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Sito web russo tenta di impersonare una testata giornalistica consolidata che copre i Balcani

Categorie: Europa centrale & orientale, Macedonia, Russia, Serbia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali

Balkanist.ru contro Balkanist.net, un collage di schermate in prima pagina. Immagine di Meta.mk News Agency, CC-BY

Questa storia è apparsa originariamente suMeta.mk News Agency [1][en, come i seguenti link, salvo diversa indicazione], un progetto della Fondazione Metamorphosis. Una versione modificata è pubblicata di seguito come parte di un accordo di condivisione dei contenuti.

La redazione di Balkanist.net [2], un media con sede in Serbia che copre i Balcani, è stata sorpresa di scoprire che hanno un alter ego in lingua russa (Balcanist.ru [3] [ru])  con una politica editoriale opposta.

Balkanist.net è una testata giornalistica in lingua inglese che dal 2013 pubblica notizie e analisi sui Balcani e sull'Europa dell'Est scritte da contributori internazionali. Il loro sito web afferma che sono “completamente indipendenti, autofinanziati e finanziati dai lettori e non sono affiliati a nessuna organizzazione, azienda o istituzione governativa”.

A sua volta, Balkanist.ru è stato fondato nel settembre 2018 e pubblica analisi di “balcanisti russi autorevoli” con l'obiettivo dichiarato di “influenzare le politiche di Mosca in questa regione travagliata”, secondo la sua pagina “a proposito del progetto”. Il logo del sito web presenta un cormorano, che in russo si chiama baklan . Non ci sono informazioni sulle fonti di finanziamento del sito web. 

Lily Lunch, editore di Balkanist.net. Foto usata con permesso.

Il caporedattore di Balkanist.net, Lily Lunch, ha dichiarato a Meta.mk che “il sito in lingua russa non ha nulla a che fare con la nostra pubblicazione”.

Sui social network in Serbia, la comparsa di una versione russa di Balkanist è stata vista come un altro tentativo di spacciare propaganda per il governo serbo Aleksandar Vučić, questa volta mirando al pubblico russo.

Ad esempio, l'analista Miloš Popović ha commentato su Twitter:

Il Presidente della Serbia si è fatto portavoce in russo. Si chiama @balkanist2018 e ha rubato il nome dal Balkanist originale (@Balkanist).

In una dichiarazione ufficiale [7], Balkanist.net ha asserito che il loro omonimo russo è un sito di propaganda pro-Vučić:

It’s not surprising to us that a pro-Vučić propaganda site would use our name and brand to publish well-constructed lies in Russian. For years, the regime has sought to eliminate each and every independent voice the country has left. It has a variety of tools at its disposal to accomplish this. One of its most well-worn tactics is spreading confusion and lies about critics. The purpose of publishing under the name Balkanist in Russian is to confuse readers at home, in Russia and elsewhere into questioning our sincerity, what and who we support, and what and who we believe. In this way, they hope to, at a minimum, diminish the impact of any future criticism (and there will be future criticism – a lot of it). They also know that we are critics not only of the Vučić regime, but of the European Union and NATO. Unlike Vučić’s ministerial choices and economic policy, our editorial line is not dictated by the US embassy. This makes the name Balkanist a logical vehicle for the dissemination of Vucic’s lies in Russia.

Non ci sorprende che un sito di propaganda pro-Vučić usi il nostro nome e il nostro marchio per pubblicare bugie ben costruite in russo. Per anni, il regime ha cercato di eliminare tutte le voci indipendenti lasciate dal Paese. Ha una varietà di strumenti a sua disposizione per farlo. Una delle sue tattiche più usate è quella di diffondere confusione e bugie sui critici. Lo scopo di pubblicare sotto il nome di Balkanist in russo è confondere i lettori a casa, in Russia e altrove, e mettere in discussione la nostra sincerità, cosa e chi sosteniamo, e cosa e chi crediamo. In questo modo, sperano di ridurre come minimo l'impatto di eventuali critiche future (e ci saranno critiche future, molte). Sanno anche che siamo critici non solo del regime di Vučić, ma dell'Unione Europea e della NATO. A differenza delle scelte ministeriali e della politica economica di Vučić, la nostra linea editoriale non è dettata dall'ambasciata americana. Questo rende il nome Balkanist un veicolo logico per la diffusione delle bugie di Vučić in Russia.

Sempre secondo la pagina info del sito web russo, il suo manager Oleg Bondarenko è stato il consigliere di diversi importanti politici serbi negli anni precedenti: l'ex Presidente della Serbia Tomislav Nikolić [8], il suo ex protetto e attuale presidente Aleksandar Vučić e Milorad Dodik [9], l'uomo forte pro-Cremlino della Republika Srpska, l'entità serba all'interno della Bosnia ed Erzegovina.

