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Il massacro di Christchurch tira fuori il meglio e il peggio dell'umanità

Categorie: Oceania, Australia, Nuova Zelanda, Turchia, Citizen Media, Etnia, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Migrazioni, Relazioni internazionali
NZ Prime Minister Jacinda Ardern [1]

Jacinda Ardern, Primo ministro neozelandese – Foto: Christchurch City Council Newsline/Kirk Hargreaves (CC BY 4.0) Ritaglio dell'originale.

Il massacro di cinquanta persone durante la preghiera in due moschee di Christchurch ha portato reazioni senza precedenti sia sui mezzi di comunicazione ufficiali che sui social media in Nuova Zelanda e Australia. Shock, indignazione e tristezza sono stati seguiti da un grande dibattito sull'autore del reato e sulle cause di questo tipo di crimine generato dall'odio.

Il dolore della Nuova Zelanda

Il Primo ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, ha ricevuto riconoscimenti per il proprio ruolo dopo le sparatorie di venerdì 15 marzo 2019. È stata vista come una leader unificante per la compassione che ha dimostrato e la rapida azione sulla modifica delle leggi sul porto d'armi. Il giornalista neozelandese David Farrier ha riconosciuto su Twitter:

[Mi sento] incredibilmente rincuorato dalla leadership di Jacinda Ardern in Nuova Zelanda. Dal prendere l'iniziativa nel dare un giro di vite alle nostre leggi sulle armi da fuoco, alla sua empatia e compassione – grazie

Ardern ha anche preso una posizione decisa [4] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] nei confronti dell'uomo che è stato accusato:

He is a terrorist. He is a criminal. He is an extremist. But he will, when I speak, be nameless. And to others, I implore you: speak the names of those who were lost rather than the name of the man who took them. He may have sought notoriety but we, in New Zealand, will give nothing — not even his name.

È un terrorista. È un criminale. È un estremista. Ma dalla mia bocca non lo sentirete mai chiamare per nome. E tutti voi, vi imploro: pronunciate i nomi di quelli che abbiamo perso piuttosto che il nome dell'uomo che ce li ha portati via. Forse cercava la notorietà ma noi, in Nuova Zelanda, non gli daremo nulla – nemmeno un nome.

Il presunto colpevole è un cittadino australiano.

Il governo della Nuova Zelanda ha ordinato un'inchiesta sull'attentato. Molti Kiwi hanno messo in dubbio la capacità delle autorità di individuare o limitare la crescita di estremisti di destra, tra cui i suprematisti bianchi. La notizia che la Security Intelligence Agency non avrebbe ancora terminato di elaborare il proprio piano [5] per combattere l'estremismo di estrema destra ha rafforzato queste opinioni.

I mezzi di comunicazione sotto il microscopio

I mezzi di comunicazione tradizionali si sono trovati ad affrontare numerose critiche sia prima che dopo questi orribili eventi. Molti, infatti, credono che alcuni di questi debbano essere ritenuti complici, per aver promosso un clima di paura nei confronti degli immigrati musulmani:

Cosa si può fare contro la valanga di razzismo che appare tutti i giorni sui mass-media – nella stampa, in tv o su internet. Alcune delle nostre personalità più di spicco e più pagate ci sono dentro fino al collo con il loro supporto dei produttori e capiredattori ed è così da anni.

La trasmissione di alcune parti del video in streaming del killer e la pubblicazione di citazioni dal suo cosiddetto manifesto hanno scatenato una condanna diffusa.

Anche Facebook è stato sotto attacco per non essere intervenuto prima sul livestream, che è durato 17 minuti prima di essere rimosso. A seguito di questi eventi, Facebook è stato inoltre preso di mira con richieste di un boicottaggio pubblicitario, secondo quanto riportato [9] da Newshub NZ:

New Zealand businesses are pulling advertising from Facebook in the wake of the Christchurch terror attack.

They are calling for global support as pressure mounts on the social media giant to make changes to its livestreaming feature.

Aziende neozelandesi stanno ritirando pubblicità da Facebook in seguito all'attacco terroristico di Christchurch.

Chiedono il sostegno globale mentre la pressione sul gigante dei social media cresce e affinché vengano apportate modifiche alla sua funzione livestreaming.

Il programma Mediawatch della Australian Broadcasting Corporation ha prodotto una analisi pungente [10] sul ruolo che mezzi di comunicazione tradizionali, tanto quanto i monoliti dei social media, hanno avuto nel riportare il massacro.

