#DisabilityPride a Roma: “Più inclusione per migliaia di uomini e donne che affrontano barriere fisiche e mentali”

Foto scattata durante il Disability Pride dall'account Twitter di @alfredoferrante. Foto utilizzata col permesso dell'autore.

Organizzata dalla “Disability Pride Onlus” [it, come i link seguenti], in collaborazione con l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro (ANMIL) e patrocinata anche dal Parlamento Europeo e dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), ha avuto luogo a Roma la seconda edizione della Disability Pride il 15 luglio 2019, a cui hanno partecipato migliaia di persone con disabilità accompagnate dalle loro famiglie, dai loro amici e da tutti i sostenitori della piena inclusione sociale.

Irene Tartaglia descrive il programma su finestraperta.it, il portale dell'Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare:

Dopo l’esibizione di skateboard, sedie a ruote e biciclette, il corteo è partito da via dei Fori Imperiali, ha attraversato il centro storico esponendo cartelli e indossando le magliette del Disability Pride con l’hashtag della manifestazione, ed è arrivato a piazza del Popolo, dove la festa si è sviluppata con intrattenimenti e spettacoli, tradotti in lingua dei segni, che si sono protratti fino a tardi.

ACAPO, una cooperativa che svolge attività produttive finalizzate all’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con svantaggi fisici o psichici, ricordando che la manifestazione di Roma si è svolta in contemporanea con quelle di New York, Brighton e, per la prima volta Dakar, ha affemato che:

C’è ancora bisogno di rivendicare l’effettiva inclusione di migliaia di uomini e donne che quotidianamente lottano contro un mondo di barriere fisiche e mentali. Sono troppe le persone che rimangono ancora segregate in casa o in istituto, e sono vittime di una stigmatizzazione sociale che colpisce tutte le diversità.

Se n'è voluto di tempo prima che questa importante manifestazione si affermasse in Italia. Il sito solamentesm.it, che si occupa di sclerosi multipla, ne ricorda le tappe dall'inizio:

Il primo Pride dei Disabili Italiani si svolse in più appuntamenti, tenutisi tra luglio e agosto del 2015, per tenace iniziativa di Carmelo Comisi, fondatore della onlus Disabilty Pride Italia. Alla manifestazione fu dato all’epoca il nome di Handy Pride.

A seguire, nel 2016, si tenne la seconda edizione del Pride (che cambiò nome nella formula attuale). Quell’anno, per la prima volta, la manifestazione si svolse in gemellaggio con New York, e le due parate sfilarono in contemporanea, agli estremi del Mondo.

Nel 2017, fu la volta di Napoli, per poi arrivare a Roma nel 2018, tappa che si è riconfermata anche per l’edizione di quest’anno.

Stefania Catallo, Presidente del centro antiviolenza Marie Anne Erize e Ambasciatrice del Telefono Rosa di Frosinone, riporta le parole di Laura Coccia, già parlamentare nell’ultima legislatura e ora responsabile per le politiche sociali dell’Associazione Europea dei Giovani, nonché atleta paralimpica e attivista per i diritti dei disabili:

Oggi le persone con disabilità scendono in piazza per ricordare i loro diritti: per chiedere, ad esempio, pari opportunità per il diritto alla mobilità; per chiedere pari opportunità nell’accesso all’istruzione; per chiedere insegnanti di sostegno, fondi per i progetti di autonomia e di vita indipendente. Oggi le persone con disabilità scendono in piazza con una grande festa per ricordare quelli che sono i l diritti che hanno conquistato sulla carta e che, adesso, vanno messi in pratica.

Leonardo Masnata riferisce sul sito ilsalvagente.it, leader nei test di laboratorio contro le truffe al consumatore, le parole di Carmelo Comisi, promotore della manifestazione:

Nonostante la nostra sia una legislazione all’avanguardia in Italia, le problematiche relative al mondo della disabilità sono affrontate con un’impostazione meramente formale che non si trasforma in interventi sostanziali. Barriere architettoniche ovunque, il mondo del lavoro è precluso a molte persone con disabilità, il sostegno scolastico è assai carente, i mezzi pubblici inadeguati, nessuna normativa che legittimi l’indispensabile figura del care-giver, assistenza personale autogestita precaria se non addirittura assente.

Come esempio di barriere che possono capitare ai diversamente abili, la giornalista Kay Wallace raCconta questa storia sul blog “The view from Rome” pubblicato su Repubblica.it [en]:

“We are not rubbish, you must respect us”, the elderly priest shouted loudly as he and his wheelchair blocked the passage of the 160 bus stop in central Rome. Unable to board because there was no wheelchair ramp, he decided  he would ensure that no one else would get to their destination either. “Five lines pass here and not one has a ramp,” the exasperated priest explained to the policeman trying to move him on…

As to public transport, the bus service is beset by vehicles constantly breaking down –  or more spectacularly spontaneously combusting – and the underground is overcrowded and limited to three lines which only serve a tiny minority of the city.

“Non siamo spazzatura, devi rispettarci”, urlò l'anziano prete mentre lui e la sua sedia a rotelle bloccavano il passaggio alla fermata dell'autobus nel centro di Roma. Incapace di salire a bordo perché non c'era una rampa per sedie a rotelle, decise che avrebbe fatto in modo che nessun altro arrivasse a destinazione. “Passano cinque linee e nessuno ha una rampa”, spiegò il prete esasperato al poliziotto che cercava di spostarlo …

Per quanto riguarda i trasporti pubblici, il servizio di autobus è afflitto da veicoli che si rompono costantemente – o più spettacolarmente bruciano in modo spontaneo – quanto alla sovraffollata metropolitana, è limitata a tre linee che servono solo una piccola parte della città.

Il lettore Lrahip descrive la sua esperienza di quando viveva a Roma nei commenti del'articolo:

Thanks for shining a light on this very serious situation, especially for tourists who are disabled and thinking they can get around. My brother in law visited us while we were living in Rome and we had to rent a wheelchair. Pushing him around on the streets was not only a nightmare because of the cobblestones and tiny sidewalks (where there were sidewalks at all) but almost no “cutouts” exist to get off the street and on to a sidewalk. To say nothing of getting into and out of the historic sites and museums.

Grazie per aver dato luce a questa situazione molto seria, specialmente per i turisti che sono disabili e pensano di poter andare in giro. Mio cognato ci ha fatto visita mentre vivevamo a Roma e abbiamo dovuto affittare una sedia a rotelle. Spingerlo in giro per le strade non era solo un incubo a causa dei sampietrini e dei marciapiedi strettissimi (dove ce n'erano),… Per non parlare di entrare e uscire da siti e musei storici.

Organizzatori e partecipanti hanno usato anche Twitter per esprimere la propria soddisfazione:

È vero che c'è ancora molto da fare perché l'Italia rispetti gli impegni presi con la firma delle varie convenzioni delle Nazioni Unite per rendere più inclusive e più vivibili le condizioni di chi ha una disabilita, ma è con manifestazioni come questa che si potrà rendere ogni cittadino conscio di queste urgenze.

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