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Le nazioni caraibiche sono determinate ad avere voce in capitolo sul Venezuela

Categorie: Citizen Media, Politica, Protesta, Relazioni internazionali
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La manifestazione degli oppositori venezuelani nel marzo 2017. Foto: Dominio pubblico via Wikimedia Commons

Il 7 febbraio, una delegazione della Comunità caraibica (CARICOM) [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], è stata presente in un incontro [3] [es] a Montevideo in Uruguay per discutere della situazione venezuelana. All'incontro, organizzato insieme da Uruguay e Messico, hanno partecipato “più di 10 paesi e organizzazioni”, e si sono riunite insieme quelle parti che hanno assunto una posizione neutrale nei confronti del Venezuela; un gruppo che è stato un po’ messo da parte dai mezzi d'informazione internazionali tradizionali, che nel coprire la crisi venezuelana si sono concentrati [4] soprattutto su chi ha riconosciuto Juan Guaidó come presidente ad interim e sui pochi (Russia, Cina, Turchia, Iran) che in modo deciso sostengono la presidenza di Nicolás Maduro.

Vista la presenza di vari membri dell'UE e di altri stati dell'America Latina, a Montevideo la piccola CARICOM probabilmente dovrà lottare per farsi sentire. Ma quello che sta accadendo in Venezuela è di estrema importanza geopolitica per la regione caraibica e CARICOM ultimamente sta mostrando i muscoli: prima di tutto scegliendo di distaccarsi dalle scelte fatte a livello internazionale e di prendere una posizione di non intervento [5] sulla questione venezuelana. Poi, il 31 gennaio, c'è stato il richiamo pubblico [6] a Luis Almagro, Segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (OSA), in cui gli è stato chiesto di “chiarire pubblicamente di non aver parlato a nome di tutti gli stati membri” quando ha riconosciuto Guaidó come presidente ad interim del Venezuela.

CARICOM ha anche inviato una delegazione all'incontro del 28 gennaio a New York con il Segretario generale delle Nazioni Unite (ONU), Antonio Guterres. Il 4 febbraio, Guterres ha dichiarato alla stampa [8] che l'ONU non stava appoggiando nessuna delle iniziative volte a risolvere la crisi Venezuelana.

Ripercussioni locali

Anche Trinidad e Tobago, lo stato della CARICOM più vicino al Venezuela, è alle prese con le differenze di opinione interne riguardo alla questione venezuelana. Il 2 febbraio, alcuni membri della consistente popolazione venezuelana residente nel paese hanno organizzato una marcia [9] nella capitale del Trinidad per esprimere il proprio supporto a Guaidó. Durante la manifestazione hanno distribuito copie di una lettera aperta al Primo ministro Keith Rowley esortandolo a fare lo stesso. Secondo le stime, ci sono circa 60.000 venezuelani che vivono a Trinidad.

Anche l'opposizione del paese ha espresso il proprio supporto [10] a Guaidó. Durante una sessione parlamentare, Kamla Persad-Bissessar, leader dell'opposizione ed ex primo ministro, ha messo in guardia il governo affermando che le azioni intraprese “potrebbero significare dover dire addio all'accordo Dragon”, riferendosi a un accordo per l'energia [11] che Trinidad e Tobago aveva raggiunto con l'amministrazione Maduro nell'agosto 2018 e che consente allo stato insulare di accedere al giacimento di petrolio Dragon. Come ha fatto notare [12] un economista, con la chiusura della raffineria Petrotin [13] l'anno scorso, Trinidad e Tobago si trova in una posizione di insicurezza energetica che potrebbe peggiorare con l'imposizione di sanzioni da parte degli USA sulla PDVSA, la compagnia petrolifera statale venezuelana.

La questione venezuelana ha avuto un impatto anche sul settore energetico della Giamaica. All'inizio di gennaio, poco dopo il voto della Giamaica a favore [15] della decisione dell'OSA di dichiarare illegittimo il secondo mandato di Maduro come presidente, il governo aveva annunciato [16] l'intenzione di legiferare per riappropriarsi del 49% delle azioni che il Venezuela ha in Petrojam, la compagnia petrolifera statale. Sia l'opposizione che altri [17] hanno notato [18] la coincidenza dei due eventi, ma il governo ha negato che ci fosse un collegamento. Tuttavia, la Giamaica ha finito per firmare la dichiarazione del 24 gennaio di CARICOM in difesa della posizione di non intervento e non interferenza nella crisi venezuelana.