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Le femministe russe cambiano i dialoghi dei classici del cinema sovietico

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Donne & Genere, RuNet Echo

La propaganda di Stato esaltava l'uguaglianza di genere, ma le donne sovietiche dovevano farsi carico del duplice fardello di lavorare a tempo pieno e prendersi cura delle loro famiglie // National Library of Scotland, distribuita sotto CC-BY-NC-SA

I festeggiamenti per la fine dell'anno in Russia, alcuni paesi satelliti dell'Unione Sovietica e la diaspora, possiedono una serie di tratti distintivi. Uno è il telethon annuale del cinema classico sovietico come Mosca non crede alle lacrime [1][it, come link seguenti, salvo diverse indicazioni] una produzione Mosfilm [2] del 1980 che ha vinto l'Academy Award come Miglior Film in Lingua Straniera e ha ricevuto una serie di altri encomi. L'altro classico indiscusso è L'ironia del destino [3] (1976), trasmesso tradizionalmente il 31 dicembre da uno dei più importanti canali nazionali, mentre milioni di famiglie russe sono intente a preparare enormi quantità di insalata russa [4].

Comunque, la generazione di russi cresciuta in quel periodo, che ora hanno tra i 35 e i 40 anni, pensano sempre più che questi modelli comportamentali siano inadeguati all'era moderna, e che i punti di vista adottati siano in un certo senso offensivi. Nel periodo natalizio, i social media russi sono pieni di post critici di utenti che hanno scoperto ad un tratto che i programmi televisivi preferiti dei propri genitori promuovono valori che sono ben lontani dall'essere progressisti [ru]:

Parliamo di “Mosca non crede alle lacrime”. Che ne pensate di questo messaggio: puoi diventare direttore di un'azienda, membro del consiglio comunale di Mosca, madre di successo (e anche single), ma nella vita raggiungi la piena soddisfazione personale solo quando hai imboccato con della zuppa il tuo fidanzato idraulico ubriacone?

Atteggiamenti del genere sono ancora prevalenti in Russia, quindi il collettivo femminista Rosgendernadzor (un gioco di parole costruito sugli acronimi delle organizzazioni ufficiali che corrisponde a Rusgenderwatch) ha unito queste frustrazioni moderne in una serie di fermi immagine di alcuni classici del cinema sovietico, accompagnati da didascalie che immaginano in che modo un personaggio avrebbe potuto rispondere ad un commento sessista o degradante.

Qui ce n'è una tratta da “Mosca non crede alle lacrime”, dove la protagonista femminile è costretta ad avere un rapporto sessuale con un giovane affascinante e con buoni agganci nella società, che poi la abbandona quando resta incinta:

«Mosca non crede alle lacrime»

“Dai Katia, arrenditi”

“Rudy, mi piace il sesso, ma non qui, non adesso, e magari neanche con te. Il mio silenzio in risposta alla tua insistenza o il fatto che non reagisca non vuol dire che voglia avere un rapporto sessuale con te. Ti consiglio di informarti sulla definizione di consenso, quando hai tempo”.

O questa risposta piccata da “L'ironia del destino”, una commedia drammatica acclamata dalla critica che parla di due estranei coinvolti in relazioni stabili ma inappaganti, riuniti dall'ebrezza della notte di fine anno e dall'uniformità dell'architettura pubblica sovietica:

«L'ironia del destino, o Buona sauna»

“34 anni? E ancora niente famiglia? Sfortuna. Capita”.

“Sfortuna? Non sto giocando alla lotteria, qui. Le norme sociali non sono quelle di una volta. È il 1975. Le donne sono presidenti. Le donne ricoprono ruoli di prestigio. Non hanno bisogno di crearsi una famiglia per raggiungere la soddisfazione personale. Se voglio una famiglia, ho sempre tempo di farlo in futuro”.

Ci si occupa anche dei sentimenti repressi degli uomini (questo è tratto dalla miniserie comica The Big School-Break [6] [en] o “The Long Recess”, su una giovane insegnante in una scuola per adulti): 

«The Long Recess»

“Per noi va bene, possiamo versare qualche lacrima e sentirci meglio. Ma tu devi resistere, sei un uomo!”

“Ho rotto con la mia ragazza, quindi mi va di essere triste per un po’ e non voglio evitarlo. Per un uomo è una cosa naturale, mentre le tue presupposizioni si basano su un modello di mascolinità tossica che mi frenano dallo sperimentare le complesse emozioni causate dalla fine della storia”.

In un post [7] [ru] su Facebook in cui presentava il progetto, la fondatrice di Rosgendernadzor ha affermato: 

Приближаются новогодние праздники. Встречаем 2019 год, а за столом — все те же блюда, на экранах — все те же фильмы. И представления о социальных ролях мужчин и женщин все те же. Новый выпуск “тех самых карточек” — про старое-доброе советское кино и гендерные стереотипы. Мы вторгаемся в диалоги героев новогодних фильмов и помогаем им отвечать собеседникам с патриархальными взглядами. Такие взгляды не редкость и сегодня: они поддерживают неравенство между мужчинами и женщинами. Поэтому наши ответы могут помочь и вам. С Новым годом!

Le celebrazioni per la fine dell'anno si avvicinano. Il 2019 è proprio dietro l'angolo, ma è cambiato poco: sulla tavola ci sono gli stessi stuzzichini, in TV ci sono gli stessi film e rimangono in piedi gli stessi punti di vista sui ruoli femminili e quelli maschili. Questa nuova raccolta di “carte” riguarda il buon vecchio cinema sovietico e gli stereotipi di genere. Abbiamo deciso di inserirli nei dialoghi dei film che solitamente vengono trasmessi nella vigilia di Capodanno per dare ai personaggi una possibilità di rispondere a questi punti di vista patriarcali. Queste prospettive accentuano i rapporti impari tra uomini e donne, e non sono così insoliti al giorno d'oggi. Ciò significa che le nostre risposte possono aiutare anche te! Buon anno!

 L'intera raccolta, in inglese, può essere vista qui [8]. Qualcuno ha portato avanti il progetto [ru]:

 condivido queste foto geniali sul mio Facebook e guardo con estrema delizia gli sfondi infiammati di “tutto a posto, ragazzi”.

In queste immagini, ognuno dei commenti dei personaggi principali come: “Ricorda che prenderò io ogni decisione semplicemente sulla base del fatto che sono un uomo” sono affiancati a un secco: “Perché non te ne vai a fan***o allora, Georgy”.

La Russia è al 75esimo posto su 149 paesi del Global Gender Gap Report [11] [en] redatto dal World Economic Forum per il 2018, e ha ottenuto un buon punteggio per quando riguarda l'accesso all'assistenza sanitaria e l'educazione per le donne. Tuttavia, manca di una legislazione che ne tuteli i diritti [12][en].