Lo Sri Lanka in lutto dopo gli attentati di Pasqua viene ricoperto di bandiere bianche

Dopo gli attacchi della domenica di Pasqua, le persone hanno appeso bandiere bianche ovunque: fuori dalle case, in luoghi pubblici e nei loro veicoli. Il colore bianco è il simbolo del lutto in Sri Lanka. Foto tramite GroundViews.

Questo articolo di Amalini De Sayrah [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] è apparso per la prima volta su Groundviews, un sito web giornalistico pluripremiato dello Sri Lanka. Di seguito, viene pubblicata una versione editata, nell'ambito di un accordo per la condivisione di contenuti con Global Voices.

Una serie di attacchi dinamitardi coordinati in Sri Lanka ha ucciso centinaia di persone riunitesi per celebrare la messa di Pasqua, il 21 aprile 2019. Dei sei attacchi principali, tre hanno avuto come obiettivo tre chiese: la chiesa di Sant’ Antonio a Kotahena, San Sebastiano a Katuwapitiya e la chiesa sionista a Batticaloa. Le seguenti fotografie e interviste sono state raccolte il 22 aprile, il giorno successivo all'attacco.

Kochchikade. Image via GroundViews.

Chiesa di Sant'Antonio, Kochchikade. Foto tramite GroundViews.

Kochchikade

Bandiere bianche e nere sventolano sotto il sole rovente, sopra la folla che si è riunita intorno alle barriere di sicurezza che circondano la chiesa di Sant'Antonio a Kochikade, Kotahena (Colombo 13) [it].

St. Anthony's church at Kochikade, Kotahena (Colombo 13). Image via GroundViews.

L'orologio si è fermato alle 8.45. Foto tramite GroundViews.

‘See the clock?’ a man passing by says, ‘it’s frozen at 8.45, when the blast went off.’

“Avete visto l'orologio?” esclama un uomo, “si è fermato alle 8.45, il momento dell'esplosione.”

L'importante santuario cattolico è stato il primo obiettivo coinvolto nella serie di esplosioni [it] che ha avuto luogo quel giorno. I detriti provocati dall'esplosione – pezzi di vetro che proteggevano la statua principale della facciata e le vetrate protettive delle porte – scintillano sotto il sole mentre la polizia, l'esercito e il personale medico si fanno strada tra i detriti.

Image via Groundviews.

La folla in lutto si riunisce. Foto tramite Groundviews.

‘Everyone comes here to pray, from near and far. Who’d do something like this to such a holy place?’

“Vengono tutti qui a pregare, da ogni parte del Paese. Chi farebbe una cosa del genere a un luogo tanto sacro?”

Situato a Kotahena, zona periferica della capitale, il tempio è diventato un luogo di rifugio per le persone di ogni fede in Sri Lanka. All'indomani degli attentati, vi è stata un'espressione di grande cordoglio.

Bandiere bianche. Foto tramite GroundViews.

‘I helped move the bodies; all day, from 9am in the morning till 6pm in the evening. We were carrying them and lining them up, to take to the morgue. At a point, you lose count.’

“Ho aiutato a spostare i corpi: tutto il giorno, dalle 9 del mattino fino alle 6 di sera. Li abbiamo trasportati e allineati per portarli in obitorio. A un certo punto, perdevi il conto.”

Ha la gamba fasciata, che solleva per mostrare una ferita nella parte inferiore. È stato ferito da un chiodo proveniente dal crollo degli interni della chiesa, mentre insieme ad altri cercava di aiutare le vittime dell'attacco. È svenuto a causa di un'emorragia e la polizia lo ha mandato via; dopo essere stato medicato è tornato a prestare soccorso.

Image via GroundViews

Uomo partecipa alla veglia. Foto tramite GroundViews.

I didn’t even want to believe it…all the small children…the women. We don’t think about how life can end so suddenly.’

“Stentavo a crederci… tutti quei bambini piccoli… le donne. Non pensiamo mai a come la vita possa finire così all'improvviso.”

Descrive in modo dettagliato lo stato dei corpi che ha visto quel giorno, tastandosi gli arti e il torace con le mani per indicare i danni subiti dalle vittime. Molti membri della comunità – indipendentemente dal loro credo religioso – si sono riuniti per trasportare i feriti all'ospedale nazionale di Colombo e i cadaveri all'obitorio della città.

Image via GroundViews

“Giustizia, non vendetta”. Foto tramite GroundViews.

L'uomo ha anche partecipato a un piccola veglia, organizzata da un gruppo di cittadini indipendenti, che si è svolta presso la statua del giubileo per il suo 150esimo anniversario, a sud del tempio. “Giustizia, non vendetta”, si legge sul foglio di carta, mentre le candele vengono accese a dispetto del vento sferzante. Un'ora più tardi, un furgone parcheggiato nella zona è esploso mentre una squadra di artificieri della Task Force Speciale (STF) stava disinnescando un congegno esplosivo rilevato al suo interno.

Image Via GroundViews

Bandiere bianche ovunque. Foto tramite GroundViews.

‘We are not thinking if it's someone we know, or someone who lives close by. We are tying these flags for all those who lost their lives.

“Non ci interessa se è qualcuno che conosciamo o un nostro vicino di casa. Appendiamo queste bandiere per tutti coloro che hanno perso la vita.”

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Le persone appendono bandiere bianche. Foto tramite GroundViews.

