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Conversazione con il creatore di FindyourB, un podcast per millennials del Kazakistan che si mettono in discussione

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Kazakistan, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Etnia, Idee, Media & Giornalismi, Migrazioni, Politica

La homepage del sito web di FindyourB.

Kairzhan Albazarov, nativo kazako e ingegnere petrolifero di giorno, la sera si traforma in un podcaster.

Kairzhan, che ha circa 30 anni e vive in Danimarca, ha lanciato il suo show chiamato FindyourB [1] [ru,kk], tre anni fa. La maggior parte dei suoi ospiti sono millennials kazaki che stanno attraversando una crisi di mezza età, che stanno mettendo in discussione sia la direzione della loro vita che i valori imposti dalla società kazaka e dalle sue tradizioni. Alcuni di loro hanno fatto insolite inversioni a U nella loro carriera. Tutti hanno una cosa in comune: attribuiscono grande valore alla loro libertà individuale e sognano un modello alternativo per la società del Kazakistan. Di recente, FindyourB ha accolto ospiti dal vicino Kirghizistan e prodotto episodi in lingua kazaka [anziché russa].

La seguente è una trascrizione ridotta dell’ audio intervista che ho avuto con Kairzhan in Russia, nel febbraio 2019.

Filip Noubel: Attraverso il tuo podcast, FindyourB, sei diventato quello che a me sembra una sorta di ‘dottore dell'anima kazaka’. Si dovrebbe aggiungere che i podcast sono un fenomeno piuttosto raro nella cultura kazaka. Come hai effettuato la tua transizione dall'industria petrolifera alla produzione di podcast? Di solito la gente in Kazakistan ritiene che chi lavora nell'industria petrolifera sia davvero arrivato [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Kairzhan Albazarov: I still work in the oil industry, in fact. It started when I moved to Denmark in 2016, and went through a period of adjustment which was far from easy. I understood that I needed a hobby, even though I was very successful in my profession as an engineer of international standard. There was a larger part of myself I still couldn’t express. For introverts like me, podcasts represent much more than content—they’re like friends, and I understood I wanted to produce podcasts for people who live in Kazakhstan, and who have many problems. We have many social issues that are not discussed. I started podcasting first inviting friends, and then more well-known people on the show.

You’re right, people who work in the oil industry in Kazakhstan make good money, and tend to be upwardly mobile. My parents didn’t understand at first. My grandmother to this day believes this is a waste of time. But in reality, podcasting saved me from depression, from losing my moral grounding. Now my life feels quite balanced.

Kairzhan Albazarov: In effetti, lavoro ancora nell'industria petrolifera. Il podcast è cominciato quando mi sono trasferito in Danimarca, nel 2016, e ho attraversato un periodo di adattamento che non è stato affatto semplice. Ho capito di avere bisogno di un hobby, anche se avevo molto successo nella mia professione di ingegnere nel livello internazionale. C’era una parte più ampia di me che ancora non riuscivo ad esprimere. Per le persone introverse come me, i podcast rappresentano qualcosa di più dei loro contenuti — sono come degli amici, e io ho capito di voler creare podcast per la gente che vive in Kazakistan e che ha i miei stessi problemi. Da noi, molte questioni sociali non vengono discusse. Ho iniziato il podcast invitando a parlare per prima cosa i miei amici e poi anche persone più conosciute all'interno dello show.

Hai ragione, chi lavora nell'industria petrolifera in Kazakistan guadagna bene, e tende a risalire la scala sociale. I miei genitori all'inizio non hanno capito. Mia nonna crede tuttora che sia uno spreco di tempo. Ma in realtà, fare podcast mi ha salvato dalla depressione e dalla perdita di riferimenti morali. Ora sento di avere una vita piuttosto equilibrata.

FN: Puoi spiegare più nel dettaglio come funziona il tuo podcast e da dove viene il nome ‘FindyourB’?

KA: Two or three years ago, the only thing people talked about in Kazakhstan was success, how to be strong, beautiful, but this [discourse] doesn’t reflect at all the level of suicides there are, the tension in society. On the podcast, we discuss real-life issues: depression, failure. We talk honestly about family, corruption, pain, and we heal as we let emotions come out.

Regarding the name, I wanted to call the podcast Open Yourself Up, or Authentic Self, since the main idea is about discovering the true self. In all courses about how to make a podcast you are told that, before you name your podcast, you should find a free domain. But the names I had in mind were taken, and I decided to give it a name with local characteristics. The letter ‘B’ comes from the Kazakh name Batyr, which recurs in many Turkic eposes: he is a hero, a superhero, but not necessarily a male fighter. Rather, Batyr describes a human being, regardless of gender or ethnicity, who tries to find out who they are to get rid of stereotypes, of peer pressure imposed by society, culture and family.

