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Mentre la Tanzania vieta le buste di plastica, nascono 300 gruppi ambientalisti giovanili a Dar es Salaam

Categorie: Africa sub-sahariana, Tanzania, Ambiente, Arte & Cultura, Citizen Media, Giovani, Good News, Idee, Istruzione, Legge

Abdalah Nyambi (a sinistra) raccoglie bottiglie di plastica che lui e la sua organizzazione ambientale si preparano a trasformare in pavimentazione. Foto di Goodhope Amani, usata con permesso.

Il 1° giugno, il governo della Tanzania ha vietato [1] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] l'uso di buste di plastica, unendosi ad altre 33 nazioni africane, nel tentativo di porre fine ai prodotti di plastica monouso usa e getta. Ma i rifiuti di plastica sono ancora abbondanti nel paese e i principali gruppi giovanili ambientalisti sperano che un giorno la Tanzania sarà completamente libera dai prodotti di plastica usa e getta.

La 24enne attivista ambientale, Liberatha Kawamala, è all'avanguardia nell'attivismo ambientale in Dar es Salaam, la capitale culturale della Tanzania. Precedentemente studentessa nel campo della logistica e dei trasporti, Kawamala ora passa le sue giornate a guidare più di 300 gruppi ambientali, insegnando alle generazioni future l'importanza della conservazione naturale rivolgendo particolare attenzione alla minaccia della plastica monouso [2] sui ricchi ecosistemi della Tanzania, sia in terra che in mare:

Dobbiamo sforzarci di più per apportare cambiamenti… i bambini di questo secolo dovrebbero imparare più cose, come imprenditori, a scuola, cose pratiche, e come il sistema cambia

Dar es Salaam è la città costiera più grande della Tanzania – e sta crescendo rapidamente. L'ultimo censimento nazionale [5] nel 2012 stimava una popolazione di 4.3 milioni. La gestione dei rifiuti è un problema principale, specialmente nelle occupazioni abusive – dove vive tra il 70 e l'80 % [6] della popolazione – senza infrastrutture essenziali e servizi per la raccolta dei rifiuti.

L’Inchiesta sulle Statistiche Ambientali Nazionali [7] del 2017, ha mostrato che dallo stesso anno Dar es Salaam stava producendo più di 4600 tonnellate di rifiuti al giorno, e ha previsto che produrrà più di 12.000 tonnellate di rifiuti al giorno entro il 2025.

Vista laterale del fiume Msimbazi in Dar es Salaam, straripato di rifiuti di plastica. Foto di Goodhope Amani, usata con permesso.

Nel novembre del 2018, Kawamala ha partecipato ad un'esibizione di Arti, Creatività e Innovazione per lo Sviluppo Sostenibile organizzata dalle Nazioni Unite in Tanzania in Dar er Salaam, sperando di poter connettere con persone che la pensassero come lei. Proprio lì ha conosciuto Abdalah Nyambi, una studentessa universitaria del terzo anno, di 26 anni, che crea fiori di plastica con materiali riciclati.

Le due hanno deciso di collaborare per cambiare le percezioni dei giovani sui rifiuti di plastica.

Insieme, hanno dato vita alla Plastic Recycle and Youth Organization (PREYO) [8] (Organizzazione giovanile per il riciclo della plastica), ed ora Kawamala e Nyambi hanno intenzione di generare profitto dai loro prodotti di plastica riciclata mentre provvedono ad educare i giovani sull'importanza della salvaguardia della natura attraverso gruppi ambientalisti giovanili. Kawamala dice:

“I studied logistics and transport management, but my passion led me to take [on the] environment. Many people ask me why [I took] logistics [because] it does not connect to [the] environment. I said if you have a passion for something, you better do it.

“Ho studiato organizzazione per la logistica e i trasporti, ma la mia passione mi ha portata verso l'ambiente. Molte persone mi chiedono perché abbia scelto logistica, dato che non è connessa all'ambiente. Ho risposto che se hai la passione per qualcosa, è meglio che tu lo faccia.