Le sue mani sono piene di nastri da cui pendono bandiere commemorative bianche e nere. Un gruppo di uomini che vivono nel quartiere le sta appendendo lungo Jampettah Street, la via trafficata che corre perpendicolarmente all'entrata della chiesa.

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La chiesa presidiata. Foto tramite GroundViews.

‘The 8am service was being carried out in both Sinhala and Tamil. Those attending were mostly people from outside these neighbourhoods. Then the explosion happened.’

“La messa delle 8 del mattino era tenuta sia in cingalese che in tamil. Molti dei partecipanti non erano abitanti dei quartieri limitrofi. Poi l'esplosione.”

Una coppia che vive nel quartiere ha dichiarato che la messa di Pasqua delle 8 del mattino, di solito, è celebrata in lingua cingalese. Quest'anno, la messa di mezzanotte del sabato era in lingua tamil, e la maggior parte dei fedeli della zona vi avrebbero partecipato.

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Periyamulla. Foto tramite GroundViews.

Periyamulla, Negombo [it]

Bandiere bianche sventolano lungo le strade vuote, dove negozi e ristoranti rimangono chiusi per via del coprifuoco ancora in vigore.

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La grande moschea di Negombo. Foto tramite GroundViews.

‘We are worried for our community too, and we want the country to know that we also reject what happened. Muslims do not stand by this.’

“Anche noi siamo preoccupati per la nostra comunità e vogliamo che il Paese sappia che anche noi condanniamo quanto è accaduto. I musulmani non sostengono gli attentati.”

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Un quartiere musulmano. Foto tramite GroundViews.

I capi della moschea hanno dichiarato che le famiglie pakistane hanno subito delle ritorsioni da parte dei parenti delle vittime delle esplosioni. Hanno lanciato delle pietre contro le loro case, rompendo i vetri delle finestre. Queste famiglie sono dei rifugiati di fede cristiana o appartenenti alla comunità musulmana Ahmadi, in fuga dalle persecuzioni in Pakistan. Le famiglie si sono rivolte alla polizia di Negombo per chiedere protezione, richiesta che è stata loro concessa, stando a quanto affermato dai loro rappresentanti.

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Preghiera in una moschea. Foto tramite GroundViews.

‘We say prayers five times a day. This is not the usual time of prayer for us. It is a special prayer, one of mourning.’

“Preghiamo cinque volte al giorno. Di solito non preghiamo a quest'ora. Si tratta di una preghiera speciale, un'orazione funebre”.

Lo orazioni funebri (janazah) hanno luogo all'interno della moschea di Negombo. Al termine delle preghiere la folla si riunisce intorno a una bara che viene condotta all'esterno della moschea, e alla comunità vengono concessi alcuni minuti per rendere un ultimo omaggio.

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Trasporto della bara durante il rituale janazah. Foto tramite GroundViews.

‘She was 13. Her father’s Muslim but her mother is Catholic, so she’d gone to church on Sunday. That’s how our communities are, we are so mixed and connected.’

“Aveva 13 anni. Il padre è musulmano ma la madre è cattolica, per cui era andata in chiesa quella domenica. Le nostre comunità sono così, mescolate e legate tra di loro.”

Nella moschea è presente anche uno sparuto gruppo di donne cristiane che pregano recitando alcuni passi del rosario al cospetto della bara, prima che venga portata via per la sepoltura. Alcune donne locali sostengono che alcune famiglie musulmane vivono nelle immediate vicinanze della chiesa di Katuwapitiya.

Katuwapitiya, Negombo

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Bandiere bianche a Katuwapitiya. Foto tramite GroundViews.

Bandiere bianche svolazzano nel cielo che va oscurandosi. I militari e gli agenti di polizia occupano la stradina, mentre i veicoli e i pedoni cercano di capire cosa sta succedendo.

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La strada per Katuwapitiya. Foto tramite GroundViews.

‘There’s a funeral happening at every few houses, down almost every little lane.’

“C'è un funerale in ogni casa, quasi in ogni vicolo.”

Katuwapitiya è una lunga strada stretta di abitazioni in lutto. Gli striscioni fuori dalle case indicano che intere famiglie, o alcuni membri, sono rimasti uccisi nell'attentato della chiesa di San Sebastiano.

Image via GroundViews.

I militari pattugliano la strada. Foto tramite GroundViews.

Image via GroundViews.

Persone nei pressi della chiesa. Foto tramite GroundViews.

‘Look at how close their houses are to the church. It must be a quick walk to mass and back. How would they have even known that their walk that day would end this way?’

“Guarda come sono vicine alla chiesa quelle case. Dev'essere veloce andare e tornare dalla messa a piedi. Come avrebbero potuto immaginare che quel tragitto sarebbe finito così quel giorno?”

mage via GroundViews.

Altre bandiere bianche. Foto tramite GroundViews.

Le sepolture di massa sono iniziate, con i corpi che lasciano la per i cimiteri di Negombo. Stando a quanto si dice, un terreno inutilizzato è stato sgomberato per lasciare spazio alle numerose bare.

Mentre le rivelazioni sugli autori degli attentati si infittiscono, e i commenti politici provenienti dai più alti funzionari aumentano la frustrazione nel Paese, le sepolture proseguiranno nei prossimi giorni. Il numero delle vittime degli attentati del 21 aprile ammonta a 253 [it], ed è in continuo aumento.

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