KA: Circa due o tre anni fa, l’unica cosa di cui la gente parlava in Kazakistan era il successo, come essere forti, belli, ma questo tipo di discorsi non riflette per niente il numero di suicidi e la tensione presenti nella società. Nel podcast, parliamo di argomenti della vita reale: depressione, fallimento. Parliamo con onestà di famiglia, corruzione, dolore, e guariamo lasciando uscire le emozioni.

Riguardo al nome, volevo chiamare il podcast Open YourselfUp (apriti) oppure Authentic Self (Il Sé Autentico), siccome l’idea di base era quella scoprire il vero io personale. In tutti i corsi su come fare un podcast ti viene detto che, prima di dare un nome al tuo show, dovresti trovare un dominio libero. I nomi che avevo in mente erano stati presi, così ho deciso di dargli un titolo con caratteristiche locali. La lettera ‘B’ viene dal nome kazako Batyr, che ricorre in molti racconti epici delle popolazioni turche: è un eroe, un supereroe, ma non necessariamente un combattente maschio. Piuttosto, Batyr rappresenta un essere umano, a prescindere dal suo genere o dalla sua etnia, che cerca di scoprire chi è per liberarsi degli stereotipi, dai condizionamenti di gruppo imposti da società, cultura e famiglia.

FN: Come trovi i tuoi ospiti e come li convinci a partecipare al tuo show?

KA: I started with people from the industry I work in. Then I thought of the people I know personally and who could serve as prototypes for Batyr. I found a woman who had studied with me very successfully to become an oil engineer, who started a Master’s in Europe, and then, to everyone’s surprise, decided to take up dance and to teach dance in Italy. I am lucky to know people like this, who were following a very predictable and stable path but who suddenly did a U-turn and moved to something different, and yet became successful in their new pastime.

It was very difficult to reach out to media celebrities. I would send ten invitations a day, but no one knew me, they didn't even know what podcasting was. My breakthrough happened in February 2018 when I spoke with an expert in political science, a local influencer, and since then I have no problem — people accept readily because I am not politically affiliated.

KA: Ho cominciato con gente del campo industriale in cui lavoro. Poi ho pensato a persone che conosco direttamente e che avrebbero potuto funzionare come prototipi di Batyr. Ho trovato una donna che aveva studiato insieme a me con ottimi risultati per diventare un ingegnere petrolifero, che ha cominciato un master in Europa e che poi, per la sorpresa di tutti, ha deciso di iniziare ballare e di insegnare danza in Italia. Sono fortunato a conoscere persone così, che stavano seguendo una strada molto prevedibile e stabile ma che hanno fatto un’inversione a U improvvisa e sono passate a qualcosa di diverso, eppure hanno avuto successo nel loro nuovo passatempo.

È stato decisamente difficile mettersi in contatto con delle celebrità dei media. Spedivo dieci inviti al giorno, ma nessuno mi conosceva e non sapevano neppure cosa fosse un podcast. La svolta c’è stata nel febbraio 2018, quando ho parlato con un esperto di scienze politiche, un influencer locale, e da allora non ho più problemi — la gente mi accetta volentieri perché non ho affiliazioni politiche.

Grafica di un episodio di FindyourB in cui compare uno dei pochissimi membri della comunità LGBTQ+ in Kazakistan.

FN:  Chi ascolta il tuo show?

KA: My audience is quite unique: it is made of people who like to think, to develop their critical thinking. My guests agree to come to the show because they liked one of the previous interviews, thanks to word of mouth. There are also Instagrammers seeking to reach out to a new audience. The main thing is honesty, without any hype or aggressive behavior. I don't have a specific agenda, quality content is what matters the most. I create an intimate atmosphere so that people can share stories about their own life.

On average, I have five to six thousand listeners per show. This figure represents a rather diverse audience because my guests vary: politicians, political science experts, musicians. I do this on purpose to present a representative slice of Kazakhstani society, so that certain groups can learn to listen and understand what might be unknown or alien to them. The first listeners were friends, then came habitual podcast listeners, then people who are more religious, conservative, ethnic Kazakhs and Kazakh-speakers, and people trying to unite the Kazakh and the Western world. These are people aged 14 to 45, usually.

The feedback I get from my audience is my main motivation. One university professor told me she asks her students to listen to the podcasts and then write essays. People with emotional challenges find new prospects, as they identify with some of the ‘heroes’ of the shows they do what is needed to find their own ‘Batyr’. I also have some haters who insult me, particularly since two shows, one with a political science expert and another with a member of the LGBTQ+ community.