Bondarenko è anche un prolifico commentatore dei media pro-Cremlino. All'inizio del 2018, gli è stato vietato [10] [ru] l'ingresso nell'UE e, su richiesta della Polonia , è stato respinto all'aeroporto Tegel di Berlino.

Altri nomi nella formazione editoriale di Balkanist.ru includono accademici e scienziati politici dell'Accademia delle scienze russa, specializzati nei Balcani, e persino un musicista rock la cui band, BalkanMusicLab, suona cover di successi rock jugoslavi nei club di Mosca.

Global Voices ha tentato di contattare il team di Balkanist.ru per un commento, ma non ha ricevuto risposta.

Personificazione di siti web, un vecchio trucco della destra della Macedonia del Nord

Simili tattiche di personificazione erano comuni nella vicina Macedonia del Nord durante il governo del VMRO-DPMNE [11], un partito conservativo che che ha presieduto per 12 anni di declino democratico prima di essere estromesso dalle elezioni del 2016.

Ad esempio il sito web Kurir.mk, fondato nel 2010 e fino ad oggi uno dei principali portavoce di VMRO-DPMNE, condivide il suo nome con il sito serbo Kurir.rs, un giornale scandalistico molto popolare all'epoca.

Nel 2016, l'editore serbo Adria Media Group ha scritto una dichiarazione intitolata “Fake Kurir inganna i lettori in Macedonia [12],” in cui ha minacciato di citare in giudizio il sito macedone per aver rubato il suo marchio.

AGM ha notato che il proprietario del sito imitativo era la ditta EM medija d.o.o con sede a Skopje. La dichiarazione sostiene che l'azienda ha dei legami con Saša Mijalkov [13], l'ex capo dei servizi segreti macedoni e cugino di primo grado dell'allora primo ministro Nikola Gruevski.

Nel maggio 2018, il media investigativo “Progetto di investigazione sulla corruzione e il crimine organizzato” ha rivelato [14] che EM medija d.o.o era stato in parte acquistato da società ungheresi con stretti legami con il primo ministro Viktor Orbán insieme a diversi altri punti vendita [15] nella Macedonia del Nord. Nel giugno 2018, gli ungheresi sono diventati gli unici proprietari [16] [mk] di EM medija d.o.o.

Allo stesso modo, quando la stazione televisiva filo-governativa TV Nova (tvnova.mk) è stata fondata nel 2015, ha ricevuto lo stesso nome dell'organo di stampa indipendente Nova TV [17] [mk] (novatv.mk), fondato nel 2011. I giornalisti di Nova TV hanno subìto attacchi costanti da parte di sostenitori del governo in quel periodo e nel 2015 il suo editore ha ricevuto una minaccia di morte [18].

Il proprietario dell'ormai defunta [19] [mk] TV Nova è attualmente indagato per varie accuse di corruzione e criminalità organizzata in collaborazione con l'ex governo.

Un terzo esempio si è verificato nel 2016 quando individui con legami [20] [mk] con funzionari VMRO-DPMNE hanno aperto siti Web di notizie dubbie in Croazia (alo.com.hr) e Serbia (saznajemo.rs) con nomi simili a pubblicazioni online transfrontaliere consolidate. In vista delle elezioni del novembre 2016, hanno pubblicato articoli con accuse di tradimento infondate contro l'allora leader dell'opposizione Zoran Zaev. I media più popolari, controllati dal partito, hanno quindi diffuso queste false accuse come notizie rilevanti da media stranieri presumibilmente rispettabili.

Una recente indagine dell'outlet online macedone SDK ha rivelato che l'amministratore di quei siti web ha iniziato a lavorare nella società statale [21] [mk] ESM, che in quel periodo si chiamava Power Plants of North Macedonia. Ricopre la stessa posizione fino ad oggi.

I media locali più piccoli che simpatizzavano per il governo a quel tempo usavano la stessa tattica. Una stazione televisiva locale nella città meridionale di Strumica è stata chiamata Telekanal A1 [22] [mk] quando è stata creata nel 2014, lo stesso nome della stazione televisiva nazionale A1 TV che nel 2011 è stata chiusa [23] dal regime di Gruevski.

Nell'agosto 2017, il nuovo governo della Macedonia del Nord ha tagliato i fondi ai media privati. Da allora, molti di questi mezzi di comunicazione pro-VMRO-DPMNE hanno gradualmente chiuso. Secondo le informazioni dell'ente di regolamentazione delle trasmissioni [24] , TV Nova e Telekanal A1 hanno chiuso rispettivamente ad agosto e marzo 2018.