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La parodia di una canzone sovietica sull'annientamento nucleare degli Stati Uniti scatena polemiche in Russia

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Arte & Cultura, Citizen Media, Musica, Politica, Relazioni internazionali, RuNet Echo

Foto: di pubblico dominio via Pixabay.

Molti utenti dei social media sono rimasti stupiti dalla recente comparsa di un video di un coro della cattedrale di Sant'Isacco, a San Pietroburgo, che esegue una canzone sul totale annientamento nucleare degli Stati Uniti.

La canzone include le seguenti parole [ru, come link seguenti, salvo diversa indicazione]:

На подводной лодочке с атомным моторчиком
Да с десятком бомбочек под сотню мегатонн
Пересек Атлантику и зову наводчика:
“Наводи, говорю,- Петров, на город Вашингтон!”

Тру-ля-ля, тру-ля-ля,
Все могу за три рубля!
Здравствуй, новая земля
Неприятеля!

In un sottomarino con un ordigno nucleare,
trasportando centinaia di dozzine di megatoni di cariche esplosive,
Attraverso l'Atlantico e chiamo il mio osservatore:
Hey Petrov, gli dico, fissa l'obiettivo sulla città di Washington!

Coro:

Tra-la-la, tra-la-la,
Non c'è niente che non possa fare per tre rubli!
I miei saluti, terra straniera e ostile!

La canzone è stata interpretata dal coro di San Pietroburgo il 23 febbraio, data in cui sia in Russia che in alcuni paesi dell'ex Unione Sovietica si festeggia il Giorno dei difensori della patria [1][it]. Immediatamente dopo il discorso sullo stato della nazione [2] [en] di Vladimir Putin il 20 febbraio, un'emittente televisiva di stato russa ha mandato in onda uno spezzone che mostrava una mappa dei potenziali obbiettivi nucleari negli Stati Uniti [3] [en]. In molti si sono mostrati allarmati e disgustati per l'apparente trionfante militarismo della canzone e per l'inappropriatezza delle circostanze della performance: Sant'Isacco è una chiesa consacrata nella quale viene quotidianamente tenuta la messa con rito ortodosso russo.

Alcuni hanno fatto notare che la canzone, originariamente scritta nel 1980 da un paroliere dissidente sovietico, era chiaramente una parodia della propaganda belligerante sovietica (il titolo originario era “Su un sottomarino, o Sul Salario di un militare [sovietico]”), mentre la sua interpretazione più recente del 2019 potrebbe essere intesa come un ironico riferimento all'attuale clima politico:

Le persone che sono al corrente dei fatti a San Pietroburgo ritengono che l'infernale pezzo sulla distruzione di Washington in una chiesa sarebbe uno scherzo intenzionale del direttore del coro. Essendo stato invitato a tenere un concerto il 23 febbraio, ha deciso di rispondere all'atmosfera di follia portandola all'assurdo, operando in base al principio del “Al diavolo tutto”.

Dopo che il video ha fatto scalpore sui media, il Coro di San Pietroburgo ha pubblicato una frase [6] sulla sua pagina Vkontakte, in cui rimproverava le accuse mosse sostenendo che la performance potrebbe essere stata un atto di sovversione politica:

Не можем не ответить мастерам политической аналитики:

Не стоит всерьёз вникать в рассуждения про путинские и антипутинские концерты. Это отвратительно само по себе. А для понимания того, что было на нашем концерте, достаточно знать две вещи. Во-первых, песни, которые мы поем – это документы эпохи, среды, уникальные и вполне оригинальные. Разумеется, мы не переписываем тексты ради политкорректности или какой-то ещё конъюнктуры.

Во-вторых, концерт в храме не обязывает петь только литургические произведения. Мы поздравили наших слушателей, мы показали им, что ценим их праздник, их прошлое, их труд. Что мы вместе с ними. И они были рады это услышать и прочувствовать.

Приходите на концерты, не занимайтесь политиканством!

Non possiamo fare altro se non rispondere ai maestri di analisi politica:
Non sprecate fiato a dibattere sul fatto che i concerti possano essere pro o anti Putin. È già abbastanza disgustoso così. Per capire meglio cosa sia successo durante il nostro concerto dovete comprendere due cose. Primo, le canzoni che interpretiamo sono documenti originali dell'era sovietica, unici nel loro contesto. Com'è naturale, non ne riscriviamo le parole per assecondare la correttezza politica, nè per adeguarle a qualsiasi altra moda. Secondo, una performance in chiesa non significa che siamo obbligati a interpretare solo salmi o inni. Ci siamo congratulati con il pubblico, abbiamo mostrato loro che ci importa della loro festività, del loro passato e dei loro sforzi. Che siamo insieme. E a loro è piaciuto ascoltarci e sentire che ci importava.
Venite ai nostri concerti, smettetela con la propaganda politica!

Anche se il direttore del coro ha insistito sul fatto che si trattasse solo di uno scherzo, l'autore della canzone, Andrey Kozlovsky, non era entusiasta [7] [en] della performance. “Non ne verrà fuori niente di buono.” ha detto a un sito locale di informazione quando è stato avvicinato per rilasciare dei commenti. E il protodiacono ortodosso Andrey Kurayev, che è anche un teologo e un intellettuale ed è spesso fortemente critico nei riguardi della gerarchia ortodossa, ha scritto sul suo blog di Livejournal [8] che la parodia potrebbe non essere stata compresa:

Песня сама по себе старая, из советского андеграунда. Тогда она была шуткой и даже сатирой на советский агитпроп. Но сегодня после путинских “мультиков” и “шуточек”, да еще в таком суперсерьезном исполнении это никак не смотрится шуткой. Питерская подворотня перестала быть подворотней. Она рулит. И исповедует принцип “ударь первым”. Потому что пролетариату нечего терять, кроме трех рублей.

La canzone in sè è vecchia, nata nelle viscere del movimento underground sovietico. Allora si trattava di uno scherzo, di satira contro gli agitprop sovietici. Ma oggi, dopo i “fumetti” e gli “scherzi” di Putin, e in circostanze molto serie, non sembra per niente uno scherzo. Perché i criminali delle periferie di San Pietroburgo [il famoso riferimento all’educazione dura [9] [en] di Vladimir Putin] oggi non sono più dei semplici delinquenti. Sono al potere. E il loro principio fondante è “tira il primo pugno”. Perché il proletariato oggi non ha più niente da perdere, eccetto le sue tre rupie.

Con così tante sfumature di contesto e considerato l'attuale clima politico — che include le previsioni meteorologiche [10] [en] nella tv di stato russa in cui si discute di possibili attacchi nucleari contro gli Stati Uniti — non sorprende che la performance del coro abbia suscitato così tanta agitazione e indignazione. Seppure appropriata per la sua epoca, la parodia degli agitprop sovietici dell'era Breznev potrebbe non adattarsi al meglio all'epoca dei social media.