il ritiro del Giappone da IWC. Il gruppo ambientalista si è opposto attivamente a lungo alle attività di caccia alla balena del Giappone in Antartide e nelle acque costiere del Giappone. Le campagne annuali della società hanno ispirato Guerra alle baleniere (Whales Wars) [23] [it], un programma televisivo e reality di lunga durata in cui il fondatore e CEO Paul Watson è diventato una “persona ricercata a livello internazionale [24]” da Interpol per le sue attività ambientaliste e di contrasto alla caccia alle balene.

Sea Shepherd dichiara:

In 2017, the Japanese government began to invest millions of dollars in security efforts to prevent Sea Shepherd from engaging their fleets. These security measures included military-grade real-time surveillance. Although this prevented Sea Shepherd from returning to the Southern Ocean in 2018, it also placed Japan in a position of expending huge resources on continuous security. In other words, the cost of preventing Sea Shepherd intervention became very expensive.

Nel 2017, il governo giapponese ha iniziato a investire milioni di dollari in interventi di sicurezza, volti a impedire che Sea Shepherd impegni le proprie flotte. Queste misure di sicurezza includono una sorveglianza di grado militare in tempo reale. Sebbene questo abbia impedito a Sea Shepherd di ritornare nell'Oceano Meridionale (o Oceano Antartico) nel 2018, ha anche messo il Giappone in una posizione di stanziare enormi risorse nella sicurezza continua. In altre parole, il costo per impedire l'intervento di Sea Shepherd è diventato molto oneroso.

Mentre Sea Shepherd ha proclamato la vittoria sulla caccia giapponese alle balene in prossimità dell'Antartide, dicono che continueranno a lottare contro la caccia alle balene nelle acque costiere giapponesi.

In una intervista via email di Global Voices, Paul Watson, il fondatore di Sea Shepherd, ha promesso di continuare il loro lavoro:

With the whalers worldwide retreating to their own EEZ areas, we no longer need to intervene in pelagic waters. We will continue our opposition against coastal whaling. We presently have a crew in Taiji, Japan. We will continue to urge nations to uphold the IWC moratorium and to embargo products from Japan as stated in their own domestic laws.

Con le baleniere che si ritirano nelle loro Zone Economiche Esclusive (EEZ) in tutto il mondo, non dobbiamo più intervenire nelle acque pelagiche (cioè oceaniche). Proseguiremo la nostra opposizione contro la caccia costiera alle balene. Abbiamo attualmente un equipaggio a Taiji, in Giappone. Continueremo a sollecitare le nazioni per il mantenimento della moratoria di IWC e l'embargo sui prodotti provenienti dal Giappone, come dichiarato nelle loro legislazioni nazionali.