Giornalisti, insegnanti e attivisti presi di mira da attacchi alla libertà di parola nelle Filippine

I sostenitori della libertà di stampa denunciano l'arresto dell'amministratore delegato del Rappler, Maria Ressa. Fonte: College Editors Guild of the Philippines.

Il recente arresto e detenzione della giornalista filippina Maria Ressa, AD e direttore esecutivo del sito di notizie Rappler [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] rappresenta soltanto la punta dell’iceberg dell’intensificarsi degli attacchi contro i media filippini.

I molteplici attacchi alla libertà di stampa nelle Filippine avvengono in diversi modi: tacciando di comunismo i membri dei media inclusi nelle “liste di bersagli militari” di sospettati ribelli comunisti, attacchi ai siti di media alternativi tramite l'utilizzo di attacchi (DDoS) distribuiti [it] e l’uso sistematico di troll e bot sui social media contro gli oppositori del governo.

Tuttavia i media non sono l’unico bersaglio: anche insegnanti e attivisti vengono perseguitati in ciò che loro descrivono come “costrizione” di libertà sotto il governo Duterte.

Caso di diffamazione informatica

Ressa, nota oppositrice del governo del Presidente Rodrigo Duterte, nel 2018 è stata nominata Persona dell'anno dal TIME Magazine. La giornalista investigativa acclamata a livello globale è stata arrestata il 13 febbraio e accusata di diffamazione. Il tutto è iniziato da una storia su Rappler del 2012, che collegava l’uomo d’affari Wilfredo Keng all’ex giudice della Corte Suprema Renato Corona, incriminato nel 2012. La storia del Rappler ha citato i notiziari collegando Keng alle droghe illegali e al traffico di esseri umani.

Il 14 febbraio è stato concesso a Ressa di pagare una cauzione di 100.000 peso (1917 dollari) ed ora è libera. D’altra parte però i sostenitori della libertà di stampa affermano che le accuse sono politicamente motivate. L’ufficio investigativo nazionale (NBI) aveva inizialmente fatto cadere le accuse contro Ressa, cambiando poi la propria decisione, sebbene Ressa non fosse ancora redattrice quando l’articolo fu pubblicato nel maggio del 2012. Inoltre, l’articolo in questione fu pubblicato quattro mesi dopo che la Legge filippina sulla prevenzione della criminalità informatica divenne effettiva.

Il mandato di arresto contro Maria Ressa è stato ricevuto dal Rappler HQ adesso. Un ufficiale, parte del partito di servizio, che si è presentato come membro della NBI, ha cercato di proibirmi di fare video – CHE E’ ESATTAMENTE PARTE DEL MIO LAVORO.

Giornalisti etichettati come comunisti

In passato, chi lavorava per i media veniva regolarmente etichettato come “rosso”, ovvero membro del Partito Comunista delle Filippine (CPP) e suo braccio armato, l’esercito delle Nuove Persone. Vengono incluse le organizzazioni mediatiche più importanti come Il Sindacato Nazionale dei Giornalisti delle Filippine (NUJPL), che è stata accusata di agire come “fronte del CPP” in articoli falsi pubblicati dai giornali scandalistici di Manila.

Cong Corrales, un redattore associato del giornale locale Goldstar con sede a Cagayan de Oro City, è stato incluso nella lista dei “terroristi comunisti”. La lista, che inoltre menziona alcuni dei suoi membri familiari, è stata ampiamente distribuita da sospettati agenti militari. Non sorprende che l’orchestrata caccia alle streghe coincida con l’inaugurazione del maggio del 2017 del Hustisya-Northern Mindanao, un’organizzazione votata a difendere le vittime della Legge marziale imposta sull’isola di Mindanao, la seconda isola più grande delle filippine.

[#Filippine] ETICHETTATO COMUNISTA: Giù le mani Cong Corrales e famiglia, membro di @nujp-Cagayan de Oro.

Attacchi informatici DDoS

Allo stesso tempo, siti di media alternativi come Bulatlat, Kodao Productions, e Pinoy Weekly sono stati soggetti di pesanti attacchi informatici DDoS da dicembre 2018, che hanno poi portato a continue rimozioni dei loro siti web da internet. Più recentemente, Bulatlat e Kodao Productions, considerate le organizzazioni di media alternativi più vecchie nelle Filippine, sono state particolarmente bersagliate fino a causarne la chiusura definitiva il 25 di gennaio.

Butatlat, un rivista online alternativa, è soggetta ad attacchi informatici al momento. Gli esperti informatici, che stanno attualmente esaminando il caso, hanno riferito che un “numero assurdo” di attacchi è stato lanciato al fine di far crollare uno dei dei siti web di notizie più longevo del paese.

Ulteriori dettagli a seguire.

