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Il presidente della Guinea Alpha Condé incita i suoi sostenitori ad essere pronti allo scontro

Categorie: Africa sub-sahariana, Guinea, Citizen Media, Elezioni, Governance, Politica
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Alpha Condé nel 2012 [1] al World Economic Forum. CC BY-SA 2.0

Nonostante la costituzione della Guinea preveda solo due mandati successivi [2] [fr, come tutti i link successivi], Alpha Condé, il presidente in carica, ha recentemente annunciato di ambire ad un terzo mandato, in violazione delle leggi del paese. Per realizzare il suo piano, non ha esitato a fare appello alla violenza. In un'analisi pubblicata su Horizon Guinée, Sonny Camara, giornalista da Conakry, riporta [3] le parole del presidente in occasione di un recente discorso, pronunciato il 24 marzo 2019:

… je suis venu vous dire que je laisse mon manteau de président de côté. Je prends mon manteau de militant, car maintenant je suis prêt à la bataille contre ces gens… », «… Soyez prêts à l’affrontement… », «…Maintenant ce n’est pas le président qui sort mais c’est le militant… », «… Personne en Guinée ne m’empêchera d’aller devant le peuple pour lui demander ce qu’il veut… » « … Si c’est pour vous marcher sur les pieds, soyez prêts à marcher sur leurs pieds pour qu’ils sachent que vous n’avez peur de rien …»

«…sono qui per dirvi che lascio da parte il mantello da presidente. Assumo il mantello da militante, poiché ora sono pronto alla battaglia contro questa gente…», «…Tenetevi pronti allo scontro…», «…Non è il presidente ad uscire ora, ma il militante… », «…Nessuno in Guinea mi impedirà di parlare di fronte al popolo per chiedergli cosa voglia… » « …Se vogliono pestarvi i piedi, siate pronti a pestare i loro di piedi, affinché sappiano che voi non avete paura di niente…»

Qualche mese dopo la sua rielezione nel maggio del 2015, Alpha Condé aveva in effetti cominciato ad accennare alla volontà di ambire ad un terzo mandato. Già nel 2016 Ibrahima Diallo, direttore generale di radio “Liberté FM” di Conakry, aveva segnalato [4]  sul giornale Nouvelle de Guinée la deriva presidenziale:

Mais, à entendre Alpha Condé dire à l’opinion publique nationale et internationale que le «souverain peuple» de Guinée décidera ou non d’un troisième mandat pour lui sous – entend que celui qui voulait être la «synthèse» de feu Mandela et d’Obama pour son pays est «pire» que ses prédécesseurs qu’il a toujours combattus durant sa vie d’éternel opposant. Aujourd’hui, quand Koro dit «c’est le peuple qui décidera», il veut juste faire porter par le vaillant peuple de Guinée le mérite pour lui de briguer «un éventuel mandat» après les deux (2) consécutifs.

Ma, sentendo Alpha Condé dire all'opinione pubblica nazionale ed internazionale che il “popolo sovrano” della Guinea deciderà o meno per un terzo mandato, si sottointende che colui che voleva essere per il proprio paese la sintesi del defunto Mandela e di Obama è “peggiore” dei predecessori, sempre combattuti nel corso di una vita da eterno oppositore. Oggi, quando Koro (soprannome di Alpha Condé) afferma che “sarà il popolo a decidere”, non vuole far altro che attribuire al valoroso popolo della Guinea il merito della sua candidatura ad “un eventuale mandato” dopo i due consecutivi.

Per attuare il proprio piano ed evitare ogni sorpresa, Condé ha adottato diverse misure, tra cui la destituzione del presidente della corte costituzionale Me Kéléfa Sall, che ha avuto luogo senza tenere conto della procedura legale. Amadou Tham Camara, reporter per Guinée News, sostiene anche [5] che:

Après le travail de sape qui avait été fait à la CENI, c’est ainsi la deuxième institution constitutionnelle en charge des élections nationales qui vient d’être irrémédiablement fragilisée.

Dorénavant, pour le parti au pouvoir, il existe un boulevard pour avoir la majorité qualifiée des deux tiers des députés lors des élections législatives prévues au premier trimestre de 2019. Cette majorité étant la condition sine qua non pour entamer la révision de la constitution. C’est un pas de géant qui vient donc d’être franchi pour faire sauter le verrou constitutionnel qui bloque le nombre de mandat du président de la République à deux.

Dopo aver minato le basi della CENI (Commissione Elettorale Nazionale Indipendente), anche la seconda istituzione costituzionale responsabile delle elezioni nazionali è stata irrimediabilmente indebolita.

D'ora in avanti, il partito al potere ha la strada aperta per ottenere la maggioranza qualificata di due terzi dei deputati alle elezioni legislative che erano previste per il primo trimestre del 2019. Questa maggioranza è la conditio sine qua non per avviare la revisione della costituzione. È un passo da gigante quello appena compiuto, e mira ad oltrepassare l'ostacolo costituzionale che limita a due il numero di mandati del Presidente della Repubblica.

