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Un poema epico racconta il dolore degli jugoslavi per la morte di John F. Kennedy

Categorie: Europa centrale & orientale, Nord America, Bosnia Herzegovina, Croazia, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Serbia, Slovenia, U.S.A., Arte & Cultura, Citizen Media, Musica, Storia

Photo of the book "A Nation of Immigrants" by John F. Kennedy (JFK)

Il libro di John F. Kennedy, “A Nation of Immigrants” [Una nazione di immigrati], su uno scaffale. Foto dell'autore.

Un poema epico scritto nel 1965 che esprime tutto il dolore degli jugoslavi per l'assassinio del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy è stato postato su Twitter da uno storico lo scorso novembre, ricordando a molti i legami tra l'ex Jugoslavia e gli Stati Uniti durante il periodo della Guerra Fredda.

Milorad Lazić, un dottorando della George Washington University [1][en], ha scritto un tweet su un poema epico dal titolo “Death in Dallas” [Morte a Dallas], una dimostrazione della popolarità di Kennedy in Jugoslavia.

La morte di #JFK [2] scioccò la Jugoslavia. Un canto popolare commemora l'eroe caduto:
[Traduzione del testo, rimato nell'originale]
Il nostro governo e il Consiglio esecutivo federale [5] [en]
pieno di tristezza porge le sue condoglianze
Tutte le nostre bandiere sono a mezz'asta,
ovunque la gente manifesta un profondo dolore.
Il nostro amico Kennedy se n'è andato,
la nostra intera nazione lo piange.

Il poema epico narra alcuni degli eventi che hanno portato all'assassinio:

“Death in Dallas” [Morte a Dallas] racconta la tragedia del 22 novembre 1963:
Mentre attraversavano il sottopassaggio
il fucile di precisione del carnefice iniziò a sparare
Il sorriso gioioso svanì
mentre la dura tragedia aveva luogo.
La prima pallottola colpì Kennedy
tra la cupa sorpresa di tutti.
La moglie gridò: “Hanno ucciso mio marito!”
mentre il sangue sgorgava sul suo bouquet di rose.

I 17 minuti del poema epico completo cantato da Jozo Karamatić (un cantante di etnia croata dell'Herzegovina), singolo uscito su un 45 giri nel 1965 e lanciato dall'etichetta di Zagabria Jugoton [8], sono disponibili su YouTube in diverse versioni.

La poesia epica nella cultura balcanica

La poesia epica [9] [it, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] orale, o le rivisitazioni in prosa delle gesta di creature mitologiche ed eroi, sono state il segno distintivo delle culture balcaniche sin dai tempi dell’Iliade e dell’Odissea di Omero. Nel XIX secolo, la poesia slava meridionale ha attirato l'attenzione di molti scienziati occidentali in quanto preservava antiche pratiche scomparse nel resto d'Europa. Molti dei cantanti folk cantavano le proprie gesta nel resistere gli invasori con versi in rima accompagnati da uno strumento monocorda chiamato gusla o gusle [10] [it], alla maniera dei bardi [11][it] medievali.

La tradizione è stata tramandata fino al XX secolo nelle zone montuose del Montenegro, della Serbia, Croazia, Bosnia e Herzegovina. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la poesia epica è diventata parte della cultura pop jugoslava, mentre la musica folk ha goduto di una rinascita grazie alla diffusione del vinile.

Oltre ai vecchi classici, alcuni di questi cantanti folk ha anche composto dei propri pezzi seguendo gli stili tradizionali. Uno di questi include il poema epico ‘Morte a Dallas’.

Kennedy e la Jugoslavia

Alla fine degli anni 50, dopo che i rapporti tra gli Stati Uniti e la Jugoslavia socialista si furono raffreddati, il governo Kennedy lavorò duramente per far sì che questa rimanesse indipendente (non facendo cioè parte del blocco sovietico).Ciò comprendeva il ripristino dello status di “Nazione privilegiata” della Jugoslavia tanto per riattivare il sostegno commerciale ed economico quanto per rafforzare il prestigio del governo della Jugoslavia, che oscillava tra l'Occidente e la Repubblica sovietica.

Kennedy, un veterano della Seconda Guerra Mondiale, aveva una buona reputazione in Jugoslavia per aver appoggiato la causa antifascista.

Aveva inoltre visitato il Paese durante un viaggio in Europa quando era ancora senatore.

[12]

Membri dell'ottavo Evacuation Hospital dell'Esercito Americano a Skopje, in seguito al terremoto del 1963. L'unità si recò sul luogo del disastro per offrire assistenza medica alle vittime. Foto di Wikipedia, in pubblico dominio.

Inoltre, tra la gente jugoslava, Kennedy ottenne lo status di eroe [13]  [sh] grazie alla rapida reazione degli Stati Uniti al terremoto che rase al suolo Skopje nel luglio 1963  [14][it], uccidendo più di 1.070 persone e lasciandone 200.000 senza casa. Appena due giorni dopo il disastro, l'esercito americano fornì servizi ospedalieri per assistere le migliaia di persone ferite. Il governo di Kennedy garantì diverse forme di aiuto, tra cui la ricollocazione abitativa temporanea.

Il miglioramento dei rapporti culminò con la prima visita del leader jugoslavo Josip Broz Tito alla Casa Bianca nell'ottobre del 1963. L'incontro tra i due capi di governo è ampiamente documentato dalla biblioteca presidenziale di Kennedy [15] [en]. In Jugoslavia ciò era servito a dimostrare la grandezza del suo leader, e per associazione, l'importanza del Paese nella scacchiera mondiale nonostante le sue piccole dimensioni.

Tutti i fattori sopra citati contribuirono al forte shock e al dolore dopo l'assassinio di Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963.

In modo del tutto particolare, il poema epico “Morte a Dallas” aveva offerto una testimonianza dei sentimenti che risuonarono tra la gente comune, dalla Slovenia fino alla Macedonia.

Durante gli anni Settanta e Ottanta, quando il pubblico passò a forme musicali più brevi, il poema epico cantato diventò meno popolare. Alcune delle fazioni nazionaliste che iniziarono la guerra dei Balcani negli anni '90, comunque, lo inclusero nella loro propaganda mostrandosi come le protettrici della tradizione. È ancora praticato [16] [sh], anche se quasi esclusivamente entro i limiti della salvaguardia della tradizione popolare.