Russia: la maggior parte dei provider di VPN rifiuta la richiesta dei legislatori di bloccare i siti web in lista nera

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Il 28 marzo, l'organo federale russo di controllo delle comunicazioni, ha dichiarato in un comunicato stampa [ru], che era in procinto di inviare lettere a 10 provider di servizi VPN per chiedere loro di bloccare l'accesso ai siti web inseriti nella “lista nera” russa.

Nella lettera si chiede ai provider di servizi VPN di collegarsi al “Sistema informatico dello stato federale” (FGIS), ossia a un sistema tecnico che segnalerà loro quali siti web devono bloccare. L'iniziativa dell'organo federale russo di controllo delle comunicazioni, è finalizzata ad attuare la legge [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] contro l'elusione della censura approvata il 1 novembre 2017.

Contrariamente a quanto è stato pubblicato su molte testate giornalistiche, la legge non vieta del tutto l'esistenza dei provider di servizi VPN, ma impone loro di rispettare il lungo elenco di siti web vietati e in lista nera e impedire che gli utenti russi possano accedervi.

Naturalmente, ciò contraddice lo scopo della tecnologia VPN, che è sostanzialmente stata sviluppata per consentire agli utenti di accedere ai siti web che risultano bloccati nella giurisdizione in cui risiedono. La legge non è che una delle numerose e recenti misure adottate dal Roskomnadzor (l'abbreviazione dell'equivalente russo di Servizio federale per la supervisione delle telecomunicazioni, dei servizi informatici e dei mass media), l'organo federale russo di controllo delle comunicazioni, con l'intento di controllare meglio ciò che i russi possono o visualizzare o meno online.

Secondo quanto si legge nel comunicato stampa, qualora questi fornitori di servizi VPN si rifiutino di conformarsi alla richiesta scritta del Roskomnadzor, l'ente potrebbe “limitare l'accesso ai loro servizi VPN da parte degli utenti”.

Aderire alla richiesta del Roskomnadzor non offre però alcun reale beneficio ai fornitori di servizi VPN. L'attivista per la libertà su Internet, Vyacheslav Zdolnikov, ha spiegato [ru] in un commento sulla Novaya Gazeta che [ru]:

Ни один зарубежный VPN-сервис не согласится выполнять этот закон по двум причинам.

Во-первых, это противоречит самой сути VPN-сервисов, которые, в том числе, работают на обход блокировок и защиту трафика.

Во-вторых, это огромный ущерб для каждого VPN-сервиса. Новость о том, что какой-то из сервисов начал фильтровать сайты, моментально отобьет желание пользователей их использовать.

Nessun fornitore di servizi VPN estero accetterà di conformarsi a questa legge per due motivi.

In primo luogo, perché questa legge è contraria al principio stesso di ciascun servizio VPN, il cui scopo è, tra gli altri, proprio quello di eludere i blocchi e proteggere il traffico su internet.

In secondo luogo, perché aderire alla legge assesterebbe un duro colpo a qualsiasi fornitore di servizi VPN che decidesse di farlo. La notizia che uno dei servizi inizi a filtrare l'accesso ai siti web scoraggerebbe subito qualsiasi utente dall'utilizzarli.

L'elenco di fornitori di servizi VPN a cui è stata inviata la notifica includono: NordVPN, Hide My Ass!, Hola VPN, OpenVPN, VyprVPN, ExpressVPN, TorGuard, IPVanish, Kaspersky Secure Connection e VPN Unlimited. OpenVPN [it] non è in realtà un servizio, ma una tecnologia open source che supporta il servizio.

Quasi tutti i fornitori di servizi VPN hanno pubblicamente dichiarato che si rifiutano di aderire alle richieste del Roskomnadzor:

Salve, considerata la complessità della richiesta, non abbiamo altra scelta che non conformarci.

Alcuni fornitori, come TorGuard, hanno anche fatto sapere che rimuoveranno i loro server dal suolo russo:

At the time of this writing TorGuard has taken steps to remove all physical server presence in Russia. We have wiped clean all servers in our Saint Petersburg and Moscow locations and will no longer be doing business with data centers in the region.

Al momento di questa dichiarazione, TorGuard ha già preso tutte le misure necessarie per rimuovere tutti i server fisici presenti in Russia. Abbiamo rimosso tutti i dati dai nostri server ubicati a San Pietroburgo e Mosca, e non lavoreremo più con i data center del paese.

L'unica eccezione è rappresentata da Kaspersky Secure Connection, un servizio fornito da Kaspersky Labs, una società specializzata in ricerche sulla cybersicurezza  il cui gruppo ha sede a Mosca ed è quindi più vulnerabile alle leggi locali. Ciononostante, molti utenti si sono opposti alla decisione della società di conformarsi alle nuove leggi [ru]:

Servizio VPN (!!!) Kaspersky Secure Connection…
Non so bene a cosa paragonare questa assurdità.
Kaspersky Secure Connection accetta in pieno di collaborare con il Roskomnadzor. Perché ci dovremmo meravigliare?

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