Anche il sito web del NUJP è stato sotto attacco i primi di febbraio, ricevendo un record di 615 gigabytes di traffico fasullo totale. Quando Bulatlat ha cercato aiuto al Qurium Media Foundation, un'impresa specializzata di hosting sicuro per media minacciati con sede in Svezia, ha notato che:

…the attackers used nearly 2,000 computers to saturate the website and make it unreachable. In another attack, they sent 3 million packets per second of bogus traffic.

…gli attentatori hanno usato all’incirca 2,000 computer per saturare il sito web e renderlo irrintracciabile. In un altro attacco, hanno mandato 3 milioni di pacchetti al secondo di traffico fasullo.

Altermidya, un network indipendente di media alternativi, ha concluso che gli attacchi informatici portano il marchio di meccanismi sistematici e ben finanziati:

Clearly, this is not just the handiwork of a hacker acting alone. Several international studies, including one from the University of Oxford, revealed how government is funding cyber-attackers to manipulate public opinion over the internet. We believe that there is no one else that could possibly be behind these attacks than the Duterte administration itself, which has taken increasingly bold steps to curtail press freedom and the people’s right to know.

Chiaramente, questo non è il lavoro di un singolo hacker. Diversi studi internazionali, compreso uno dell’università di Oxford, hanno rivelato che il governo sta investendo sugli attentatori informatici per manipolare la pubblica opinione su internet. Crediamo che non ci possa essere nessun altro dietro a questi attacchi a parte l’amministrazione Duterte stessa, che ha preso misure sempre più ardite per limitare la libertà di stampa e il diritto delle persone di sapere.

Una dichiarazione di unità di NUJP, AlterMidya, Bulatlat, Kodao Productions, Pinoy Weekly, e l'alleanza di scrittori e artisti Let's Organize for Democracy and Integrity (organizziamoci per avere democrazia ed integrità), cita:

The attacks are an affront against the ordinary people whose perspectives define the stories of the alternative media. These are attempts by those in power to drown out the voice of the marginalized and the oppressed, displaying Duterte’s fear of committed journalism that seeks to inform, educate and guide the public in decision-making.

Gli attacchi sono un affronto alle persone ordinarie, le cui prospettive definiscono le storie dei media alternativi. Questi tentativi hanno lo scopo di soffocare la voce degli emarginati e degli oppressi da parte di coloro che sono al potere, dimostrando così le paure di Duterte nei confronti di quei giornalisti impegnati ad informare, educare e guidare il pubblico nella presa di decisioni.

Profilazione degli insegnanti delle scuole pubbliche

Tutti coloro che criticano pubblicamente le politiche di Duterte, come ad esempio la violenta campagna anti droga o le regole militari imposti su Mindanao, vengono soggetti a sorveglianza, intimidazione e minacce. Ciò accade particolarmente ad un gruppo: i membri del sindacato insegnanti, che sono diventati bersagli di profilazione dal comando della Polizia Nazionale delle Filippine, dal dipartimento degli interni e dal governo locale. Fortunatamente, una delle organizzazioni a ombrello, l’Alleanza dei Concerned Teachers (insegnanti preoccupati) sta denunciando apertamente tali violazioni della libertà di espressione:

GUARDA: l'Alleanza degli insegnanti preoccupati ha condotto un’azione di protesta al Camp Crame, a Quezon City per condannare la profilazione o l’inventariazione da parte del PNP dei suoi membri-insegnanti.

Un altro gruppo che le autorità sono impazienti di osservare da vicino sono gli studenti. Questa settimana, la Commissione Nazionale della Gioventù del governo ha richiesto pubblicamente che il presidente Duterte revochi la borsa di studio agli studenti che si sono uniti alle “proteste anti-governo”.

La polizia sta restringendo il flusso di persone al mob di commemorazione dell’anniversario EDSA  - – ironicamente il giorno in cui diamo valore al diritto democratico di riunirsi e protestare. [Hanno paura di una nuova] [rivolta] dell’ EDSA!

EDSA è l'abbreviazione dell’Epifanio di Manila de los Santos Avenue, il luogo dove si è tenuta la dimostrazione pubblica del febbrario del 1986 [it] che ha scacciato il dittatore filo americano Ferdinand Marcos.

Ma i filippini non stanno prendendo la restrizione dei loro spazi democratici alla leggera. Migliaia di persone ordinarie, difensori dei diritti e gruppi di attivisti si sono uniti al santuario di EDA il 23 febbraio per opporsi a quello che loro definiscono un regime sempre più dittatoriale del presidente Duterte. Questa espressione esplicita di frustrazione arriva in un momento particolarmente delicato: il 25 febbraio segna l’anniversario della rivolta popolare che ha rovesciato il dittatore Ferdinando Marcos nel 1986.

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