Aumentano in questi giorni le pressioni per la liberazione del rifugiato bahreinita Hakeem al-Araibi [it] dalla sua prigionia in Thailandia. L'ex giocatore della nazionale è stato arrestato a Bangkok il 27 novembre 2018 dopo che il Ministero degli Interni australiano, non senza suscitare polemiche [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], ha avvertito la Thailandia di una Red Notice emessa dall'Interpol per l'arresto di al-Araibi. Hakeem era in Thailandia per il viaggio di nozze.
Hakeem era fuggito dal Bahrain nel 2014. Era stato condannato in contumacia a dieci anni per presunti atti vandalici a una stazione di polizia. Al-Araibi ha sempre respinto fermamente queste accuse e anzi afferma di essere stato preso di mira per le sue critiche nei confronti di Sheikh Salman bin Ibrahim al-Khalifa, presidente dell'Asian Football Confederation nonché membro della famiglia reale del Bahraini, e di essere stato torturato dalle autorità bahreinite nel 2012 a seguito dei moti della Primavera Araba.
Dopo aver cercato asilo politico in Australia, ha ottenuto un visto permanente ed è in attesa della conferma per la cittadinanza australiana. Attualmente è in squadra con la Pascoe Vale Football Club di Melbourne che si è adoperata instancabilmente per la sua liberazione, come prova anche questo tweet:
Dear Mr. @prayutofficial we are waiting for you to SAVE our player just like the #Autralians saved the #Thailand team. Your picture paints a thousand words. Happiness and #HumanRights is the key to life…you have it we don’t. #SaveHakeem @prdthailand @MFAThai @hakparn pic.twitter.com/lSGK1rQ1yR
— Pascoe Vale FC (@pvfc_official) January 30, 2019
Gentile @prayutofficial stiamo aspettando che lei SALVI il nostro giocatore esattamente come gli #australiani hanno salvato la squadra #thailandese. La sua foto vale più di mille parole. La felicità e i #diritti umani sono fondamentali per vivere… lei li ha, noi no.
Ci sono stati alcuni avvenimenti molto importanti questa settimana, che segna il secondo mese di detenzione per al-Araibi: il Primo Ministro australiano Scott Morrison ha rivelato di aver scritto al suo collega thailandese per chiedere di rilasciare al-Araibi e di non dare corso alla richiesta di estradizione.
Questo avvenimento era stato preceduto da una lunga serie di richieste al governo australiano di prendere parte attiva nella questione. La settimana precedente @popcoin aveva scritto su Twitter:
PM of Australia Morrison rushes out to have a photograph with tennis player Ash Barty but I have not heard one word of support from him for HAKEEM, the soccer player innocent in jail in Thailand about to be handed over to his torturers in Bahrain. Australia caused it.
— popcoin (@popcoin3) January 22, 2019
Il primo Ministro australiano Morrison corre a farsi una foto con il tennista Ash Barty ma non ho sentito da lui una sola parola di sostegno per HAKEEM, l'innocente calciatore imprigionato in Thailandia che sta per essere consegnato ai suoi aguzzini nel Bahrain. L'Australia ne è responsabile.
Dopodiché Craig Foster, ex capitano degli Australian Socceroos, ha portato la campagna per salvare Hakeem al quartier generale della Fifa a Zurigo e ha riportato un responso incoraggiante:
Delighted to appraise the @FIFPro Board of the latest regarding #SaveHakeem and to reiterate the absolute importance of the playing profession standing as one when a colleague is threatened. Many thanks for your support https://t.co/WnqmNew4Ev
— Craig Foster (@Craig_Foster) January 29, 2019
Sono lieto di poter fare le mie congratulazioni al quadro della @FIFPro per le ultime notizie sulla campagna #SaveHakeem e di poter ripetere quale ruolo importantissimo rivesta lo sport professionistico nel farsi una cosa sola per proteggere un collega in pericolo. Un enorme grazie per il vostro sostegno.
Anche l'ex campione della nazionale e oggi conduttore televisivo Gary Lineker [it] ha speso alcune parole sulla situazione critica di Hakeem.
Come on @FIFAcom sort this wrong out: https://t.co/Vx3LHfAeyD
— Gary Lineker (@GaryLineker) January 28, 2019
Forza @FIFAcom toglici da questo guaio.
Phil Roberston, vicedirettore della Human Rights Watch della divisione asiatica, ha reso noto che un club thailandese locale si è unito alla campagna:
Many thanks to Chiang Rai United FC for strongly supporting #SaveHakeem! More #Thailand professional football clubs should make their voices heard, demand that @prayutofficial @MFAThai @prdthailand release #Hakeem immediately, let him go home to #Australia https://t.co/mwoeUtMY5Y pic.twitter.com/WjzpkZtlg4
— Phil Robertson (@Reaproy) January 27, 2019
Un enorme grazie a Chiang Rai United FC per il suo grande sostegno alla campagna #SaveHakeem! Molti altri calciatori professionisti della #Thailandia dovrebbero farsi sentire e richiedere che @prayutofficial @MFAThai @prdthailand liberino #Hakeem immediatamente e lo facciano tornare a casa in #Australia.
Un messaggio non privo di ironia, considerando che gli australiani hanno giocato un ruolo fondamentale nel salvare 12 calciatori adolescenti thailandesi e il loro coach da una grotta vicino a Chang Rai; due di loro hanno anche ricevuto congiuntamente la nomina di Australiani dell'anno 2019.
Anche un altro utente Twitter, @Tibby, ha descritto il sentimento comune che lega l'Australia:
Australia just gave our highest award to 2 divers for risking their lives to rescue 12 Thai boys from underground caves. We know where Hakeem is. He just needs a one way plane ticket. Thailand, let our boy come home. You up for the task @ScottMorrisonMP? #SaveHakeem
— Tibby (@anewneighbour) January 25, 2019
L'Australia ha appena insignito due sommozzatori della nomina più prestigiosa per aver rischiato la vita per salvare 12 ragazzi thailandesi da una grotta sotterranea. Sappiamo dov'è Hakeem. L'unica cosa di cui ha bisogno è un biglietto aereo di sola andata. Thailandia, lascia tornare il nostro ragazzo a casa. Stai facendo qualcosa @ScottMorrisonMP?
Human Rights Watch ha realizzato per la campagna un video pubblicato sui loro canali social:
Sui social è sorta un'attività di protesta molto intensa, soprattutto tramite gli hashtag #Save Hakeem e #FreeHakeem. Anche Amnesty International Australia si è unita con una petizione.
Sarah Joseph, direttrice del Castan Centre for Human Rights Law presso l'Università di Monash, ha spiegato in un articolo su The Conversation quanto sia complessa in questo momento la questione dei diritti umani:
…he was detained under an Interpol red notice issued pursuant to a request from Bahrain. This notice breached Interpol’s own rules as it was issued against a refugee at the request of the country he had fled.
…If he is sent back to Bahrain, Thailand will refouler a refugee – that is, return him to the state from which he fled persecution, a grave breach of human rights. There are legitimate fears that he faces torture upon return to Bahrain.
…è stato imprigionato per una Red Notice dell'Interpol emessa su richiesta del Bahrain, che però violava le regole della stessa Interpol in quanto emessa contro un rifugiato politico dal Paese da cui era in fuga.
…Se al-Araibi fosse rispedito nel Bahrain, la Thailandia commetterebbe un refoulement contro un rifugiato, ovvero un atto di rimpatrio forzato verso il Paese persecutore, una grave violazione dei diritti umani. Vi sono timori fondati che al-Araibi possa essere torturato al suo ritorno nel Bahrain.
La situazione potrebbe rapidamente raggiungere un punto di non ritorno, dal momento che ormai il Bahrain ha emesso formalmente una richiesta di estradizione per Hakeem.
Purtroppo il Primo Ministro Australiano non ha ancora ricevuto risposta dal Primo Ministro thailandese Prayut Chan-o-cha, il che ha fatto pensare ad alcuni che quest'ultimo lo abbia volutamente ignorato.