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Uno sguardo sugli obiettivi in materia di energie rinnovabili degli Emirati Arabi Uniti

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Emirati Arabi, Ambiente, Citizen Media

Un cilindro parabolico che raccoglie calore solare a Abu Dhabi, chiamato “Shams 1″. Credito immagine: Masdar attraverso Flickr [1]

A gennaio, l'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) ha pubblicato un report [2] [en, come i link seguenti] che delinea le tendenze di mercato del Concilio di cooperazione del Golfo (GCC) e un'analisi del settore dell'energia rinnovabile. Gli Emirati Arabi Uniti, dice il report, ospitano fino al 79% della potenza dei parchi solari fotovoltaici installati nel GCC. La nazione è anche “riuscita ad attrarre alcuni progetti solari fotovoltaici a basso costo, senza offrire sovvenzioni.”

Che cosa stanno dunque facendo gli Emirati Arabi Uniti (EAU) per incrementare l'energia da fonti rinnovabili e come stanno conseguendo gli obiettivi prestabiliti?

Energia solare

Nel 2016 gli EAU hanno prodotto una gran quantità di gigawatt di elettricità attraverso l'energia solare e l'energia da biogas:

Elettricità prodotta da fonti di energia rinnovabile (EAU)

Questo grafico mostra la quantità di elettricità prodotta da fonti di energia rinnovabili (solare e biogas) negli EAU, tra il 2009 e il 2016. Sono misurati in gigawattora (GWh).

Questo grafico mostra quanti megawatt di elettricità l'Emirato di Abu Dhabi sta producendo attraverso l'energia solare nel 2016:

Elettricità prodotta dall'energia solare (Abu Dhabi)

Questa è la quantità di elettricità prodotta dall'energia solare a Abu Dhabi tra il 2011 e il 2016. È misurata in megawattora (MWh). Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2016.

Dubai, tuttavia, ha aperto il suo primo parco solare nel 2013, quindi fino ad allora non è stata prodotta nessuna elettricità dall'energia solare nell'Emirato:

Elettricità prodotta dall'energia solare (Dubai)

Questa è la quantità di energia solare a Dubai tra il 2011 e il 2016. È misurata in megawattora (GWh).

Elettricità prodotta dall'energia solare (Dubai)

Questa è la quantità di elettricità prodotta dall'energia solare a Dubai tra il 2011 e il 2016. È misurata in megawattora (MWh). Gli ultimi dati disponibili sono quelli del 2016. Dubai ha aperto il suo primo parco solare nel 2013, quindi fino ad allora non è stata prodotta nessuna elettricità dall'energia solare nell'Emirato.

Gli EAU hanno installato capacità sia per il fotovoltaico sia per l'energia solare concentrata.

Come parte della Strategia di energia pulita di Dubai (Dubai Clean Energy Strategy) di generare il 75% dell'energia di Dubai dall'energia pulita entro il 2050, Dubai costruirà il maggiore Impianto Mondiale di Concentrazione solare (CSP) in un solo sito, che si prevede inizierà a generare energia nei prossimi cinque anni.

Contemporaneamente, Sharjah, il terzo maggiore emirato nella nazione, ha intenzione di costruire [3] una ‘città sostenibile’ alimentata ad energia solare, a circa 11 chilometri dall'Aeroporto Internazionale di Sharjah. Anche il governo di Umm Al Quwain, un altro emirato negli EAU, sta perseguendo il progetto di costruire un parco solare di 200 megawatt nella zona di Falaj al Mu’alla dell'emirato.

Raggiungimento degli obiettivi legati al cambiamento climatico

A settembre 2016, gli EAU hanno sottoscritto e ratificato l'Accordo sul clima di Parigi, che mira ad attenuare e limitare il cambiamento climatico. Tuttavia gli obiettivi stabiliti dagli EAU sono stati considerati come “notevolmente insufficienti” da alcune organizzazioni. Ad esempio, Climate Action Tracker [4]dice che l'impegno degli EAU per il clima per il 2021 “non è compatibile con il mantenimento del riscaldamento al di sotto di 2°C, né tantomeno limitarlo a 1,5°C come richiesto conformemente all'Accordo di Parigi.”

Gli EAU hanno inoltre anche sovvenzionato i prezzi per il petrolio grezzo e il gas naturale, sebbene la benzina e il diesel siano soggetti al 5 % di IVA. Tuttavia i prezzi della benzina e del diesel degli EAU sono ben inferiori alla media globale. Ad aprile 2019, [5] il prezzo globale della benzina è di 1,14 dollari al litro, mentre il prezzo degli EAU è rimasto a soli 0,57 dollari al litro.

Questo non è chiaramente sufficiente per ridurre significativamente e drasticamente l'uso dei combustibili fossili nella nazione.

Altre opzioni di energia rinnovabile negli EAU

Nel 2017, secondo IRENA, gli EAU hanno già 0,85 megawatt di capacità installata per l'energia eolica.

Gli EAU stanno anche investendo di più nella bioenergia. Ad esempio, Masdar (un'azienda di energia rinnovabile) ha sottoscritto un accordo di sviluppo nel 2017 con l'azienda di gestione ambientale Bee'ah per progettare il primo impianto termovalorizzatore di energia dai rifiuti degli EAU. Questo impianto sarà ubicato [6] presso il Centro di gestioni dei rifiuti a Sharjah.

Priscilla Joseph, collaboratrice di BactoWatt, una startup che auspica di ottenere la bioenergia dalle acque reflue, ha detto a Global Voices:

Apart from solar energy, there is also growing demand for bioenergy, especially for technology that converts waste to energy in the UAE. Right now it is only in its initial stages, but we hope to soon turn bioenergy technology into a commercially viable product.

Al di là dell'energia solare, c'è anche una crescente domanda per la bioenergia, specialmente per la tecnologia che converte i rifiuti in energia negli EAU. Proprio adesso è nelle sue fasi iniziali, ma speriamo di trasformare presto la tecnologia della bioenergia in un prodotto commercialmente sostenibile.

Gli EAU auspicano di conseguire il 30% [7]del loro fabbisogno energetico prodotto da energia pulita entro il 2030. Attualmente, gli EAU dichiarano [8] di avere il 0,54% della loro quota di energia pulita, che include sia l'energia rinnovabile che l'energia nucleare.

A livello mondiale, IRENA ha stabilito l'obiettivo di ottenere il 65% dell'energia attraverso fonti rinnovabili entro il 2050. Tuttavia, IRENA ha anche previsto che, con le tendenze attuali, il mondo potrà conseguire soltanto il 25% di quell'obiettivo.

Priscilla Joseph ha concluso, preoccupata: “Dobbiamo davvero trovare il modo di colmare quel divario del 40%.”