Libertà di parola contro incitamento all'odio

Anche il dibattito sul diritto alla libertà di parola si è riacceso:

“Non tutta la libertà di parola è uguale”. In migliaia a #Melbourne offriamo il nostro amore e sostegno a #Christchurch ed entrambe le nostre comunità musulmane – ma mettiamo anche i nostri media in guardia contro il dare una piattaforma all'odio #LoroSiamoNoi #Veglia

Il governo australiano ha bloccato [17], per la seconda volta, il visto di Milo Yiannopoulos, noto esponente di estrema destra,   dopo le sue “scandalose” osservazioni sul massacro. Questo è avvenuto, dopo un iniziale cambiamento di rotta [18], grazie alla pressione dei sostenitori della libertà di parola.

La rabbia degli australiani

Il controverso senatore australiano di destra, Fraser Anning, ha fatto clamore quando ha incolpato l'immigrazione musulmana per il massacro. In un comunicato stampa, scritto con la sua carta intestata, Anning ha affermato:

[…] what it highlights is the growing fear within our community, both in New Zealand and Australia, of the increasing Muslim presence.

[…] the real cause of bloodshed on New Zealand streets is the immigration program […]

Ciò che viene messo in evidenza [da questi eventi] è la paura crescente nella nostra comunità, sia in Nuova Zelanda che in Australia, della crescente presenza musulmana.

[…] la vera causa dello spargimento di sangue sulle strade neozelandesi è il programma di immigrazione […]

Per l'ennesima volta, Fraser Anning ha invocato la mia religione nella sua crudele, disumana e teologicamente falsa retorica sui musulmani. Questo è incitamento all'odio e deve essere denunciato come vile e squilibrato. Non è adatto a guidare [un Paese].

È stato ampiamente condannato, ma le azioni [21] di un ragazzino di diciassette anni in un evento anti-immigrazione la domenica successiva ha catturato l'attenzione di tutto il mondo. #EggBoy [22] [o #eggboi] ha schiacciato un uovo sulla testa di Anning. Anning di tutta risposta ha dato un pugno a lui e la folla ha attaccato il ragazzo, soffocandolo e prendendolo a calci. È stato rapidamente elevato allo status di eroe, e un paio di murales del ragazzo sono apparsi a Melbourne:

il murales di #eggboy. Un vero eroe da queste parti.

Egg Boy ha ricevuto attenzione a livello internazionale:

Venerdì era solo un altro studente di scuola superiore australiano. Ora della fine del fine settimana, Will Connolly, 17 anni, è diventato un fenomeno internazionale #EggBoy, il burlone che ha lanciato (più o meno) migliaia di meme.

Tuttavia, non tutti erano pronti a giustificare le sue azioni:

Quanto è diverso il comportamento di Egg Boy da quello di chi commette atti indiscriminati di violenza / omicidio? Egg Boy non dovrebbe essere incoraggiato. Non è un eroe.

Si stima che oltre 70.000 dollari australiani [50.000 dollari americano] siano stato raccolti attraverso il crowdfunding [31] per i costi legali che potrebbe dover affrontare. Tuttavia, ha deciso di destinare la maggior parte del denaro alle vittime di Christchurch.

Guerra di parole con la Turchia

Nel frattempo una diatriba politica [32] è scoppiata a seguito di dichiarazioni “infiammatorie” fatte dal presidente della Turchia Erdogan durante un discorso elettorale. Pare che il leader turco abbia suggerito che le persone con sentimenti anti-musulmani che partecipano all’ANZAC Day [33] [it] a Gallipoli [34] [it] ritorneranno nelle bare come i loro predecessori nella Prima Guerra Mondiale.

Il primo ministro australiano Scott Morrison si è detto profondamente offeso [35] da tali affermazioni e ha ribadito che tutte le opzioni diplomatiche erano sul tavolo. Anche il leader dell'opposizione Bill Shorten ha condannato le affermazioni di Erdogan. Il governo della Nuova Zelanda è stato più moderato nella sua risposta e sarà il ministro degli Affari Esteri ad occuparsi della questione durante la sua visita in Turchia nei prossimi giorni.

Morrison non ha ricevuto un sostegno immediato a casa. Questo tweet è stato solo uno dei tanti che lo accusano di aver già utilizzato ripetutamente in precedenza l'estremismo musulmano per scopi politici:

Erdogan ha torto, ma questo è quello che succede quando 1. Hai un governo australiano che sbandiera razzismo e islamofobia per anni, e 2. Il populismo basato sulla fede (di cui Morrison ed Erdogan sono entrambi esempi) riceve sostegno #Gallipoli # Christchurch

Sembra che il governo turco si stia tirando indietro affermando che il commento di Erdogan è stato preso fuori contesto [35].

I Kiwi si mostrano uniti

In netto contrasto con alcune delle discussioni in corso in Australia, il popolo neozelandese ha dimostrato uno spirito unificante, esemplificato da queste spontanee haka degli studenti di Christchurch: