- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Meno del 10% dell'Africa subsahariana rurale ha accesso all'elettricità. Come si sta cambiando questa situazione?

Categorie: Africa sub-sahariana, Botswana, Mozambico, Ambiente, Citizen Media, Economia & Business, Good News, Governance, Sviluppo, Tecnologia

Pannello solare nell'isola di Bazaruto, Mozambico. Foto di Cotrim. Pubblico dominio CC0

Nell'estate del 2014, la Banca Mondiale ha annunciato che avrebbe destinato 5 miliardi di dollari di aiuti all'Africa [1] [en] affinché questo continente possa ottimizzare il suo potenziale elettrico, privilegiando fra gli altri il settore idroelettrico. Territorio in piena espansione, l’Africa soffre tuttavia di grandi deficienze nell'elettrificazione, che frenano il suo sviluppo.

Vi è una miriade di iniziative sia private che pubbliche volte ad aumentare l'accesso all'elettricità, ma l'entità del compito da svolgere è spaventosa. Il 15% della popolazione mondiale [2] [en] vive sul suolo africano, una popolazione che consuma soltanto il 3% [3] [it] dell’elettricità su scala globale. Per l'assenza di mezzi e le infrastrutture inesistenti, gli organismi pubblici e privati si riuniscono oggi per dare i mezzi all'Africa di consolidare gli sforzi in materia di sviluppo, come ad esempio la Electricité de France (EDF) [4] [fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], l'azienda energetica nazionale francese che sta realizzando multipli progetti di elettrificazione nel continente africano.

Meno del 10% degli abitanti dell'Africa subsahariana hanno accesso all'elettricità

L’Africa è oggigiorno un continente pieno di promesse, ricco di risorse naturali, un continente giovane in pieno sviluppo. È ugualmente un territorio che risponde al soprannome molto poetico di “società della notte eterna”, a causa della scasità di elettricità che domina l'insieme delle sue terre. Nel 2014, si sono rilevate quasi 600 milioni di persone senza elettricità [5]. In Africa, il tasso di elettrificazione è del 42% [6] [en] su scala continentale.

Se questo tasso è uno dei più bassi sulla totalità delle nazioni emergenti, pur non essendo il più basso, è comunque l'oggetto di disparità regionali molto marcate. Mentre il 99% del Maghreb [7] [it] dispone di elettricità, soltanto il 31% [8] [en] dell'Africa subsahariana può dire altrettanto. Esiste inoltre un problema di diseguaglianze per l'abisso che separa le zone urbane dalle zone rurali. Il 69% delle città sono elettrificate, mentre la ruralità africana si aggira ancora su un tasso prossimo al 25% [9] [en]. Pertanto, meno del 10% delle popolazioni che vivono nelle zone rurali subsahariane godono dei vantaggi dell'elettricità.

Queste cifre traducono la mancanza di mezzi di un continente che contemporaneamente lotta per attirare gli investimenti e per mantenere le sue società nazionali dedicate all'erogazione di energia. In cerca di redditività, gli investitori si ritrovano confrontati a una popolazione in cui il 70% delle persone vive con meno di 2 dollari al giorno e dei redditi che non sono proporzionati per coprire le spese derivanti da un consumo di elettricità, anche minimo. Inoltre i gestori elettrici devono operare con installazioni pesanti, antiquate, con cui non possono pretendere di guadagnare soldi concentrandosi unicamente sul segmento dei privati cittadini. Di fronte a questa penuria di capitali, le ONG come anche dei gruppi pubblici e privati nati dalla comunità internazionale si lanciano in progetti di elettrificazione, progetti che prendono ancor oggi delle parvenze di aiuti allo sviluppo.

Grandi progressi con l'energia solare

La sotto elettrificazione dell'Africa è una questione su cui intervengono attori di tutto il mondo, privilegiando in particolare l'energia solare grazie al tasso di insolazione eccezionale di cui beneficia il territorio. È così che il Mozambico si è visto concedere 35 miliardi di dollari dalla Corea del Sud [10] nel 2010. Questo approvvigionamenti in fondi era destinato alla costruzione di tre centrali solari e per fornire alle nazioni i mezzi per consolidare le loro capacità elettriche. Nel frattempo Orange [11] [en] (un gruppo di telecomunicazioni francese) si è lanciato nell'avventura e grazie all'operatore sono state disseminate 1300 antenne relais nelle zone rurali, con l'obiettivo di permettere agli abitanti di poter ricaricare i loro telefoni cellulari.

