“Le lingue non muoiono, vengono uccise”: cosa si nasconde dietro l’estinzione delle lingue indigene in Messico

Screenshot del video che mostra il discorso di Yásnaya Elena Aguilar Gil.

Ciò che segue è una riedizione della traduzione del discorso pronunciato da Yásnaya Elena Aguilar Gil nella Camera dei deputati messicana. Il discorso è stato originariamente scritto in Mixe (ayüüüük) e si è svolto nell'ambito dell’Anno Internazionale delle Lingue Indigene [es]. Il testo, il cui originale in Mixe si trova qui [es], comprende riflessioni sulla scomparsa delle lingue indigene, sul loro rapporto con la perdita di territorio e sul ruolo dello Stato in questi eventi.

Messico. L'acqua e le parole. Il Messico e i suoi molti nomi nascosti. Nëwemp: “nel luogo dell’acqua”, in mixe. Giajmïïïï: “sull'acqua”, in chinanteco. Nangi ndá: “la terra in mezzo all'acqua”, in Mazatec. Kuríhi: “nell'acqua”, in chichimeco. Nu koyo: “villaggio umido”, a Mixtec. Messico: il nome che era stato dato a questa città e poi a questo stato, lo stato messicano, il Messico.

Cosa si nasconde nelle acque di Nëwemp?

Ho intenzione di parlare di alcune cose e cercherò di rispondere a una domanda: perché le lingue stanno morendo? Attualmente si parlano circa 6000 lingue in tutto il mondo. Il Catalogo delle Lingue Minacciate [en] dell’Università delle Hawaii riporta che, in media, una lingua al mondo muore ogni tre mesi. Inoltre, l’UNESCO riferisce che tra cento anni, si saranno estinte quasi la metà delle lingue che ad oggi si parlano nel mondo.

Non era mai successo niente del genere nella storia, non sono mai morte così tante lingue. Perché le lingue stanno morendo proprio ora? Circa trecento anni fa il mondo ha iniziato a dividersi e a stabilire frontiere interne. Il mondo era diviso. Senza documenti non era possibile viaggiare in altri paesi. Il mondo era diviso in circa 200 Stati o Paesi, ognuno con un governo, una bandiera a cui rendere omaggio, con una morale ed una cultura propria e, per costruire questa omogeneità interna, è stato assegnato ad una sola lingua il valore di lingua nazionale.

Le lingue diverse da quella dello Stato e del governo sono state discriminate e combattute.

Duecento anni fa, nacque lo Stato che oggi si chiama Messico. Nel 1828, trecento anni dopo la conquista spagnola, il 65% della popolazione parlava una lingua indigena. Lo spagnolo era una lingua minoritaria quando venne creato lo Stato messicano. Ad oggi, i parlanti delle lingue indigene sono circa il 6,5%. Lo spagnolo è ormai la lingua dominante. Duecento anni fa le lingue maggioritarie erano le nostre: Nahuatl, Maya, Mayo, Tepehua, Tepehuano, Mixe e tutte le lingue indigene.

Nel giro di 200 anni le nostre lingue sono diventate minoritarie.

Come è potuto succedere? Abbiamo improvvisamente deciso di abbandonare le nostre lingue? Non è così. È stato un processo guidato dalle politiche governative. Il valore delle nostre lingue è stato tolto a favore di un'unica lingua, lo spagnolo. Per far scomparire le nostre lingue, i nostri antenati sono stati picchiati, rimproveri e discriminati per averle parlate.

“La tua lingua non va bene”, gli è stato ripetutamente detto. “Per essere un cittadino messicano devi parlare la lingua nazionale, lo spagnolo. Smettila di usare la tua lingua”, gli hanno ripetuto. Gli sforzi compiuti dallo Stato sono stati ardui. È stata istituita una spagnolizzazione forzata per sradicare le nostre lingue, soprattutto dal sistema scolastico.

È stato il Messico che ci ha tolto la lingua, l'acqua del suo nome ci annienta e ci mette a tacere. Anche se ora le leggi sono cambiate, le nostre lingue continuano ad essere discriminate all'interno del sistema educativo, del sistema giudiziario e del sistema sanitario.

Le nostre lingue non muoiono da sole, le nostre lingue vengono uccise.

Le nostre lingue vengono uccise anche quando i nostri territori non sono rispettati, quando vendono e fanno concessioni con le nostre terre. Quando le consultazioni per stabilire se vogliamo che i loro progetti siano realizzati nei nostri territori non vengono svolte in modo adeguato.

Come potremo rafforzare le nostre lingue se uccidono coloro che le parlano, li mettono a tacere e li fanno sparire? Come farà la nostra parola a fiorire in un territorio di cui siamo stati privati?

Questo è esattamente quello che sta succedendo nella mia comunità, Ayutla Mixe, in Oaxaca. Non abbiamo acqua. Da quasi due anni, i gruppi armati ci hanno privato della sorgente da cui storicamente prendevamo l’acqua e finora non è stata fatta giustizia, anche quando abbiamo denunciato e dimostrato la nostra ragione.

Con armi e proiettili ci hanno privato della sorgente, con le armi hanno preso e messo a tacere la nostra fonte d’acqua. Nonostante la legge dica che l'acqua è un diritto umano, l'acqua non arriva nelle nostre case da due anni e questo è un problema che riguarda soprattutto anziani e bambini.

Sono la terra, l'acqua e gli alberi che nutrono l'esistenza delle nostre lingue. Sotto l'attacco costante del nostro territorio, come possiamo rivitalizzare la nostra lingua?

Le nostre lingue non muoiono, le uccidono. Lo Stato messicano le ha cancellate. Il pensiero unico, la cultura unica, lo stato unico, lo stato unico, con l'acqua che porta il suo nome, le cancella.

Potete vedere il discorso, in Mixe, nel seguente video:

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