Liberatha Kawamala (a destra) e gli altri mostrano i blocchi per la pavimentazione creati dai rifiuti di plastica, Dar es Salaam, Tanzania, giugno 2019. Foto di Goodhope Amani, usato con permesso

Kawamala ora passa la maggior parte del suo tempo come portavoce per la protezione ambientale. Collabora con organizzazioni come il Jane Goodall Institute per creare 300 gruppi ambientalisti nella scuola primaria, dove insegna l'importanza della salvaguardia naturale, giardinaggio, come piantare alberi, come combattere contro i rifiuti di plastica e la corretta disposizione dei rifiuti.

Gruppo ambientalista della scuola primaria Makumbusho, uno dei 300 gruppi in Dar es Salaam, Tanzania, giugno 2019.  Foto di Goodhope Amani, usato con permesso.

Abbiamo bisogno di azione collettiva contro i rifiuti di plastica. Dal momento che la migrazione rurale urbana sta aumentando, coltiviamo nei nostri bambini il bisogno della conservazione naturale.

La Tanzania è in prima linea sul divieto della plastica

All'inizio del mese di maggio, il Primo Ministro Kassim Majaliwa [18] ha annunciato che il divieto sulla plastica monouso sarebbe cominciato il 1° giugno, seguendo i passi di Kenya e Rwanda. Tanzania è il 34esimo paese in Africa ad avere impostato il divieto sulla plastica, con l'Africa a capo del mondo nel seguire codeste misure, secondo il Programma Ambientalista delle Nazioni Unite.

Majaliwa ha annunciato che dal primo giugno sarà illegale comprare, vendere ed importare [19] qualsiasi tipo di buste di plastica sotto il Regolamento delle Buste di Plastica del 2019 [20]. Chiunque produca o importi buste e confezioni di plastica sarà multato fino ad 1 bilione di scellini tanzaniani (435.285 dollari) o detenuto per due anni, o entrambi. Il possedimento e l'uso individuale possono risultare in multe fino a 200.000 scellini tanzaniani (100 dollari), detenzione fino a sette giorni, o entrambi, secondo [20] The Citizen.

Il membro del Parlamento January Makamba cha confermato la storica legislazione su Twitter:

Notifica ufficiale del Governo ai viaggiatori che stanno pianificando di visitare la Tanzania sulla scia del divieto delle buste di plastica.

Molti utenti in rete dalla Tanzania applaudono alla mossa:

Sono orgogliosa del mio paese di origine, la Tanzania, che ha annunciato che il divieto sulle buste di plastica monouso entrerà in effetto a breve. @JMakamba impaziente di avere ulteriori aggiornamenti su questo sviluppo eccitante!

Monica Adam Mgata, studentessa di quinto livello di scuola primaria e membro del gruppo ambientalista della propria scuola, da loro denominato “Roots and Shoots” (Radici e germogli), crede che gli studenti possano dare grande contributo alla conservazione naturale e vietare buste di plastica è un buon primo passo. Mgata dice:

Plastic bags take a long time to decompose and also affects soil fertility. I advise fellow students not to use single plastics bags and bottles.

Le buste di plastica ci impiegano molto a decomporsi e colpiscono la fertilità del terreno. Consiglio agli studenti come me di non utilizzare buste e bottiglie di plastica.

Secondo l’inchiesta [26] del Programma sull'Ambiente delle Nazioni Unite del 2018, gli esperti predicono che saranno prodotti fino a 12 bilioni di tonnellate di rifiuti di plastica entro il 2050, a meno che non siano applicate iniziative per controllarne e limitarne la produzione.

Molta della plastica monouso non si decomporrà mai, inquinando e stravolgendo ecosistemi sia sulla terra che in acqua.

Gli studenti della scuola superiore Canosa hanno imparato attraverso la storia, vantaggi, svantaggi, tipi di plastica che usiamo nella vita quotidiana, la praticità del riutilizzo di rifiuti di bottiglie di plastica in diverse forme e l'apprezzamento per la Tanzania.

Abdalah crede che le persone si siano appassionate alle questioni ambientali ma necessitano di educazione ambientale, specialmente quando si parla di benefici per la conservazione dell'ambiente. Nyambi dice:

People lack knowledge. If we start educating them, I think they’ll become familiar with environmental issues and start becoming sustainable.

Le persone mancano di conoscenza. Penso che se iniziassimo ad educarle, loro poi familiarizzeranno con i problemi ambientali e cominceranno a diventare sostenibili.