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Il Parlamento Europeo approva un accordo commerciale con il Marocco ignorando la popolazione Sahrawi

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Marocco, Sahara Occidentale, Citizen Media, Politica, Relazioni internazionali

All'incirca la metà della popolazione indigena sahrawi vive in campi profughi nel mezzo del deserto inospitale. I sahrawi non sono rappresentati nell'attuale accordo commerciale con l'Unione Europea. Foto di: Jan Strömdahl, riprodotta con permesso.

Il processo di politica commerciale dell'Unione europea (UE) è tornato ad essere il palcoscenico di una accesa battaglia sul conflitto “congelato” [1] [it] del Sahara Occidentale.

Al centro della questione vi è l'inclusione del Sahara Occidentale [2] [it] nell'estensione dell'accordo commerciale tra UE e Marocco, che il Parlamento europeo ha approvato ufficialmente [3] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] mercoledì 16 gennaio con 410 voti a favore e 230 contro (e 37 astensioni).

Una sentenza della Corte Europea di Giustizia aveva ritenuto invalido il precedente accordo [4], in quanto il Marocco non avrebbe autorità giuridica per negoziare accordi commerciali per conto del territorio del Sahara Occidentale che attualmente occupa, e il nuovo accordo rischia di andare incontro alla stessa sorte se verrà nuovamente portato in tribunale.

Un accordo dichiarato illegale

In una serie di sentenze emesse negli ultimi due anni, la Corte di giustizia dell'Unione Europea (CGE) avviato procedimenti giudiziari contro alcuni accordi commerciali tra l'UE e il Marocco, a seguito di vari documenti legali internazionali riguardanti lo stato del Sahara Occidentale come territorio non autonomo. La corte ha concluso che gli accordi tra l'UE e il Marocco non possono includere il Sahara Occidentale occupato dal Marocco, ma questo non ha impedito ad altri organismi dell'UE di tentare di aggirare o semplicemente di ignorare tali sentenze.

Allo stesso modo, già nel 2018 con l'accordo tra di pesca tra l'Unione Europea e il Marocco stabiliva le condizioni per le navi europee che continuano a pescare nelle acque territoriali del Sahara Occidentale, nonostante la sentenza del 2016 della CGE [2] [it] fosse chiara riguardo al fatto che il Sahara Occidentale è un territorio “separato e distinto” dal Regno del Marocco, e non può essere legalmente incluso in tali accordi.

Senza il consenso dei Sahrawi

Dal 1975, tre generazioni di Sahrawi hanno passato tutta o la maggior parte della loro vita in campi profughi. Foto di Jan Strömdahl, riprodotta con permesso.

Il Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE) ha avviato un processo di consultazione per adempire alla sentenza della CGE che richiede il consenso del popolo indigeno Sahrawi del Sahara Occidentale. Tuttavia, molti hanno pesantemente criticato le consultazioni perché la Commissione Europea aveva già raggiunto un accordo con il Marocco [5]. Un gran numero di organizzazioni della società civile sahrawi non ha preso parte al processo e ha invece emesso una dichiarazione congiunta di condanna [6].

Alla fine, stando a quanto riportato dal monitoring team [7] di Western Sahara Resource Watch:

Prior to and during the EU's consultation process with the Moroccan entities in Western Sahara, in total 94 Saharawi and pro-Saharawi groups have condemned the EEAS for its negotiations with Morocco [but the] EEAS summarized … that there was a “broad support” for such a trade agreement.

Sia prima che durante il processo di consultazione dell'UE con le entità marocchine nel Sahara Occidentale, in totale 94 gruppi Sahrawi e pro-Sahrawi avevano condannato il SEAE per i suoi negoziati con il Marocco [ma] il SEAE aveva concluso… che vi era un “ampio sostegno” per un simile accordo commerciale.

Mahfoud Lamin Bechri, attivista saharawi di Sahrawi Campaign Against the Plunder (SCAP) (Campagna Sahrawi contro il saccheggio), è andato a Bruxelles, in Belgio, per partecipare a un seminario sull'accordo giusto la settimana prima del voto. Ha detto a Global Voices che era soddisfatto delle risposte dei partecipanti al seminario, ma non era ottimista riguardo al risultato del voto dell'UE.

… I told them about the frustration, especially among young people growing up in these camps and how each new agreement like this will radicalize them and make them lose what little hope they had for the peace process. I felt that those listening were touched by what I said but unfortunately, following what has happened these last days it seems like we’d need a miracle to stop this agreement.

…Ho parlato loro della frustrazione, in particolare tra i giovani, di crescere in questi campi e di come ogni nuovo accordo come questo li radicalizzi e gli faccia perdere la poca speranza che hanno per il processo di pace. Chi ascoltava sembrava molto toccato dalle mie parole ma sfortunatamente, in seguito quello che è successo in questi ultimi giorni, sembra che avremo bisogno di un miracolo per fermare questo accordo.

La corruzione in Parlamento

La commissione parlamentare dell'UE per il commercio internazionale (INTA) ha inviato una delegazione per una missione di accertamento dei fatti nel Sahara Occidentale [8] tra il 3 e il 4 settembre 2018. Il capo della delegazione, Patricia Lalonde, del Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa (ALDE) [9] [it], ha concluso nel suo rapporto [10] [it]:

The local population will profit from economic development and the spill-over effects created in terms of investment in infrastructure, employment, health and education.

