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Le teorie razziali pseudoscientifiche di uno psicologo britannico screditato continuano ad essere virali nei Balcani

Categorie: Europa centrale & orientale, Croazia, Macedonia, Regno Unito (GB), Serbia, Citizen Media, Diritti umani, Etnia, Media & Giornalismi, Politica

Illustrazione associata a un rapporto di fact-ckecking: “Il QI è a un buon livello, ma non lo sono altrettanto i criteri adottati dai giornalisti” [1] [mk] pubblicata da Crithink.mk. CC BY.

I contenuti di questo articolo fanno riferimento a due diverse vicende, narrate da CriThink.mk  [1][mk, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] e dall'organo di informazione Meta.mk [2]; i siti menzionati rappresentano due progetti avviati dal sito Metamorphosis Foundation. 

Lo scorso 2 luglio, il sito di informazione macedone Fokus ha divulgato un articolo il cui titolo recita: “Il QI nazionale macedone totalizza un punteggio corrispondente a 82, configurandosi come il più basso della regione balcanica”. [3] L'articolo è dotato dell'immagine di un planisfero nel quale diversi codici colore indicano il valore del quoziente intellettivo individuato per ciascuna nazione. Stando a quanto emerge dall'immagine, l'Europa occidentale, gli Stati Uniti e l'Asia orientale occuperebbero i primi posti della classifica. A una settimana dalla sua diffusione, l'articolo ha ottenuto 3500 reazioni su Facebook da parte degli utenti iscritti al social network.

La principale fonte citata dall'articolo è rappresentata dal volume “The intelligence of nations” (L'intelligenza delle nazioni), scritto da Richard Lynn e da David Becker, pubblicato dall’Ulster Institute for Social Research [4] [en], un istituto di ricerca diretto da Lynn con sede in Irlanda del Nord. L'articolo pubblicato da Fokus, tuttavia, omette importanti informazioni riguardo la stessa fonte.

Richard Lynn è infatti una figura molto controversa: il suo lavoro di ricerca è stato ampiamente criticato dalla comunità scientifica per via di scarso o assente rigore scientifico, mistificazione delle informazioni e supporto a posizioni politiche razziste. Nell'aprile 2018, dopo aver appurato [5] [en] che Lynn sostenesse “ideologie razziste e sessiste”, l'Università dell'Ulster ha revocato [6] [en] all'uomo il titolo di professore emerito di psicologia.

Il gruppo di lavoro diretto da Lynn, un think tank non legato all'Università dell'Ulster, pubblica inoltre una rivista scientifica trimestrale intitolata “Mankind Quarterly” che sostiene posizioni e teorie razziste rifiutate dal resto della comunità scientifica. Lynn collabora regolarmente con organizzazioni di estrema destra come Right NOW! e il sito americano VDARE, che propugna la lotta all'immigrazione. Alcuni esponenti di estrema destra [7] [en] provenienti da diverse parti del mondo considerano lo psicologo un modello da seguire.

Dall'articolo pubblicato dal sito di fact-checking macedone [2] Meta.mk emerge che, nelle ultime settimane, la divulgazione della notizia rilasciata da Fokus abbia generato un'ondata di disinformazione così ingente da travalicare i confini nazionali. Poco dopo la sua pubblicazione, l'articolo è stato ampiamente diffuso tramite un susseguirsi di ‘copia e incolla’, che hanno riportato modifiche testuali irrisorie e prive di qualunque menzione delle fonti. Tra gli organi di stampa situati in Macedonia del Nord coinvolti in questo processo vi è anche il sito web Lider, uno dei componenti di un sistema di informazione dall'orientamento politico vicino all'ala destra, gestito da ungheresi [8] [en] legati al regime del primo ministro Viktor Orbán.

L'articolo pubblicato da Lider, intitolato “Il punteggio più basso della regione: la media nazionale del QI in Macedonia corrisponde a 82” [9] è poi stato menzionato come fonte dal sito di informazione serbo Kurir e inserito nell'articolo pubblicato con il titolo “QUESTA RICERCA NON PIACERÁ AI MACEDONI: Hanno il più basso punteggio di QI nella regione, scopri quale nazione occupa il podio!” [10] [sr]. Il giorno successivo il sito di informazione Sloboden Pečat, la testata macedone affine al giornale Kurir (entrambi  [11]di proprietà della compagnia serba Adria Media Group), ha pubblicato un articolo contenente la traduzione letterale della narrazione della vicenda in lingua macedone [12], amplificando così la risonanza delle idee razziste già diffuse.

Il progetto “Critical Thinking for Mediawise Citizens – CriThink”, sostenuto dall'UE, ha analizzato la veridicità di quanto affermato [1] nell'articolo di Fokus, fornendo informazioni addizionali circa le fonti a partire dalle quali l'articolo è stato sviluppato e instillando dubbi sulla validità dei criteri di selezione adottati dai mezzi di comunicazione nell'area dei Balcani. La giornalista Jugoslava Dukovska, autrice dell'indagine, ha poi dichiarato: “I mezzi di comunicazione hanno quasi sempre difficoltà a fornire informazioni sulle fonti associate alla presunta ricerca e non si sforzano nemmeno di verificarne la credibilità. Essi mirano solo a sfruttarne il potenziale spettacolarizzante.”