One of my listeners also became a guest: an ethnic Kazakh who moved from Mongolia back to Kazakhstan—an ‘Oralman [2]’ as we call them—wrote his story in the show’s Telegram channel, and it touched me. He had dreamt for decades of returning to Kazakhstan and he did, but had to face our reality.

In 2018 I organized two face-to-face meetings with my listeners in Almaty. It was very moving, a gathering of like-minded people. One guy said this: “I thought I was the only such freak. Now I understand there are many of us.” Another guy wrote me to say that he’d met his wife via FindyourB, and that they are now expecting a baby.The meetings were small-scale, about 20 to 30 people. It was nice to be in such a safe environment. Having lived abroad and adopted different values I have lost many friends, but also found new ones, and some of them help to produce the podcast.

KA: I mio pubblico è piuttosto eccezionale: è fatto di gente a cui piace pensare e sviluppare il proprio pensiero critico. I miei ospiti accettano di partecipare allo show perché hanno (ascoltato e) apprezzato una delle interviste precedenti, grazie al passaparola. Ci sono anche utenti di Instagram pubblici che vogliono raggiungere un nuovo pubblico. La cosa più importante è l’onestà, senza montature né comportamenti aggressivi. Non ho un obiettivo specifico, la qualità dei contenuti è quello che conta di più. Creo un'atmosfera intima, in modo che gli ospiti possano condividere le storie della loro vita.

In media ho 6000 ascoltatori per episodio. Questa cifra rappresenta un pubblico piuttosto variegato, perché i miei ospiti variano: politici, esperti di scienze politiche, musicisti. Lo faccio di proposito, per mostrare una fetta rappresentativa della società kazaka, in modo che alcuni gruppi possano imparare ad ascoltare e comprendere cose che potrebbero essere per loro sconosciute o estranee. I primi ascoltatori sono stati i miei amici, in seconda battuta chi segue regolarmente podcast, poi persone più religiose, conservatrici, persone di etnia kazaka, persone che parlano kazako, e persone che cercano di unire il mondo kazako e quello occidentale. I miei ascoltatori di solito hanno tra i 14 e i 45 anni.

Il feedback che ricevo dal pubblico è la mia motivazione principale. Una professoressa universitaria mi ha detto che chiede hai suoi studenti di ascoltare il podcast e poi di scrivere dei saggi. Persone con delle difficoltà emozionali trovano nuove prospettive; siccome si identificano con alcuni degli ‘eroi’ dello show, fanno ciò che serve per trovare il loro ‘Batyr’. Ho anche alcuni detrattori che mi insultano, in particolare dopo due episodi: uno con un esperto di scienze politiche e l’altro con un membro della comunità LGBTQ+.

Uno degli ascoltatori è diventato anche ospite: un uomo di etnia kazaka che è tornato a trasferirsi in Kazakistan dalla Mongolia — un ‘Oralman [2]’ come li chiamiamo noi — ha scritto la sua storia sul canale Telegram dello show, e io l’ho trovata toccante. Aveva sognato per decenni di tornare in Kazakistan, e l’ha fatto, ma ha dovuto affrontare la realtà della nostra società.

Nel 2018 ho organizzato degli incontri faccia a faccia con i miei ascoltatori ad Almaty. È stato molto commovente, un raduno di persone con la stessa mentalità. Uno di loro ha detto: “Credevo di essere l’unico scherzo della natura del mio genere. Adesso capisco che siamo in tanti.” Un altro mi ha scritto che ha conosciuto sua moglie attraverso FindyourB e che ora stanno aspettando un bambino. Gli incontri erano su piccola scala, 20 o 30 persone. È bello trovarsi in un ambiente così protetto. Avendo vissuto all’estero ed adottato nuovi valori, ho perso molti amici, ma ne ho anche trovati di nuovi e alcuni di questi mi aiutano a produrre il podcast.

FN:  Nel tuo show ha parafrasato le parole della star dei media Vladimir Posner [3] [it], il quale dice che sebbene in Kazakistan ci siano giornalisti, non c’è giornalismo. Puoi spiegare cosa intendi?

KA: I am not a journalist, but after I launched my podcast in 2016, I found an online course on Coursera, a journalism class from the University of Pennsylvania. The course taught basic rules of journalism, such as objectivity. When one looks at the state of journalism in Kazakhstan there is indeed little objectivity: competent journalists cannot speak their minds because media are affiliated with the government or to businesses affiliated with the government. People who practise journalism as a hobby, such as bloggers, do it on Facebook. This shows that social media are much more influential than [traditional] media in Kazakhstan.

