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Artisti azeri vincono la battaglia per salvare dalla demolizione una casa di preghiera trasformata in cinema

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Azerbaigian, Arte & Cultura, Citizen Media, Protesta

La Molokan House, in precedenza un luogo di culto e ora uno spazio artistico indipendente. Foto scattata da Leyli Gafarova/OC Media, usata con il loro consenso.

Sembra che una comunità di artisti e registi a Baku, Azerbaigian, abbia vinto una battaglia con le autorità lunga settimane per fermare la demolizione della Molokan House, un edificio centenario che ospita il cinema underground “Salaam Cinema”.

Il Salaam Cinema, il cui nome è ispirato al film “Hello Cinema [1]” [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] del 1995 di Mohsen Makhmalbaf, è uno dei pochi spazi culturali indipendenti [2] di Baku – oltre alla proiezione dei film, ospita regolarmente spettacoli, esibizioni e convegni. L'iniziativa fu fondata tre anni fa da Leyli Gafarova e suo marito Ilkin Huseynov, una coppia locale che a quel tempo era appena tornata dall'Europa.

“Volevamo proiettare i film in edifici che venivano già usati come cineteche. Abbiamo iniziato affittando una stanza dentro la cineteca Veten, ma il teatro fu distrutto (nel 2017 [3] [az]) e noi abbiamo perso il nostro spazio” , ricorda Leyli in un'intervista a Global Voices.

Agli inizi del 2019, avevano programmato di affittare la Molokan House, un edificio costruito nel 1913 come centro di preghiera per la piccola comunità Molokan azera [4], un gruppo di russi bandito nel Caucaso meridionale nel XIX secolo. Dopo che i bolscevichi presero il controllo, l'edificio passò alla Radio Broadcasting company che lo usò per tenere il suo programma radiofonico “Danışır Bakı” (Baku in onda). Con il crollo dell'Unione Sovietica, la casa rimase più o meno abbandonata fino al 2018, quando ci si trasferì il Salaam Cinema.

“Sapevamo dall'inizio che il proprietario voleva distruggere lo spazio, perché questo è ciò che fa [per vivere]: demolisce i vecchi edifici, ne costruisce di nuovi e li vende,” dice Leyli. “Non ha neanche capito cosa volevamo fare qui. Quando gli abbiamo detto che volevamo proiettare dei film, organizzare dibattiti e conferenze, pensava che volessimo girare dei film dentro l'edificio e quindi ha continuato a chiedere che genere di film volessimo girare e così via”, ha aggiunto.

Manifestazioni della comunità intorno all'edificio storico

Dopo che lo spazio fu finalmente affittato nel 2019, il gruppo ha iniziato a mettere su una casa da tè al primo piano, e a usare il secondo piano per ospitare proiezioni, esposizioni e uno spazio comune. Dal marzo 2019, la maggior parte dei lavori di rinnovo sono stati completati e il team del Salaam Cinema è andato in vacanza per celebrare il Novruz, la festa azera e persiana per il nuovo anno.

Tornato dalla vacanza, il team ha trovato il primo piano dell'edificio completamente distrutto. Il proprietario ha presto informato il gruppo che doveva liberare l'edificio, perché sarebbe stato demolito.

Non si sarebbe mai aspettato che la comunità non avrebbe mollato così facilmente [5]. Per settimane, i sostenitori dello spazio si accamparono dentro l'edificio, mentre firmavano petizioni e lettere da inviare a tutte le istituzioni governative. Le loro richieste sottolineavano che loro non stavano solo combattendo per salvare un luogo di incontro per la cultura popolare, ma anche per preservare un altro pezzo del patrimonio architettonico di Baku [6] dalla distruzione.

Solo dopo l'intervento della first lady azera Mehriban Aliyeva il proprietario ha dovuto fare un passo indietro. In una dichiarazione dell'8 maggio, poco dopo avere ricevuto un appello degli artisti, Aliyeva ha compreso [7] [az] l'importanza di proteggere l'eredità culturale azera.

L'intervento di qualcuno così ampiamente stimato, come la donna più potente dell'Azerbaigian, è risultato essere cruciale. Il 30 maggio, il Servizio Statale per la Protezione, Sviluppo, e Restauro del Patrimonio Culturale, sotto il Ministero della Cultura, ha aggiunto l'edificio alla lista dei siti storici appena scoperti.

Per assicurarsi che l'edificio fosse anche posto sotto la protezione dello stato, il Ministero della Cultura si è appellato al Consiglio dei Ministri il 3 giugno  [8][az]. Prima della decisione finale, il Consiglio dei Ministri si è rivolto all'Accademia Scientifica Nazionale (AMEA), per chiedere la sua opinione sul significato storico dell'edificio e il 28 giugno AMEA ha confermato che l'edificio è certamente un monumento storico e ha affidato il caso nuovamente al Ministero della Cultura. Secondo una dichiarazione [9] [az] emessa dall'AMEA, il Ministero della Cultura presenterà presto la documentazione completa al Consiglio dei Ministri azero per la decisione finale.

Piani per il futuro

Leyli dice che, nonostante la decisione finale non sia stata ancora presa, il Salaam Cinema è ancora occupato [10] [az]. I suoi artisti e volontari hanno continuato a tenere eventi e a lavorare sul rinnovamento dell'edificio. Con l'assistenza di Sabina Fakhraddin Abbasova, un architetto e urbanista di Baku, hanno anche sviluppato un piano per un giardino comunale fuori dall'edificio.

Il giardino e un nuovo caffè sono parte della nuova iniziativa per il Salaam Cinema, incentrata sulla conservazione storica e naturale. Il primo evento  [11][az] dedicato all'argomento si è svolto il 6 luglio alla Molokan House.

Membri del Salaam Cinema costruiscono un caffe vicino alla ex casa di preghiera. Foto di Leyli Gafarova/OC Media, usata con il loro consenso.

La storia del Salaam Cinema è quella di una comunità di giovani azeri appassionati, che vogliono preservare un edificio storico e un apprezzato spazio comunale, creato lavorando sodo; attesta l'importanza di questo luogo di incontro per i giovani, che discutono, lavorano sui loro progetti, guardano film, partecipano a conferenze, e si divertono.

Progetti più grandi della mera sopravvivenza sono in serbo per il Salaam Cinema: come ha notato Leyli in un’ intervista del 2017 [12] con gli organizzatori del festival cinematografico giovanile Azerbaijan’s Youth Film Festival, si spera che il Salaam Cinema possa diventare “una cineteca indipendente, che tiene mostre, festival, e programmi educativi.”

Se Leyli raggiungerà questi traguardi, la doppia storia di questa comunità di artisti potrà iniziare a giocare un ruolo ancora più importante per la vita culturale della capitale. In una città che sta velocemente diventando irriconoscibile, è sempre più importante ricordare che i grattacieli non rappresentano un limite.