La popolazione locale trarrà beneficio dalla sviluppo economico e gli effetti di ricaduta creati in termini di investimenti in infrastrutture, lavoro, sanità ed educazione.

Lalonde fu in seguito costretta a dimettersi dalla sua posizione in INTA dopo che un osservatore dell'UE la espose come membro del consiglio d'amministrazione del gruppo di lobbying pro-marocchino EuroMedA [11]. Nonostante le prove di corruzione, il presidente del partito ALDE, Guy Verhofstadt, ha impedito che la questione venisse inserita nell’agenda di Strasburgo [11].

Uno dei tre delegati, Heidi Hautala (Verdi Europei-Alleanza Libera Europea [12] [it]) ha pubblicato una testimonianza oculare critica della missione di accertamento dei fatti sulla testata indipendente EU Observer, nel quale Hautala dice che le autorità marocchine controllavano la missione e che erano accompagnate da un entourage di fedeli giornalisti:

The reality check came when I decided to have an additional meeting with some Saharawi activists. Moroccan authorities used a textbook method of harassing the human rights defenders: the activists were arrested for reportedly not wearing their seat belt […] The Sahrawis we met explained that their daily lives are full of such episodes. They showed us several videos of a demonstration that took place on that same day. Some of the activists ended up in the hospital after suffering from police brutality.

Il vero e proprio controllo sulla realtà è arrivato quando ho deciso di tenere un incontro aggiuntivo con alcuni attivisti sahrawi. Le autorità marocchine hanno usato un metodo da manuale per molestare i difensori dei diritti umani: gli attivisti sono stati arrestati perché non avrebbero indossato la cintura di sicurezza […] I sahrawi che abbiamo incontrato hanno spiegato che le loro vite quotidiane sono piene di tali episodi. Ci hanno mostrato diversi video di una dimostrazione avvenuta lo stesso giorno. Alcuni degli attivisti sono finiti nell'ospedale dopo aver sofferto per la brutalità della polizia.

In opposizione a Lalonde e alla commissione commerciale, Hautala ha concluso:

Some in the parliament claim that ‘we should not oppose development’ in Western Sahara and that opposing the proposed agreement would be to the detriment of the population bringing trade, jobs and income. This statement ignores the very fundamental fact: this agreement would consolidate the illegal annexation of Western Sahara by Morocco and run directly against the UN-led peace efforts, by dividing the territory of Western Sahara in two and strengthening one of the parties of the conflict.

Alcuni parlamentari affermano che “non dovremmo opporci allo sviluppo” nel Sahara Occidentale e che l'opposizione all'accordo proposto sarebbe a danno della popolazione dato che porterebbe commercio, posti di lavoro e entrate. Questa affermazione ignora un fatto fondamentale: questo accordo consoliderebbe l'annessione illegale del Sahara Occidentale da parte del Marocco e andrebbe direttamente contro gli sforzi di pace guidati dalle Nazioni Unite, dividendo in due il territorio del Sahara Occidentale e rafforzando una delle parti coinvolte nel conflitto.

‘Un momento storico’

In assenza di mezzi di comunicazione, i sahariani occidentali si sono rivolti a Twitter e alle agenzie di stampa per seguire il voto, tra cui Mahfoud Lamin Bechri:

For the European Parliament, this is historical, they are voting to break their own law!

Per il Parlamento Europeo questo è un momento storico, stanno votando per infrangere la loro stessa legge!

Nelle ore che hanno preceduto la decisione, su Twitter i netizen hanno richiamato l'attenzione su deputati europei ad entrambi i lati della questione. I marocchini hanno diffuso brevi messaggi video di politici locali e regionali che approvano i benefici dell'accordo sullo sviluppo economico nelle “province meridionali” del paese.

#VotaNO
NO all'inclusione del #SaharaOccidentale, illegalmente #OCCUPATO, nell'accordo tra #UE – #Marocco
Sosteniamo i diritti e l'#AutoDeterminazione del #SaharaOccidentale.

Selma, una rifugiata sahrawi, lancia un appello al Parlamento Europeo perchè voti contro l'accordo illegale tra UE e Marocco

Il sostegno economico per un'occupazione militare illegale e brutale non può mai essere giustificato #SaharaOccidentale #VotaNo #UE #marocco

Il Parlamento Europeo [@Europarl_EN ] ha appena votato in favore dell'accordo illegale tra l'#UE e il #Marocco che:

- mina i negoziati di pace delle Nazioni Unite
– rafforza un'occupazione brutale e illegale
– ignora completamente le sistematiche violazioni dei diritti umani

L'accordo sarà rimesso in discussione con successo al CGE #SaharaOccidentale

Quando il risultato fu annunciato, Mahfoud Lamin Bechri espresse proprio disappunto con parole indignate a Global Voices:

I want to emphasize what I said earlier about our youth. This gives them one more reason to choose going back to arms. The EU is pushing for a war in Western Sahara. They have to know we will not give up. The image of Europe changed today, the Europe of values such as democracy and rule of law has been replaced by the Europe that puts business and money over peace and human rights.

Voglio sottolineare ciò che ho detto prima riguardo ai nostri giovani. Questo dà loro un motivo in più per scegliere di tornare alle armi. L'UE sta spingendo per una guerra nel Sahara Occidentale. Devono sapere che non ci arrenderemo. L'immagine dell'Europa è cambiata oggi, l'Europa dei valori come la democrazia e lo Stato di diritto è stata sostituita da quella di un'Europa che mette affari e denaro davanti alla pace e ai diritti umani.