KA: Non sono un giornalista, ma dopo aver lanciato il mio podcast nel 2016 ho trovato un corso online su Coursera, delle lezioni dell’Università della Pennsylvania. Il corso mi ha insegnato le regole base del giornalismo, come l’oggettività. Quando si guarda allo stato del giornalismo in Kazakistan, effettivamente si trova poca oggettività: giornalisti competenti non possono esprimere la propria opinione perché i media sono affiliati del governo o di imprese affiliate al governo. Chi pratica il giornalismo come hobby, ad esempio i blogger, lo fa su Facebook. Questo dimostra che i social media sono molto più influenti dei media tradizionali in Kazakistan.

FN: Consideri FindyourB una forma di giornalismo? I podcast potrebbero diventare uno spazio mediatico alternativo in Kazakistan?

KA: I don’t know. FindyourB is my hobby. I do it after my full-time job, after I take care of my family, and cannot produce episodes very regularly. I want to understand what is happening in my country. I still want to return to Kazakhstan, to raise my child there, so I cannot be indifferent to the situation in which he will live. But I consider journalism something on a large scale with more resources

KA: Non lo so. FindyourB è il mio hobby. Lo faccio dopo il mio lavoro a tempo pieno, dopo essermi preso cura della mia famiglia, e non posso creare episodi con grande regolarità. Voglio capire cosa sta accadendo nel mio Paese. Voglio ancora tornare in Kazakistan per crescere lì mio figlio, quindi non posso essere indifferente alla situazione in cui lui si troverà a vivere. Ma considero il giornalismo un impresa su scala maggiore e con più risorse.

FN: Nel tuo show il concetto di ‘tradizione’ compare abbastanza spesso. Uno dei tuoi ospiti ha detto: “Siamo nomadi e idealmente dovremmo essere liberi, eppure siamo tutti indebitati”. Perché questa percezione?

KA: It is very difficult to be Kazakh today in Kazakhstan. The country is at the crossroads of cultures: there’s the attractive Western culture that promotes freedom, democracy and individualism; then we have our Kazakh traditions that emphasize collective thinking and respect for the elderly, which is often abuse. And then there is also the heritage of the Soviet period. This creates tremendous contradictions: you want to be modern, to study abroad, but you are also required to stay with your parents.

After I left to go abroad, people accused me of abandoning my country and betraying my people. A lot of my friends, who are around the same age, cannot find a wife, because according to traditional family mores, the wife should be under the control of the husband’s parents. I will say something that is not popular: those traditions eat up a lot of energy, all those weddings, reunions, and celebrations. It is only because I am away, in Denmark, that I can find time to do my podcasts.

KA: È molto difficile essere kazaki nel Kazakistan di oggi. Il Paese è ad un crocevia di culture: c’è l’attraente cultura occidentale che promuove libertà, democrazia ed individualismo; poi abbiamo le nostre tradizioni kazake che enfatizzano il pensiero collettivo ed il rispetto per gli anziani, che spesso si traducono in abusi. E infine c’è anche l’eredità del periodo sovietico. Questo crea contraddizioni enormi: vuoi essere moderno, studiare all’estero, ma ti viene anche richiesto di restare con i tuoi genitori.

Quando sono partito per andare all’estero, la gente mi ha accusato di aver abbandonato il mio Paese e tradito il mio popolo. Molti dei miei amici che hanno più meno la stessa età non riescono a trovare una moglie, perché secondo le usanze familiari della tradizione, la moglie dovrebbe essere sotto il controllo dei genitori di suo marito. Dirò qualcosa di impopolare: quelle tradizioni rubano un sacco di energia; tutti quei matrimoni, riunioni e festeggiamenti. È soltanto perché sono via, in Danimarca, che posso trovare il tempo di creare i miei podcast.

FN: Come vedi evolvere il tuo podcast? Qual’è il futuro dei podcast in Kazakistan e in lingua kazaka?

KA: People are making podcasts now as they understand this is the future and will grow big in the next 3 to 5 years. There is one podcast in Kazakh done by a female podcaster, about self-development. It is essential to conduct interviews in Kazakh, because there are more problems and less information within the Kazakh-speaking community. Podcasting is what will democratize journalism.You can save time, and grow even without reading books. It’s very difficult to ban podcasting. This is the future.

KA: La gente ora sta creando podcast perché ha capito che sono il futuro, e che cresceranno tantissimo nei prossimi 3-5 anni. C'è un podcast in kazako che è realizzato da una podcaster donna e che parla di sviluppo personale. È essenziale condurre interviste in lingua kazaka, perché ci sono più problemi e meno informazione nella comunità che parla kazako. I podcast renderanno democratico il giornalismo. Si può risparmiare tempo e cescere come persone, anche senza leggere libri. È veramente difficile vietare il podcasting. Questo è il futuro.