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Il razzo russo Soyuz invia in orbita i primi satelliti OneWeb, ancorati al suolo da severe normative

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Censorship, Citizen Media, Libertà d'espressione, Politica, Tecnologia, RuNet Echo
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Il veicolo spaziale Soyuz ST-B mentre trasporta sei satelliti OneWeb sulla piattaforma di lancio // Immagine: Runet Echo.

Il 27 febbraio 2019, un razzo Soyuz ha dispiegato i primi sei satelliti di ciò che è stata progettata come una costellazione di diverse centinaia di trasmettitori a bassa orbita terrestre, in grado di fornire l'accesso a internet in tutto il mondo, persino in aree remote con infrastrutture insufficienti.

La rete russa RT ha pubblicato un video del lancio su YouTube, intitolato “Internet per ‘tutti’ & ‘ovunque': Il razzo Soyuz lancia i primi satelliti OneWeb”:

Tuttavia, sul territorio russo, le cose non sembrano così utopistiche. Poco prima del lancio, il governo russo ha varato una risoluzione [2] [en, come i link successivi, salvo diversa indicazione], che impone di far transitare tutto il traffico satellitare nel paese attraverso stazioni di accesso affidate dal governo. Entrambi gli operatori satellitari internazionali, Iridium e Thuraya e le telecomunicazioni russe dovranno costruire queste stazioni a proprie spese, e dopo un'accurata verifica e la conseguente autorizzazione da parte delle agenzie di sicurezza russe: il principale servizio di intelligence nazionale, il FSB (Servizio federale di sicurezza) e l'UST (Servizio federale di protezione), che garantisce protezione e sicurezza dei dati personali agli alti funzionari del Paese.

Fin dall'inizio, le autorità russe hanno avanzato la pretesa nel progetto intrapreso da OneWeb, assicurandosi di avere il maggior controllo possibile sui flussi di informazioni. Nonostante l'accordo di joint venture tra OneWeb e Roscosmos, l'agenzia spaziale statale russa, poco prima del lancio inaugurale, OneWeb ha ceduto la sua quota di maggioranza [3] [ru] ad una controllata di Roscosmos, portando così il progetto sotto lo stretto controllo del governo russo. L'FSB si è opposto attivamente [4] all'arrivo di OneWeb, citando in particolare i sospetti che la rete potesse essere utilizzata per scopi di spionaggio. Lo scorso ottobre, un rapporto di Reuters ha citato il funzionario del Servizio di sicurezza federale Vladimir Sadovnikov che ha segnalato che “alcune regioni della Russia diventerebbero totalmente dipendenti da un servizio satellitare straniero”.

Inizialmente, gli utenti russi hanno pensato a OneWeb e simili progetti concorrenti da parte di Facebook e SpaceX [5], come un possibile rimedio contro la sempre più rigida imposizione della censura sull'utilizzo del linguaggio in rete [ru]:

Gli utenti saranno in grado di connettersi alla rete SpaceX e accedere a internet, aggirando qualsiasi tentativo di censura governativa. OneWeb e Telesat hanno aderito alla sfida. Numero totale di richieste per i lanci satellitari: 18.470. Un terminale ricevente dovrebbe costare circa 200 dollari.

L'atteggiamento è cambiato rapidamente dopo aver chiarito che il governo russo non solo avrebbe controllato la quota di maggioranza nel progetto di lancio, ma si aspettava che tutto il traffico passasse attraverso punti di accesso rigorosamente monitorati [ru]:

Il governo russo ha posto il veto sull'accesso a internet via satellite senza punti di scambio governativi

Alexander Plushev, un giornalista informatico di spicco e presentatore della rete radio indipendente Eco di Mosca, ha riassunto tale disillusione in un famoso post su Telegram [10] [ru]:

Не раз встречался со странным заблуждением, что от Яровой и автономного интернета нас спасет космический интернет. Всякий OneWeb и прочее. Причем, многие почему-то еще думают, что этот интернет будет бесплатным. Нет-нет, мало того, что он будет по нашим нынешним меркам дорогим, но еще и мимо всех цензурных мер это дело не пройдет. Есть представление, что свободный спутник будет бить сигналом прямо в наш смартфон или даже ноутбук. Не будет. Система разрабатывалась не с целью обхода фильтрации и потому обходить ее не будет. На земле необходимо оборудование, ввоз которого будет жестко контролироваться, ну а теперь еще и сами операторы должны будут получить разрешение в ФСБ.

Не рассчитывайте на чудо, никакая заграница вам не поможет. Ни у каких масков и цукербергов нет благородной цели вырвать вас из плена цензуры, да еще и бесплатно. Идти к счастью придется своими ногами.

Più volte ho sentito parlare di questa strana idea errata secondo cui lo spazio internet rappresenta la nostra salvezza dalle “leggi di Yarovaya” e dall’ “internet sovrano”. Parlo di OneWeb e simili. Molti vengono addirittura ingannati nel pensare che questa rete sarà gratuita. Totalmente falso: non solo sarà abbastanza costosa per gli standard odierni, ma sarà anche soggetta ad ogni regolamento di censura. È diffusa l'idea, sbagliata, di internet gratis consegnato direttamente su smartphone o laptop. Ma non funziona in questo modo. Il sistema non è stato progettato per aggirare i filtri dei contenuti, quindi non aspettatevi nemmeno che tentino di farlo. Per di più, il sistema ha richiesto attrezzature soggette a rigide normative di importazione e, in aggiunta, gli stessi operatori hanno dovuto ottenere una licenza dall'FSB. Non sperate in nessun miracolo, nessuno straniero verrà salvarci. E non fatevi ingannare: non ci sono Musk o Zuckerberg là fuori che per una nobile causa ci libereranno dalle catene della censura, tantomeno gratuitamente. Dobbiamo raggiungere la felicità con le nostre gambe.

Plushev si riferisce a una serie di leggi e regolamenti restrittivi attuali, scatenati dall'ondata delle proteste popolari del 2011-13 [11] [it] contro la corruzione del governo e le frodi elettorali. In risposta, le autorità russe hanno approvato diverse leggi che limitano la libertà di associazione [12], e impongono il controllo e la persecuzione [13] [it] sull'utilizzo del linguaggio in rete. Le “leggi Yarovaya” prescrivono la conservazione dei dati di massa [14] per combattere “l'estremismo”, almeno in apparenza. La rete “internet sovrana” [15] è una recente aggiunta alla lunga lista di progetti di legge, atti e provvedimenti restrittivi, che propone un'infrastruttura informatica nazionale per proteggere la Russia da un ipotetico (e altamente improbabile) “blackout” su internet.

Vladimir Putin ha recentemente annunciato un piano ambizioso per migliorare la dorsale di rete del Paese e fornire un servizio internet efficiente e a basso costo, a tutta la popolazione russa – a meno che, i russi non si aspettino di usarlo per dare sfogo alle loro frustrazioni. [16]