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Il rilascio programmato dell'attivista egiziano Alaa Abd El Fattah slitta di 10 giorni

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Egitto, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Libertà d'espressione, Protesta, Advox

Alaa Abd El Fattah, foto di Nariman El-Mofty.

Le autorità egiziane hanno posticipato il rilascio del famoso blogger e attivista Alaa Abd El Fattah di 10 giorni: questo è quanto ha fatto sapere [1] [en, come i link seguenti salvo diversa indicazione] sua sorella, Mona Seif, un'attivista per i diritti umani, su Twitter.

Abd El Fattah avrebbe dovuto essere scarcerato il 17 marzo 2019, ossia il giorno in cui terminava il suo periodo di reclusione di cinque anni.

Negli ultimi giorni di febbraio, i promotori della campagna #FreeAlaa hanno fatto sapere, in un aggiornamento [2] pubblicato su Facebook, che la data di rilascio del blogger era slittata al 27 marzo, attribuendo questo ritardo alla “solita burocrazia” delle istituzioni egiziane. Hanno comunque assicurato ai sostenitori che per il momento questo ritardo non desta preoccupazioni:

The truth is the prison authorities have been giving us mixed dates over the past few months because even they find it hard to calculate exactly how long he has been in prison as he has been in and out of prison many times over the past years. They have finally settled on the 27th of March as the last day in his sentence, so accordingly we are tweaking the counter, and continuing the countdown with you

La verità è che negli ultimi mesi le autorità carcerarie ci hanno indicato date [di rilascio] diverse perché anche loro hanno difficoltà a determinare con esattezza quanto tempo sia stato effettivamente in carcere, perché negli ultimi anni è entrato e uscito dal carcere più volte. Alla fine hanno fissato la data di rilascio al 27 marzo. Ci siamo adattati di conseguenza e, come voi, stiamo facendo il conto alla rovescia.

Alaa era stato arrestato [3] [it] e prelevato da casa sua nel novembre del 2013. Oltre un anno dopo, nel febbraio del 2015, era stato portato in giudizio e condannato a cinque anni di reclusione per aver “organizzato” una manifestazione, in violazione della legge sulle manifestazioni del 2013, che vieta manifestazioni non autorizzate. Benché abbia effettivamente preso parte alla manifestazione contro l'uso dei tribunali militari per processare i civili il 26 novembre del 2014, Alaa non ha avuto alcun ruolo nella sua organizzazione. La sua condanna è stata successivamente confermata dalla Corte di cassazione egiziana nel novembre del 2017.

Alaa è stato incarcerato o indagato da parte di tutti i capi di stato egiziani che hanno governato nel corso della sua vita. Nel 2006 era stato arrestato [4] per aver preso parte a una manifestazione pacifica. Nel 2011, è stato in prigione per due mesi [5] e non ha quindi potuto assistere alla nascita del suo primo figlio Khaled. Nel 2013, è stato nuovamente arrestato [6] e imprigionato per 115 giorni senza processo.

Alaa lavora da tempo su progetti di attivismo tecnologico e politico insieme alla moglie, Manal Hassan. Viene da una famiglia molto in vista di difensori dei diritti umani. Suo padre, Ahmed Seif El Islam [7], era stato incarcerato più volte durante il regime di Hosni Mubarak. Le sorelle di Abd El Fattah, Mona e Sanaa Seif, sono anche loro difensori dei diritti umani e da tempo lottano contro l'uso dei tribunali militari per processare i civili. Nel 2016, Sanaa ha scontato [8] una condanna a sei mesi di carcere per avere insultato un pubblico ufficiale.

La data di rilascio di marzo non segna la fine della pena da scontare, ma è una sorta di transizione verso la fase finale della sua condanna. Dopo il suo rilascio, Alaa dovrà pernottare tutte le notti presso la stazione di polizia locale per altri cinque anni.