Quando si parla di sviluppare l'energia in Africa, che è maggiormente presente nelle zone subsahariane, l'enfasi è spesso messa sulle energie rinnovabili, per meglio rispondere ai bisogni dei territori africani, ottimizzando le risorse naturali. Una trentina di investitori americani [12] hanno annunciato a inizio giugno 2014 la loro intenzione di finanziare l'installazione di centrali solari e centrali idroelettriche in questa parte del continente, per un importo di un miliardo di dollari. Questi fondi, scaglionati su cinque anni, serviranno ugualmente a formare degli esperti africani nel settore energetico e a raccogliere denaro per sostenere i fornitori locali di elettricità. Ernest Moniz, segretario degli Stati Uniti, ha dichiarato [12]:

L'accès à des réseaux centralisés d'électricité n'est pas une solution exhaustive pour ces pays situés sur l'un des continents les moins urbanisés. (…) Mais avec des solutions comprenant des projets hors réseaux et de petites tailles, nous pouvons apporter l'électricité à ces zones rurales.

L'accesso a delle reti centralizzate di elettricità non è una soluzione esaustiva per quelle nazioni situate su uno dei continenti meno urbanizzati. (…) Però con soluzioni che includano piccoli progetti e che non dipendano dalla rete, possiamo portare l'elettricità a queste zone rurali.

EDF, Schneider Electric, l’industria francese che investe nelle zone rurali

EDF si è recentemente associata alla IFC [13] (International Financial Company, una filiale della Banca Mondiale), per intervenire nelle regioni rurali dell'Africa subsahariana con l'obiettivo di collegare alle reti elettriche africane 500.000 persone che vivono in queste zone. Il gruppo francese diretto da Henri Proglio precederà alla realizzazione di un sistema di elettrificazione fuori rete, chiamato off-grid, meno costoso e che presenta la caratteristica di essere autosufficiente. La fase sperimentale si è svolta in Benin con l’ambizione di connettere 25.000 persone utilizzando una rete solare diesel ibrida, abbinata a centrali che forniscono bioenergia. Per Édouard Dahomé, direttore Africa e accesso all'energia di EDF, l'elettricità è [13]:

 un produit vital sans lequel aucun vrai développement n’est possible. L’accès à l’énergie des populations rurales, souvent les plus défavorisées, permet de réduire la pauvreté en développant les activités génératrices de revenus, mais aussi l’éducation, la santé, l’accès à l’eau etc.

un prodotto vitale, senza cui non è possibile nessun vero sviluppo. L’accesso all'energia delle popolazioni rurali, spesso le più svantaggiate, permette di ridurre la povertà, sviluppando le attività generatrici di reddito e, inoltre, l'istruzione, la salute, l'accesso all'acqua, etc.

La società elettrica moltiplica i progetti e cerca di far beneficiare il maggior numero di nazioni del suo know how. In Botswana, EDF è stata scelta dalla società nazionale di elettricità [14] (BPC, Botswana Power Corporation) per realizzare il suo programma di elettrificazione rurale decentralizzato. In Mali, il gigante dell'energia ha creato insieme ad ADEME [15] una SSD (società di servizi decentralizzati) che mira a proporre dei servizi energetici appoggiati a una società di diritto locale. Questa SSD si è impegnata nella missione di elettrificare una ventina di villaggi della regione, grazie a delle micro reti di bassa e media tensione alimentate a diesel ed energia solare. Più che un semplice aiuto allo sviluppo, l’Africa è un terreno dove EDF può far valere la sua esperienza e mostrare le sue capacità, in particolare in termini di installazioni eco responsabili e durature in Marocco [16] e Senegal [17].  .

EDF non è l'unica società francese interessata alla vastità del cantiere africano. Anche il gruppo industriale Schneider Electric [18] si è lanciato nell'avventura, annunciando nel 2013 di voler realizzare una soluzione per “aumentare la quantità di energia disponibile in Africa con degli investimenti limitati”. Questo progetto, denominato “Smart Cities” è basato sulla modernizzazione della rete esistente e l'utilizzo di energie rinnovabili e mira a realizzare fino al 30% di risparmi di energia nelle città in Africa.

Mohammed Saad, presidente di Schneider Electric in Africa, ha detto [18]:

Le défi consiste non seulement à produire plus d’électricité, mais aussi à générer une énergie intelligente afin de permettre une croissance intelligente en Afrique. Les solutions de Schneider Electric visent à accroître la quantité d’électricité disponible en Afrique avec des investissements limités

La sfida consiste non soltanto nel produrre più elettricità, ma anche nel generare una energia intelligente, al fine di permettere una crescita intelligente in Africa. Le soluzioni di Schneider Electric mirano ad accrescere la quantità di elettricità disponibile in Africa con degli investimenti limitati,

ha dichiarato Mohammed Saad, Presidente di Schneider Electric in Africa.

Se l'elettrificazione nelle zone rurali africane non presenta ancora che un rendimento troppo ridotto sugli investimenti per coloro che l'implementano, accompagna l'espansione di numerose nazioni e partecipa così all'emergere di un mercato potenziale di più di 589 milioni di persone [19]. Per realizzarla, si devono prevedere ancora numerosi investimenti. La Banca Mondiale prevede che meno del 60 % della popolazione africana disporrà di elettricità [20] nelle sue abitazioni fino all'anno 2030, e che serviranno 40 miliardi di euro di investimenti annuali per arrivare a soddisfare i fabbisogni energetici del continente.