La “colpa” di Me Kéléfa Sall, ex presidente della Corte costituzionale, è stata quella di mettere in guardia Alpha Condé contro ogni tentativo di modifica della costituzione, durante la cerimonia di giuramento in apertura del secondo mandato. Kéléfa Sall aveva dichiarato in quell'occasione: [6]

La conduite de la nation doit nous réunir autour de l’essentiel. Ne nous entourons pas d’extrémistes qui sont nuisibles à l’unité nationale. Évitez toujours les dérapages  vers les chemins interdits en démocratie et en bonne gouvernance. Gardez-vous de succomber à la mélodie des sirènes révisionnistes car, si le peuple de Guinée vous a donné et renouvelé sa confiance, il demeure cependant légitimement vigilant.

La guida della nazione deve riunirci intorno all'essenziale. Non circondiamoci di estremisti, nocivi all'unità nazionale. Evitate sempre di sbandare verso le strade vietate dalla democrazia e da un governo giusto. Guardatevi dal cedere alla melodia delle sirene revisioniste poiché, se il popolo della Guinea vi ha dato e rinnovato la sua fiducia, rimane purtuttavia legittimamente vigilante.

La reazione dei guineani è stata forte. Ad una conferenza stampa tenutasi venerdì 29 marzo a Conakry, organizzata dagli ex membri del Consiglio Nazionale di Transizione e animata dal Collettivo “Non toccate la mia costituzione”, Boubacar Siddighy Diallo, uno dei relatori, ha ricordato [7] che la costituzione guineana comprende due parti che formano un tutt'uno indissolubile:

A savoir celle regroupant l’ensemble des dispositions susceptibles de modification conformément à la procédure aménagée à cet effet et celle contenue dans les dispositions de l’article 154 réputées être les intangibilités de la révision constitutionnelle. Cette dernière partie constitue le verrou de la constitution la mettant à l’abri [de] tout tripatouillage éventuel dont les conséquences pourraient compromettre la paix et [la] stabilité de notre pays

Vale a dire, quella che racchiude l'insieme delle disposizioni suscettibili di modifica in conformità alla procedura predisposta a tale effetto, e quella contenuta nelle disposizioni dell'articolo 154, che sono considerate essere intangibili dalla revisione costituzionale. Quest'ultima parte costituisce la sicura della costituzione, e la mette al riparo da ogni possibile sotterfugio le cui conseguenze potrebbero compromettere la pace e la stabilità del nostro paese.

Anche l'opposizione ha reagito aspramente: Cellou Dalein Diallo, presidente dell'Unione delle Forze Democratiche della Guinea, ha detto [8], al margine di una riunione dell'opposizione repubblicana:

L’opposition Républicaine a réaffirmé sa disponibilité à former une coalition avec toutes les forces vives de la nation, pour s’opposer au recul démocratique et à la présidence à vie qu’Alpha Condé veut s’octroyer …

L'opposizione repubblicana ha riaffermato la propria disponibilità a formare una coalizione con tutte le forze attive della nazione, per opporsi alla ricaduta autoritaria e alla presidenza a vita che Alpha Condé vuole arrogarsi.

Sekou Koundouno, leader delle Forze Sociali della Guinea (FSG) rende noto [9] sulla sua pagina Facebook:

Ces activistes de la société civile ont écrit aussi à la Procureure de la Cour Pénale Internationale pour lui demander «de garder un œil attentif sur notre pays et de prendre publiquement position afin d’éviter le chaos en Guinée».

Gli attivisti della società civile hanno scritto anche alla Procura della Corte Penale Internazionale per chiedere “di tenere l'occhio vigile sul nostro paese e di prendere pubblicamente posizione per evitare il caos in Guinea”

Anche i cittadini guineani hanno reagito su Twitter:

“Le parole del Presidente della Repubblica sono estremamente gravi per la pace e la tranquillità sociale in Guinea. Una volta di più, condanno fermamente questa abitudine che poco onora il nostro paese. Dobbiamo interpellare imperativamente la CEDEA (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale), l'Unione africana, l'ONU, ecc.”

Dappertutto, il popolo in Guinea si esprime contro il terzo mandato. Questo è stato il caso, poco tempo fa, di Coyah. Quattro giovani sarebbero stati interrogati per ordine di uno dei promotori del terzo mandato. Nessuna intimidazione frenerà i guineani nella loro ricerca della democrazia.

Alimou Sow, molto popolare su Facebook, preferisce [13] usare l'ironia, facendo allusione ai temporali che hanno colpito la capitale nella notte tra il 2 e il 3 aprile:

Il paraît que dans la mythologie grecque Eole était le dieu des vents (d'où l'adjectif éolien). Alors à Eole la Guinée cette nuit pour emporter, non pas seulement des affiches démagogiques mais également ceux qui les posent et promeuvent le 3ème #Nambara [14][Problèmes]. Autant en emporte le vent. Bon #ennui [15]

Nella mitologia greca Eolo era il dio del vento (da cui l'aggettivo eolico). Speriamo che Eolo stanotte si porti con sè non solo i cartelloni demagogici ma anche quelli che li scrivono e promuovono il terzo mandato. Che se li porti via il vento. Buona #ennui [15].

La reazione più marcata viene dallo scrittore ed economista guineano Ibrahima Sanoh, che ha lanciato [16] il 2 gennaio il movimento Patrioti per l'Alternanza e la Salvezza per opporsi all'eventuale volontà dell'attuale presidente Alpha Condè di candidarsi ad un terzo mandato nel 2020.