Niente di nuovo

[13]

Screenshot dell’ articolo [3] pubblicato da Fokus; la visione del mondo proposta nella mappa riportata mette in evidenza una tendenza suprematista bianca.

Questa non è la prima volta che i mezzi di comunicazione macedoni o operanti nell'area balcanica presentano le idee di Richard Lynn facendo sì che queste appaiano come dati scientifici.

Nel 2014, diversi siti web gestiti dai territori situati nella regione balcanica diffusero materiale informativo che attestava il QI della Macedonia del Nord a un punteggio medio equivalente a 91, un valore più basso di quanto era stato registrato dalla gran parte degli stati dell'Europa occidentale, ma superiore a quello dell'Albania, del Montenegro e della Serbia. La fonte dei dati riportati è un post pubblicato su un blog ceco  [14][en], nel quale si fa menzione di un altro libro scritto da Richard Lynn in collaborazione con lo scrittore finlandese Tatu Vanhanen; anche questo testo, intitolato “Intelligence: A Unifying Construct for the Social Sciences” (L'intelligenza: un costrutto unificante per le scienze sociali), supporta teorie che studiano l'intelligenza ma hanno natura razzista.

Nello stesso periodo il sito croato Index.hr pubblicò un articolo il cui titolo recitava: “Questa mappa mostra il livello medio di intelligenza della popolazione europea” [15] [hr]; la stessa notizia fu poi ripresa dal sito macedone MKD e pubblicata in un nuovo articolo intitolato: “I macedoni sono uno dei popoli più stupidi d'Europa.” [16]

Nel 2015, molti tra i siti web macedoni pubblicarono dati e informazioni simili riguardanti la presunta distinzione tra le nazioni balcaniche più ottuse e quelle più intelligenti. Questo materiale è ancora consultabile online [17].

Solo pochissimi giornalisti [18] e accademici [19] hanno messo in discussione la credibilità degli articoli che sono poi diventati virali. Nessuna delle piattaforme web che hanno pubblicato le informazioni hanno invece provveduto a rettificare o a smentire quanto diffuso.

Stereotipi pericolosi

L'attribuzione di stereotipi alle differenti etnie che popolano l'area balcanica esiste da sempre. Alcuni racconti popolari [20] [en] risalenti al XIX secolo narrano che i membri della comunità Shopi [21] [en], che abitava nell'area di confine tra Bulgaria, Serbia e Macedonia del Nord, pensassero che il mare fosse un'enorme zuppa di pesce e che per questo, avvicinandosi alla battigia, portassero con sé i cucchiai per mangiarne un po’. Poco tempo dopo, nel territorio dell’ ex Yugoslavia [22] [en], furono i Bosniaci a diventare protagonisti di battute e luoghi comuni [23] [it].

La costante diffusione di teorie pseudoscientifiche che vedono un collegamento tra il QI di un individuo e la sua appartenenza a una specifica razza o etnia, quindi, attinge da stereotipi già esistenti e ne enfatizza la portata; per questo motivo non c'è da sorprendersi se le stesse teorie riescono ad attrarre l'attenzione e l'interesse dei social media. Questo fenomeno, pur concretizzandosi nell'aumento delle visualizzazioni ottenute dalle pagine degli organi di informazione che divulgano informazioni di questo tipo, alimenta il risentimento, la discriminazione e l'odio.

La comunità scientifica da molto tempo smentisce le teorie che vedono una relazione tra l'intelligenza e la nazionalità o l'etnia; la stessa intelligenza si configura come un concetto complesso, generalmente definito sulla base dell’ interazione tra natura e cultura [24] [en]. Molti studi hanno dimostrato [25] [en] che il contesto socio economico nel quale l'individuo è immerso, il livello di istruzione degli educatori, così come le condizioni di salute e l'alimentazione possano influire nello sviluppo dell'intelligenza.

Sebbene le prove scientifiche dimostrino il contrario, i sostenitori della supremazia dei bianchi negli Stati Uniti e in Europa continuano a sostenere la teoria secondo la quale l'intelligenza derivi essenzialmente da fattori genetici. Generalmente, questi stessi gruppi affermano che una piccola parte della popolazione bianca sia geneticamente superiore alle altre.

Paradossalmente, i nazionalisti presenti nell'area dei Balcani, che sono soliti considerare gli esponenti dell'estrema destra americana ed europea occidentale alleati ideologici [26] [en], non riescono a notare o scelgono di ignorare che queste teorie pseudoscientifiche spesso collocano le loro genti in una posizione subalterna rispetto a quella generalmente attribuita ai paesi dell’ Occidente.