Gli attivisti ghanesi cercano risposte un mese dopo l'assassinio di un giornalista

Ahmed Hussein-Suale Divela. Foto del Comitato per la protezione dei giornalisti

Un mese dopo l'assassinio del giornalista investigativo ghanese Ahmed Hussein-Suale Divela, ucciso a Madina con una serie di colpi di arma da fuoco mentre era in macchina, gli attivisti ghanesi stanno ancora cercando risposte e sviluppi in merito alle circostanze di questo orribile assassinio.

Il gruppo United Press for Development ha organizzato una marcia di solidarietà pacifica [en, come i link successivi, salvo diversa indicazione] ad Accra a metà febbraio scorso per ricordare alla polizia che gli assassini di Divela non sono stati ancora identificati o arrestati. Hanno aggiunto anche che le proteste continueranno finché il gruppo non riceverà le risposte che sta cercando.

L'assassinio di Divela richiama l'attenzione sulla libertà di stampa in Ghana dove gli assassini violenti di giornalisti sono in realtà una rarità, secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti.

Tuttavia, Kofi Asante, l'organizzatore del gruppo, ha affermato che a Kumasi [it] “sono stati complessivamente uccisi 31 giornalisti, alcuni dei quali nel 2018. L'ironia è che il Ghana è stato il primo paese africano a rispettare la libertà di stampa e figura al 23° posto nella classifica mondiale.”

Chi era Ahmed Hussein-Suale Divela?

Ahmed Hussein-Suale Divela lavorava per Tiger Eye Private Investigations, una testata giornalistica investigativa diretta da Anas Aremeyaw Anas. L'approccio non convenzionale e controverso di questo giornale al giornalismo investigativo ha consentito di denunciare molti personaggi di alto profilo in tutta l'Africa.

Divela aveva recentemente contribuito all'indagine che ha smascherato Kwesi Nyantakyi, l'ex presidente dell'associazione calcistica ghanese ed ex membro del Consiglio generale della FIFA, accusato di aver accettato tangenti pari a 65.000 dollari. Il Consiglio di aggiudicazione ha espulso a vita Nyantakyi, vietandogli di partecipare a qualsiasi attività connessa al calcio.

Anas ha divulgato la notizia dell'assassinio di Divela in un tweet con allegato un video che mostrava Kennedy Agyapong, membro del Parlamento ghanese, che parlava in diretta televisiva nel maggio del 2018:

È una notizia terribile, ma non ci impediranno di parlare. Riposa in pace Ahmed. #IlGiornalismoNonèunCrimine #NoallaCorruzione

Nel settembre del 2018, Divela aveva fatto sapere al Comitato per la protezione dei giornalisti tramite WhatsApp che alcune “persone molto potenti in Ghana volevano fargli del male”  dopo la trasmissione di una sua foto era stata mostrata da Agyapong sulla stazione televisiva NET 2 TV nel maggio del 2018. 

Since my image was published and [the] public was incited against me […] many people have attempted [to attack me]. These criminals after us are people who are […] associated with powers that be in Ghana and can do anything and get away with it. Indeed, it [has] been hinted in some quarters that the very man who published [my image] said he was doing everything possible to quell [my] existence.

Dopo la trasmissione della mia foto e l'incitamento del pubblico contro di me […], molte persone hanno tentato di attaccarmi. Questi criminali che ci perseguitano sono persone legate ai politici al potere in Ghana, possono fare tutto e cavarsela. In qualche quartiere si mormora che la persona che ha pubblicato la mia foto abbia detto che avrebbe fatto di tutto per uccidermi.

Il potere delle parole dei politici

Agyapong, un membro del Nuovo partito patriottico, attualmente al potere, è stato Primo ministro per 19 anni. È risaputo che, nel corso della sua lotta contro la corruzione, Agyapong abbia accusato di appropriazione indebita funzionari corrotti, sopratutto quelli interni al proprio partito.

Dopo la morte del giornalista, si è scatenato un acceso dibattito sulla possibilità che i commenti indirizzati a Divela fatti da Agyapong in diretta televisiva possano aver provocato il suo assassinio:

The boy is very dangerous. He lives here in Madina. If you meet him somewhere, break his ears. If he ever comes to this premises [sic], I'm telling you, beat him.

Quel ragazzo è pericoloso. Vive qui a Madina. Se lo incontrate, stroncategli le orecchie. Se si presenta da queste parti, giuro che lo riempio di botte.

Agyapong ha giustificato le sue azioni, affermando che con i suoi commenti non intendeva danneggiare nessuno e riportando una scaramuccia che Divela avrebbe avuto con uno dei membri dello staff di Agypong. In un altro video, non più disponibile su Youtube, Agyapong suggerisce che Anas sia di fatto il principale sospetto della morte di Divela. Ha offerto una taglia di 100.000 Cedi ghanesi (circa 19.000 dollari) a chiunque trovi i sicari di Divela a riprova del fatto che non è stato lui a commettere l'omicidio.

Agyapong ha lasciato il Ghana dopo essere stato interrogato dalla polizianegando fermamente che stesse fuggendo dal Ghana o che fosse stato identificato come sospetto.

Sei persone sono state arrestate e rilasciate su cauzione in connessione con l'assassinio di Divela. La polizia ha affermato che gli arresti erano “basati su un ragionevole sospetto”. L'identità di queste persone non è stata tuttavia resa nota.

Giornalismo pericoloso

I giornalisti di Tiger Eyes Investigations ricevono da anni minacce di morte e sono stati accusati di usare metodi poco etici che violano l'etica del giornalismo.

Benché non ci siano prove che dimostrino che Agyapong sia connesso direttamente all'omicidio di Divela, le sue parole hanno sicuramente avuto un peso e sono state pronunciate in una televisione di sua proprietà. 

Un rapporto di CPJ rivela che nel 2018, sono stati assassinati circa 53 giornalisti in tutto il mondo, “34 di loro sono stati presi di mira e uccisi per ritorsione contro il loro lavoro”. Tra il 2016 e il 2017, 102 giornalisti sono stati assassinati a causa del loro lavoro. Secondo un rapporto dell'UNESCO, nell'ultimo decennio (2006 – 2017) sono stati uccisi più di mille giornalisti.

L'assassinio di alto profilo dell'editoralista del Washington Post, Jamal Ahmad Khashoggi [it], ucciso nel Consolato saudita a Istanbul il 2 ottobre del 2018 da agenti del governo saudita, ha scatenato rabbia in tutto il mondo.

Awil Dihar Salad, un esperto giornalista somalo, è stato ucciso nel dicembre del 2018. Salad era fuggito dalla Somalia nel 2005, temendo di essere stato preso di mira. Quando vi ha fatto ritorno in un secondo momento è stato assassinato.

Prima ancora, nel luglio del 2018, tre giornalisti russi erano stati uccisi nella Repubblica centro-africana mentre stavano “indagando sulle attività del cosiddetto gruppo Wagner, una azienda privata di appaltatori militari”.

Occuparsi di giornalismo investigativo è come firmare una condanna a morte. Molti governi africani lavorano nell'oscurità e si oppongono fermamente a tentativi di denuncia. Molti giornalisti dal canto loro non si sentono di rischiare così tanto per un misero stipendio. 

La morte di Divela non è stata dimenticata e il suo lavoro continua a essere portato avanti. I giornalisti e gli attivisti continueranno a lavorare fino alla risoluzione del caso. 

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